La questione del pane a Torino

La questione del pane a Torino La questione del pane a Torino / Il Consiglio Comunale, dopo una lunga discussione, approva le proposte dèlia unaie, uopo una lunga Discussione, Giunta per l'acquisto di 50 mila quintali di grano (Seduta del giorno 5 Marzo 1915) Appena aperta la seduta alle 15,40, bachi domanda al Sindaco ee è a conoscenza della risposta data dal Sottosegretario di Stato, onorevole Cottafavi, all'on. deputato Giordano, che gli aveva indirizzato una interrogazione a proposito dei francobolli-premio. Il SINDACO risponde che ha provato per quella risposta una dolorosa sorpresa, per la eggerezza con cui il Ministero ha risposto in una questione cosi grave. Lo sorprese anche l fatto che, In una questione in cui avevano nterloquito il Consiglio, la Camera di Commercio, la Commissione del Bollettino, il Ministero non abbia nemmeno pensato ad interpellare alcuno di questi enti. 11 Ministero rispose in modo da incoraggiare l'espansione dei rancobolli-premio che, dice il Sindaco, noi invece riteniamo un vero sfruttamento a danno «al compratore. Invita quindi il Consìglio ad autorizzarlo a rispondere al Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, che la risposta cervellotica data all'on. Giordano 6 uno schiaffo morale che nè 11 Consiglio, ne la Camera di Commercio, nè la cittadinanza possono tollerate, e che la questione va studiata a fondo. « Se non basterà questo nostro ricorso al Ministero dell'A. I. e C, ricorreremo anche alla Presidenza del Consiglio ». {Bene; approvazioni). GEISSER svolge quindi questa sua raccomandazione: « Raccomando alla spettabile (Munta di tener presenti, nella costruzione di nuovi edifizi scolastici, le esigenze, attuali e prossime, dall'insegnamento professionale, nonché alcune altre minori ed utili avvertenze». Spiega come i locali che egli raccomanda dì costruire nei nuovi edifici scolastici possano efficacemente cooperare a sfollare un giorno il pletorico istituto professionale operaio che oggi conta più di 1200 allievi. BONA risponde che la Commissione per il coordinamento dell'insegnamento popolare si è già radunata e proseguirà sollecitamente nei suol studii. Crede che sia stato fin d'ora affermato il principio del. decentramento: quindi si terrà il massimo conto della raccomandazione del cor.s. Gelsser. A proposito di ano scoppio di benzine L'assessore BARBERIS risponde quindi alla seguente interrogazione di Borini ed altri : « I sottoscritti, ad evitare ulteriori luttuose disgrazie, interrogano l'on. signor Sindaco per conoscere quali disposizioni siano date per una attiva sorveglianza sul depositi di sostanze infiammabili nell'interno della città, e «e questi rispondano alle norme delle leggi e dei regolamenti vigenti ». Spiega in quale situazione rispetto alle leggi ed ai regolamenti vigenti veniva a trovarsi il signor lechi n, di cui si ebb" nnco tempo fa a lamentare lo scoppio del deposito di benzina. Enumera e analizza 'e norme contenute nei regolamenti municipali por ciò che riguarda i depositi di materie infiammabili e la prevenzione degli incandii. Dimostra come il lattile, rispetto al Municipio si sia trovato nelle condizioni di un oorurah bandiere, in quanto deteneva sostanze ohe non gli era lecito mantenere presso di isè : nessuno però aveva mai tutto contro di lui regolare denuncia. Con«Jude che presto sarà portato al Consìglio un regolamento sul deposito e trasporto delle materie esplodenti e pericoloee. Esso fornirà un mezzo preciso, concreto, energico per evitare che li ripetano le disgrazie, nome quella che recentemente turbò la tranquillila cittadina. Replicano BORINI e PRESTTNARI suggerendo alcune norme da introdurre in questo lutare regolamento. I lavori ferroviari di Torino Prima di entrare nell'ordine del giorno, il SINDAU3 ricorda la risposta data dal Mini- stero dei Lavori Pubblici all'interrogazione dell'oc Bevione a proposito dei lavori ferroviari! di Torino, e dimostra che è speciosa l'uriermastona dell'AmminUtrazlous delie ferrovie, che il Municipio di Torino abbia fatto variare 11 programma dai lavori da eseguirei e che queste variazioni abbiano dato origine ad un ritardo da parta del Ministero del Tesoro nella consegna dei fondi necessari. Nega poi in modo assoluto di aver spontaneamente concesso una proroga all'Amministrazione. Avverte che i diritti del Comune di Torino sono mante- inni integri, ed lnnne fa rilevare che il Cover-no ha bensì risposto od un deputato di Torino, ma non ha ancora date risposta alcuna al Municipio, ohe pure gli aveva formalmente comunicato la sua ferma intenzione di far rispettare i propri! diritti. ■ Vedremo ora la risposta ehe il Governo darà e al Municipio e agli altri parlamentari torinesi che si interessano alla grave questione. Vedremo da queste risposte se non sia il caso di adottare una più energica linea dì condotta; poiché con un contraente così poco scrupoloso, come si dimostra in que.to caso il Governo, conviene adottare anche i mezzi piv energici che ci forniscono la legge s il nostro buon .itto». BACHI vorrebbe che si iniziusse senz'altro una lite al Governo per la sua inadempienza. L'aeqoisto del grano E finalmente si inizia la discussione degli argomenti inscritti all'ordine del giorno, cominciando dalla deliberazione presa dalla Giunta in via d'urgenza per l'acquisto di grano dal Governo per il consorzio granario provi nei aie. ROMITA vorrebbe che il Sindaco e il.Municipio agissero più energicamente verso i panettieri che dimostrano cosi poco patriiotitir smo, perchè mentre tutti vanno a gara nel cercare di alleviare la citisi che traraglia la Nazione, essi soli vogliono continuare a fare i guadagni dei bei tempi, chiede al Sindaco di applicare il calmiere alnwno al pane. BONO solleva interruzioni e proteste da parte della maggioranza, dicendo che in Consiglio non vi è più unu vera maggioranza liberale, ina solo una maggioranza che non ha altro fine che di difendete gli esercenti. Si scaglia egli pure contro i panattieri ed afferma ehe la Associazione granaria segnò aumenti di prezzi senza voler provare che sd erano fatte realmente delle contrattazioni a prezzi aumentati. NORLENXlHi vorrebbe che il Municipio consumasse anche una pane delle sue rendite, pur di far in modo che la massa operoja potesse avere 13 pane a 45 centesimi, in altra parole propone che il Comune pagasse la differenza tra 1 46 oentesami e il prezzo attuale del pane. Fa notare che la disoccupazione e■cxoesaxaMai dll Sta(63a e l - : e ! 1 a o e I - I -1 l a i a e a o i e o . i li a aoiar el a e o a na Si fusd a ne, ora fe e la fame sono le peggiori consigliere delta I dmasse. , Pla fame sono le peggiori consigliere delta masse, Voci-, — Ma se non esiste la disoccupazione a Tonino! DEPANIS ricorda che. indipendentemente da qualsiasi agitazione di piazza, come quelle accennato o minacciate dsj consiglieri sociaIteti, ij consiglio comunale unanime aveva già dato carta bianca all'Amministrazione civica per adottare tutte le misure possibili por far diminuire il prezzo del pane, crede però fermamente che il sacrificio che incontrerebbe il Municìpio sofà completamente sprecato, se non si imporrà un tipo unico dì pane. BOSSO è convinto elio i panettieri non fanno ora quei lauti guadagni che vollero far credere i consiglieri della minoranza. Altre vivaci proteste solleva BONETTO, quando dichiara che., « se non hanno il cuora più grosso dai consiglieri della maggioranza, i consiglieri socialisti, possono meglio farai interpreti dei bfisogni della massa operaia, perchè in mezzo a quella massa essi vivomol ». Dui banchi della maggioranza si esclama: «E noi, dove viviamo? Nella luna forse?!. BONETTO: — Voi vivete solo in mezzo alla b' : rhoóia! - uiatore vorrebbe poi dimostrare che anche nella nostra citta vi è una forte disoccupazione. « anche se la grande industria lavora intensamente a preparare la guerra ». Fa notare che » la questione del pane è così grave ed urgente, che la grande massa operaia pose in seconda linea persino l'altra della menomazione decretata dal Governo delle libertà fondamentali del popolo». BACHI dimostra che ee vi fosse un minor numero di prestinai, se si creasse cioè una grande industria paniflcatrice diminuirebbe certamente il prezzo del pane. Ora esiste un costo eccessivo di produzione, che verrebbe molto attenuato se non ci fossero che pochi grandi forni a forte produzione. RATTI crede che la grande industria nella panificazione porterebbe seco degli inconvenienti. Spiega poi che l'Alleanza Cooperativa può dare il pane a minor prezzo perche paga le farine assai meno degli altri fornai. Ricorda poi che l'anno scorso l'Alleanza Cooperativa ha perduto nella panillcazione ben 24 mila lire. Ora l'Alleanza Cooperativa può perdere da una parte, perchè guadagna su altri generi; i panettieri ciò non possono fare. CRIBAUDI vorrebbe che il Municipio si accordasse per un tipo di pane a buon prezzo, con ti nostro panificio .militare. GHERARDINI avverte che la stessa Camera del lavoro fu impressionata dal fenomeno presentalo da una categoria di operai, non disoccupati, i quali hanno lasciato il lavoro per protestare contro il rincaro del pane. « Del resto l'altra 6era alla Camera del lavoro abbiamo visto dieci, quindici, vent'mila operai, e non di quelli che fanno il chiasso per il chiasso, o per lanciare sassi... l'ori dai banchi della maggioranza: — E' una preziosa confessione 1 (Unità). GHERARDINI: — Tutto ciò prova il grande disagio in cui si trova la massa operaia. E la colpa non è tutta del Sindaco... Voci: — Meno male! (Ilarità). GHERARDINI, prontamente: — Il Sindaco il suo torto lo hit. Certo il maggior torto lu ha il Governo, il quale ha provveduto troppo tardi all'acquisto di grano, e per di più per questo acquisto Bi è valso dell'opera di uno speculatore e di un produttore di grano. SINCERO e il fc INDACO: — I vostri compagni sindacalisti hanno detto il contrario alla Camera! QUAGLINO, rivolto ai banchi della maggioranza: — Ma volete anche difendere il Governo, ora? GHERARDINI vuole che l'Amministrazione civica si metta in condizione di far valere realmente il suo calmiere, del resto a che serve questo calmiero? SINCERO : — Roba da Medio Evo! GHERARDINI propone che gli agenti munì cipalì facciano contravvenzioni a quei negozianti che vendono le merci loro ad un prezzo superiore a quello segnato sul Bollettino delia Commissione speciale. Conclude infine che qualsiasi provvedimento diverrebbe inutile se si permettesse ai panettieri di fare tipi diversi di pane, PAGUANI invece non ha fiducia nel pane unico, ma vorrebbe che si aiutasse la fabbri, cazìone di un pone veramente economico. Il SINDACO risponde a Romita che non fu sotto la pressione popolare che la Giunta deliberò l'acquisto di 50 mila quintali di grano perchè fin dal venerdì della settimana scorsa aveva chiesto telegraficamente il grano. Ri corda le pratiche Intervenute tra il Municipio e il Governo, il quale decise finalmente di vendere il grano a L. 40. A Gherardini risponde che l'aver egli tardato ad entrare nel consorzio fu un bene. La prima forma data dal Governo ai Consorti granarli fu un vero fallimento, tanto che il Governo stesso provvide a dare ai Consorzi! una nuova regolamentazione. Allora anche il Municipio di Torino entrò a far parte del Consorzio. Quei Comuni retti dai socialisti e lodati in Consiglio dai loro compagni, che fecero per primi acquisti di grano, lo pagarono 43 lire, mentre noi oggi lo paghiamo 40. Dimostra che senza soverchio sacrificio da parte del Comune si potrà vendere 11 pane a 50 centesimi. I fornai debbono avere la farina a 48 lire al quintale, per vendere il pane a 50 centesimi al chilo. Quelli di Torino hanno accettato questa condizione di ricevere dal Comune la farina a 48 lire, e di ciò si deve essere loro grati. Naturalmente il calmiere sarà messo è ' rigorosamente fatto osservare per quel pane per il quale il Comune darà il prrano. Se j panettieri non avessero accettato di fare il pane a 50 centesimi, ricevendo la farina a 48 lire al quintale, 11 Municipio si sarebbe rivolto o! forno del Manicomio o a quelli dell'Alleanza Cooperativa, cortesemente messi a sua disposizione. A Depanls risponde che in teoria egli è perfettamente d'accordo con lui sul pane unico. Ma poiché il pericolo di una carestia in Italia non c'è, non 6 nifi lì caso di imporre un pane unico-, siccome invece c'è il pericolo di altri rincari, occorre studiare e proporre un pane più a buon prezzo, di tipo veramente popolare. Accenna noi alla difflcolfi di carattere giuridico legale che presenterebbe la imposizione di un tipo unico di pane. Si è dovuto constatare che è la classe popolare quella che cerca e vuole il pane più bianco e più fino. Ad ogni modo si tratta di un esperimento, il quale ci dirà se sarà il caso dpatgvasmtgcczmpaicvvmhsa•tìdodpsgldccbm di continuare o meno nella fabbricazione de: Pane municipale popolare. di continuare o meno nella fabbricazione del pane municipale popolare Rispondendo poi a Bonetto, crede di poter affermare con sicura coscienza che degli interessi di tutta la popolazione, e di quenl degli operai in modo speciale, sono zelanti, convinti difensori i consiElteri della maggioranza al pari, se non di più, dei consiglieri di parte socialista. Vivaci battibecchi Queste parole del Sindaco danno naturallmento occasione a. nuovi, vivaci bartijysochi tra oonsiglreni della minoranza e della maggioranza. Il SINDACO nega che esista nella nostra città quella disoccupazione cui si è voluto for credere da alcuni consiglieri della minoranza ed è convinto poi che non siano da temere quell'agitazione o tanto meno quegli scioperi per protesta contro il rincaro del pane, il cui pericolo si è qui fatto oggi balenare. GEISSER trova che nella enunciazione delle loro idee, nelltesoogitare i mezzi per alleviare taluni gravi stati sociali, i consiglieri socialisti si mostrano ad un tempo troppo giovani e troppo vecchi. « Giovali» non solo per l'ala corvina nei capelli, ma più per la infallibilità che dimostrano, cosi da poter a cuor leggiero impegnare anche il sole dell'avvenire. Dall'altro canto ricorrono poi a provvidenze sociali ed economiche che oramai lo menti più illuminate e gii uomini più pratici hanno collocate Bell'arsenale delle anticaglie ». QUAGLINO: — Allora aspetteremo da Lei 11 sole dell'avvenire. (Ilarità). BONETTO nega che l'Alleanza Qooperatiiva abbia perdite nella panificaztome: essa dà 11 parie al puro costo. Questo costo però, per •tìssa è superiore perchè bM operai dei forni della Cooperativa lavorano solo otto o nove ore al giorno. ROMITA replica insistendo aulta opportunità del pane unico o, per lo meno, del calimele per tutte le forme di pane. Replica anche BONO, Q quale, parlando di « folto addirottura affamata e spianta alla disperazione », solleva spesso rumorose proteste, dinieghi, interruzioni, da parte dei consiglieri dulia maggioranza. ZAGCONE ricorda che il tipo popolare di pane dotto <> tipo Torino » non incontrò punio le simpatie della cittadinanza e specialrnernie delle classi operaie. Temo che il pane a 50 centesimi che ara il Municipio farà fare, mcontri la stessa sorte... ROMITA e BONO: — No, purché lo facciano bene! ZACCONE avverte Norlenghl che se il Comune volesse pagare la differenza e far vendere il pane a 45 centesimi al chilo, dovrebbe sacrificare ben 200 mila lire al mese! NORLENGHI ed altri: — Si metta la tassa di famiglia! ZACCONE conclude che se la cittadinanza fosse cosi affamata come altri ha voluto far credere, non si vedrebbe, specialmente alla periferia, il pane tipo Torino non comprato a 53 centesimi e ricercato e comprato quello bianco a 60 e 65 centesimi. Ha quindi un forte dubbio che tra un mese e mezzo o due mesi si ripeta la accademia che oggi si è fatta in Consiglio. QUAGLINO accenna al fatto che fin dal novembre il presidente del Consiglio dal banco del iioverno avvertiva tutti i Sindaci d'Italia che era opportuno pensare al fabbisogno del grano. Se il pane oggi è troppo caro, si è perchè non si è provvisto in tempo e non si. è voluto prevenire 11 fatto odierno unicamente per spirito dì partito. Nelle stesse Nazioni in guerra. Francia ed Inghilterra, ai paga il pane non più caro che da noi. Il SINDACO; — Ma tn Francia ed tn Inghilterra è lo Stato che acquista il grano : non sono ì Comuni. Questo quindi va detto alla Camera. GEISSER : — Quei Governi non hanno acquistato e non acquistano il grano che per 1 loro eserciti.... QUAGLINO:— E le classi meno abbienti del popolo hanno ben diritto di imputare questa imprevidenza alle classi borghesi ! ». Naturalmente anche Quaglino si fa contìnuamonte interrompere e solleva proteste e dinieghi e rumori da parte della maggioranza. Qualcuno, timidamente, lo applaude dalla tribuna pubblica addirittura stipata. GRASSI LUIGI : — Il vero è che Francia e Inghilterra da anni non si preparavano soltanto le polveri e le armi, ma anche il grano necessario I (Voci di protesta e urli e interruzioni dai banchi della minoranza). GRASSI : — L'Italia non ha il dominio dei mari.... BONETTO: — Non doveva sprecare tre miliardi a Tripoli 1 GRASSI LUIGI ammette la giustezza di una osservazione di Quaglino sulla opportunità di fare da parte del Governo un esatto censimento del grano esistente in Italia. Parlando poi con molta foga, con voce squillante come se si trovasse in un pubblico comizio, dà spiegazioni sopra un lungo ordine del giorno da lui presentato. L'oratore, spesso rumoreggiato, termina augurandosi una prossima fine della guerra mondiale, la quale, spera, abbia almeno dimostrato che da 35 anni l'Italia ha sbagliato tutte la sua politica agraria. Replica quindi GEIfsSER, confutando specialmente alcune affermazioni di Quaglino sulla imprevidenza del Governo. Altre spiegazioni del Sindaco Il sindaco dà ancora alcune spiegazioni sulle trattative a cui in questi ultimi giorni diede l'opera sua, E Zaccone fa notare che nessuno può prevedere se il prezzo del grano aumenterà ancora A lui pare che la tendenza, anzi, sia al ribasso. Ad ogni modo 11 Comune per ora non corre alcun pericolo di sacrificio. Se l'esperimento che si sta per tentare fallisse, il Municipio non correrà alcuna alea. Si tratta, in ultima analisi, di una partita di giro. A Quaglino ricorda che il pane municipale di 800 grammi, che si vende a Milano, costa 49 centesimi al chilo, il che corrisponde — con l'umidità che sì tollera — a molto più di 50 centesimi al chilo del nostro pane di 200 grammi, BONO: — Ma quando Io avremo? SINDACO : — Non lo so... Più presto che si può, certo! Bisogna tener conto che stiamo trattando anche con gente non di Torino. Ricorda poi di avere dichiarato sempre al Governo, che il compito di rifornire il Paese di grano e di carbone spetta allo Stato, al Governo, non al Municipii. E erede che, anche oggi, un censimento del grano esistente sarebbe atto opportunissimo ed efficace ancora. Invita 11 Consiglio nd approvare senz'altro le proposte delia Giunta per l'acquisto del grano e la distribuzione della farina ai panettieri di Torino al prezzo di 48 lire al quintale, per confezionare un pane da vendersi a 50 centesimi al chilogrammo. Legge i diversi ordini del giorno presentati: Dichiara che non può accettare l'ordine del giorno Romita, perchè vincola la vendita, del pane a 45 centesimi al chilo, con una perdita attuale di 200 o 250 mila lire mensili da parte del Comune. Finalmente 11 sindaco mette al voti l'ordino del giorno puro e semplice, con U quale, naturalmente, si intendono approvate le conclusioni della Giunta. L'ordine del giorno suona cosi : • Il Consiglio, preso atto delle spiegazioni e delle dichiarazioni del sindaco, passa all'ordine del giorno ». ROMITA dichiara che la mdnoranea voterà contro. L'ordine del giorno è approvato con 43 voti favorevoli, 14 contrari e uno astenuto (Grassi Luigi). Votano contro 1 socialisti e Depanls. Il SINDACO mette quindi in votazione la proposta della Giunta, cosi concepita: «La «unta, in cwfonttltà delta autorizzazioni conferitele dal Consiglio comunale netla seduta dotTo febbraio scorso, deliberando in via d'urgenza, a sensi dell'art. 136 della legge comunale, manda richiedere al Consorzio granario provinciale la fornitura di 50,000 quintali di frumento tenero, ed autorizza il sindaco a rilasciare a favore del Consorzio la cambiale per l'importo relativo». D Consiglio approva. Alle 19,30 la seduta e rinviata a lunedi p. t„ per la discussione della questione ospitali»*.