Finta puntata e traversone

Finta puntata e traversone Finta puntata e traversone La presa di Crajova a di Turau Sevarin, la rtocoupttrlone di Orsova, il passaggio dei Danubio per parte di Mackensen, vengono a definire militarmente; una situazione sgradevole, la cui Incertezza pero pesava da qualche settimana sull'opinione pubblica dell'Intesa assai più che li chiara nozione d'un successo momentaneo dell'avversario. La minaccia che pesa sulla Romania non è mi mistero per nessuno e la sua situazione appare molto grave ormai. Le ultime notizie dimostrano come l'invasione sta avviata verso la sua forma più kunga e compliicata. Quello olii; teneva ansiosi era piuttosto non veder t'hinro negli avvenimenti, non avere un"idea risalta della penetrazione del nemico nel territorio della nostra piccola valorosa alleata d'Oriente, non conoscere il dislocamento degli eserciti nè le intenzioni de' condottieri. Ora queslq mistero è in gran parte sfatato e il liinno dell'offensiva austro-tedesca si manifesta in tutta la sua interezza. Averlo compreso è già un buon principio per contrastarlo, per tentare -dì farlo fallire, e di invertirlo a danno del nemico. L'oscurità più completa ha regnato per molte settimane sulle intenzioni dei due generali che dovevano mettere in pratica il con- tetto del maresciallo Hindenburg. Lo svolgimento dell'offensiva era pieno di contraddirioni e df.lacune. I tasteggiamenti del Falkenhàyn sulla frontiera teansilvanìoa e gli Btrani movimenti di va e vieni del Mackensen lungo il Danubio, non erano futtl per aiutare la critica a dirigersi attraverso il labirinto dei comunicati ufficiali. 11 passaggio a viva forza del grande fiume, più volte onnunziato, previsto e perfino tentato qua e là con barche e con cannoniere, non ha mai assunto, fino a ieri, l'aspetto d'una operarione fatta sul serio. Non si è mai riuscito per quanto si facesse, a stabilire un rapporto Ira i movimenti del Mackensen e quel ìli de) suo collega del nord. Ora invece è chiaro the i duo eserciti operarono d'accordo. I! principio fondamentale, generatore del fianco d'invasione è rimasto inafferabile fino a pochi giorni or sono, quando gli avvenimenti, «■mentendo aJ solito le previsioni degli Scrittori di giornali, hanno fatto vedere che tutto il peso dell'azione tedesco si spostavi! verso occidente, disorientando così di punto in bianco lo stesso plano di difesa romeno, che evidentemente attendeva la maggior pressione nemica nella zona centrale del fronte transilvanico, in direzione di Bucarest. E' di uso comunissimo nella scherma di acìabola fìngere un colpo di punta per indurlo l'avversario a scoprirsi da una parte, e tirare allora un fendente ob'iiquo contro il fianco rimasto imprudentemente indifeso. Così gli austro-tedeschi hanno figurato di Jimitare verso il cucre del paese nemico, e nvece bruscamente hanno eseguito unii rouversione dell'estrema ola destra, invadendo la Romania nella sua parte occidentale. Quello «traversone» è arrivato indubbiamente a segno. Resta a vedere quali possono ertine lo conseguenze, quali debbouo esserne gli 3r,:eRnamen"ti. Uno studio geografico del fronte di Tranallvanin spiega a sufficienza come i romeni Bi siano lasciati sorprendere dalla mossa «eroica contro la Piccola Valacchia. Infritti Ir Alpi transilvaniche, sul versante romeno, si dividono in due parti ben distinte per la struttura delle montagne, per la elevazione e per la dotazione stradale. Una parte va dalle Porte di Ferro, sul Danubio, al passo di Predeal: l'altra parte va da Predeal fino alla frontièra della Bucovina, Ora, se la logica vale qualche cosa (peccato che in guerra essa valga talora pochissimo!) è certo che tutto portava a credere che gli austro-tedeschi avrebbero prescelto questo secondo tratto per compiervi il loro sforzo maggiore. Infatti dal passo di Predeal al confine russo le montagne sono di mediocre altezza, di forma rotonda, riccamente boscose, ben fornite d'acqua, percorse da numerose stra. do sia di valico che di raccordo. Nessuna Cima oltrepassa i 2000 metri. I passi dà Bekaz, di Guymes, di Bodza non offrono speciali difficoltà al transito di grossi contiingéht'ù Invece ad occidente del Predeal, fino nll'ex-confine serbo, la curva delie Alpi di Transilvània ò costituita da formidabili ereeie montuose, quasi tutto superiori ai 20002o00 metri, dirupato, nude, povere di strade, con molti corsi d'acqua sotterranei e scarsa irrigazione superflcJQle, con pericolo continuo di frane e di valanghe a stagione inaiti ala. Volendo fare un confronto, si potrebbe dire die il tratto orientale delle Alpi transitlvanichc ricorda le montagne del Giura o dei Vosgi, mentre que.it> occidentale «; veramente alpino e fa pensare alle nostre Dolomiti. Si poteva quindi escludere con quasi assoluta certezza che il Fa'kenhayn sceglierebbe proprio codesta difficilissima zo. mi per forzare la muraglia di conline e calare nella pianura romena, Siccome ognuno è portato a credere vero quello che meglio appaga ;1 suo bisogno di ragionare e di capire, quasi tutti si sono ostinati a credere che i tentativi degli au:au-o:tedeschi coatro, 'i cassi di Vuliaa a di Torre Rossa fossero semplici azioni dimofitr»uiv«, t ohs la vera offensiva fossa quella che si slava svolgendo da tutt'altra parte. Siccome l passi troppo orientali, coma quei, lo di Bekaz o di Guyme», ed risentivano troppo dell* prossimità del confine russo, era supponibile che il Falkenhàyn dovesse insistere specialmente nella sua pressione su quel tratto centrale che va dal colle, o, come meglio dovrebbe dirsi, collo di Predeal a quello di Bodza, cioè dalla importantissima valle del Prahova a quella del Bu/.eu. VI i fu anzi un momento in cui sembrò delincarsi con la massima evidenza il carattere di tenaglia del piano tedesco, e fu .quando il Faiksnhayn avanzò bruscamente lungo i! declivio della valle del Buzeu. mentre il Mackensen si spingeva attraverso le mono tone colline della Dobrugia fino quasi a toccare il (jonfine.bessarabico. Pareva che i due generali volessero darsi la mano attraverso quella zona dove il territorio romeno ha il suo minore diametro; cioè In, dove la incomoda conformazione vermiforme del paese avrebbe permesso ai suoi nemic.i di tagliarlo nettamente in dut\ Cosi Ercole soffocò Anteo stringendolo alla vita. E' supponibile che la dislocazione dei rin- forzi russi (accorsi dalla Gafisia e perfino dal lontano settore di Riga con quella fretta ch'ò compatibile con la scarsità delle ferrovie e delle strade) sia stata eseguita in base a codeste apparenze, e che essi perciò siano stati dirotti -n grandi masse verso i pass: centrali delle Alpi transilvaniche, da cui non sarà facile farli retrocedere celermente, perche ai sa quanto tempo e quanta fatica occorra per far muovere contingenti e mate riale da guerra ftn territorio montuoso. Ivi ad ogni modo l'arrivo di codesti seccarsi ha servito a formare quasi totalmente l'avanzata nemica, e la situazione romena avrebbe preso bentosto un andamento assai favorevole, so non fosse sopraggiunta la rottura dc'Aa. diga montuosa nel tratto occidentale, che ha trasformato senz'altro un settore accessorio in principale, e alterato profondamente iil problema difensivo de'-'a Romania. Mentre molti battaglioni ungheresi e bava-tesi si esaurivano in vani sforzi per forzare le seconde linee di difesa romene verso Campolnng e Sinaja, veniva formandosi nel la zona fra Orsova e Vulkan un accumulo di forze quasi esclusivamente austriache, con funzione di ala marcianto, che ha sboccato nella Piccola 'Valacchia facendo perno suU'OHu superiore e scendendo giù per le valli delI'Jiu e del Motru. Una grande battaglia ha avuto luogo plesso Tirgu .Tiu. Ne ignoriamo completamente i particolari, ma sappiamo che è durata tre giorni: il 16, 17 e 1S corrente. I romeni, battuti dn forze superiori' e sopraffatti dal fuoco delle grosso e niedie artiglierie nemiche, dovettero ritirarsi in fretta a sud-est della città, perchè ripiegando verso ovest avrebboro corso il rischio d'essere tagliati fuori. Essi sono passati sulla riva sinistra dell'Oltu, per riorganizzarsi e riprendere eventualmente l'offensiva. Intanto la cavalleria austro-tedesca (compiendo un rata simile a quello organizzato dnll'IIindenbut'g sulle retrovie di Wilnà che condusse alla presa della città) eseguì un'arditissima punta su Crajova. I corazzieri furono i primi, il giorno 21, u entrare nella città, che però a quest'ora deve avere ricevuto un'abbondante guarnigione austioiedesca. Il fatto non poteva restare 6enza immediate ripercussioni. Abbiamo già spiegato altra volta come la posizione delle truppe romene che difendevano Orsova — conquistata nel decorso settcrabro — fosse difficilissima, perchè esse erano otto o dieci volte più lontano dalla capitale di quanto lo fosse II nemico. Ora, con la perdita di Crajova veniva a mancare luro qualunque riforpimonto, anzi qualunque contatto col resto della nazione. La guarnigione di Orsova dovette quindi sgombrare, e queaa di Turnu Severin, all'altra uscita delle Porte di Ferro — la famosa st:otta del Danubio — fu costretta a fare altrettanto. Infatti Crajova era il cenro ferroviario e logistico su cui si basava tutta la dit'esii della Valacchia occidentale: la sua perdita portava per necessità l'abbandono della regione. Il fatto eia cosi logico da fare sperare elio la ritirata dèi romeni sarebbe stata eseguita con calma e a tempo debito, lasciando così un mimmo di prigionieri in titano all'Invasore. Invece gli ultimi bollettini tedeschi parlano di parecchi battaglioni rumimi tagliali fuori dell'esercito principale; il che mostrerebbe, se vero, che i capi dqll'esercito romeno non hanno agito con jtiella precisione che le circostanze richiedevano. Vedendo gli austro-tedeschi a Turnu Severin, che si trova sulla riva settentrionale del Danubio, i lettori saranno tratti a credere che il famoso passaggio dol fiume sia avvenuto in quel punto. Invece non può trattarsi di passaggio. Alle Porte di Ferro la violenza della corrente è tale da impedire ogni oceràAtopa di aUaile tSWm inoltre ia le della' campagna? sponde sono ripida e taaccesstbiu. Non tratto del Danubio cosi poco adatto al forzamento come codesta doppia curva che deaeri ve, il fiume Intorno a se etesso, E' dunque evidente che gli austro-tedeschi non hanno affatto passato il Danubio,' ma sono andati tranquillamente a Turnu Severta per ferrovia, dalla parta di VercJorova, dopo aver passato 11 fiume Cernii (da ava confonderei con l'omonimo eorso d'acqua ricino a Monastlr) a oriento di Orava. Il successo dell'in vosi on» è Innegabile. La finta puntata verso il oentro romeno ha prodotto 11 suo effetto di disorientar» l'esercito difensore nascondendogli il pericolo che lo minacciava sul fianco. Ma qual'è il valore dell'operazione nell'economia genera- Colpirò l'avversario con un buon traveri sene è senza dubbio un bel colpo: però bi7 sogna aggiungere ch'osso non è mai mortale. Se il duello è all'ultimo sangue, bisogna ficomsnciaa-e. Cosi l'invasione dell'estrema Valacchia è dolorosa per l romeni, ma è ancora la forma meno pericolosa che potesse issumero un'avanzata del nemico nel territorio nazionale. E' una lunga e sanguinosa piaga nel fianco: non è una punta mortale penetrante in cavità. E' chiaro Infatti che il carattere impressionanto dell'offensiva austro-iedesco-bulgaro contro la Romania consisteva nella collaborazione di due esci citi che operando dal aord e dal sud in senso centripeto esercitavano una vera aziono di schiacciamento. :>ra invece l'avanzata dell'ala destra del Falkenhàyn in Valacchia esclude e rinnega ■ \ piano della tenaglia. 11 Mackensen ha passato in molti punii di Danubio, evidentemente in un territorio già sgombrato dal nemico in soguito alla pressione dell'eser cito del nord. Il suo probabile congiungimento celle truppe di Falkenhàyn sarà grave per i romeni, perchè aumenta evidentemente il valore offensivo del nemico, ma non forma la tenaglia che avrebbe potuto prendere prigioniero o schiacciare, senza oossìbilità riunii di scampo, tutto o granile parte dell'esercito romeno. Ora invece il cangiungimento dei due eserciti attraverso ì Danubio non viene che a tracciare sul iuolo invaso una linea quasi retta che deve ooi spostarsi frontalmente verso est per cse•ruire la marcia sulla capitale. E questa è ima necessità morale per gii invasori, ai quali non può bastare la preda di frumento o di foraggi fatta nei magazzini di Crajova. In codesta avanzata gli austro-tedeschi devono superare parecchi ostacoli, forse un otto fiumi di una certa importanza, tutti trasversali fila loro direzione di mapcia, e fra essi, principalissimi, l'Oltu, la Vedea, il Tellorman, la D'mboviza, che costituiscono altrettante linee di difesa per i romeni. Ad ogni modo si tratterà d'una serie di attacchi frontali, dove il numero e il valore personale avranno Lirga parte — qualora non faccia difetto l'artiglieria. — Se i romeni riusciranno a tener duro sui fianchi, sia verso le Alpi di Transilvania che sul Danubio, lo spostamento del nemico dall'ovest all'est incontrerà notevoli ostacoli. Comunque, l'andamento delia guerra in Romania è interessantissimo come lezione, s-sr tutti e anche per noi, f)a esso si deduce :orce sia diffìcile, attenendosi alla pura difensiva, prevedere tutte le possibvfc'tà e le velleità aggressive del nemico. E già che non c> da esclùdersi un tentativo d'offensiva austro-tedasia sul nostro fronte, giova ricoriarsl che un colpo di punta nemico nel Trentino potrebbe non essere fine n sè stesso, ma nascondere l'insidia di un traversone sui fianco destro, che sarebbe poi il nostro fronte giulie. Il fallito colpo su Monfalcone, contemporaneo all'offensiva del maggio decorso sugli Altipiani, è un piccolo sintomo di tale possibilità, che ormai però non potrebbe assolutamente coglierci all'impensata. neeqag 7 '.-ni,M .frt< i.» sUi «Ve*.- -...Jr. - lift, tml\m mmb'Ùi'tkl mìlttìI '*,ìli 1^

Persone citate: Cosi Ercole, Torre Rossa, Turau, Turnu, Turnu Severin, Vedea