La minaccia contro il canale e gl'interessi dell'Italia

La minaccia contro il canale e gl'interessi dell'Italia IN EGITTO La minaccia contro il canale e gl'interessi dell'Italia (Dal nostro, inviato speciale) IL CAIRO, gennaio. | coDelizioso paese, questo Egitto! E se voi lasciate vincere dalla seduzione di una con-l"I pnervazione attorno a un tavolo' da the, nella hall di uno di questi sfarzosi alberghi (alti per a riposo e per il ditello dei plutocrati europei e d'oltreoceano; e se jx>£ vi lasciate persuadere dal placido tono che è comune a tutti i giornali locali — l'unico tòiùi che la severissima censura militare concede in ogni pubblicazione a stampa —; e se, voi in-, fine accettate come argomento di fede le notizie contenute nei comunicali ufficiali, e ■non pensate che, olire a queste, altre, molte altre ve ne possono essere, che i comunicai tacciono o velano, voi sarete mollo fatrlmente indotto a credere che l'Egitto non e solo uno dei più piacevoli paesi del, mondo', ma-, miche, che, in. questo momento in, cui la guerra arde e tumultua dalle Argonne ai Carpazi e al Caucaso, e dal Golfo Persico al Mare del Nord, esso è il più tranquillo e il più sicuro atfln che si possa, desiderare, un recesso tepido c fiorilo di serena pace e di giocondi, idilli, l Turchi?... Ohibò! Non so se siate più ingenuo o più shokin o più ridicolo mettendo avanti, come una minaccia, questa domanda! l Turchi sono lontani dall'Egitto quasi quanto gli Esquimesi; e il loro disordinato esercito è slato compietornente rovinato il giorno che pochi viaggiatori, di commercio tedeschi, travestiti da •ufficiali di. Stato Maggiore hanno avuto l'amena presunzione di tentarne la. riorganizzazione... La rivoluzione?... Ma voi siete veramente in vena, di scherzo! Guardate quei pingue pascià, elegantissimo nel candore lucido del suo sparalo e nel candore opaco del suo panciotto e nel taglio della nera stambuUna, che sorbisce con espressione, cosi schietta di beatitudine il caffè che paga con oro inglese; e. guardale quel nu: rea laute in tarbuscli, che, reduce dalla Jìorsa. dei. coloni, siede cosi giulivamente mll'alio sgabello del bar, e offre con tanta generosità un cnktuil aperitivo', complicato nella fattura come un clisirc di lunga vita «i due o tre egualmente inturbusciati amici che l'accompagnano; e guardale questo degno discendente dei Faraoni che, in caftan azzurro e pianelle di seta rossa, serre a noi con tanta devota ossequenza il nostro wisky and soda... Questi sono gli cgl ziani che dovrebbero preparare e compiere la rivolta! Vi pare possibile? Ve li imaginale nell'atto di brandire il pugnale di Bruto o il piccone di Camillo Desmoulin?... Suvvia! lasciale da banda la guerra e la politica! Ho già detto altra volta, in una corrlsponrdmza telegrafica, di questo ottimistico stato d'animo della quasi totalità degli europei ili Egitto, di un ottimismo che, se è in buona fede, e cosi a me è parso, rasenta l'incoscienza e Vassurdo. Ma ho anche detto che sarebbe fare torto agli inglesi, e alle Autorità militari inglesi sopra-lutto, l'altri huire loro un eguale ottimismo, ossia uva eguale incoscienza dei pericoli che innegabilmente minacciano l'Egitto, e un'eguale cecità nella considerazione e nella valutazione dei fatti. Gl'inglesi hanno il polso dell'Egitto in mano; e ad essi, probabilmente, no" sfugge nemmeno una pulsazione, nemmeno ini brivido di questo moVo complesso organismo. E, per altro lato, essi sono informatissimi di. come avanzano e di ciò che preparano i. turco-tedeschi; e si al tendono lutto ciò che è da attendersi: la più perigliosa minaccia e il più aspro con fitto. E' in questi giorni che l'inviato si>c dal e del Daily Clironicle telegrafava al suo giornale che i turchi arriveranno certamente al canale ài. Suez; ed è in questi giorni che qua più ferve lo preparazione militare inglese, dalla vastità e dall'importanza, della guato, è mollo facile arguire la giusta e. chiaro-veggente preoccupazione delle Autorità inglesi in previsione di gran, di avvenimenti che stanno per seguire —: non dimentichiamo che gVinglesi hanno raccolto in Egitto più di centocinquantamila uomini e centomila ne hanno ammassati sulla linea, del canale —. Ed io affermo che il conflitto che si attende, che ('meglio die ragionevole attendersi sul canale, interessa Vltulia. non meno dell'Inghilterra; e che, forse, la minaccia, d'interruzione del cavalr è più grave per l'Italia, che non per l'Inghilterra. Basta, per dimostrare ciò che io affermo, die noi consideriamo pachi dati di fallo; e più essenzialmente due-, che il giorno che i turco-tedeschi giungono al canale di Suez, anche se hou riescono a sfondare la. linea di difesa inglese e ad impadronirsi delle due ■rive, la navigazione altraverso il canale è di necessità interrotta; e che, interrotta la navigazione attraverso il canale, all'Inghilterra restano ancora due grandi vie di co■iiiiinJiMzioii.e Ira il Mediterraneo e il Mar, fiosso, quindi l'Oceano Indiano vie ter-' restri, ma perfettamente agevoli —: mentre all'Italia, per comunicare sémplicemente con le sue due colonie', ErilrcSk Somalia, non resta che compiere il. periplo di tutta,'. l'Africa — qualche cosa come cinquanta o sessanta giorni di navigazione. La difesa preparala dall'Inghilterra sul canale è validissima come numero di uomini: altrettanto è manchevole come opere di fortificazione. Gli inglesi hanno.pensato che queste che, in terraferma, tanto sull'una sponda guanto sull'altra del canale, si riducono a trincee, a btokhouse e a ridotti non muniti di artiglieria pesante-, potranno essere sostituite dal mare, dalle navi, stazionarie, alle due boccile del canale, o inové.ntesi lungo il eanale slesso, lo non sono cosi esperto di cose militari da potere prospettare tutti l vantaggi e tutti gli svantaggi di Questo sistema di difesa. Ma, in Tripolitania. e specialmente in Cirenaica, per più di due anni di guerra, ho assistito a móltissimi cannoneggiamenti eseguiti, dot mare contro corpi turchi e beduini eombatlenii a terra; e posso dichiarare, sui dati della mia esperienza personale, che l'efficacia di questi cannoneggiamenti è sempre stala miniala; e che soltanto in casi, singoli e in condizioni eceezionnlissime qualcuno di questi, caniwneggiameiili ha portato al risultato positivo di. eoi il rasi a re risibilnunte una mossa del nemico. E tengo a dichiarare, al oontempv, che nella nostra Marina urbonSano gli ottimi cannonieri, eh* io he avuto lecocininleazteintudritacsosgsccfonpl'rmlelesrcdsisgsni ltctcqrbilmdgccpatqncrgsbncnvflpdngdesssa ontìnuamente occasione di ammirare Uri Precisione sorprendente che meglio di "0, 1 , facJv\altri dilicilustmarnente potrà lare... Ma bisogna tenere conto che e artiglierie di cui è armata una nave sono ostruite e postate per uno scopo ben preiso-, per controbattere artiglierìe di altre navi o artiglierie di fortificazioni costiere: n, un'espressione; per la guerra sul mare; il. volere sostituire con queste delle navi e artiglierie da fortezza o da campagna — a parte ogni altra considerazione dell'ecceionale difficoltà del tiro dal mare sulla erra, « sulla terra, contro corpi di truppa n movimento — sarebbe come volere sostiuire con una batteria di artiglieria un paio di. battaglioni di fanteria. Anche questo, teoricamente, è possibile; ma è possibile, solanto.in condizioni <• in casi specialissimi: he, se no, a fare la guerra basterebbe una ola delle due armi, e l'una o l'altra sarebbe uperflua. La realtà è che, come le battaglie, le vere battaglie campali, si vincono sopratutto con la manovra delle fanterie, cosi, in terra non giovano altre, artiglierie che quelle postate sulla terra, artiglierie da ortezza e. artiglierie da campo. ' il tiro delle navi, quando un combattimento si svolga presso il mare, può talvolta concorrere al'azione delle artiglierie di terra, può cooperare a rendere più intensa questa azione; ma spesse volte anche può intralciare, ralentare o rendere pericolosi, movimenti dele truppe amiche, dei' corpi che dovrebbe sostenere. Ma lasciamo questa discussione, che non rientra se non per inddenza nell'argomento che io mi sono proposto. A parte l'efficienza della difesa, diciamo, navale del canale, resta U fatto, che a me imporla mettere bene n yice, che la difesa è fatta sul canale slesso: in quanto, per ciò che sarebbero le grandi fortificazioni, si hanno le navi, che stanno ai due sbocchi o si muovono nel canale; e. per ciò che sono le piccole opere e corpi di truppa, la linea difensiva stabiita al di là del canale, sulla sponda asiaica, è cosi prossima al canale stesso — in certi punii la linea trincerata è a pochi metri dalla, riva — che quando gl'invasori turco-tedeschi entrino nel raggio di azione di questa linea difensiva, il eanale è già nel raggio della loro offesa. Mi. spiego: non è bisogiio, perche la navigazione attraverso il canale venga seriamente minacciata-, magari resa impossibile, che i turchi sfondino la linea inglese: basta che essi giungano a contatto con questa linea, perchè, al contempo, nel loro campo tattico, ' insieme con la linea, la quale è sul canale, sarà com preso anche il canale. E quando i turchi abbiano portalo avelie una sola batteria a tiro delle trincee inglesi, quindi del canale, quale bastimento, col rischio di essere cannoneggiato, vorrà più avventurarsi per il canale? Non. solo; ma gli inglesi stessi sa» ranno 1 primi a non. permettere il passai) gio di alcun baslinienlo -. perchè uno di que sii, cannoneggiato e colato a picco, potrebbe, chiudendo con la sua mole o per lo meno diminuendo notevolmente l'angusto braccio di mare, potrebbe impedire o per lo «..-." no intralciare'gravemente le mosse delle nw vi da guerra, cui è affidata appunto la difesa del canale. Assodato questo — che per interrompere la navigazione attramrso il canale non imr porta che i turchi riescano a vìncere la grande battaglia che si attende, e ad impadronirsi alette due rive; ma basta che essi giungano, sulla riva asiatica, davanti alla linea della difesa inglese — io ricordo tutti i fatti e tutte le notizie che concorrono a [are prevedere più che probabile e non- lontana l'avanzata turco-tedesca fino alla linea difensiva inglese; e ricordo ciò che ho detto l'iù sopra-, che gli inglesi slessi, le stes-ic autorità anglo-egiziane riconoscono che si è forse alla vigilia di questa contingenza, e staiu no ad essa preparandosi. Ora; interrotta, anche all'infuori d'ogni successo turco, lanavigazione attraverso il canale, come potrà comunicare l'Inghilterra tra il Mediterraneo e il Mar Rosso, quindi VOceano Indiano? Si troverà essa distaccata a un tratto dalle sue colonie orientali, dall'India, sopralutto, e ancora dall'Australia e dalla Nuova-Zelanda, e dalla sua. alleata il Giappone? Niente affatto! Non solo l'Inghilterra potrà mantenere pressoché inalterate le sue comunicazioni con l'Oriente e con l'Estremo Oriente; ma potrà anche continuare a trasportare da quelle sue colonie uomini e in Egitto e in Europa. Alt Inghilterra restano ancora tre grandi porti sul Mar. Rosso, congiunti col Cairo.e col grande porto mediterraneo di Alessandria o da un'ottima carovaniera, o, meglio ancora, dalla ferrovia. L'Inghilterra non avrà che l'incomodo di sbarcare le sue truppe, che le potranno giungendoli'Oceano Indiano, a Suez — se Suez noii sarà minacciata dappresso —: quindi le- farà procedere per l'antica carovaniera che unisce Suez al Cairo — non più di Ire giorni di marcia, e proprio in questa settimana ho saputo che si dà opera a riattare, in prcveggtnia, questa linea di comunica' zione — ; poi dal Cairo, in ferrovia — tre 0 quattro ore — le porterà ad Alessandria, dove le imbarcherà nuovamente. Oppure: se Suez sarà minaedata, l'Inghilterra potrà sbarcare le sue truvpe negli altri suoi due porti sul Mar Rosso, che nessuna minaccia hanno a temere, a Pori-Sudan e a Suakin: dall'un porto e dall'atro, in ferrovia, le farà procedere direttamente al Cairo e ad Alessandria-, la linea ferroviaria è quella principalissima che dal Cairo scende a Kartum, dalla quale, a tìrca trecento chilometri sopra Kartum, ad Atbara, si stacca una. diramazione che va a Sallom; e quisi biforca; e da, una parte si riattacca a Port-S.udan e dall'altra a. Suakin. Il problema delle comunicazioni tra il Mediterraneo e il Mar Rosso, quando venisse ad essere chiuso il canale di Suez, è per l'Inghilterra risolvibile, come si vede, molto facilmente: si risolve in una perdita di tempo di una settimana, al massimo tra sbarco, trasporti terrestri, e riimbarco — e in un. aumento, nemmeno troppo grave, dim spese di viaggio, E, d'altro lato, le navi da guerra inglesi continuerebbero a passare per il canale mentre la marina mercantile inglese è abbastanza numerosa per dividersi proporzionalmente; e una parte resterebbe impiegata nei servizi di trasporto attraverso l'Oceano Indiano e il Mar Rosso, e l'altra parte nei servizi per il Mediterraneo e l'Atlantico. Per l'Italia, invece, il problema non offre soluzione di sorta; cioè : non offre che quella, che non è una soluzione del problema, ma l'estremo riparo all'insolvibilità di. esso, del viaggio iiitorno all'Africa: Mediterra neo, stretto di Gibilterra, Oceano Atlantico, Capo di Buona Speranza, Oceano Indiano... A questo noi saremmo ridotti il giorno che 1 turchi, non dico vincessero la battaglia sul canale — che in questo caso essi, diventati padroni del canale stesso, non avrebbero nessuna ragione per impedirne la navigazione a noi, neutri — ma giungessero semplicemente contro, la linea della difesa inglese: allora, impedito, come ho dimostrato, il. passaggio per il minaccialo e battuto budello di Lesseps, a noi, per comunicare, per mezzo delle nostre navi da guerra e dei nostri bastimenti mercantili, con.le mostritcolonie dell'Eritrea e della Somalia, non. resterà die adattarci all'interminabile viaggio : il viaggio di Vasco de Gama, il viaggio della sotta dell'ammiraglio Rojestvensky E se, in questo tempo, come se ne sono già avuti accenni, la situazione in Eritrea si complicasse? E se, in questo tempo, noi d trovassimo di fronte alla necessità di trasportare nostri corpi di truppa dall'Eritrea e dalla Somalia in Libia, o viceversa?.,^ Certo-, potremmo ottenere dall'Inghilterra la facoltà di valerci anche noi dei suoi particolari mezzi di comunicazione celere tra il Mediterraneo e il Mar Rosso, ossia, il passo attraverso il suo territorio; ma ognuno comprende quanto sarebbe grave,' nel momento presente, per parte nostra, questo atto, e quanto esso sarebbe impegnativo del nostro atteggiamento, della nostra condotta nella grande conflagrazione europea: cosi grave e còsi impegnativo che a me non pare si addirebbe alla nostra condizione e, diciamo anche, ai nostri doveri di neutri. lo ho voluto, con queste note, prospettare una condizione di cose che interessa molto, troppo davvicino l'Italia, e che mi pare meriti una oculata attenzione e un severo preveggente esame. Non è un grido d'allarme, questo, che io getto. Io non pretendo che richiamare l'attenzione, che indiare all'esame. Anche l'Italia — non sdo l'Egitto un delizioso paese, ove è molto facile e molto piacevole cullarsi in placide illusioni e addormentarsi in qualche sereno oblio., MARIO BASSI. — il castello del Cairo (Fot. del nostro inviato speciale Mario Bassi). — La porta del castello al Cairo presidiala dal soldati inglesi. (Fot. del nostro inviato Mario Bassi). — Artiglieri australiani che fanno esercizio al campo,delle Piramidi. (Fot. del signor Petrucd). lagu" geta

Persone citate: Camillo Desmoulin, Mario Bassi, Port, Turchi, Vasco De Gama