Un Ufficio nato morto

Un Ufficio nato mortoUn Uficio nato mortoH H• E' l'Ufficio municipale dal Lavoro, il quale ci dà la riprovi dall'antica verità che. per regolar* ma qualsiasi materia, è indispensabile avere dalle nozioni sulla materia svessa. lmMOggi tutto ciò che riguarda la politicaTdel 1+,Vvo» » venuto a cnstttuire uno del campi più ueleganti, complessi e discussi dell'economia, e ta522«5«P«6»ra&2 L6..?0^^?1?,1811^ mauando se ne violino le basi economiche ea- gNeir relazione della Giunta comunale, il Snuovo .organismo che il viene a creare in To- rino si propone fondamentalmente due ecopiT J"no statistico, e l'altro pratico, di ooUooamen- S&2$*r2SSS IW* Non ci occupumo del mX^AJSRìM'SShPSS&'ìZ,!?? *ì?"£?i.Av^en,^.,dav8*u U-tratto delle lndagt- nni compiute. Ci interessa, invece, accennare eJla funzione del collocamento, perchè è qui aGiunta destina sin d'ora l'ufficio — ramo mcollocamento ~ ad un preventivo Insuccesso. STutti sanno che la funzione del collocamento S^ÒS^^°^,^i&,<{?,.VJS^^ i5Si2?Lope^ie' Jn TI8.n$.£,31wt'?. ^ «"^ Si coS^^nì\^Sr^SJ^,uSm^ HSS-J dquindi funzione, oltreché legittima, gelosissl- ^gquali, d'altra parte, se commettono errori, 11 pagano immediatamente per le conseguenze che da essi derivano sul mercato. E' chiaro, quindi, che un ufficio municipale del lavoro, il quale voglia occuparsi di questa spinosa materia, non può esercitare se non una (unitone accessoria, dedicandosi al collocamento di IqueUe categorie di operai non organizzati, procedere in completo accordo, anzi subordi- «natamente a coloro che offrono e a coloro , che domandano la mano d'opera, cioè d'ac- cordo con le organizzazioni operaie e con tJSS^aÌ- «,„„u „„„^„ e partendo da questi concetti, ormai paci- nel m materia, che. di fronte alle dlchiarazlo- ni vaghe e imprecise scritte nella relazione della Giunta ohe presentava al Consiglio co- inunale 11 nuovo Ufficio, gli organizzatori ope- 18&T2$u^SS2!,$& poste: 1-0 l'Ufficio sarà diretto da una Commieslo- ne paritetica di industriali e di operai, eletti dal Consiglio comunale su indicazione delle •SSffWJSSLSK^^ auto dali assessore dell Ufficio del lavoro 2.0 Ogni coUocamenlo deve eesere fatto sulle , basi delle tariffe e condizioni vigenti sul mercato, in rapporto al ramo di Industria al quale il collocamento si riferisco. L'assessore comm. Bona, rispondendo in proposito, diceva di accettare come raccomandazione 11 secondo punto, e quanto al primo cosi precisamente si esprimeva: • Nella relazione Frola era appunto considerata la nomina di una Commissione, quale quella propos.a ora dal collega Quaglino, ma non si è creduto di portarla in progetto, perchè sembrava che, trattandosi per l'ufficio di collocamento, più che altro, di un primo pe- : ; «i jl ,.,-aì ~ ~ 2SÌT at£^P!&^tìma^ii^S^ mr.ntftinViS.ti /ìiffl^ni* A «^"mSK E? rinnJr«in Ut'1 ìi»n^SP^(A£.„2B2L™2^.° Attin nmJS? i^^S^^ni' m^i1!*1».»?^ ^tSP .Q.uesta Proposta, nella quale hanno Macini rM«il,hrtSiBaJ H^fni ^^™u«.«Le^..E.« ',» ™Hn «„J£ÌS? fii.'ÌSf Commissiono direttiva vera e propria, ma sol- tanto consultiva e di vigilanza, almeno per quest'anno. , Queste dichiarazioni sono più che sufficienti per dtmosrare che l'asseseore e la Giunta non si erano formata un'idea chiara della porta- Sa defie proposte Quaglino. Poiché esse erano essenziali alla vita stessa di un istituio che. come dovrebbe essere l'ufficio municipale blsò- gna che eviti con gelosa cura il più lontano sor „„* tpetto di non voler funzionare con piena equità e sfugga la facile accusa di costituire una base di hrumiraggio eventuale. Data, quindi, questa portata delie gius* proposte dell'on. Quagli no, ne veniva che era assurdo rispondere che in via di esperimento l'ufficio dovesse funzionare diversamente, perchè sarebbe come se, per sperimentare una automobile con un determinato motore, si Incominciasse col sostituire a quel motore in via provvisoria un altro completamente differente. Ma era poi nella intenzione della Giunte di costituire un ufficio/veramente equo? La ste¬ ria delle pratiche che corsero di poi fra 1» ,Giunta ed i rappresentami delle organizzaste- |ni operate ce ne fa dubitare. La storia si rias. . . suine cosi: le organizzazioni operaie accolsero con la più naturale sfiducia il nuovo organi- , sino, specialmente dopo le dichiarazioni dell'assessore, confermate dal Sindaco. Prima di decidere il loro atteggiamento, esse si rivolsero per consiglio alla Confederazione generale del Lavoro, ed essa, conformemente alle norme stabilite per l'ufficio del la , ; „, wc. uu..,iU u« - vorò governativo, è che quindi dovrebbero far legge per tuhl gli uffici regionali rispondeva t, uu. .CB.«Uau. rrejwuucva * Il Comitato direttivo dèlia Confederazione igenerale del Lavoro ricordando che uno del principali doveri dell'organizzazione di classe del lavoratori è quello di affrettare l'abolizione dei mediatorato mercenario della mano d'ope- ra, rittene che i rappresentanti delle orgàniz-zazionl stesse abbiano tutte l'interesse a parte- ctpare alla direzione degli uffici di collocamen- tO istituiti dai Comuni, purché detti Uffici Ti- spondano alle condizioni di. massima fissate dal Convegno nazionale delle organizzazioni, tenuto a Genova nel 1911. le più importanti delle quali sono-, a) l'ufficio deve essere diretta da una rappresentanza paritetica di operai e padroni ; b) il collocamento deve essere fatto in base alle tariffe vigenti, o, in difetto, alle condizioni normali del mercato di lavoro locale; c) il collocamento deve essere sospeso in caso di sciopero o di serrata ; d) l'Ufficio non deve funzionare per quei rami di lavoro pei quali già provvedono o gli uffici di classe o quelli concordati fra operai e padroni •. In base a queste dichiarazioni Bella Conte' dercutione generale, che la locale Camera del lavoro fece sue. si svolsero alcune trattative fra consiglieri comunali operai e gli assessori municipali. Chiesero 1 primi che si nominasse questa Commissione direttiva paritetica, «cela d'accordo — appunto cosi come si fa per I membri del Comitato dell'Ufficio governativo del i Lavoro — fra le organizzazioni dei lavoratori e quelle degli industriali, escludendosi naturalmente dal diritto di nomina qualie qualunque organizzazioni che avessero carattere confessionale. E olO sempre per dare ali Ufficio l'indlspensabiie carattere assolutamente e rigidamente apolitico, In base ade conclusioni a cui era addivenuto 11 Consiglio dell'Ufficio del lavoro governativo in una relazione perspicua, la quale porta anche la arma del rappresentanti degli industriali. Questa domanda. In cui si riassumevano le discussioni avvenute in proposito, venne dall'assessore portata in seno alla Giunta. E questa respingeva definitivamente le domande degli operai, o, per troncare ogni ulteriore dibattito, addiveniva ad una conclusione che 6 veramente da ripudiarsi : e cioè che il Comitato, non direttivo, ma consultivo, dell'Ufficio di collocamento, venga seeMo tra 1 consiglieri comunali, dando una partecipazione proporzionale ad ognuna delle tendenze politiche di cui il Consiglio è composto. Con che, evidentemente, si 6 caduti fn qualcosa di peggiore dell'equivoco. Perchè, a parte ogni questione di principio, noi non sappiamo immaginarci quale possa essere IT 8£W„^£^£rì^Zl£i2^i?^JE£ Wteupa ótik funzioni tecniche piùi delicate ^t^f^JS^H*^ IlSSE?i*JK\JÌ?& 'dì' ,P^JuF%^f?ÌS*Z* r^1U*rtmurali, scelti secondo 1 criteri politici. -^r.-,-.~ '„.-."» », ìmAmum «h« u M^toSìu. D'altra.pare e evldenta che te onranimzlo- tiEiJ**ito 11 quale, posto su simili basi, non»e e alle loro finalità nessun serto affi-di imparzialità e di equa correttezza al operale sin da ora dichiarino la un istituto dà ad asse daraento d Privo della fiducia degli industriali, per ragioni di competenza tecnica, e con la più completa sfiducia degli operai, per motivi non meno evidenti di carattere economico. l'Ufii- ciò municipale del Lavoro, per la parte che riguarda 11 collocaauwto. « «ta morto: sa vi-vessa di vita fittizia, non servirebbe ad altro est* a éar luogo ad laotOl agitazioni

Persone citate: Frola, Quaglino

Luoghi citati: Genova