Il ili li terre italiane d'Austria

Il ili li terre italiane d'Austria Il ili li terre italiane d'Austria La com'è prospettato in Germania Bulgaria e ia politica italiana ramente difficile pensare che oggi nella gr;.ve crisi finanziaria che attraversano tutti i paesi i a a i e ò e e l a a o i a i i . a o i a a e . a e l e l a e e o eà a s r r no i e a o e o e n na che ha iniziato ta sua azione di guerra dopo' che aveva sommariamente ricostituito le sue finanze coi sussidi germanici, potrebbe lasciar pensare ad una eguale tendenza della Uni- garta. Con tutto ciò nulla autorizza a concia* dere che 11 Governo di Sofia abbia ormai, irrevocabilmente deciso di passare come elemento attivo dalla parto del blocco austregermanlcó mettendosi contro la Serbia. Non sono- manenti; già sopratutto all'estero, interprelazioni di questo genere. Ma esse esprimono piuttosto del desideri che del fatti. " ancora confermate le informazioni raccolte in alcuni circoli competenti, to, per ora, solo ili uno stato poli tendenza i" uno stato militare. Esso può considerarsi un insuccesso della diplomazia della Triplice In- tcsa, che sperava di staccare completamente inerì centrali|ni, Milo IH UllO SiatO POIIUCO, ni UUa diplomatica della Bulgaria, non di i militare. Esso può considerarsi un il Governo di Solla dal due Imper ridicendolo interamente olle sue direttive. Questo insuccesso non legittima ancora la conclusione clic la Bulgaria abbia già rotto, o si proponga di rompere, tutti l ponti colla .Triplice Intesa. Esso dimostra solo che la Bulgaria vuole mantenere e confermare la sua indipendenza di fronte alla Triplice Intesa per poter aver in mano un migliore à toni nelle eventuali trattative che si dovessero svolgere per la soluzione del suo problema nazionale..L'atteggiamento della Bulgaria, che ha pri- ma di tutto un'importanza balcanica, può es sere considerato anche, net rapporti coll'Italia. Il signor Ghenadieff, venuto a Roma in missione politica, e che si considera prossimo ministro bulgaro degli esteri, nelle sue rlservatìsslme dichiarazioni al giornalisti italiani, ha accentuato specialmente che la Bulgaria considera non solo possibile ma sicuro un accordo coll'Italia. Ora, anche la Bulgaria sa, perche il nostro ministro a Sofia signor Cucchi Boasso ha avuto a più riprese occasione di occuparsene, che il tiovcrno italiano desidera vivamente un accordo fra gli Stati balcanici e una pacifica soluzione del problemi, che potessero essere rimasti aperti fra di essi. Una guerra della Bulgaria contro la Serbia, sopratutto nel momento attuale, non può certo corrispondere alle vedute e a tutta la tendenza dell'attività, pia svolta dal nostro Governo. L'Italia, già quando era in discussione 11 problema dell'Albania e di Solitari, niù tardi quando fu presentato l'ultimatum dell'Austria a Belgrado, ha dimostrato di non voler avere' alcuna parte né diretta nè indiretta in un'azione contro la Serbia. Qucst'07ione rappresenta un tentativo di violento spostamento dell'equilibrio balcanico, ciò che c contro la tradizionale politica dell'Italia. Con questo non si vuole certamente dire che in Italia non si comprendano le. aspirazioni nazionali della Bulgaria o si consideri come irreducibile l'attuale sistema balcanico. Alcuni degli stessi paesi, più direttamente interessati alla sistemazione balcanica, hanno già riconosciuto la possibilità di un pacifico accordo che liquidi con reciproca soddisfazione molti dei problemi pendenti e a questo accordo appunto si ispira la nostra politica balcanica. Il problema delle nazionalità in Macedonia apparo molto' complicato e deve essere esaminato con molta calma e prudenza. A questo esame possono, insieme al piccoli Stati partecipare le grandi potenze che sono veramente interessate ad evitare tutte le complicazioni pericolose. Polche questo esame non è ancora conchluso, non e dimostrata l'impossibilità per la Bulgaria di ottenere una soddisfazione palpabile con mezzi politici pacifici. Vi ò da ere dern che la Bulgaria non abbia ancora irrevocabilmente decisa la sua attitudine. Una guerra per la Macedonia non appare oggi assolutamente necessaria per la Bulgaria e non puO quindi essere seriamente pensata e decisa. La Bulgaria può sperare di ottenere molto di più coll'appoggio c l'amicizia di qualche Potenza, senza bisogno di precipitare la situazione e. romperla d'un colpo con tutto il suo passato politico per una soluzione arrischiata e gravida di enigmi. Credo di poter affermare che la Bulgaria non pensa ancora a staccarsi dallo linee direttive della politica italiana. V. G. rac' Roma, 0, notte Un giornale germanico, le Frankfurter lei funa. ha pubblicato nel giorni tlcoló.. che rappresenta veramente vita e anche un fatto poITlico d portanza. L'articolo tocca la questione delle Provincie italiane d'Austria e l'attitudine dell'Italia, e affronta con una chiarezza nuova, per quanto ancora solo parzialmente, il delica. to ed essenziale problema. Lo affermazioni del giornale, che devono essere analizzate, si possono riassumere in questi tre punti fondamentali: Il solo elemento di contrasto fra l'Italia e l'Austria è il problema delle provinole italiane. 1 territori di lingua italiana non sono tutti necessari alla difesa dell'Austria, mentre sono desiderati dagli elementi interventisti d'Italia. Si tratta del Trentino e forse anche di un piccolo territorio sull'I sonzo, presso Gorizia. Su questo punto però fi possibile un accordo. L'Italia può ricevere questo territorio in bn?o :\1 trattato di alleanza, e più precisamente all'alt. 7. Vi è da credere clic l'Austria aiuterà in questo il Governo italiano, che ha mantenuto finora un'attitudine corretta. D'altra parte si può sperare che, a sua volta, il Governo italiano non vorrà mettere condizioni inaccettabili, poiché richieste esagerate si spiegherebbero solo nel caso in cui l'Italia pensasse di provocare una rottura colle sue antiche alleate. Questa la sostanza dell'artìcolo. Non può sfuggire la sua importanza politica, sopratutto se si pensa che queste affermazioni sono fatto in un momento in cui la censura dei giornali consente la pubblicazione solo di quanto In politica estera ha il pieno consenso e forse anche l'ispirazione dei circoli dirigenti. L-artlcolo perdo solo un po' della sua efficacia per il fatto che, negli ultimi giorni, esso c stato preceduto da altre dichiarazioni assai più intransigenti e ostili, che si sono potute leggere nei giornali germanici. Ad ogni modo, esso lancia le basi per una nuova discussione, e conviene perciò subito Htlmn?are gli elementi che vi sono portati Si può anzitutto osservare che si comincia a riconoscere pubblicamente in Germania la onvenienza di qualche cessione territoriale dell'Austria all'Italia, u fatto è già notevole. Si tratta ora di vedere la forma e la misura di questa cessione. Qui, notiamo subito, sussiste una glande disparità di vedute fra l'Italia e la Germania. La Frankfurter Zeilung parla del'Trentino n di un breve tratto dell'Isonzo. Ora questi limiti non possono parere che troppo angusti ad oirnl italiano. Essi riducono tutto il nostro problema delle terre italiane di oltre confine a una. questiono di confini, di rettifica di frontiere, mentre invece l'essenza del problema è ben -diverso, si tratta dì un quesito nazionale.- Non si può assolutamente, a questo riguardo, stabilire per le diverse Provincie una graduatoria di valori, accettare un principio di contrattazione, polche tutte le terre italiane d'Austria hanno per l'Italia lo stesso valore nazionale, sono egualmente necessarie per 11 compimento della sua unità nazionale.. SI può ammettere che si discuta per una misura più o meno vasta nella ces sione di un territorio coloniale, perchè per questo valgono sopratutto del principi i mer cantili, economici o militari; non si può Invece pensare siano oggetto di tale mercato terre per le quali gli interessi, per non dirò i diritti dell'Italia, sono prima di tutto storici e nazionali. Questo principio non deve appa lire incomprensibile in Germania, Stato co stituito sull'unità nazionale, e deve essere detto ben chiaro oggi perche nonj'slai deviato all'estero il giudizio sulle aspiiazfonii'italiBiie nel problema fondamentale d'Itane In queste aspirazioni nazionali, si può ben dirlo, sono concordi in Italia non solo gli interventisti, come rileva il giornale tedesco, ma tutti gli italiani, che danno ancora un valore alla loro storia, alla -loro essenza nazio naie. La diversità di tendenze sul mezzi per raggiungere il compimento di queste aspirazioni non deve ingannar-'1 nessuno in Germania. Trieste non può essere separata da Trento, Una soluzione parziale del problema nazionale non solo ranpresentnrehhp qualche rosa che non si può comprenderò bene in lalia, ma significherebbe anche la Une dell'italianità delle Provincie clic rimanessero fuori dai nuovi confini d'Italia. Quindi nazionalmente, una soluzione pnrziale del problema significherebbe anche una perdita per l'Italia La forza di resistenza di un popolo è data prima di tutto dal numero. Gli italiani dell'Austria, giù pochi, hanno fino ad oggi resistito miracolosamente, ma non potrebbero assolutamente essere antera smem- ccfipgdrmgspparttuitirQco.Tgipepjbratj, frazionali, senzi essere con ciò definitivamente sacrificati, u loro superstite nùmero ep^ dentemen'.e da ogni particolare tendenza della politica austriaca, che non può, per necessità, j essere amica degli italiani, gli italiani delì l'Austria sarebbero condannati a un più rapin do o rovinoso tramonto. Non si trat:a, dunque, i solo di un malinteso, come dice il giornale di -*l\rdm°f0Tl*' n,a di un Problema fondamentale che divide 1 Austria dall'Italia. La politica che e Vjeu,,a e a Budapest si è seguita versa gli I italiani — ben diverso, a Berliiu lo si deve a sapere, da quella che tino'ad ossi ha favorito a\'m Austria l'elemento tedesco - ha acutizzato questo problema, ci ha persuaso che solo una definitivo soluzione radicale può portare alla •sua pacificazione. L'articolo della Frankfurter Zeilung, e Aie sue nuove enunciazioni, non può dunque ancora soddisfare l'opinione pubblica italiana c-oscien te, ribadisce intanto un'afférmazione essenzia ]e, che. cioè, secondo il concerto germanico, per avere Trieste e le altre - terre italiane 11tulia non può appagarsi di semplici trattative diplomatiche. Questo punto deve essere ben e ! rilevato qualunque siano poi le condizioni che o si vogliano trarre. Ma il problema non è tutto ri qui. 11 giornale tedesco parla di questi me i jdioen compensi che avrebbe l'Italia mettendo L I evidentemente per condizione che l'Austria e- , e tlo¬ sca da questa guerra vittoriosa. Ma una vittoria porterebbe l'Austria a ben altri guadagni pulitici e territoriali, significherebbe una proronda alterazione dell'attuale equilibrio balcanico ad esclusivo profitto della politica austriaca e con ciò porterebbe a unii più solida egemonia dell'Austria nell'Adriatico affacciando all'Italia, insieme a quello nazionale, altri e gravissimi problemi di ordine politico. In queo s'o coso una parziale,- insufficiente soddisfaa zione delle aspirazioni nazionali italiane non msIsnsadcispvutgtrdpqaanuqzvcBtpmpcbiamettpclpdrmqBcsrpvllù potrebbe certamente bastare a compensare l'Italia per la diminuzione della sua posizione in li ; v^ò^ì^amu^T^ung o ». x il x, rsi deve considerare un passo che si compia in Germania verso una più reale e giusta valutazione della posizione c degli interessi dell'Italia, bisogna dire che vi è ancora molto cammino da percorrere prima di giungere alla meta pensata dall'Italia. Il prestito concluso dalla Bulgaria col consorzio bancario austro-germanico è stato già ampiamente Interpretato. Vi si e veduto generalmente un laiportasle tatto politico, v aa>

Persone citate: Boasso