Super flumina Babylonis

Super flumina Babylonis SULLE VIE DELLA STORIA Super flumina Babylonis Se, come ai tempi antichi, le anime de. capitani defunti apparissero a ragionare d guerra con i soldati che riposano sotto li tenda, ombre illustri consolerebbero la in soiinia del generalo Tuwnsheiid preso prigio mero dui turchi a Kilt el Amara. Da Crasso a Giuliano, le sabbio della Mesopolumi. hanno inghiottito innumerevoli ossa di legiu nari e fortune di tribuni e imperatori. Il ge aio dei remotissimi imperi del Vecchio li stameuto vuole dormire in pace sotto il len zuolo di sabbia disteso sopra i campi o li città più antiche. Alessandro fu l'ultimo occt dentale piombatovi al sommo d'una delle grandi ondo che fa la storia e che, nell'au dare o nel venire, portano seco un flussi immenso di cose nuove. Dopo di lui, il fin me di Babilonia ha sbarrato la vja all'occi dente che di esso si è fatto un confine pei non confessare che le ali delle aquile s'era no impigliate nei suoi giuncheti. Poi silenzio, oblio, una lontananza di favole iditerrotta solo da qualche parvenza anche più favo Iosa come l'ambasceria di Harun El Huschid il califfo delle Mille e una notte a Carlo magno. Un primo millennio si compie, un secondo declina. Or ecco che il prestigiosi secolo decimoiiono, compiendo deviazioni vastissime che gli amichi non avrebbero immaginato, conquista posizioni da cui si può rinnovare l'assalto romano alle terre origi tiarie prendendole alle spalle. Non più dal mare fenicio ma dall'Indo e dall'Axarte avanzano le armi dell'Europa. Le portano le ferrovie transcaspiane della Russia servite do fuochisti mongolici color di terra, piroscafi inglesi con ciurme indiane dal turbante co lore di fiamma. E' la guerra europea. La geografia pare sovvertita: l'occidente punta da levante e da settentrione! Ma il deserto si difende come venti secoli fa. Nella gola dei cipayos di Townshend insinua la polvere infuocata che soffocava i soldati di Crasso e di Alessandro Severo. Le fiamme che danzano nel suo orizzonte senza limiti fanno impazzire i cosacchi di Nicola Nicolajevitch come già i soldati di Valeriaiio e di Giuliano. Già al loro tempo il piano de •liiiante al Golfo Persico ora devastato: arabi, persiani e turchi, percorrendolo più tard in ogni senso la hanno fatto inaccessibile Compiuta, nel piano brillante di seleniti quella linea ideale che nel deserto si. chiama ner convenzione una strada, le truppe romane trovavano città opulente nel!e tappe dove e nostre trovano rovine. Giardini pensili e torri babeliche stendevano le loro ombre voluttuose dove ora infuriano sole c arsura I soldati impazzirebbero se sapessero che inciampano negli avanzi dei palazzi di quei re che morivano d'indigestione o nello fondamenta di quel glorioso tempio di Melitta nel quale ogni donna babilonese doveva aver passato una notte per il piacere dello straniero di passaggio. La Parigi dell'antichità, sette colte più vasta e cento volte più gaudiosa dell'attuale, non ha lasciato di se che nioniagno di mattoni crollati. Gli anatemi dei profeti non sono piombati nel vuoto. Nel tempo in cui Crasso governatore della Siria li mise per la prima volta a contatto col deserto, i. romani avevano dimenticato il senso della parola ostacolo. Si racconta che Cassio, luogotenente, avendo compreso come il vero nemico fosso il terreno non si volesse scostare dalla linea di rifornimento dell'Eufrate; ma Crasso, che aspettava invece la decisione, alla maniera romana, da un'unica battaglia, come a Pidna o a Magnesia, si ostinasse a sganciarsi impetuosamente nel vuoto dei deserto. Era la « grande avanzata » che la eroica sfucciataggiine dei reyorlcrs italiani voleva imporre al generale Caneva iopo la conquista della costa libica All'inconsideratezza di Crasso, i Parti opposero quella strategia che volgarmente si ritiene sia stata inventata, dai russi contro Napoleone nell'ottocento e dodici, ma che da tempo immemorabile le moltitudini armate dell'Asia praticano per istinto : si ritirarono confidando la propria fortuna allo spazio. Il romano non poteva ribattere come Voa Be!o\v:'«— Lo spazio? Quale spazio? Quando saranno a Vilna, i miei soldati mangeranno il pane cotto a Breslavia quarantotto ore prima». Crasso non aveva ferrovie: neanche Towushond, nel secolo ventesimo lo ha potuto avere: la sabbia del deserto inghiotte, sposso le traversine e paralizza i motori. La disfatta dei romani fu grave: al generale ne portò l'annunzio la testa recisa del figliuolo caduto jn mano ai vincitori e rispedita alla tenda del padre. « — Questa sventura colpisce me solo! —» parole solenni che anche Asquith ha ripetute apprendendo che un figlio diletto gli era morto alla Somme, e elio anche l'onorevole Snlandra ripeterebbe se i suoi Ire figliuoli non godessero, grazie al Cielo, ottima saluie. L'esito di questa prima spedizione ha insegnato a cercare la chiave della Mesnpotamia nelle acque dei fiumi che le hanno dato il nome e sono tutta la sua storia: unica tpparenza di moto e di vita oggi che tutto 6 lawda solitudine morta. Kut el Amara non avrebbe capitolato se la flotta inclese del Tisri non fosso caduta 'nelle mani dei turchi dopo In giornata di Ktesiphon. Erano unitànuovissime^ snelle c leggiere, e il fuoco ne- mico le aveva guastate! gli mclesj si conso- lavano di doverle abbandonare col pensieroche i turchi, non potendo giovarsene, le a- • rebbero distrutte. Ma un distaccamento del ,euio navale tedesco, marciando a tappe .orzate sotto le pioggie sciroccali, riuscì a i1:unger sul luogo entro lo spazio di un me•o. Le macchine da guerra, raggiustate e .itone contro le divisioni britanniche prese ■ci nodo fluviale di Kut el Amara poterono hiudere loro il varco dalla parte del Tigri -n una intervista recente, il generale Town<hend ha detto il doloroso stupore degli indesi quando riconobbero la voce ben nota Ielle proprie cannoniere perdute. Fra l'ultiaa stazione della incompiuta ferrovia di Bagdad e la zona meridionale deli'lrali, tearo di questi avvenimenti, corrono settecento hilometrL ImpossibUe di superarli rapidanente per via di terra fra i sassi aguzzi che stracciano i pneumatici e i predoni arabi che iepredano le carovane. I tedeschi dovevano iunque esser giunti per via d'acqua, discendendo per l'Eufrate, cioè per il cammino classico lungo il quale dodici spedizioni romane, nel corso di tre secoli, iurono arrestae, respinte o disperse. Per virtù di quale :spediente tecnico eruno riusciti a rendere lavigabile ai convogli questo fiume biblico la cui scarsa navigabilità ha provocato tante sanguinose catastrofi militari? Antonio scampò, come Senofonte, attraverso le montagne, e non fu al sicuro se non toccando il piano di Taurido, lungo la linea tenuta ■ggi dall'armata russa che s'appoggia a Trapezunt. Traiano, il solo che abbia vantato mia vittoria, pure effimera, in Mesopotamia, rare abbia eluso la difficoltà dei trasporti col far viaggiare due volte per terra, a dorso ii cammello, la sua flottiglia, dal Tigrj all'Eufrate e dall'Eufrate al Tigri. Lucio Vero, Settimio Severo, Caracolla, Voleriano, Aureliano, Galero, Costanzo, obbligati ad attaccare e a difendersi ripresero dopo di lui la partita contro Persi e Parti, senza poterla vincere. Il deserto asiatico respinse sempre a oriente la romanità come la foresta germanica l'aveva respinta a settentrione. Problema di trasporti, simile a quello che trattenne le truppe di Luigi Filippo in Algeria e le italiane in Libia, da risolversi solo con la pazienza e col tempo. Fra il Caspio e l'Eussino, Mitridate ìduscì a sostenere per sessantanni la parte di Abd El Kader o del Gran Senusso. In Mesopotamia bisogna risolvere il problema mercè dei fiumi. Sulla strada non si cammina: bisogna dunque che la strada cammini. II Tigri, che rifornisce gli anglo-indiani, è navigabile fino a Bagdad: meni.e l'Eufrate, che serve i rifornimenti turco-tedeschi, fino ad oggi non sopportava se non imbarcazioni primordiali, composte di zattere tenute a galla da otri di pelle di capra, immutate dai giorni do] prtfriarca Abramo e dei ne antidiluviani della Caldea, quelli che modèstamente regnavano ottomila anni ciascuno. Con quali applicazioni della tecnica moderna i tedeschi siano riusciti a trasformare questo tipo di zattera per modo da costruire flottiglie capaci di un rifornimento regolare o copioso, non e ancora noto. Coito che un ostacolo secolare è stato rimosso alla conquista della Mesopotamia da parte di chi l'affronti discendendo da una base mediterranea In una lettera a Libanio, riferita da Sesto Rufo, Giuliano scrisse: «Olire i cavalli « e i muletti, occorre gran quantità di navi « onerarie per trasportare biscotti, frumento « e aceto ». E Townshend, dopo la sfortunata giornata di Ktesiphon, in una lettera che il Times ha stampato: « Occorre.iebbe una « flottiglia innumerevole per rifornire un « Coipo di spedizione proporzionato allo scoli po che mi si prefigge...». Se l'Apostata avesse posseduto la flottiglia costrutta dai pontonieri tedeschi per Enver pascià, la vitàoiia dell'Occidente, invocata oggi nel nome di Cristo, sarebbe posta sotto gli auspici di Febo Apolline; generali e ministri sacrificherebbero forse tori ad Arès e galli ad Escuiapio; e questo articolo, scritto in una lingua derivata dal greco, ammessa corno letteraria in occidente a esclusione di quelle derivate dal latino, comincerebbe con una invocazione a Clio, musa della storia, Giuliano l'Apostata fu la ultima vittima illustre dell'Eufrate, che, In un giolito di tempesta, gli travolse più di milk battelli. Soffiarono forse sulle acque del fiume, del loro fiume, gli iddii caldeoebraici, nel cui nome si compiva allora quella <un:tà spirituale del mondo cui il nipote di Costantino sognava di contrap poi're la comunione nel nome di Platone e di Venere? Affascinante figliuolo del soli saia e della passione, infiammato di filosofia e di magia, Giuliano è il fratello luminoso di tutti gli intellettuali che oscura mente odiano il proprio secolo. Vincitore di vittorie brillanti ed inutili, egli doveva morire in bellezza alle soglie dell'impenetrabile Oriento contro il quale credeva di rivendicare le ragioni dell'intelletto; come se vi potesse essere intelletto sopra la s'o- ria e contro la storia. Dopo di lui e imo agli inglesi di rownshend, nessun europeo ha ritentate le vie della Mesopotamia. 1 rop Vo lacrime erano state versate, come canta il salmo, sopra il fiume di Babi orna. E, fra ti mondo mediterraneo e 1 ii'anico, » stende tuttora il deserto, duro come la morte e bianco come il sepolcro, L'UOMO CHE HA VIAGGIATO,