Il tentativo turco sul Canale di Suez giudicato esaurito

Il tentativo turco sul Canale di Suez giudicato esauritoIl tentativo turco sul Canale di Suez giudicato esaurito (Dal nostro inviato speciale) r e e o i e e o a l i e , , n o l a e l CAIRO, 4. (Telegrafato da Siracusa, 10, ore 12.35). La situazione in Egitto è improvvisamente e radicalmente mutala. Ancora una settimana fa, tutte le persone in grado dl e spriinere un giudizio per ciò che riguarda questo settore della guerra turco-in0iese, orano concordi nell'affermare che la minaccia turca contro la linea di difesa del Canale era sempre più imminente e grave e che la battaglia del 3' dello scorso mese si doveva considerare come mia presa di contatto di avanguardie 'in cui non avrebbe mancato di seguire, entro un tempo relativamente breve, lo sforzo più fiero e definitivo del grosso delle truppe attaccanti. In questa settimana invece il complesso dello aiotizie e dello circostanze induco, alla conclusione precisamente opposta, induce cioè a questa conclusione: cho i t.urco-tcdéschj hanno abbandonato ogni tentati ve di occupazione del Canale e di invasione dell'Egitto e che la battaglia del 3, la battaglia detta di TuBsiim è da considerarsi come Io sforzo massimo c ultimo prodotto da essi e oltre il cui fallimento null'iiltra azione essi pensano ad esplicare. Il perchè dell'insuccesso Quale la causa di questa improvvisa e, apparentemente, ingiustificata ritirata? Gli inglesi le attribuiscono una ragione chi potrebbe anche essere la vera. « I turco-tedeschi, essi dicono, hanno tratto dal fallito tentativo dl Tuesum, la convinzione della vanità di ogni loro sforzo, della im possibilità di giungere, anche sacrificando tutte le loro forze raccolto nel Sinai, a qualche successo positivo e hanno quindi rinunciato senz'altro all'impresa». Nulla impedisce di credere che questa ralgiono, ripeto, sia la vera. Ma per conto mio, che fino a una settimana fa ho creduto alla serietà e alla gravità della minaccia turcotedesca contro l'Egitto, non credo sia la sola. Se la battaglia di Tuesum è riuscita, m definitiva, sfortunata per gli assalitori, essa però si è svolta in modo, specialmente nelle sue prime fasi, si da concedere lore molto e buone speranze di successo. Da essa, in altre parole, gli assalitori che riuscirono a giungere sul Canale, che riuscirono a iniziare la costruzione di un pon te di barche, che riuscirono persino a ebar jare parecchi uomini sulla sponda africana del Canale, avrebbero più logicamente potuto trarre il convincimento che le dif llcoltà dell'impresa richiedevano imo sforzo assai più vasto e assai più vigoroso ma che l'impresa stessa rientrava noi campo delle cose possibili anche per un corpo di truppa non eccesBivamente numeroso e che non disponesse di mezzi eccezionali. Io sono quindi disposto.a credere che ì risultati della battaglia di Tuasum abbiano influito soltanto in parte sulla decisione della ritirata dell'intero corpo turco-tedesco, anz in realtà, le ragioni di questa innata — dato come tutto fa credere che essa sia un fatto concreto e non soltanto una finta del nemico — debbono essere assai più vaste e complesse. In primo luogo i tut-co-tedesohi, superate le OifficoWà detta marcia delle truppe attraverso i deserti sinaici, debbono poi avere incontrato difficoltà enormi nei rifornimento di queste truppe, tali quali forse non si attendevano, i-Wusi dalla speranza di un immediato successo. In secondo luogo gii invasori, probabilmente, fidarono molttesimo in una rivoluzione interna dell'Egitto, la quale invece non avvenne, sia perchè gli inglesi seppero dominare il paese con senno ed energia ammirabile sia perchè come altra volita lungamente spiegai, ia popolazione egiziana mancava dei mezzi e del coraggio per tentare moti insurrezionali c non si sarebbe ad ogni modo mossa prima di un sicuro importante successo turco. E infine è oramai fatto assodato, che agl'i invasori è mancata la unità e la autorità del comando; che i dissidi tra gli ufficiali turchi e gli ufficiali tedeschi e tra gli stessi ufficiali! turchi hanno varcato ogni Kniite di ragionevole rivalità, hanno dato luogo ad ogni sorta di scissioni' e a ostilità vere e proprie. A tutto questo si aggiunga la defezione di molte tribù beduino sul cui aueiHo i turco-tedeschi contavano assai per l'attacco finale al Canale, e, aggiungasi so pratutto che in questi giorni doveva essere giunta al Comando del Carpo invasole la notizia che gli anglo-francesi portavano la gueirra nel cuore stesso die'Wa Turchia, e stavano forzando i Dardanelli e minacciavano Costantinopoli, e la notizia forse anche dl un probabile sbairco inglese in Siria. Dovrebbero essere, panili, tutte queste ragioni insieme o anche solo parte di esse, che avrebbero deciso i turco-tedeschi a desistere dnU'Impresa contro l'Egitto e a ritirarsi quindi verso la Palestina e la Siria. Enver non si smentisce A proposito dei- dissidi tra gli ufficiali turchi e gli ufficiali tedeschi e tra gli stessi ufficiali turchi è istruttivo un, comunicato turco, di cui- credo abbiate già ricevuto notizia, che cioè è stato in questi giorni rimesso ai vati di Aleppo e di Damasco, il rapporto militare delle operazioni turche sul Canale per formulare l'atto di accusa contro Gemal pascià, comandante in capo del Corpo di spedizione. Questo atto sarebbe ia conseguenza di lunghe ost.'iiitù tra lo stesso Gemal pascià e gii ufficiali di' Stato Maggiore tedeschi e il ministro, della Guer- pressra, Enver pascià, completamente favore- vole e strettamente legato ai tedeschi. Que- sti vorrebbero fa-re ricadere tutta la re- sponsohilità dèlia fallita impresa contro l'È-gitto, su Gemali pascià, e attribuirebberol'insuccesso all'inettitudine sua di comando, A questo proposito è curioso oggi ricordare una osservazióne che Aziz ATi El Ma seri, a'successo a Enver pascià nel comando dellea.fom, fuj.che jn cirenaica a,, temp0 deWa no-e sfcra guerra, il quale ora si trova al Cairo, n faceva una ventina di giorni fa discorrendo a)con un italiano. Una ventina di giorni fa - ; tutti eravamo ancora convinti che la Tura iehia si accingesse a compiere contro l'Egit- e U0 j.j suo sforzo piu poderoso, e Aziz Ali os- a;ieeYVò molto sottilmente: «I» non «-«lo troppo alia gravità, atta di questa Wccil per questa che severamente in Turchia- si pensasse ad impegnarsi a fondo in que-- i sta impresa e si nutrissero buone speranze-'di- successo, siccome questa rappresento- - rebbe per la Turchia una impresa eccezio-o nalniente grandiosa, Enver pascià non a-£ sf*»0- Se Enver pascià ha permessoo *h« altri avesse il comando di- questa spe-o dizione è per me segno induhbo che eglio non ha fede nel successo e che la Turchia a non impegnerà nella impresa che una me-. BchSna parte delle sue forze. E voi vedrete, - che quando l'impresa sia falHto, Envere vtìsc:ò. e i suol riverseranno la colpa del ^ fallimento sul comandante suo, quel bravo e UQtno d1 pa8cià a qnaie sarà cosi » «quidato. Io conosco bene, per esperienza %,^^}^ < * * ™™ ùi.|Envei pascià». ' a o e a e o Ricordate, per la spiegazione di queste parole, che quando Aziz Ali usci da:!H& Cirenaica e tornò in Turchia, fu fatto processare dal partito di Enver pascià, con accusa di tradimento e fu condannato a morto 3 fu graziato soltanto in seguito a urgenti pressioni, specialmente del'Egitto, in quanto ohe egli è egiziano e qua popolarissimo a unmiratissimo. Oggi, come dicevo, che la Impresa turca contro l'Egitto appare faJD'ita, e che Enver pascià e il suo partito pre-' parano ili processo contro Gemal pascià-, è curioso rievocare questa considerazione che 1 Aziz Ali espresse una ventina di giorni fa che costituisce una profezia che sembra ssersi avverata. Australiani e neo-zelandesi in marcia Intanto il fatto che le autorità militari imglo-egiziano considerano esaurita la minaccia turco-tedesca contro l'Egitto è provato dalla partenza .che hanno disposta, ed m parte in questa settimana già- effettuata; di numerosi contingenti di truppe australiane e neo-zelandesi. Domenica scorsa W sono stato al campo detto « dello Piràmidi » e ho assistito alla partenza di ripar* ti di fanteria e di artiglieria con ogni loro, carriaggio, con ogni loro sai moria. Ho allagato, per quanto ho potuto, per sapere la destinazione di queste truppe. Generalmen.. te si dice che esse verranno trasportato in Francia; secondo altre voci sarebbero desti, nate ad effettuarle, insieme con un piccolo :orpo di spedizione francese, uno sbarco ih Siria ,a Giaffa o a Kaifa; secondo altre voci ancora sarebbero destinate a tentare uno sbarco presso .i Dardanelli per prendere sul rovescio i forti della difesa. Trattasi però di voci per cui io noni assumo nessuna responsabilità e che vi trasmetto a puro titolo di cronaca. A sera, quando tornavo, dalla mia gita al canino delle Piramidi per lunghissimi tratti del viale che viene al Cairo, iucoutrai le colonne dei partenti che marciavano tot. io la luna e tratto tratto intonavano lieti Jori di canzoni di guerra. Dal Cairo pòi queste truppe sono state mandate in ferrovia ad Alessandria e da ieri e oggi sono imbarcate per destinazione che resta ignota. Sarebbe dunque per ogni segno esaurita la minaccia turca contro l'Egitto ma. non è esaurita nell'interno del paese l'avversione dell'elemento ind%eno pel nuovo Governo creato dall'Inghilterra. Questo popolo, che non ha fatto o che non farà rivoluzione perchè nò sa nè può farla, cova però nel suo intimo con toesthiguibile ardore, la ostilità di tuttj i suoi spiriti religiosi e nazionali offesi e non perdona un'Inghilterra di avergli imposto un Sultano non desiderato e non perdona al Sultano di avere ac* iettato la nomina e la investitura inglese. Contro il nuovo Sultano E' successo di questi giorni un fatto chi meri* di essere riferito e che mostra molto evidentemente questo stato d'animo degli ogiziani. Era stata annunziata, per un dato giorno, la visita del Sultano alla Scuola in. digena di diritto del Cairo e gii alunni era; no stati avvertiti dell'ora precisagli 'cui il Sultano sarebbe venuto a visitar© la' setw la perche non mancassero. Segretamente essi allora convennero che nessuno si sarebbe trovato e si diedero appuntamento, appunto per quel giorno e per quella ora in un doto punto della città), « per assistere a un funerale ». Il funerale era la parola di ordine eh» contrastava però stranamente col fatto cho rappuntamento eira sKabilfto presso ulna pasticceria, tra le più note ed eleganti, frequentatissima specialmente verso l'ora del the. Accadde che quando il Sultano stava per muovere dui suo palazzo per recarsi alla scuola alla visita promessa, alla scuola ci si accorse die nemmeno uno degli alunni era, presente, nemmeno uno di circa centoventi che la frequentano. Per evitala lo scandalo troppo palese, si telefonò immediatamente ai vari Ministeri dai dove di urgenzai furono mandati gli impiegati disponibili, i quali, quando il Sultano Junse a visitare la scuola, simularono di essere gli alunni e gli resero i dovuti'onori. Intanto gli alunni autentici seguivano il loro imaginario funerale, offrendosi col migliore appetito del mondo riipa lieta merenda dal pasticciere. ' Naturalmente, il fatto ebbe altra conclusione che non la merenda. Fu immediatamente, per ordine dell'autorità inglese, a-, perta una inchiesta Tutti i centoventi nlunni, interrogati una per uno, diedero identica risposta che merita anche questa di essere riferita: « lo ero impegnato a un funerale e poi d'altro lato Mister Stores non m'aveva invitato ». Bisogna ricordare che Mister Stores è il segretario dell'alto commissariato britannico. « E che ci entra Mister Stores in questo affare? » chiesero gli inquirenti ai primi alunni che diedero questa curiosa risposta. E gli alunni risposero ancora: « O non è Mister Stores che in nome deh l'Inghilterra ha eletto il Sultano? Era anche lui dunque che doveva farci sapere che noi eravamo obbligati a rendere, onore suo Sultano ». Come si vede queste risposte aggravavo- - no, specificandolo molto precisamente, il si gnificuto dell'atto, e diedero luogo alla più - severa punizione in massa. Una parte degli -[alunni fu senz'altro espulsa dalla scuola a o per l'altra parte fu dichiarata la non am missione agli esami. Così si conchiuse l'in ràdente che però resta la rivelazione in dubbia dei più intimi sentimenti della pòe polnzione indigena egiziana verso il Sovra- no datole dall'Inghilterra.. Onoriamo il Gran Senusso In una precedente corrispondenza vi parlavo del soggiorno al Cairo di Sayed Idriss o - - El Sentissi, cugino di Ahmed Scerif detto |il Gran Senusso e del ricevimento ufficiale solenne offertogli dal Sultano e da tutte a lo autorità anglo-egiziane. Sayed Idriss ò a partito dal Cairo giovedì scorso e si è im- - barcate ad Alessandria sul guardacoste e* e giziano Bachid, mosso a sua disposizione - dal Sultano. Sabato c sbarcato a Sollum,. - in Cirenaica, accolto con grandi onori dal - cugino Sayed Hilal, fratello del Gran Se- ' ì numerosa corte di sceicchi se> i capi tribù. Gli resero anche onpye egiziane del presidio, sciite- o rate al suo passaggio. Quindi Sayed Idriss - visito un accampamento di genti tripolltai ne attendate nei pressi della stazione radio telegrafica inglese e distribuì elemosine. Si - è compiuta cosi col viaggio sul guardacoste , egiziano e cogli onori militari resi a Solr lum, al confine stesso della Cirenaica Italial na, quella abilissima, se pure egoistica ao zione politica anglo-egiziana, dl accosta mento è di accordo coi senussi, azione già espi cata tento palesemente e «ortwnateiAm** ir " " ' " soggiorno di Sayed Idriw MARIO BAISI.