Ia seduta a Montecitorio

Ia seduta a Montecitorio Ia seduta a Montecitorio Roma. 9. sera. Presidenza dal vlce-nicsidente Rava. La seghila comincia alle 14. Del Balzo, segretario, Segga le seguenti proposte di leggo ammesse dagli uffici: del deputato Ciccottì, per l'Incremento dell'economia nazionale dopo la guerra; dei deputati Basimi, De Capitani e altri, per la reintegrazione nel servizio attivo di ufficiali, generali richiamati In servizio limitatamente alla durata della guerra; dei deputati Basimi, De Capitani e Sioli Legnarti per un soprassoldo al militari ed ex-militari 'decorati delr l'Ordine militare di Savoia e della medaglia d'oro e d'argento al valore militare; dei miltlari Insigniti della medaglia di bronzo ai valore militare. Lo scoppio della fabbrica di esplosivi di Alessandria BONARDI annunzia lo scoppio di un polverificio in Alessandria con circa cento morti e non pochi feriti. Manda un commosso, reverente saluto al martiri del dovere. Si augura che il Governo sarà largo di provvedimenti in lavoro dei feriti e delle famiglie dei morti. SVive approvazioni). DALL'OLIO, Sottosegretario di .Stato pei- le Almi e Munizioni, si associa in nome del Governo all'omaggio reso ai lavoratori rimasti vittima del disastro. Assicura che '1 Ministero della Guerra ha immediatamente disposto perchè siano soccorse le famiglie dei morti ed i feriti, poiché egualmente viva è la sua sollecitudine cosi per coloro che nelle officine lavorano per meglio armare la Patria, come per coloro che strenuamente si battono nelle trincee. (Vivissime approvazioni, applausi). PRESIDENTE, certo di interpretare l'unanime sentimento dell'assemblea, si associa ali* nobili parole pronunciate dall'on. Bonardl e dall'on. Sottosegretario di Stato in memoria delle vittime della recente sciagura (Vivissime apiirovazionì). ALFIERI, Sottosegretario alla Guerra, non può rispondere all'interrogazione dell'on. Cen1 urlone circa la tutela antiaerea del dinamitificio di Cengio trattandosi di argomento che interessa 'la difesa nazionale. CENTURIONE non insiste nell'interrogazlone. tanto più che il Governo ha già risposto coi fatti. ALFIERI, all'on. Vinaj dichiara che il Governo al preoccupa della questione dei soprassoldi alle truppe in zona di guerra, studiandosi di disciplinare questa materia in modo conforme all'equità, ed alla giustìzia distributiva. Sul trattamento dei prigionieri di guerra! ALFBEHil, iBottosegiietàrio alila Guerra, rispondendo ad una Interrogazione dell'on. Vinai e dell'on. Tosti, di Vaimanuta, dichiara che il Governo ha provveduto perchè la vigilanza sui prigionieri à" «uerra e la disciplina loro Imposta, pur rispettando le leggi dell'umanità, siano aliene da inopportuno e anzi biasimevoli debolezze. Aggiunge che. se per un inalili teso sentimento .li eccessivo riguardo, Inconvenienti ebbero a verificarsi nei primi tempi delia guerra, questi sono stati gradatamente eliminati. All'uopo il .Ministero ha sottratto la vigilanza sui prigionieri ai rispettivi Comandi territoriali ponendola alla dipendenza di uno speciale, ufficio istituito presso il Ministero della Guerra. Là vigilanza fu poi resa più efficace, essendosi raggruppati nuesti prigionieri in appositi bav-aeeantentl; il numero degli' evasi è H' mit.it is?in io e, salve pochissime eccezioni, fu reno sollecitamento catturati. Le licenze per la vendemmia e il vino ai combattenti ALFIERI, Sottosegretario alla Guerra, rispondendo all'on. Buccelli. assicura elio le licenze per la scorsa vendemmia furono concesse con quella maggior larghezza che era compatibile con le esigenze militari. BUCCELLI lamenta che nella concessione di tali licenze siansi verificate ingiustificate tardanze e più ingiustificate disparità di trattamento. Raccomanda che per l'avvenire tali inconvenienti non abbiano più a ripetersi u ciò nell'interesse dell'agricoltura nazionale- ALFIERI assicura che l'amministrazione della guerra e il Comando Supremo non mancano di tenere nel debito conto le esigenze della economia nazionale. Rispondendo poi ad altra interrogazione dello stesso on. Buccelli, dichiara che il vino è distribuito regolarmente ai nostri combattenti in misura varia a seconda delle esigenze igieniche e delle condizioni di viabilità delle varie "località. Si augura che sia adottato anche fra noi il provvedimento deliberato recentemente dalla Camera francese di dare ad ogni soldato mezzo litro di vino al giorno, e ciò cosi nell'Interesse dei nostri valorosi combattenti come nell'interesse della vinicultura nazionale L'on. Lucci Allo L'i si riprende la discussione sulle co rnunieazioiii del Governo L'aula presenta un aspetto imponente. Sono presenti circa 400 de-putati. Le tribune sono rigurgitanti- Prendo la parola, l'on. LUCCI, ti (jua.le ha presentato questordine del giorno: « La Camera, udite iedichiarazioni del Governo, passa all'ordine del giorno ». L'ori. Lucci comincia col rilevare the le dichiarazioni del Governo ripetono in un tono ancor più dimésso la formula vuota che distingue in generale le dichiarazioni dei capi di Governo dell'Intesa. E degno di osservazione che due Governi soltanto hanno l'iniziativa nelle dichiarazioni: l'Inghilterra c la Russia. La Russia culmina per la prima volta in questo dibattito con le dichiarazioni di Ticpoff. che sono le prime rivelazioni intorno al contenuto pratico del patto di Londra. Per chi si pone dal punto di vista degli interessi pratici dello Stato, questa dichiarazione è quanto mai grave per l'Italia. Significa che tra le :iaziom me liteiran io si dovranno anche comprendere la Russia e la Serbia- Si aggiunga che, secondo alcuni membri dei Governi, a cui fa eco una parte assai gratulo della stampa francese, occorrerà fare posto nel Mediterraneo anche alla nazione jugo-slava. Questo dibattito, ripreso più volte nella stampa straniera dell'Intesa, 6 segno deirimprecisione e della vaghezza dei nostri rapporti al riguardo del patto di Londra. Ognuno comprende tinaie parte toccherebbe all'Italia nel contatto tra due colossi nel Mediterraneo: l'Inghilterra e la Russia. 11 silenzio più angoscioso circonda il ministro degli esteri, on. Sonnino. Dopo due anni, allorché tutti parlano e qualcuno con precisione, questo silenzio non può considerarsi come segno di meditata discrezione. Sorge il dubbio che esso sia indice dell'inconsistenza della nostra situazione, della preoccupazione per gli errori compiuti. La serie degli insuccessi diplomatici, che culminano cogli insuccessi militali, debbonsi necessariamente ricondurre alle ragioni ed alle condizioni del nostro intervento, responsabilità che ricade sul binomio Sonnino-Salandra. In questa guerra i popoli sono tenuti fuori della realtà. Ed è questa una legge generale di metodo- I popoli sono considerati come pupilli e ad essi è segnata la strada da un pugno di uomini. «Fuori della realtà» Ma le favole colle quali 1 governanti hanno nutrito l'opinione pubblica francese e specialmente l'italiana passano il segno. E' questa una materia assai delicata che può sempre dare luogo ad inconvenienti, pcciò egli si limiterà ad un accenno composto e riservato nei riguardi dell'Austria. Quello che si è detto e lasciato credere al popolo italiano sui problemi che turbinano intorno all'impero austroungarico non risponde alla realtà. Ultimamente, nel discorso di Brescia, l'on. Bissolatl ha messo da parte la Germania, esigendo la scomposizione dell'Austria. Io non ho bisogno di ricordare le opinioni precedenti politiche dell'on. Bissolati nei rapporti dell'Austria: il richiamo sarebbe inutile perchè e nel ricordo di tutti. Voglio invoco accennare all'opinione di uno studioso e ad una torte ed inveterata tendenza degli-scrittori politici francesi. L'on. Lucci, proseguendo, ricorda che l'onorevole Labriola in una sua pubblicazione del 1M5 sosteneva che in Italia non si aveva una conoscenza esatta dell'Austria e che la si giudicava con le riminiscenze del 1848 e '59. L'o ratore legge alcuni brani del Labriola e licorda uno studio del Gonnard che definisce « una dannosa utopia lo smembramento dell'Austria, in quanto la divisione dell'Austria non potrebbe che giovare all'impero germanico. L'impero russo giunto sino all'Adriatico e sino alla Persia completerebbe lo schiacciamento dell'Europa latina tra i due Stati più potenti e reazionari. L'Italia, la Francia e l'Inghilterra sarebbero state rigettate al se condo piano ». Quali sono state le vedute del nostro Governo nell'atto di entrare nel conflitto? I piccoli Stati, che abbiamo tratto all'Intesa, sono stati votati alla rovina. -I casi ultimi della Romania hanno gettato 11 discredito sui Governi alleati. L'Italia ha più volte accennato nella stampa che i casi dolorosi della Serbia e del Montenegro si sono verificati senza sua colpa. Ma questo chiudersi dietro un alibi di irresponsabilità dimostra quanto poco sia stata curata la dignità ed il valore dell'Italia nella sua partecipazione al conflitto. Un atto di contrizione assai eloquente fu ieri corofiiuto dall'on. Piroliul, un interventista fervente delle giornate di maggio. L'on. Pirolini dovette venire ieri alla conclusione che la .Germania non si vince militarmente, che non si fiacca col blocco e colla guerra di esaurimento e che la supremazia del numero dei combattenti non è conclusiva; che la superiorità degli armamenti non si può raggiungere. Ma che cosa hanno fatto gli onorevoli Salandra, Sonnino e Bissolatl dal giorno della loro consacrazione? Essi non hanno fatto che ammanire a questo povero, grande e nobile paese illusioni e sempre illusioni. Se le condizioni interne della Ger mania p dell'Austria sono gravi, egualmente gravi sono quelle dei popoli dell'Intesa. Occorre perciò impedire il tentativo e l'esperimento pazzesco da parte di coloro che tanto danno fecero al paese. Nei conciliaboli che avvengono per il ritorno al Governo dell'on, Salandra in compagnia di Sonnino e di clementi come Bissolatl, oggi la pubblica opinione vuol vedere chiaro <• spazzare via (Approvazioni all'Estrema). Lo crisi extra-paria mentali non devono più essere possibili. Bando al lavoro del corridoi; ne va della salute del paese! Oggi tutta la strapotenza dello Stato moderno in istatd di guerra è ridotta a tenero vive le energie di uu popolo contro l'altro, con l'aizzare gli odii reciproci. Oggi prosegue l'on. Lucci — si ha l'impressione clic tutti i popoli non si sentano abbastanza rap presentati dai proprii Governi. Vi sono state troppe discussioni e montagne «di cadaveri hanno messo nell'animo di tutti la stanchezza della guerra. Lo ragioni dell'umanità hanno il sopravvento su tutto. Bisogna salvare questa povera umanità. Le mazze ferrate colle.quali t soldati austriaci finiscono I nostri uomini ridotti all'impotenza dai gas asfissianti, sono esposto nelle vetrine d'Italia; state tranquilli che anche "i coltelli a serramanico, del quali I nostri soldati si servono contro i nemici sono esposti nel negozi di Vienna. Tumultuoso Inoldente Questa frase dell'on. Lucci, benché pronunziata a voce altissima scandendo le sillabe e le .parole, passa dapprima inosservata. Nè il ministro della Guerra, nè l'on. Rava, che presiede la Camera, protestano. Sono invece i giornalisti della tribuna della Camera che insorgono contro l'on. Lucci, Subito dopo insorgono anche i deputati e contro il deputato socialista di Napoli vengono gettate manale di soldi. I giornalisti indignati decidono di abbandonare immediatamente la tribuna. « Fuo. ri! Fuori! », si grida. E in segno di protesta i giornalisti escono in massa, mentre ì socialisti ufficiali applaudono ironicamente. La tribuna rimane completamente vuota. Intanto nell'aula si ecatena il tumulto. 1 deputati di 1 destra, u del centro ni scagliano contro l'onc I revole Lucci * la tempesta contro il deputato I socialista si estende a. tutti i settori. I soli so|xiallsti ufficiali cercano di difendere il collega, i-ebbene una parto di essi disapprovino la frapronunziata- 11 settore dell'estrema appare coma una massa nereggiante di deputali urlanti, che tendono ì pugni contro l'on. Lncci n gridano: « Fuori! Fuori! Basta! Basta! Ritiri! Ha offeso l'esercito! Deve andarsene, è indegno di rimanere in Parlamento! ». Altri gridano: .«Traditore! Austriaco! Va a Vienna! Visliaccud », ed altri epiteli consimili. Tra a deputati più eccitati contro l'on. Lucci vi ó il Sottosegretario di Stato alle Colonie, on. Foscari, il quale pei' quattro volte grida a voce alta all'on. Lucci: «Canaglia!». Il deputato socialista, epalleggiato dai compagni, risponde con invettive che si perdono nel tumulto. Le tribune, 'salvo quella della -stampa, che è sempre vuota, si associano alla manifestazione contro l'on. Lucci, il quale, pallido in volto e con le braccia incrociate, attende che la Bufera si calmi- Ma essa riprende con maggior vigore. I socialisti ufficiali fanno cenno alla folla parlameniaiv tumultuante di cantarsi ed attendere le spiegazioni di Lucci, ma le urla diventano semino più assordanti. Si grida: «Fuori! Fuori! Ritiri l'insulto I». A questo grido in coro partecipano almeno duecento deputati. Invano il questore, on. DI Bugnano, e tutti i segretari della presidenza si recano tra i deputati che si accalcano attorno all'on. Lucci per ottenere un po' di calma. MORRONE, ministro della Guerra, protesta contro le parole dell'on. Lucci, ed è orgoglioso di affermare altamente al cospetto del Parlamento e dei Paese, che i nostri valorosi soldati combattono con arma leali, lasciando al nemico l'obbrobrioso vanto di ricorrere a mezzi offensivi barbari ed inumani (vivissimi, prolungati e reiterali applausi, ripetute grida di: Viva l'esercito!). Il PRESIDENTE invita nuovamente l'oratore a ritirare le parole che ha pronunziate. L'ambiente ei è eccitato talmente che si teme possano avvenire colluttazioni. Alle ore 16,15 il presidente, che è l'on. Rava, ordina che 61 sgombrino le altre tribune, si copre e sospende la seduta, mentre il chiasso enorme contìnua nell'aula. Durante la sospensione della seduta Durante la sospensione della seduta i corridoi della Camera si sono fatti tumultuosi. I ministri ed 1 sottosegretari sono tra 1 più accesi a protestare contro l'on. Lucci. Il ministro, della guerra, Morrone. dichiara che egli si alzò a protestare contro le parole dell'onorevole Lucci, ma la sua voce fu soffocata dal tumulto. Intanto 1 giornalisti, radunatisi in una sala adiacente alla tribuna della stampa, hanno votato il seguente ordine del giorno, che è stato inviato al presidente della Camera: « I resocontisti parlamentari, indignati per le calunniose affermazioni che il deputato Lucci osò lanciare contro il soldato italiano, hanno abbandonato, in segno di viva protesta, la tribuna della stampa ed hanno deliberato di sospendere l'opera loro. Hanno inoltre deciso di comunicare alla Presidenza della Camera questa loro decisione, ispirata al sentimento della dignità nazionale ». Durante la sospensione della -eduta, il presidente della Camera, on. Marcora. si è consultato coU'Ufncio di presidenza per decidere quali norme dovesse seguire nei confronti dell'on. Lucci e nei confronti dei giornalisti, decisi a non rientrare nell'aula e riprendere il loro posto alla tribuna della stampa se non dopo l'Incidente che il aveva indotti ad abbandonarla fosse stato onorevolmente risolto, per la dignità e l'onore del nostro esercito, che sono la dignità e l'onore della Nazione- Un vivo ed attivo scambio di trattative si è svolto tra gli amici dell'on. Lucci e la Presidenza da una parte, e la Presidenza ed i giornalisti dall'altra. Nel frattempo, separatamente, «li onorevoli Maury, Blgnami, Eugenio Chiesa, Guglielmi, ed altri, si sono recati nella tribuna della stampa, informando i giornalisti del vivo desiderio della Presidenza del loro ritorno alla tribuna della stampa nell'aula, desiderio condiviso da tutti i deputati, che più volte hanno gridato : « La stampa al suo posto ». I giornalisti, però, avendo comunicato all'on. Marcora il loro ordine del giorno, hanno risposto amichevolmente al deputati, che si recavano ad officiarli, di essere ben fermi nel proposito di attendere una comunicazione ufficiale da parte della Presidenza. Dopo circa un'ora sono saliti nella sala attìgua alla tribuna della stampa gli onorevoli Loero e Blgnami, entrambi Segretari della Camera, 1 quali hanno dichiarato di venire ufficialmente a nome del presidente a porgere l'Invito ai giornalisti di riprendere il loro posto e nello stesso tempo a far conoscere colla lettura del resoconto stenografico come l'on. Lucci avesse ritirato le proprie parole, come l'Incidente fosse onorevolmente chiuso come la stampa fosse stata invitata a ri¬ i a e . , i prendere il proprio posto, che le parole che' 11 presidente on. Rava ha pronunciato rispetto ai giornalisti erano : « Invito t giornalisti alla tribuna per riprendere patriotticamente 11 loro nobile compito ». In seguito a queste informazioni dei segretari onorevoli Loero e Bignami, alle quali l'on. Blgnami aggiunge una cordiale esortazione ai giornalisti di contribuire alla concordia ritenendo chiuso l'Incidente, i giornalisti hanno deliberato di riprendere il loro posto e .sono rientrati silenziosamente nella propria tribuna. Contemporaneamente alla riunione dei giornalisti un'altra era stata tenuta dai deputati ufficiali dell'esercito o dell'armata. Alcuni deputati dichiararono che essi si dimettevano dalla loro carica se i colleghi della presidenza non avessero ottenuto una riparazione per l'esercito dall'on. Lucci, ma l'on. Lucci già aveva deciso di ritirare. Quindi la riunione non ebbe seguito. Questo è quanto ò avvenuto durante la sospensione della seduta. La seduta è ripresa La seduta è ripresa alle ore 16,30. Il PRESIDENTE (segni di attenzione) osserva che già nel tumulto l'on. Lucci aveva dichiarato che le parole cattive da lui pronunciate, e che avevano suscitate le giuste patriottiche proteste della Camera, non avevano 11 significato che ad esse era stato attributo e che l'on. Lucci le aveva ritirate come risultava dalle sue parole che nel rumore pochi udirono- Ed egli già aveva, come presidente, espresso 1 sentimenti di alta ammirazione della Camera e del paese, per l'esercito, per l'opera che questo compie, per la gloria che- lo circonda quando, perdurando il tumulto, dovette sospendere la seduta. E' lieto ora di rinnovare l'espressione di questi sentimenti, sapendo di farsi fedele Interprete del pensiero di tutta l'assemblea e di ripetere che le parole subito erano state ritirate (Vive approvazioni). La Camera vorrà ora consentire che l'on. Lucci confermi quella dichiarazione che già nel tumulto egil ebbe a fare e che forse allora non fu bene intesa. . Dichiarazione di Lucci LUCCI conferma che ha dichiarato di ritirare le parole che, erronea mente interpretate, suscitarono lo sdegno di molti colleglli, tanto era lungi da lui il pensiero di avere una parola nien che riguardosa e reverente verso la Nazione che combatte. Questa sincera dichiarazione vorrà ad eliminare ogni dubbio che avesse potuto rimanere tanto circa il significato di quelle parole quanto circa il pensiero che le informava (commenti). PRESIDENTE, avendo l'on. Lucci ritirato le sue parole esorta la Camera a ritornare alla calma ed esorta anche la tribuna della stampa a svolgere tranquillamente l'ufficio suo (approvazioni). Invita l'oratore a conchiudere il suo discorso. LUCCI, termina subito mandando il saluto alle anime che si abbracciano oltre tutte le trincee (approvazioni all'Estrema Sinistra; commenti). Il ministro della guerra MORRONE, ministro della Guerra, risponde ai vari oratori, d quali hanno sollecitato dal ministro della Guerra provvedimenti riguardo alla produzione del materiale bellico, al funzionamento dei servizi in genere, alla proiezione dell'agricoltura, alle (indebite sottrazioni di cittadini soggetti a servizio militare. Circa la produzione del materiale bellico constata il grande progresso compiuto dalla industria nazionale, la quale dovrà però essere chiamala a nuovi sforzi, ma non si potrebbe ogg: attuare, senza gravi contraccolpi per la produzione, la statizzazione dell'industrie del munizionamento anche perchè, dato il grandissimo numero di stabilimenti, non sarebbe possibile attuarla simultaneamente. Si sono lamentali 1 cospicui guadagni realizzati dagli industriali e dalle maestranze, ma non bisogna dimenticare che se si dovette sopratutto al principio largheggiare alquanto nei benefici, ciò fu per la necessità li stimolare le iniziative sagole e di aumentare in tal modo la potenzialità produttiva del paese. Quanto agli aumentati salari delle maestranze, essi si basano quasi esclusivamente sul concetto della maggior produzione che si ottiene col cottimo sempre più razionalmente applicato. Venendo alle economie nei servizi, osserva che esse possono ottenersi soltanto quando in tutti sia il convincimento di non consumare se non quello che è strettamente necessario. A tal fine Ministero e Comando Supremo hanno emanato precise disposizioni. e Per ciò che riguarda la protezione dell'agricoltura assicura che la incetta del bovini e del fieno vien fatta in modo da conciliare gk interessi dell'esercito con quelli degli agricoltori. Dichiara che lo Stato non ha mancato da ricorrere in larghissima misura alla mobilitazione delle competenze civili ed anche p"iù intensamente ciò potrà essere fatto in avvenire a mano a mano che nuove esigenze verranno a manifestarsi. Quanto ai soccorsi alle famiglie dei mUltarl, può assicurare che quando il diritto effettivamente esiste, il soccorso è concesso con la maggior sollecitudine possibile. Rileva che con la istituzione di apposite commissione provinciali d'appello 4>gni diretta ingerenza dell'autorità militare in questa materia è venuta a cessare. Rileva altresì che le disposizioni emanate dal Ministero per le licenze agricole e per la semina hanno permesso ad un gran .numero di militari di dare il loro valido contributo agli interessi dell'agricoltura nazionale ; nè le esigenze militari consentivano di fare di più. Quanto ai trasferimenti di militari in località prossima alla residenza di famiglia, i comandi territoriali, se sono stati giustamente rigorosi nell'accertamento delle condizioni richieste, non risulta che essi mai li abbiano negati quando queste condizioni concorrevano. Circa le sottrazioni agli obblighi militari dichiara che l'opera del Ministero si è costantemente inspirata al principio dell'assegnazione alle truppe ed ai servizi mobilitati di tutti i militari fisicamente Idonei. Però è noto che, ad eccezione di tale principio, stanno i due istituti della dispensa dalle chiamate alle armi e della esonerazione temporanea dal servizio militare, destinato il primo ad assicurare, anche durante la guerra, il regolare funzionamento dei pubblici servizi, determinato il secondo specialmente dalla necessità di produrre in tempo l'enorme quantità di materiale bellico necessario. E poiché a questi due istituti non è possibile rinunziare, il Ministero non può che dare le più assidue e vigili cure ad evitare che, nell'applicazione delle relative disposizioni, si commettano abusi e frodi. A questo scopo si sono resi più restrittivi e rigorosi i criteri in base ai quali si possono pronunziare dichiarazioni di non idoneità alle fatiche di guerra ed ha procurato di utilizzare anche gli inabili alle fatiche in tutti i servizi della zona di guerra compatibili con le loro condizioni (Approvazioni). Ha poi dato disposizioni perchè si provveda alla graduale sostituzione del più giovani esonerati con altri uomini di classi anziane ed alla maggiore possibile riduzione del numero complessivo degli esonerati impiegando in loro vece le donne (Approvazioni). Cosi è suo proposito d'accordo col Comando supremo di sostituire con soldati delle classi più anziane gli elementi più giovani asse gnati ai servizi dell'areonautlca, di sanità, di sussistenza, della Croce Rossa, e nessun esonero concederà agli appartenenti alla classe 1898 allorché sarà chiamata alle armi. Conclude dichiarando che.nella severità di criteri finora seguiti il Ministero è fermamente deciso a perseverare (Vive approvazioni). Dichiarazione di Bosetti BOSELLI, presidente del Consiglio (segni di vivissima attenzione) : -- Farà brevissime dichiarazioni comprendendo l'impazienza della Camera di venire ad un voto che, In questo momento, ha un alto significato politico sia all'interno del Paese sia presso i nostri alleati e il nostro esercito (vivissime approvazioni). Chiede alla Camera uu voto di netta, chiara, positiva fiducia nel Ministero. Per fare appello in questo grave momento a tutte le energie del Paese occorre che coloro quali siedono al Governo, sentano di avere l'appoggio intero e sincero dai rappresentanti del popolo (vive approvazioni). E' lungi dal Governo ogni pensiero di an. miliare il Parlamento (vive approvazioni) •poiché le nostre istituzioni cadrebbero il giorno in cui esse si .privassero della sua collaborazione (vivi applausi). -Chiede -che il voto della Camera abbia ancora-un significato di conferma di lineila concordia nazionale, che deve essere una realtà sempre più piena vigorosa se si vuole affrettare, quella vittoria a cui ciascuno degli'alleati deve il più compiuto e più vigoroso concorso (approvazioni) Constata poi con compiacimento ed afferma solennemente che ii Paese ha piena fiducia nelle Potenze nostre alleate ed è fermissimo nel proposito di essere cordialiuentie con esse fino alla vittoria tinaie, che sarà vittoria della libertà e della giustizia. (Applausi). Afferma la necessità che la concordia allontani dal pensiero di tutti, finché la guerra duri, tutto ciò che non è rivolto alla guerra stessa (approvazioni-. Cosi è in seno al Gabinetto che, pur composto di elementi di diversi partiti, forma un tutto omogeneo ed è sempre stato animato dalla più assoluta concordia di propositi di fronte al sospiro e all'opera della Patria. (Applausi). E lo stesso si augura che avvenga In seno all'assemblea la quale deve formare come un fronte unico donde si diparte la voce degli sforzi immani che il paese su compiendo per il conseguimento di tutti i suoi diritti e per U trionfo delle nazionalità ch'ò per esso il fine predominante Ideila guerra. (Vive approva zionl). Prega gli onorevoli Dar', Mai'iotti e Maury che hanno presentato un ordine dei giorno di fiducia e tutti gli altri che hanno presentato ordini del giorno nello stesso senso, di ritirarli e associarsi a quello dell'on. Camera in un. voto che suoni fiducia nel Ministero e sia un'altra affermazione di quel fronte unico che solo può condurci alla vittoria. (Vivissime approvazioni, vivi applausi). Tutti gli ordini del giorno sono ritirati eccettuato quello dell'on. Camera e quello dell'on. Bei-tesi. BOSELLI, presidente del Consiglio, l'ordine del giorno dell'on. Bertesi suona esacrazione per la crudele oppressione cui la Germania sottopose il glorioso popolo belga e augurio per la liberazione di quella eroica nazione. Il Governo accetta questo ordine del giorno {vive approvazioni). A questi sentimenti che già reiteratamente furono espressi dal Parlamento non può non associarsi il Governo, il quale di concerto con le Potenze alleate, dichiarò che l'Intesa non deporrà le armi finché non sia assicurata la ricostituzione della Nazione belga (vivissime approvazioni). Dichiarazioni di voto PRESIDENTE, dà facoltà di parlare a coloro che l'hanno chiesta per dichiarazione di voto. COMPANS a nome degli amici della Sinistra democratica, dichiara che voteranno la fiducia nel Governo perchè nessun fatto nuovo è avvenuto che abbia potuto rompere la concordia di intenti e di forze politiche che si è costituita attorno al presente Ministero. Prende atto del proposito del Governo di organizzare tutte le forze nazionali per lo scopo supremo delia guerra. Sarebbero, forse, state opportune più precise dichiarazioni per ciò che si riferisce ai nostri rapporti internazionali (commenti). Conferma, ad ogni modo, la sua fiducia nel Ministero, esprime il più fervido voto pel completo trionfo delle nostre armi e delle nostre aspirazioni nazionali (approvazioni). GRIPPO (pel gruppo liberale), ritenendo che sia nell'interesse dei fini supremi della PadtdgTbt e a a e o e ò a e o a Patria di afforzare l'azione del Governo tanto all'estero quanto all'interno e prescindendo da questioni di indole speciale, che potrebbero turbare la compagine dell'energia nazionale, dichiara di votare la fiducia nel Ministero (vivi applausi all'Estrema Sinistra). L'ex-minlstro Tedesco L'ex-ministro, on. TEDESCO fa, a nome dei giolittiani. la seguente dichiarazione di voto. Tra 1 attenzione della Camera dice; «Una breve dichiarazione, anche a nome dei miei amici- Allorché sorse il Ministero nazionale, quale rappresentante della concordia dei partiti politici, la Camera gli fu larga di fiducia ed il Paese del suo consentimento. Nell'ora che volge hanno maggiore valore le ragioni che determinarono la costituzione di un Governo a cui compete la storica missione di assicurare il compimento dei supremi destini della Patria. 11 voto che ci apprestiamo a.dae avrà profonda ripercussione fuori del breve recinto di quest'aula, non solo al di qua, ma anche al di là delle frontiere. Il nostro voto, aspettato con viva fiducia nelle trincee gloriose e sulle ardimentose navi, dovo giungerà non come incitamento, di cui non hanno bisogno i nostri soldati ed i nostri marinai, ma come manifestazione di plauso al grande valore, al sereno spirito di sacrificio di cui danno quotidiane prove. E l'aspettano in tutti centri della vita italiana, come espressione dell'intima e completa solidarietà della rappresentanza nazionale con la salda volontà del Paese. Il nostro voto dovrà affermare al conetto delle genti che è stretta eri indissolubile la sacra unione tra Parlamento e Governo nazionale, che sa di poter domandare a tutti I cittadini il prossimo sforzo e ogni sacrificio per raggiungere la mèta della grandezza della nuova Italia» (Vivissime approvazioni). CHIESA avrebbe desiderato che in questa discussione l'onorevole ministro degli esteri avesse fatto udire la sua voce. Afferma che nel campo della politica interna s'impone al popolo la maggiore austerità e parsimonia, e al Governo la maggiore energia e previdenza di azioni; nel campo militare la più Illimitata fiducia in coloro cui è commessa la sorte delle nostre armi, e la più intensa concordia di in- endimentl fra 11 Comando Supremo e il Governo; nel campo dei rapporti internazionali la più piena e reciproca comunanza di pensiero ed azione fra le- Potenze alleate (Vi\e approvazioni). Questi propositi del Governo e del Parlamento italiano convieue solennemente affermare davanti alle arti doi nemici, cne cercano di seminare sfiducia all'interno e so- petti tra le Potenze alleate (Vive approvazioni). Il popolo, vuole la vittoria e vuole che il Governo, costituendo nel suo seno quasi un Comitato di azione, dia prova della necessaria energia e rapidità di azione, che è necessaria pel conseguimento della vittoria (Vive approvazioni)- TURATI protesta anticipatamente contro il tentativo che certamente si farà di svalutare II voto contrario suo e del suol amici, prescindendo dalla pregiudiziale fondamentale, è suo convincimento che il presente Ministero segua una politica dannosa al Paese. Votando contro il Governo anche intende protestare contro l'abolizione del controllo narlamentare contro l'abolizione della pubblica opinione per mezzo della censura. Votando contro il Governo intende inoltre riaffermare I conceta che informarono la mozione per la pace, presentata dal grupoo socialista. Questo è il significato del suo voto e dei suoi amici politici (Vivi applausi all'Estrema Sinistra). BOSELLI. presidente del'Consiglio, protesta vivamente contro l'affermazione che il <;overno intenda sopprimere il controllo parlamentare. Ciò non risponde nè agli intenti, no agli atti del (ioverno (Approvazioni). Nelle ipntunlcazloni fatte alla Camera, a nomo del Ministero, ha inteso parlare anche a nome 'lei ministro dogli esteri. In materia di politica fisterà ha fatto alla Camera tutte quelle comunicazioni che pbteva e doveva 'are. Se la (cimerà ha fiducia nel Ministero deve appagarsi di tali dichiarazioni- Se poi non ha fiducia -icl Ministero, dovere della Camera è di esprimerle- apertamente, chiamando al Governo uomini che di tale fiducia siano più degni (Vivissime approvazioni; applausi). PRESIDENTE, pone a partito il seguente ordine del giorno dell'on. Bertesi, sottoscritto anche dagli onorevoli Nofri. Centurione. De felice Giuffrida Drago, Dello Sbarba, Tortonci Toscano e Lopiano. «La Camera percossa di nuovo orrore dalla notizia degli operai belgi trascinati a lavorare in schiavitù per gli in vasorl del loro paese 1 quali hanno prima di strutto ogni industria per poterli dichiarare disoccupati e volgerne forzatamente il lavoro al propri fini; trae da questa nuova violazione del diritto delle genti più forte eccitamento ad affrettare coi voti e con l'opera per severante quella pace vittoriosa che deve restituire e integrare in Europa i diritti dell'umanità ». iE' approvato all'unanimità; vivissimi e prolungati applausi; grida di Viva Belgio!). L'appello nominale PRESIDENTE comunica il risultato della votazione nominale sull'ordine del giorno degli onorevoli Camera e Dar! ed altri, accettato dal Governo. Presenti votanti 421 Maggioranza 211 Hanno risposto SI 376 Hanno risposto NO 45 La Camera approva l'ordine del giorno de gli onorevoli Camera, Dari ed altri. La seduta termina alle 18,45. rTNScPsPtQvRRRcrrScStTTvTgtCgGMsET.iJaa^.;Q;asMUi..0lab^^ Risposero si gli onorevoli; Abruzzese, Abisso, Abozzi, Adlnoln. Agnelli. Artiglia, Albanese, Alessio, AmicarelLi. Amici GiovanpU Amici Ytìuoesiao, Ancona, Angioina, Apitiani, .uva. Allotta. Arrisomi, Arrivabene, Artom, Astengo, Auteri-Berretta, Baccelli, Balsamo, Barnabel, narzilai, Basile, Baalini, Battaglieri, Battelli, Balottl, Benaglio, Berenini, BertareOll, Bertesi, Berti, BertoiLni, Bettoni. Bevlone, Bianchi Leonardo, Bianchini, Blgnami, Bisso-lati, Bonacossa, Bonicelli. Bonrno Lorenzo, BuioMiu Ivacoe, Borsarelll, Boselli, Bou.vU.-r, Boveiti, Brezzi, Brizzoleal, Bruno, Buccelli, Buonlni Icilio, Buon vino, Cabrisi. Caccialanza, Callsse, Callainl.Ca. magna, Camera, Camerini, Cameronl, cane vari, cannavlna, Cao-Plnna. Capaldo. Capece-Mlnutolo. Capitanio. Caporali, Cappa, Caputi, Carboni, c'arcano. Carila. Oasclama, Casodlnl Antonio, Cassio; Cassulo, Cavagnari, Cavazza, Gavina, Ceci, Ceiosia, Centorione, CUidichimo, Chiesa, Ciappl Anselmo, Clucarrili, Ciccarono, decotti. Cicogna, Cimati, CimoreUt, Ciuf(rese. Cirlaml, cirmenl. CiuifeUl, Coccc-Oriu, CodacciPisanelll, Colajanni, Colonna di Cesare, Colosimo. Comandlni, Compans, Cougiu, Corniauii, Coitafavl, Cotugno, Credaro, Crespi, Cucca, Cmu-eno, Da Como, Daneo, Danieli, Dari. De Ainlcis. De Bellis, De Capitani, De Felice GiuSrida, Degli Occhi, Del Balzo, Della Pietra, Dello Sbarba, De Nava Giuseppe, De Nicola, Dentice, De Buggeri, De Vairgas, De Viti de Marco. De Vito, Di Bagno, di Carapolattaro. DI Caporlacco, DI Francia. Di Giorgio, Di Mlraflorl, DI RobUant, DI Saluzzo, Di Sant'Onofrio, Di Scalea, Di Stelano, Dorè, Drago, Facchinetti, Facla, Facili. Falcioni. Falletti. Faranda. Faustina, Fazzl, piamberti, Flnocchlaro-Aprlle, Fornari, Poecari. Fraccacreta, Fradeletto. Frisoni, Frugoni, Fumarola, Galtenga. Galli, Oalllnl. Gambairoita, Garglulo " .udenti, Gaaeìll, Glacob " Glaraca. Ginorl-CoMl, Glovanedll Alberto, Giovanelll Edoardo, Girardi, Girairdini, Giretti, Giuliani Gogllo, Gortaxri, Grassi, Gregorad, Grippo, Guglielmi, Hierschel, Indrt, Innamorati, Ioele, La Ln. mia, Landucct, La Pegna, Lari zza. Larussa. Lembo, Libertini Gesualdo. Libertini Pasquale, Loero, Lom bardi, Longtnotti, Lopiano, Lo atesti, Lucchini, Lucernari, Luciani, Luzzatn, Stagliano Mario, Magnani Giuseppe, Mancini. Manfredi. Mango, Manna. Manzoni, Marmi. Marcello, Marciana. Mariottl, Mai-tini, Manotto, MaSElantonlo, Mauro. Maury. Mazzarella, Mazzolarti, Meda, Medici dei Vaaceflo, Mandata. Mia. ri. Micci oche, Micheli, Milano. Milani. Mi ribelli, Molina, Mo in beilo, Untanti, Montresor, Morando, Mo- rallI-Gualtlerottt, Morpurgo, Mosca Gaetano, Mosca Tommaso, Murtaldl, Nav-a Cesare, Nava Ottorino, Negrotto, Nlttl, Nofri, Nuvotoni. Orlandinl, Orlando Salvatore. Orlando Vittorio Emanuele, Ottavi, Fan cettl, Padulll, Pals-Serra, Pala, PaUastretli, Fantini'. Pantano, Papairo, Paratore, Pa.rlapiano, Parodi, Pa» squillino Vassallo, Pastore, Patrizi, Parta, Peana» Pellegrino, Permisi, Perrone, Petrlllo, Piccirilli,; Pi» trilioni, Pipltone. Pirollnl, Pistola, plzzlni, Forcella* Quarta, Raimondo, Raineri, Ramponai, Battone, Ra« vii, Reggio, Bellini, Renda, Restivo, Ricci Paolo*' Riccio Vincenzo, Rlndome, Rlspoli, Rlssettl, Rizzerò, Roberti, Rodino, Rol, Romeo, Rcsadi, Rossi Cesare» Rossi Luigi, Rota, Botti, Rubini, Rubini, Ruini,- Sa» coi. 'Salandra, Salomone, Salterio, salvagnlnl, Sana» reUl, Sandrlni, Sanjust. Santamaria, Saraceni, Sa» rocchi, Saudlno, Scalori, Scano, Schanzer, Scbtavon, Sriacca-Glardlina, Sciatola, Serra, Sighleri, Simon* celli, Sioli-Legnanl, Sipari, Sltta, Soderini, Soteri. Solidatt-TIburzl, soma mi, Sonnino, Speranza, Spatrino, Stoppato. storoTj!, Suardl, Talamo, Tamborlno» Tassara. Taverna, Tedesco. Teodord, Teso, Tinostzi* Tori or.! i. Totrtoricl, Toscainelli, Toscano, Topati, "rovini Vacca.ro. valenzant, Vallgnamt, Valvaiaorl-PW Toni. Varzi, vendittl, Vernino, Veroni, Vicini,. VM gnolo, VinnJ, Vi socchi, Zaocaanlno, Zegrettl. 1 Risposero no gli onorevoli: Agnini, Alberici; i, Basaglia, 'BegUl, Betìnaiml, - Beai tini, Bernardini, Bocconi, Bonardl, Bussi, Cagnoni. Caroti, Oasailiini Giulio, Cavallerà, Chlaraviglio, Cuu gnolio. De Giovanni, Dugonl, Ferri Enrico, Ferri Giacomo, Lncci, Mam. Maffloli. Marangoni. Mazzoni. Merloni, Mignoli. Modigliani, Momemartuii, Masotti. Pescettl, pisunpollnl. Quaglino, Rondasi. Rossi Eugenio, SanduUi, Savio, Sdorati, Sichel, Soglia, Todeschinl, Treves, Turati, Vigna, Zi bordi.