Il jiu-jitsu di Mackensen

Il jiu-jitsu di Mackensen Il jiu-jitsu di Mackensen lnto, corrispondente alla realtà il dato tfi fatlo su cui si fonda il ragionamento dello scrittore: che cioè fra l'esercito nemico c ' 1 ' quello romeno vi sia. una grande disparità\.Pubblicando questo scritto di un nostro egregio collaboratore noi esprimiamo l'augurio che le sue speranze siano presto coronate dai falli. Per parte nostra siamo meno ottimisti: non crediamo, per esem- numerica a favore dei nostri alleali. Se può essere verissimo che le truppe ledcselie austro-ungariche non ascendano a 200.000 uomini, non bisogna d'altra parte, dimenticare che lutto l'esercito turco, e r.idetlo d'Europa, cioè le armate di Costantinopoli, possono essere irasilattale nella Dobrugia, e che una parte notevole dell'esercito bulgaro combatte contro la Romania. Se ai 200.000 tedeschi e austro-unga rivi aggiungiamo parie dell'esercito turco e parie dell'esercitò bùlgaro, noi temiamo fortemente che te preoccupazioni dei critici militari francesi ed inglesi non siano del tutto ingiustificate. Al primo aspetto la piccola Romania è, di fronte alla coalizione tedesco-turco-bulgara, un pigmeo alle prese con un gigante. Ma su si considera che tutto l'esercito romeno è disponibile per la guerra sulle proprie frontiere e può combattere sur placete che codesta nazione, avendo oltre 7.500.00O abitanti, deve poter mobilitare almeno 700.000 uomini senza ricorrere alla leva in massa, si vede subito che il rapporto è rovesciato. Nonostante l'aiuto dei bulgari e dei turchi, gli austro-tedeschi non possono in alcun modo disporre contro la Romania di effettivi superiori a quelli di cui codesta nazione dispone per difendersi e offendei-©. Se poi leniamo conto che gli Imperi centrali sono impegnatissimi sugli altri fronti, che i bulgari debbono provvedere a salvare Monastir e Cavala mentre ai turchi s'impone di difendere a oltranza quel po' d'Armenia che è loro rimasta,- e che infine ai romeni non è mancato, sia pure in troppo scarsa misura, il soccorso russo, si può dire che il gigante in questo caso è piuttosto la Romania e che lo Stato Maggiore tedesco deve risolvere, nei rapporti col nuovo venuto, il problema di vincerlo con forze numericamente inferiori. Ora, quando ci si trova davanti ad un nemico di più. forte corporatura, è buona regola non dargli il tempo di mettere in azione tutta la sua forza, ma studiare il suo punto più ^sensibile e ivi culpirlo con étaergia, impedendogli cosi di adoperare completamente tutte le sue riserve muscolari. E' questo il semplice e ingegnoso principio che l'orina la base del jiu-jUsu .giapponese. S'intende chi; per eseguirlo con fortuna non basta conoscerne la teoria, ma occorre avere la prontezza della decisione e la sicurezza del colpo che assicurano il pronto successo. Altrimenti è difficile che si presenti l'occasione di ritentare, la seconda volta. Il maresciallo Hindenburg che dirige da lungi.la campagna contro la Romania (forse con l'assistenza del Liidendorff che sembra la Ninfa Egeria dello Stato Maggiore germanico) ha visto fino dai primi giorni la difficoltà di esser presente da per tutto, con effettivi relativamente scarsi. .Ammettiamo anche che la Romania abbia mobilitato in un primo tempo soli 500.000 uomini, dei quali un terzo trattenuti nelle retrovie : la inferiorità assoluta degli austro-tedeschi resta indiscutibile, pejchè le- migliori informazioni non danno "più di 300.000 uomini al Falkenhayn, nò più di 100.000 agli alleati tedesco-turco-bulgari in Dobrugia. Ciò nel primo tempo: se piti tardi altri soccorsi sono venuti dalla Germania, essi hanno dovuto prendere la via- di Monastir: quanto ai riilforzi ungheresi, si sa che l'opinione pubblica di quel' paese protesta appunto perchè le truppe magiare combattono per tutto fuori che sui Carpazi a in Trànsilvania. Anche l'inesauribile Anatolia non può aver servito a molto, perchè le ultime truppe turche discretamente istruite sono state inviate sul fronte, galiziano, a rinsaldare le sorti pericolanti del Boclmi-Erniolli e del PlanzerBaltin. Insomma, nonostante tutti gli sforzi, facilitati dalla rapidità degli spostamenti consentiti dall'ottimo organismo ferroviario, i tedeschi non possono aver concentrato più di 3C0.000 uomini, di truppe molto miste, ;rghezza, compensava ;zza numerica: tutta- sul nuovo fronte sud-orientale. E"" vero che la dotazione d'artiglierie di grosso calibro, fatta con la solita lare in parte questa debolezz via bisogna elire subito che non basta posse- dere molti glossi cannoni per vincere, e che il maneggio d'una « falange » 'moderna di centinaia di batterie é una delle imprese più difficili che tocchino a un generale. Se non si sceglie bene il punto da colpire, tutto lo sforzo può riescire inutile, anzi dannoso, come un poderoso pugno, se è vibrato noi vuoto, fa perdere spesso l'equilibrio a chi io ha lanciato. Una mossa di jiu-jitsu sbagliata diventa pericolosissima, perchè pro dnce imo ppreco inutile di energie e al tem po stesso mette in guardia l'avversario. Vedi ^"l"'11'1,. .... , . , La delicatissima impresa di colpire con for- .m sì, ma più rincora con precisione, venne affidata al maresciallo Mackensen, nel quale Hindenburg ha piena fiducia, e che invero sii è sempre distinto finora per la parte esecutiva dei piani concepiti da altri. Si trattava di tentare un colpo di jiu-jitsu sopra un fianco della Romania: ma bisognava cercare o indovinare alla prima il punto adatto. Quando ?i vido l'esercito tedesco-bulgaro precipitarsi—su Tutrakan c Silistrià, occupandole dopo breve lotta, si potè pensare per un momento che il piano di Mackensen consistesse noi tentare senz'altro l'invasione della Romania attraverso il Danubio. E invero' la mediocre distanza che separa quelle due importantissime leste di ponte dalla capitale romena poteva indurre qualsiasi generale temerario a tentare l'impresa. Facendo irruzione per i passaggi del Danubio protetti dalle fortificazioni di Tutrakan o Silistrià, i tedesco-bulgari potevano minacciare seriamente Bulcarest. Ma non l'hanno fatto. Eviden-! temente il Mackensen ha calcolato che ili punto debole dei fronte meridionale nemico! non fosse quello. La marcia sulla capitalo dell'avversario è una mossa della vecchia lotta, fatta coi metodo classico: Mackensen invece ha voluLo restar fedele al metodo più! moderno, che astrae dagli obbiettivi politici1 e territoriali e cerca soltanto di scuotere lacompagine dell'esercito nemico sconcertandoIo con pochi! colpi rapidi e secchi nei punti sensibili. Perciò, sfilando lungo il..Danubio, le truppe Tedesco-bulgaro-turche hanno proseguito la marcia verso la linea ferroviaria' Cernavoda-Costanza. Era un primo assaggio. Esaminando in un precedente articolo: codesta manovra, cercammo .di dimostraregli errori commessi dagli strateghi romeni;, errori che facilitarono il compito degli aggressori. Infatti bastava che i romeni si rassegnassero a perdere la Dobrugia o almeno i due terzi ili' essa (s'intende temporanea-, mente) perchè il colpo dii Mackensen'cades-! se pross'a poco nel'vuoto.-Invéce, volendo difendere ad oltranza il loro .unico_accesso al mare, 1 romeni hanno ritirato in fretta' tutto le truppe disponibili dal fronte settentrionale, interrompendo cosi miseramente la, splendida offensiva' iniziata in Trànsilvania.E con tutto questo hanno almeno salvato Gostanza? Neanche per sogno. Il primo assaggio fatto in Dobrugia ha fililo scoprire al Mackensen il punto debole dell'avversario: una zona d'operazioni cioè abbastanza ristretta (e dove perciò si può fare grandi cose con poche truppe) alla quale i romeni attribuivano eridentemente molta importanza.' sproporzionata al valore intrinseco della regione ed anche alla sua fun-i zione di corridoio verso il mare, perchè la: Romania ò paese prettamente continentale*.' Certo al Governo di Bukarest doveva dispia-cere di perdere una ferrovia e un porto eh» erano costati allo Stato molte centinaia dij milioni, ma non era questa una buona ragione per far sapere ai propri implacabili! nemici che la Romania poteva sopportaretutto fuorché un'invasione della .Dobrugia!; Gli ù che in realtà vi sono tra i popoli, co-, me tra gli individui, quelli che resistono ai I colpi con impassibilità e quelli che non san no trattenere un grido di dolore. In l<n-; guaggio di boxe accogliere i colpi più dolorosi senza batter ciglio si dica incassare e si sa quale vantaggio sia per un boxeur essere un buon incassatóre. Così per esempio fra 1 popoli i turchi sono ottimi incassatori;, i russi egualmente; con meraviglia generalo la Francia nel 1DM dimostrò di sapere incassare le piìqfdure percosse senza perdere ia testa e, studiando !e mosse del nemico,potè ricambiargli un duro culpo alla Marna.; La Germania invece si dimostrò nervosissima in seguilo all'invasione della Prussia Orientale; egualmente i romeni hanno per-, eluta- ogni serenità quando Mackensen haj preso di mira la ferrovia di Costanza. Ac-Ì collosi di questo preoccupazione del nemico,; il maresciallo tedesco ha riunito tutte le] forze disponibili in quel punto e ha studiato il colpo ■ di jiu-jitsu che togliesse il fiato, all'avversario: i tedesco-bulgari scino rimasti circa un! mese in stretta difensiva dietro le trincee im- a !(UlI!s incursioni della flotta russa, essi hanno! - potuto fare jn e;uesto tempo un enorme con-: I provyisate sulla linea Cuzgum-Mangalia.,1 \ Benché un po' tormentati sul fianco destro! : centramento d'artiglieria. Si noti che i bui- sari abbondano di cannoni pesanti, conqui-i i -t,lti' durante la guerra del 1012-13, e benché; i questo materiale sia tra po' vècchio, è tori nato loro utilissimo per guarnire il fronte! | macedone. I pezzi d'ultimo modello venuti1 I dalla Germania sono dunque rimasti tutti j disponibili per la Dobrugia. Accumulate la munizioni in quantità esuberante, la falange del Mackensen ha cominciato la sua marcia/ in avanti, compiendo tra mezzo giro sopra' sé stessa,' vale a dire lenendo come perncn la propria estremità sinistra sul Danubio e spingendo avanti l'ala de»stra, più vicina al mare. Quest'ala desli-a il giorno 20 occu-, pa Tuzla- il 22 forza la linea elella ferrovia e oltrepassa Costanza che, già. evidentemente evacuata prima deil'aggiraniento, cade il 22 in potere deali assalitori. . Che cosa accadrà adesso? E' facile pre-! vederlo, e probabilmente i bollettini avranno messo sotto gli occhi del lettore gli ultimi risultati logici _dell'offensiva prima eh* quest'ai tic. !•! arrivi ad essere pubblicato. Il colpo rli Mackensen scinde in due movi->i melili: -il primo abbiamo già assistito. H'' secondo movimento è il suo reciprocò e' con-, siste nel fare perno a Costanza e compiere'; jun mezzo giro con .l'ala, sinistra, spostando, fronte verso Cernavoda..Ije.-presa di mie-1 [sta città assicura al tedesco-bulgari il pop-, •sosso di tutta la linea -del: Danubio, d'un li;»-! go tratto di ferrovia, o in' genere- dà loro ai r f