La conferenza del comandante Brevetta

La conferenza del comandante Brevetta La conferenza del comandante Brevetta del comandante Brevetta al Circolo Militare Il nostro collaboratore navale, capitano di vascello comm. Ettore Bravetta ha tenuto ieri fiera nell'elegante sede del Circolo Militare, l'annunciata conferneza sul tema : < Alcune manifestazioni del potere marittimo nella guerra europea ». t.a grande aspettativa del numeroso, distintissimo ed intelligente pubblico, in mezzo al quale abbiamo notato molte signore della nostra aristocrazia, non 6 stata davvero delusa; sicché il conferenziere, che seppe tener desta Ano all'ultimo l'attenzione dei suoi ascoltatoli, rinnovò 11 successo già ottenuto a Milano giovedì scorso e fu salutato alla fine con una vera e granile ovazione. I lattari Materiali a «orali •al pai ara marittima Premessa la sua Intenzione di sottoporre gli ' avvenimenti navali ad una serena disamina tecnica, senza lasciarsi influenzare' da simpatie od antipatie verso 1 belligeranti, il comandante Bravetta ha cominciato rilevando che la grande guerra europea, sebbene tale iiòn sembri a prima vista, è in realta marittima e coloniale; cioè un grave duello fra l'Inghilterra c la Germania per l'egemonia del mondo. Ne consegue l'importanza del dominio marittimo sulla definizione di questo come dei precedenti conflitti, importanza dimostrata e confermata dalla storia, e specialmente dalle vicende, che l'oratore ha riassunto rapidamente, dello passate guerre: ispano-americana, anglo-boera, nippo, russa, Italo-turca, nelle fuall la potenza marittima e stata il determinante principale della vittoria. Il comandante Bravetta, dopo aver affermato che la vittoria nella guerra attuale apparterrà a coloro che hanno il dominio del mare, ha definito il potere marittimo, rilevando che esso non è costituito soltanto dal numero e dalla mole delle navi da guerra, ma pur anco da molti altri fattori, ponderabili ed imponderabili, materiali e morali, che ha passato brevemente in rassegna. A proposito dei fattori morali, generalmente ed a torto disconosciuti, il comandante Bravetta, dopo aver ricordato il motto di Nelson; « gli uòmini e non le navi combattono », ha detto, pur senza indugiarsi a raffronti particolareggiati, che tutte le marine combattenti, meno forse l'ottomana che gli sembra uno quantità trascurabile, li posseggono in uguale misura. Ma di fronte a questa equivalenza del fattori morali, si erge la considerevolissima sperequazione dei fattori materiali: specialmente dei più importanti, cioè la marina da guerra, la marina mercantile, lo Eviluppo delle costruzioni navali. La prspontforanza del!:. Triplica Intesa Sila stregua dei fatti il conferenziere ha dimostrato che la preponderanza dei fattori materiali costituenti il potere marittimo è dalla parte della Triplice Intesa ed andrà accentuandosi col procedere della guerra. Al romper della guerra la Gran Bretagna, impadronendosi delle navi in allestimento nei cantieri nazionali per conto di altre potenze, accrebbe di parecchie dreadnoughts la sua flotta, la quale, prima che finisca il 1915, sarà aumentata di quindici grandi navi da battaglia, mentre nel medesimo tempo la Germania aumenterà la propria di tre soltanto. Nè può questa nazione sperare di compensar l'enorme differenza oon la costruzione di cacciatorpediniere■ e sommergibili di grande tonnellaggio, perchè -occorre molto tempo a costruirli'e più ancora 7-ad allenare il personale per adoperarli.- Bisogna poi tener conto del fatto che anche la Francia e la Russia lavorano intensamente affrettando lo costruzioni navali, perciò la Germania e l'Austria non possono sperare di strappare alla Triplice Intesa il potere marittimo ed il dominio del mare. Quindi, il conferenziere, riassumendo 1 vantaggi che la Triplice Intesa ricava da questo dominio ed i danni che gli Imperi alleati subiscono pel fatto di non averlo, ha dimostratp con dati e cifre che lo somme enormi spese dall'Inghilterra per la sua Marina da guerra lo danno un rendimento colossale, che supera un miliardo al mese ; tengono lontano il pensiero della carestia ed il timore dell'invasione teutonica. La silenziosa pressione della grande flotta inglose si fa sentire in modo formidabile; gii stessi tedeschi, a giustllicaro il nuovo sistema di guerra che intendono di seguire affondando senza discriminazione tutte le navi del commercio, anche neutrali, che troveranno nelle acque inglesi, ammettono che la Germania ò> ora come una piazza forte as6edinta coi difensori a razione. E poiché la Germania ha finora rinunciato a contendere all'Inghilterra il dominio del mare, VAmralrngliato inglese commetterebbe un •delitto ed una follia so avventurasse le sue navi contro le fortezze germaniche, oppure nei difficili passaggi degli stretti per mandarle nel Baltico a scacciarne la flotta tedesca. Ed il comandante Bravetta conclude la prima parte della sua conferenza augurando ohe i fatti ammaestrino l'Italia e la persuadano del-l'importanza del potere marittimo, inspirandole il fermo proposito di conquistarlo. Come disse Napoleone: e L'Italia sarà una potenza •marittima, oppure oon sarà ». '. Il soaimarglbilo a la nava da battaglia ■ Il conferenziere, esaminando 1 vari elementi .costitutivi di quell'importante fattore del potere marittimo che è l'Armata, si indugia a .parlare dei sommergibili e delle loro gesta; Rimostra che in realtà hanno fa.to più chiasso che danno ; descrive le difficoltà che si oppongono al loro impiego efficace: afferma che non riesciranno ad (scacciare dai mari la navo da battaglia, la quale, mentre rimarrà sempre la base fondamentale del potere marittimo, dovrà trasformarsi ancora. Ed 11 conferenziere crede cho la nave futura, con tutta la carena .corazzata di acciaio al vanadio, con macchine 'motrici ultrapotenti, con molti e grossi cannoli, sarà anche più grande delle attuali. Egli ò molto scettico sull'adempimento * del programma del grande ammiraglio Von Tirpitz, pel quale occorrerebbero centinaia di sommerglb111, che la Germania non possiede. La faterà battaglia navate Il comandante Bravetta, dopo aver riassunto con lucida ed incisiva parola i combattimenti navali finora avvenuti, e specialmente quelli di Coronel, delle Falkland e delle Frisia, ne dedusse che essi hanno dimostrato la bontà della -teoria monocalibra alla quale sono Informate, 'da circa dieci anni, le costruzioni navali : nonché confermato che la nave più grande, di velocità superiore, con corazze più grosse, cannoni più potanti e di maggior portata, vince -certamente, con pochissimo danno proprio. Perciò il comandante Bravetta nella sua qualità di vecchio cannoniere, è 'lieto che il cannone sia sempre il vero ed altissimo signore della guerra e si rallegra di aver contribuito al continui progressi di questo strumento formidabile, all'adozione dei superculibri. li conferenziere ha, quindi, esaminato, tracciandone un quadro vivamente colorito,' quali potranno essere gli aspetti della futura terrl' buissima battaglia navale, ed ha affermato che oggigiorno la sconfitta lavale significa la coni-Sleta distruzione del vinto, in un urto fra la otta malese e la germanica potrebbe darsi che questa affondasse, tante navi nemiche quante ne perderebbe del'e proprie, ma H Primo Lord dell'Ammiragliato Inglese, p-ir mo. stranaosene persuaso, ha dichiarato che Un' ghllterra non esiterà ad affrontare la battaglia, perchè, anche subendo queste enormi perdite, conseguirà la vittoria finale. Commosso dall'evocazione d'ella futura -battaglia, il comandante Bravetta, con felice e - poetica perorazione concluso il suo dire mandando a nome dei marinai d'Italia un caldo salato ai marinai dì. tutto le marine belligeranti, qualunque sia l'idea che ne infiamma i cuori e le menti, qualunque sia la bandiera «ebja sventola al -picco delle loro navi e sulla quale, come al «imbolo supremo della. Patria, si affisa l'ultimo sguardo del prodi che muoiono col suo nomo sulle labbra. Fra i personaggi più autorevoli che assistettero alla conferenza notammo il generale Bagni, comandante del Corpo d'armata e il generale Segato, comandante la Scuola di guerra. Il comandante Bravetta venne presentato con calde parole di elogio dal generale Franzini, comandante la Accademia e la Scuo la di Applicazione e dall'ammiraglio Marchese,

Persone citate: Franzini, Frisia, Marchese, Von Tirpitz