Impressioni e giudizii sulla proposta per i negoziati di pace

Impressioni e giudizii sulla proposta per i negoziati di pace Impressioni e giudizii sulla proposta per i negoziati di pace Gli Imperi centrali invocano l'appoggio della Santa Sede Le improvvise dimissioni del Gabinetto austriaco I Governi dell'Intesa stanno concertando la risposta Noma, 14, aera. Il tfttrratS* rr retta, ito è notorUniante ferrano dal mìoUtro dagli Salari on. Boanino, In una «uà nota odierna dica che « da indizi aaaai apparenti sembra all'opinione pubblica mondiale che l'Impero tedesco domandi ai nemici non una pace fondata sul diritto e sulla giustizia, ma una pace fondata sul predominio e sul trionfo del blocco teutonico. Le Cancellerie dell'Intesa stanno concertando la replica al passo del Governo di Berlino. Sin dal primo momento il più completo accordo si e formato fra di esse intorno alla sostanza della risposta da dare al mefistofelico colpo germanico. Ora si sta concretando fra i Governi di Roma, Parigi, Londra e Pietrogrado la forma della replicarla quale non può tardare. Se la Germania credo di uver fatto un gran colpo politico con la sua mossa, si sbaglia all'Ingrosso. Non soltanto le popolazioni dell'Intesa, ma anche quelle dei paesi neutri hanno perfettamente capito a che cosa mira Guglielmo II. Dica la Germania, anche per conto delle sue vnssalle, quali siano le proposte famose sulle quali a suo avviso si potrebbe fondare una pace duratura. Esponga le sue vedute, se non teme il giudizio dell'opinione pubblica mondiale; dia una prova concreta delle sue intenzioni, e non si nasconda dietro una formula generica, di cui sa essere im possibile l'accettazione ». Il Giornale d'Italia rileva ancora che «in Italia, come nelle altre Potenze dell'Intesa, l'insidia della proposta tedesca sia stala perfettamente compresa. E' chiaro che la camarilla dinastica militare austriaca non vorrà riconoscere nemmeno in piccola parte la giustizia delle nostre aspirazioni nazionali. La pace sarebbe oggi per il nostro paese il crollo dj queste supreme aspirazioni. Il buon senso popolare ha perfettamente compreso che la pace voluta oggi dagli Imperi centrali significherebbe per l'Italia la proclamazione dell'inutilità dei sacrifici latti. Ecco perchè la nostra opinione pubblica non ha esitato a dare al gesto della Germania il giudizio che conveniva ». A Montecitorio Questo dispaccio del nnst.ro coi rispondente romano, che per la Interruzione dalle linee telefoniche non [iole cinerei trasmesso l'altra notte, contiene le prime impressioni di Montecitorio sulla proposta germanica. Roma, 14, mattino. Naturalmente ieri a Roma non si è parlato che delle offerte germaniche di pace; in tutti gli ambi,-mi, dal più aristocratico ai più umile, da Montecitorio ai ritrovi c'-.'i rioni popolari, l'argomento di tut*,e le i'ohversazioni, di tutti i'discorsi ha consistito unicamente nell'accoglienza che le proposte degli imperi centrali sono destinate a trovare. L'offerta di pace fu ieri discussa nelle due riunioni tenute dal gruppo socialista ufficiale, e particolarmente nella riunione serale, terminata tardissimo. Fu esaminato l'atteggiamento parlamentare del gruppo di fronte a questo importante fatto nuovo. Si era pensato dapprima a presentare una nuova moziune prò pace. Ma per ora non si è dato seguilo a questa idea. Le offerte di pace furono discusse anche in-una riunione ieri avvenuta di deputati socialisti riformisti a Montecitorio pei uno scambio di idee sulla situazione politica attuale; essi hanno deciso di riunirsi nuovamente domani insieme cogli altri colleghi del gruppo. I corridoi di Montecitorio rimasero per l'intero pomeriggio affollatissimi. Le discussioni furono vivacissime. L'attesa circa la conoscenza dei capisaldi dello nuova pace germanica era vivissima. Come nell'aula, così nei corridoi i gruppi sono numerosi c rumorosi. Si notava l'on. Graziadei, il quale esponeva animatamente le proprie idee. In un gruppo di deputati e giornalisti alcuni deputati interventisti trovano questa spiegazione alle proposte degli imperi centrali: la Germania ci manda le suo profferte al solo scopo di preparare una giustificazione alle violenze che essa commetterà qualora l'Intesa si decidesse, come si deciderà, a continuare la guerra. Oggetto di discussione era pure il fatto che anche al Papa è pervenuta la nota germanica. Nell'ambiente parlamentare si rileva l'accoglienza favorevole fatta ieri alle riservate dichiarazioni dull'un. SunniiKi. I deputati mantenevano oggi un grandi riserbo nelle loro opinioni. Tra i pochi deputati che, interrogati da giornalisti, manifestarono la loro opinione vi fu il repubblicano Cappa, al quale furono rivolte le seguenti due domande: l.o A che tende la Germania colle odierne evie proposte ? 2.o Quale atteggiamento sa rà per tenero l'Intesa di fronte ad osse? Ecco le risposte di Cappa: l.o La Germania mira a capovolgere le simpatie dei popoli neutrali ed a giustificare davanti ai propri combattenti la continuazione della guerra: 2.0 Mi sembra che da ciò sia determinato il dovj/rc dell'Intesa dì continuare la guerra, poiché è l'ora elei sacrifici questa, non quella dello abdicazioni. Quali sono le condizioni concrete di pace offerti dagli imperi centrali? Sono esse accettabili o anche solo discutibili? Ci appelliamo intorno ad esse al giudizio dei contemporanei e della storia; non con parole acri, non con pregiudiziali di superbia, ma polendoci sul terreno della, realtà Bonza ecor, àiua-1 «rlzwtjdj» Commenti di giornali ■•ma, 14, mattini. La a Tribuna • dedica alla paca offerta dalla Germania un lungo commento editoriale. Eccone la parte sostanziale: • Tutto — scrive la «Tribuna» — lascia ritenere che si tratta della solita pace germanica, di quella jiace tedesca che i liberi popoli d'Europa rifiutarono prima della guerra, con la guerra, e che dopo i sacrifizi della guerra non accetteranno mai. Nel qnal caso il grande colpo inscenato nel Reichstag germanico con la rappresentanza spirituale degli alleati e dei vassalli del blocco centrale, si riduce ad una duplice manovra interna ed esterna: interna, per per suadere i popoli del blocco, sottoposti già a sacrifizi ed ;i miserie quasi insostenibili, della inevitabilità del proseguimento della guerra, a costo di ulteriori ed ancora più gravi sacrifizi; osterna, per esercitare una. azione deprimente sullo spirito dei popoli nemici « La prima manovra è legittima, e non è affar nostro; quanto alla seconda, noi dobbiamo mostrare che essa non è che un'illusione tedesca, riaffermando nello spìrito di tutti il solo sentimento che può soccorrere .o-i popoli contro qualunque tentazione di debolezza, il sentimento del dovere ». La «Tribuna», esaminando le singole parti;•iella Nota, aggiunge: «Il tono del discorso1del Cancelliere e il" riassunto della Nota agli Stati nemici, non ostante le pomposità di certe affermazioni, danno l'Impressione di un qualche crollo profondo, che la Germania ed i suoi allenii s'industriano di nascondere dietro il paravento della facile vittoria romena: le affermazioni tedesche che i diritti e le domajv'o della Germania non stanno in contrasto coi diritti delle altre nazioni, non nossonn essere giudicate, perchè, noi non le conosciamo, mentre l'affermazione contenuta nella Nota austriaca, che ossa e i suol alleati non si lasceranno mai respingere dal campo della loro esistenza, assicurata mercè i vantaggi conquistati, nella sua oscurità ed ambiguità è tutt'altro che promettente. Una sola raccomondazione, un solo monito deve essere indirizzato all'opinione pubblica: il monito della più silenziosa e più devota disciplina per gli interessi supremi della Patria e per l'adempimento di qualunque dovere a cui possiamo essere chiamati ». Il Corriere d'Italia così commenta: « Nel discorso de! Cancelliere è mancato ogni uecennn alle preteso tedesche. Le orrcrte tedesche non sono che affermazioni astratte le.quali possono anche essere accolte can diffidenza; ma esso sono pur sempre notevoli, anche perchè non si deve dimenticare che, se la carta della guerra segna un grande attivo a favore del blocco tedesco In Europa, essa segna invece un grande attivo per l'Intesa in Asia e !n Africa. Un punto riteniamo deve restar fermo: che a base di ogni trainati va di pace debba esser posto il rispetto ai diritti delle nazìona-lit-à. Manca su questo argomento è vero, un qualsiasi accenno concreto nel discorso del Cajioelliere. Egli afferma tuttavìa di ritenere \chi le proposte non sono in contrasto alcuno,coi diritti delle altre Nazioni e che sono una anse atta ad istituire una pace duratura. Resta a vedere se egli ha inteso con queste rmro'e-!di riconoscere i diritti delle altre Nazioni e eh Sé^SSTW uTamUCl1urXa^nnpuò iversi s-smza ii rispetto dei diruti upile huzio-inalità: in caso contrario, non potrebbe ceito esservì speranza alcuna idi un'intesa. Concludiamo: all'atto delle potenze avversarie non ci sembra si possa nepnre importanza, P più di questo, allo stato delle cose, mentre ci mancano sii elementi necessari ad un esame più possa dire ». organo ufficiale del Vaticano, pubblica un commento in parte censurato. La parie non censurata dice: « Il sicni ficaio dì queste dichiarazioni della Germania e dell'Austria non può nè deve essere ointesO: i Governi Idi Germania, Austria, Bulgaria e Turchia hanno fatto pervenire alle Potenze nemiche la proposta di enfiare fin da ora In negoziati di pace. Non si tratta come si vede, di una proposta concreta di condizioni di pace: ma beinsi di un Invito ai aderire in me scimi) ad Iniziare le trattative che alla pace dovrebbero poi condurre ». Il Messaggero definisca come un miraggio incannevole la proposta di ^ace germanica ed ossa; va; e Riconosciamo che in un prmo passo in Germania non poteva nè doveva entrare in particolari, ina ben .poteva e doveva enunciane, sia pure in brevi frasi, almeno l'indole e la base delle trattative proposte Invece nul'.il Ora sarebbe ben leggero lo stato dell'Intesa che aderisse all'invito introducendo cosi un solvente fra i propri eserciti ed esponendosi al rischio di perdere in trattative infondVe 1 tornilo più necessario alle sue urgenti preparazioni di oftoa e di difesa. I poteri responsabiV dell'Intesa però vedranno ,per quale vìa sarà loro e-oiTsentiio di non pcmettere che g'i ImpitTJ Centrali abbiano causa vinta damanti ad ingenui, assicurandosi con così poco Xalibi 'l'aver •lepre sto la guerra offerto la pace, n Cancelliere Beihmann Mollweg ha parlato al Reichw-i coma se gli Imperi fossero vittoriosi. Rvittoriosi fossero, essi imporrebbero la pao* invece dì proporla..Ma vittoriosi non sono; sono in stato di vantaggio su molte part; de'le linee rl.tlla guerra ed hanno in pugno .pegni preziosi nelle Provincie francesi e nei regni belea, serbo, romeno; ma hanno avuto più as'ai del. l'Intiwa morti e feriti o prigionieri e f)iù dispendio iti pnbb'iihe fortune e ,n:ù eumu'i oV sacrifici. La Quadruplice Intesa accettò la guerra per l'onore ; non accetterà la pace che con l'onore ». Il Popolo Romano, commentando l'offerta germanica di pace e le dichiarazioni dell'onorevole Sonnino pubblica: «E' prematuro discutere tale argomento finché non si saprà se, oltre all'Invito alla pace, le Potenze del blocco germanico formuleranno delle proposte concrete. Dalle parol" ri"ll*on. Sonnino si deduceva a Montecitorio la supposizione che la risposta delle quattro glandi Potenze dell'Intesa consisterà in una nota collettiva. « Riguardo poi all'attitudine, dei neutri, si confermerebbero lo recenti dichiarazioni dei rispettivi (ìoverni, ultima quella di Wilson circa la impossibilità in questo periodo di farsi iniziatori della pace, o medinti-i di essa. Infatti l'on. Sonnino ha pure avvertito la Camera che il ministro svizzero, rimettendo alla Consulta la Nota germanica dichla ò di farlo quale rappresentante degli interessi loschi in Italia e degli interessi itnilnpi in Germania durante la guerra, e rim non intendeva fnr? alcuna funzione di mediazione, ma semplicemento di trasmettere una comunicazione ricevuta. Ad. ogni modo questa inattesa iniziativa formale delle Potenz» centrali e dei loro alleati ha destato e desterà — riè potrebbe essere diversamento — vivissimo stupore nell'opinione pubblica generale». La Nota tedesca trasmessa al Papa aiMajwra, 14. noti*). La aemeti* eUtlm Otrmania del N+ré annuncia «he 11 passo del Governo Imperlale è stato portato a conoscente di Benedetto XV, con la seguente Nota indirizzata dal ministro di Prussia Muhlberg al cardinale Gasperrl: « Come Monito ad un ordine dato, ho Vonore di rimettere a Vostra Eminenza il lesto della dichiarazione diretta dal Governo imperiale oggi stesso ai Governi degli Stati, coi quali Vlmpern tedesco si trova in stato di guerra, per V intermediario delle Potenze incaricate della protezione degli interessi tedeschi. I Governi austro-ungarico, ottomano e bulgaro, esprimono nello stesso modo che essi sono pronti a intavolare dei negoziati sulla pace. 1 molivi che hanno mosso la Germania ed i suoi alleati a [are questo passo sono noli. Da due anni e mezzo la guerra devasta il continente europeo; innumerevoli monumenti della civiltà sono annientati; larghi spazi di terreno sono arrossati di sangue; milioni di valorosi guerrieri sono caduti e. milioni di infermi ritornano ai loro focolari. Il lutto e il dolore riempiono quasi ogni casa. Non è soltanto presso i belligeranti, ma anche presso i ' neutri, che incrudeliscono duramente sui popoli le conseguenze devastatrici di una dura lotta. Tulio il commercio, intensificato laboriosamente nelle annate di pace, rovina; le migliori forze dei popoli sono sottratte alla creazione di opere utili. L'Europa, che altra, volta si era consacrata all'espansione della religione e della civiltà, ed alla soluzione dei problemi sociali, che co stituiva altra volta il focolare delle scienze, delle arti è del lavoro pacifico, somiglia a un grande campo di battaglia nel quale gli acquisti e il lavoro ili parecchie decadi corrono alla loro ruina. a La Germania conduce una guerra difensiva contro il lavoro di distruzione dei suoi ninnici: essa combalte per la sicurezza' oumletà rielle sue frontiere oer la libertà.ovipieia aeuesueponnere, per la lineria del popolo e il diritto di questo di svuup- pare liberamente, nella pace, le sue forze] ■ìnlpìh'lhinlì ed er-n-nnmirhp tpvn inriamnitinelli..Illi.ll CU economicità SCn-0 inciampi e con gli stessi diritti che hanno gli altri Stati. Sempre più chiaramente i nostri nemici rivelano i loro piani di conquista; ma le gloriose armate alleale sono ora incrollabili nella prolezione delle frontiere della patria, esse sono incoraggiate ed animate dalla certezza che il nemico non riuscirà giammai a rompere il loro muro di bron rn-mbntlentì tanno che dietro di eiii '. comoaiientt sanno che ataro ai essi sta il popolo intero deciso nel suo amore per la patria a difendere fino all'estremo « Patrimonio morale ed economico, l'orga-1 itizzazione sociale e ogni pollice del territo- ■rio della patria, ed è cosciente della sua, , * forza. «Sfa così, un cupo avvenire è riservato {■U'Europa in caso che la guerra continui;', , pieno di dolori davanti alle miserie ser, , za nome e alle sofferenze della comunità umana, l'Impero tedesco rinnova in una, forma solenne, d'accordo coi suoi alleati, l'offerta già formulata dalla bocca del Can- celliere dell'Impero, di rendere la pace al mondo domandando se non sia possibile\trovare una base d'intesa. ti Sua Santità il Papa, fin dal primo giorno del suo Pontificato, dà alle innumerevo li vittime di questa guerra, numerosissime „ prove di benevola simpatia. Per mezzo suo profonde ferite sono state medicale, e la ha potuto divenire più sopportabile. Nella \ „n„ f,.„,,v„„ f, u ' , „ .... „.|sua alla funzione il Papa ha cólto ogni occasione di agire nell'interesse della, umanità sofferente per porre termine al sanguinoso conflitto. Il Governo imperiale crede dunque di poter sperare rh" l'iniziativa delle quattro Potenze troverà una eco benevola presso il Papa e che l'opera di pace potrà [are assegnamento sul prezioso appoggio della Santa Sede Apostolica ». sorte dì migliaia di vittime della catastrofe . - -r-—.-,-f-socialisti svizzeri, scrive: «La Nota delle Potenze centrali non contiene nulla circa gli scopi della guerra. Le Potenze stesse non ne parlano e neppure il Cancelliere dell'lmpero ne concesse la discussione, che era stata chiesta dalla minoranza. Questogesto era una necessità di politica interna il giudizio dell'organo dei .socialisti svizzeri Zurigo, li. notie, Il lìemer TagwaglU, organo ufficiale dei per la continuazione della guerra da parte delle Potenze centrali, che avevano bisogno di riaccendere l'entusiasmo v sbollito delle loro popolazioni. L accenno Mi Bethmann Hollweg alla «sacra collera» ne è stato un preludio. Dal punto eli vista della poli-1 . , . vi .1- j. — . i,:,. tica interna, la Nota ò una mossa abile e dal punto di vista della pace è una manovra. Questo passo tende anche a creare nei neutrali un ambiento come al principio della guerra, quando vi furono le prime lotte per conquistare l'anima dei neutrali; ma questa rimane immutabile anche adesso, senza piegare da nessuna parte ». {Stefani) ■ Colloqui alla Consulta Roma, 14, notte. Stamane si sono recati alla Consulta e sono stati'ricevuti dal ministro degli Esteri on Sonnino, alle ore 10 l'ambasciatore di Francia Barrerò, alle 10,30 il ministro di Grecia Coromillas, alle 11 il ministro d'Inghilterra, sir Rennel P.odd. Alle ore 11,45 è giunto alla Consulta l'ambasciatore degli Sta* Datti La proposta di paca e i gruppi parlamentari Roma, 14, notte. I dirigenti del troppo parlamentare socialista ufficiale, «Topo una riunione tenuta stamane alle ore 10 a Montecitorio, hanno invitato telegrafi carnee U 1 colleglli, che si erano allontanati da Roma, a farvi ritorno soilecitamente per attendere ai lavori parlamentari. Intanto, oltre a Quelle di Ieri e di stamane, altre adunanze del gruppo e della direzione del partito sono già preannunziate. Anche i deputati del gruppo cattolico hanno avuto uno scambio di idee, come al solito fuori di Montecitorio, intorno alle proposte di pace della Germania. Allo scambio di. idee pare abbia anche partecipato qualche personalità dell'Azione cattolica. II deputato socialista indipendente, Ettore Ciccolti, interrogato intorno alle proposto di pace fatte dagli Imperi centrali all'Intesa, ha detto testualmente che «in materia cosi grave, per cui lo stesso Governo deve procedere con molto accorgimento e cautela, pur avendo a sua disposizione elementi che i deputati non hanno, sarebbe opportuno non esprimere giudizi che non serviranno che a rendere più difficile la situazione già difficile ». L'on. Ciccotti ha soggiunto : « Quindi tutti devono ispirarsi ai supremi interessi del paese, che potranno in qualche caso giovarsi delle parole, ma che in altri si gioveranno pure della discrezione ». Nessuna offerta al Belgio pel tramite del Vaticano Rema. 14, notte. Il Giornali f Italia reca : « E' stata pubblicata la notizia che 11 ministro del Belgio presso il Vaticano, in linea di semplice informazione, avrebbe comunicato alle Segreterie di Stato una proposta fatta pervenire al Governo dell Havre con la quale il Governo tedesco, a nome anche dei suoi alleati, offrirebbe al Belgio di fare un'inedia lamenta la pace alle seguenti condizioni : Sgombero del territorio del regno invaso; ricostituzione economica di esso; garanzie di. indipendenza. Questa voce non ha alcun fondamento. Secondo nostre informazioni, non solo non vi è stata alcuna conversazione in questi giorni fra il Vaticano ed il ministro belga, ma, date le interruzioni delle comunicazioni dovute ai temporali dell'Alia Italia, nei circoli belgi di Roma non si ha alcuna notizia ufficiale di specoli proposte- fatte dalla Germania al Belgio» Il nuovo Presidente della Confederazione Svizzera Barna, 14, notteL'assemblea federale delle Camere riunite elesse stamane a Presidente della Confederazione, pel 1917, Edmond Schulthess, capo del Dipartimento federale dell'Economia pubblica. Il nuovo Presidente ha 48 anni ed entrò al Consiglio federale nel 1912. Le dimissioni del Ministero anstrfaeo Zurlga, 14, Si ha da Vienna eh» il Gabinetto Koerber presenti le *u< dimissioni aU'lmp»ratort\ the le accettò. L'imparatore he incaricala Alessandro SpltimuelUr il costituire il nw*> oo Ministero, (Stefani). La nuova orlai nel Gabinetto austriaca) si è manifestata Improvvisamente e quasi senza che se ne potessero avvertire I sintomi. Certo, molte difficoltà .si erano presentate dinanzi a Koerber, da quando il gruppo d'opposizione aveva espresso la sua ferma volontà che si dovesse, prima della progettata riapertura della Camera, definire la questione del riordinamento della provincia galiziana. Verosimilmente Koerber non si è sentito abbastanza forte per affrontare l'uragano — tanto più che egli era contrario a convocare il Parlamento —• ed ha preferito dimettersi. Koerber era sue» ceduto al conte Stùrgk. ucciso il 21 ottobre scorso dal socialista Adler. Commentando le dimissioni di Koerber, la Tribuna scrive: << Quando di recente si discusse sull'opportunità di aprire la Camera, Koerber incontrò molte difficoltà coi partiti tedeschi e czechi e non è escluso che siano appunto queste difficoltà che lo determinarono a dimettersi. Anche le divergenze con l'Ungheria per l'approvigionamento potrebbero ave* re influito su questo ritiro del barone Koerber ».