Le calorose accoglienze di Milano a Boselli

Le calorose accoglienze di Milano a Boselli Le calorose accoglienze di Milano a Boselli Il discorso del Presidente del Consiglio alla " Scala fi 11 salato a Milano e ai combattenti - Un accenno alle aspirazioni adriatiche - " I nostri soldati combattono anche a prò' della Romania, del Belgio, della Serbia „ - L'Italia produce armi e munizioni anche per gli Alleati : 1700 fabbriche, con 425.000 operai e 45.000 operaie - L'elogio della donna italiana • Le provvidenze sociali, le finanze, incitamento a risparmiare. (Per«telefono alla "STAMPA„) Milano, 8, notte. La cittadinanza milanese ha accolto con entusiasmo l'invito che. i giornali ed oltre trecento associazioni le hanno rivolto di recarsi stamane a fare al presidente del Consiglio on. Boselli una dimostrazione di devozione e di affetto, e la dimostrazione è riuscita gran-' diósa, indimenticabile, favorita da una giornata meravigliosa. Già. prima delle 9 Qna folla grandissima comincia ad affluire da tutte le partì della città verso il centro e si avvia alla stazione. Alle bandiere che sventolano dal giorno in cui l'Italia ha dichiarato la guerra all'Austria, moltissime altre se ne sono aggiunte; è tutto un trionfo di vessilli- tricolori che sventolano lietamente insieme con le bandiere delle nazioni alleate. •Sul piazzale della stazione centrale la folla a enorme. Dinanzi olla saletta reale un largo quadrato è tenuto sgombro da un cordone di truppa e di carabinieri; prestano servizio d'onore anche i Giovani Esploratori. Entro il quadrato c un folto gruppo di ufficiali di ogni arma e grado. Dietro le eruppe si riuniscono centinaia di associazioni politiche, operaie, patriottiche, sportive, butte coi rispettiva vessilli e parecchie anche con la musica. La folla continua a giungere da tutte le parti, ma il vasto piazzale è ormai tutto gremito. Anche le vie laterali sono piene di gente che deve accontentarsi di assistere da lontano. Nella sala leale e lungo la banchina dove giungerà il treno, si sono riunite in numero infinito le autorità. Vi sono fra esse il prefetto conte Pigiati, il sen. Mangfagalll col Comitato delle onoranze, al completo, i senatori Pedotti, Greppi, Vigoni. Salmoiraghi, Bergamasco, Scalini, Arnaboldi. Cuzzi, Esterle, Sorniani, Facchinetti, Facheris, Frizzi, Canzi, Della Torre; i deputati Gasparotto. De Capitani, Nava Cesare, Belletti, Borromeo, Degli Occhi, Valvassori-Peroni, Lucchini. Bignami, Pietriboni, Gambarotta, Sioli-Legnani, Grassi, Mancini, Morando. Bonacossa, Chiesa, Finocchiaro ed altri; la deputazione ligure è rappresentata dall'on. Belmondo e sono pure rappresentati-gli on. Rissetti, Reggio e Fiamberti, Si notano anche il senatore Gustavo Rivet, presidente della Lega franco-italiana di Parigi, i consoli di tutte le nazioni alleate, gli on. Magni, Candiani e Comaggia. La magistratura e largamente rappresentata; vi sono il se.n Palumbo, primo presidente della Ve te d'Appello, il procuratore generale Pagliani, il procuratore del Re cav. Maggi il presidente del Tribunale ed altri. Tra i presenti sono pure i generali Anse lotti, Druen e Sardegna, il figlio dell'on. Bo selli, venuto appositamente da Torino, la ba ronessa Lavelli-Celesta, presidente d«l Cor-' tato femminile di assistenza civile, ring. De Capitani da Vimercate. presidente della deputazione provinciale, l'ing. Carones, vicepresidente del Consiglio provinciale, il comm. Bertarelli, vice-presidente del Touring Club e moltissimi altri la cui elencazione riesce impossibile. Il saluto della folla Alle 10 entra in stazione il treno. Da tutti i presenti che si sono riuniti lungo la banchina si leva un applauso entusiastico; da tutte k parti si grida «Viva Boselli! », e tutti gli occhi si volgono verso lo scompartimento ri servato dove si trova il presidente del Consi glio. L'on. Boselli scende rapidamente dal treno insieme al suo capo di gabinetto, comm. Cancellieri. Gli applausi si fanno ancora più insistenti. L'on. Boselli ringrazia scoprendosi continuamente. Tutte lo autorità fanno ressa intorno al capo del Governo che stringe la mano a moltissimi dei presenti. L'on. Boselli si reca nella sala reale dove si svolgono bre veniente le presentazioni e gli scambi di saluti •L'on. BoselM' insieme col prefetto e col sen Manglagalli, si avvia verso l'uscita. Quando l'on. Boselli appare all'esterno della stazione, dalla folla immensa che gremisce il piazzale si leva un applauso entusiastico, interminabile, e si ha una dimostrazione grandiosa im ponemtissima. .L'on. Boselli si. ferma, a capo scoperto, ad ammirare lo spettacolo magnifico. In questo momento un dirigibile ed una squadriglia di areoplani compaiono sul piazzale, nel cielo limpidissimo. L'areonave. salutata da un grande applauso, compie brillanti operazioni sulla folla. L'on. Boselli prende posto in una carrozza insieme col prefetto e col sen. Mangiagalli. Le ovazioni della folla si fanno sempre più .insistenti. Vengono lanciati mani festini tricolori., mentre gli alfieri agitano i loro vessilli c le musiche intonano la Marcia Reale. Lon. Boselli appare molto soddisfatto e commosso della grandiosa dimostrazione. La vettura a grandissimi stenti riesce ad attraversare il piazzale e, oltrepassato il cavalcavia, pure gremito di folla plaudente, imbocca via Principe Umberto. La folla è enorme lungo tutto il percorso, e malgrado che la circolazione delle vetture sia stata sospesa, riesce quasi impossibile cir colare. All'ospedale territortale di via "Principe Umberto gli ufficiali e i soldati ivi ricoverati si affacciano alle finestre ed applaudono entusiasticamente. La dimostrazione rontinua in cessante, calorosissima sino all'albergo d'Europa; in piazza della Scala ed in piazza del Duomo, affollatissime, si fa ancora più imponente. Il tratto di via vicino all'albergo ' gremito in modo indescrivibile.; la carrozza deve non soltanto procedere al passo, ma arrestarsi ogni tanto perchè le guardie ed i carabinieri possano sgombrare la via innan zi ad essa. Qui le- acclamazioni si fanno im mense; migliaia di bocche lardano • Evviva » e canti patriottici; migliaia di mani si protendono verso la carrozza da cui con le labbra e coi gesti il presidente del Consiglio ringrazia evidentemente commosso. Dai bai coni imbandierati e gremiti di gente si gettano fiori sulla vettura. L'oo. Boselli parla al popolo L'on. Boselli riesce a stento a salire nell'albergo, Evocato dalle acclamazioni, si affaccia una prima volta al balcone che guarda sul corso; poi ancora una seconda, salutato da un'indescrivìbile dimostrazione d'entusiasmo. Facendo egli segno di voler parlare, l'immensa folla si raccoglie d'un tratto in un perfetto silenzio per udire le parole dell'on. Boselli- « Meraviglioso popolo di Milano, egli dice Lasciate che il mio primo saluto io lo'rivolga alle bandiere che ini stanno innanzi di Trento, di Trieste e della Dalmazia». Queste parole destano frenetici ed interminabili applausi, ces. sati i quali l'on. Boselli riprende : « Questo vostro saluto non si dirige certo alla mia persona; esso va oltre, più in alto, più in là. Vn alla patria alla vigilia della vittoria. Nel fremito di entusiasmo che ho vi6to uscire da tanta lolla, ho sentito il fremito di lutto un popolo che anela alla sua completa libertà. Le accoglienze grandiose che mi avete preparate e che mi commuovono sino in fondo all'animo, sento — ripeto — che non sono rivolte a me, ma alla Patria. Ho inteso, ripeto, echeggiale tra i vostri casti entusiastici quello che afferma la vittoria schiava di Roma, ma la vittoria è schiava di tutto il popolo d'Italia, schiava di questa meravigliosa Milano, dove scoppiò il primo generoso fremito di questa guerra gloriosa. Io vi ringrazio, cari giovani; vi ringrazio, cittadini tutti, che mi avete accompagnato con tanta fede e con tanto entusiasmo, sicuro che questa medesima fède voi sapete nutrire in coloro che reggono le sorti d'Italia. Avete ripetuto oggi più volte intorno me il grido: «Va fuori d'Italia, va fuori stranier... ». Questo canto fatidico sarà presto l'inno della completa liberazione ». Il discorso dell'on. Boselli, detto con voce fresca, con energia giovanile e con vibrante accento, ha trascinato la folla al delirio, interrotto ad ogni frase, e si può dire ad ogni paròla da « evviva » e da applausi, ha destato alla fine una lunghissima dimostrazione. Le persone che circondavano l'on. Boselli, che lo avevano già consigliato a riposarsi, devono ancora insistere presso di lui perchè si ritiri. Infatti il ministro rientra e, trattenutosi a discorrere ancora un poco, sale poi nei suo appartamento, ma la folla acclama ancora e l'onorevole Boselli è costretto ad affacciarsi al balcone ancora molte volte ed a salutare e ringraziare la folla. Sono ormai le 11,30 e la folla non lascia ancora il Corso dove echeggiano sempre entusiastici squilli di fanfare. Alla Scala L'adunanza alia Scala è riuscita magnifica; la richiesta dei biglietti d'invito era frenetica. Ne furono distribuiti oirca cinquemila, contesi da dieci volte tanto di aspiranti e pochissima hanno rinunziato a presenziare la superba manifestazione patriottica. L'aspetto della saia di una maestà che trova pochi riscontri storici. Nella sala, tra il pubblico eletto che la gremisce, è un fremito di concordia che riflette il tumulto d'anime manifestatosi .nella indimenticabile manifestazione popolare di stamane, e che attesta il grande atto di fede di Milano e di Lombardia nell'uomo illustre e venerando che incarna il più alto e puro patriottismo. , . , Sulla parte anteriore del palcoscemico, dai grande sfondo stipato di notabilità, sono disposti su doppia l»ea. ai lati del tavolo per l'oratore coperto di un tappeto cremisi, iungni banchi verdi per la stampa e presso il proscenio a sinistra vi sono i vessilli di Trento e di Trieste ed a destra quelli di Fiume edepa Dalmazia Nel mezzo, coperto da una bandi era tricolore, ' il bronzo dalle linee classiche rappresentante il « Guerriero di Legnano » delio scultore Butti, approntato quale significante o. maggio in quest'Ora storica al supremo capa .lei Ministero nazionale. Nei pruni palchi ai prima fila vi sono i consoli delle Nazioni aiOlgiati con la famiglia. Pochissimi i palchi vuoti e tra essi vi sono i due della Giunta e del Sindaco, la cui deliberata astensione, benché risaputa, g oggetto dei generali commenti. Sono presenti dei senatori gu onorevoli Esterle, Barinetti. Canzi, Frizzi, Pirelli, Facheris che rappresenta pure il venerando senatore CavalU, Della Torre, Conti, Greppi Vigoni Bergamasco, Guzzi. Salmoiraghi. Bertoni, CioeUi Palummo; dei deputati gU onorevoli Campi'. Frugoni, Morando, De Capitani, Pavia, Belotti. Delle Piane Corniani, Tassara Reggio Saudmo, Fiambertl, Gambarotto, Crespi. Valvassori Peroni. Borromeo, Bigrann, «aparotto, Agnelli. Taverna, Ftoocchiaro APrtie, Salterio, Grassi. Sion Legnani, Pirolinl, Cermenati e ci sono in grande numero ex-deputati consiglieri provinciali e comunali di parte de nZratica liberale e cattolica. Tra kU tate**; nuti è in tenuta, di sottotenente il oonslgBere provinciale Enzo Ferrari, espulso dal partito socialista ufficiale. Vi sono anche te rappresentanze della Lega Nazionale antWedesca-e di quella contro lo spionaggio. Quando alle ore 15 entra l'on. Boselli a«^pa*ntóo dal senatore Mangiagalli e dagli altri membri del Comitato, la sala splende ai un tratto più luminosa e prorompe in un grande applauso che dura parecchi minuti, sinché prende la parola il senatore Mangiagalli. Il discorso del sen. Mangiagalli Il senatore Mangiagalli, presidente del Comitato per il ricevimento del presidente del C0.nEccellènza.6Sono lieto ed orgoglioso, di por. irervi in nome delle numerose Associazioni politiche, economiche, scientifiche» di assistenza civile, che ho l'onore di rappresentare, in nome de^li onorevoli senatori e deputati qui presenti un caldo deferente saluto ed un fervido ringraziamento per avere accolto 1 Invito di una vostra visita a Milano. Ma il saluto ed il ringraziamento che io vi porgo colla mia pallida parola vengono a voi dalla intiera città, se pure qui manca la rappresentanza ufficiale di un partito che non avverti la bellezza idealo di una guerra che si combatte per il trionfo del diritto e della giustizia, per la libertà ed indipendenza dei popoli; di un partito che, fatto estraneo quasi alla vita del paese, non sente i fremiti, i palpiti, le aspirazioni della Patria. « Il saluto ed il ringraziamento sono venuti a voi dal popolo plaudente che faceva ala al vostro arrivo, dal popolo che si accalcava lungo le vie acclamandovi, vengono a voi dalle mille e mille voci della Milano non immemore dei suoi fasti, della sua gloria della sua storia, ohe si riassume nell'odio tenuto sempre desto di generazione in generazione, contro il predatore tedesco e che cui mina nelle due grandi vittorie di popolo; nel la vittoria di Legnano e nella vittoria delle Cinque Giornate. E traendo domani con gentil epensiero in pio, devoto, patriottico pellegrinaggio al monumento che queste ricorda, da esso, come da ara e da tumulo, sorgerà per tutti noi il monito che non vi può essere pace Anche la rabbia tedesca non sia spenta. « E non vi sia discaro, on. Boselli. che in quest'ora solenne, in questo tempio austero dell'arte, dove colla divina musica di Verdi echeggiò il grido del nostro riscatto, io vi faccia omaggio, in nome delle Associazioni che rappresento, di un bronzo in cui il Butti effigiò con squisito magistero d'arte il guerriero di Legnano. Esso rivive oggi in altri guerrieri che combattono lo stesso nemico, in quei nostri eroici soldati che versano lietamente il loro giovane sangue vermiglio sulle candide altissime nevi delle Alpi o sugli aspri dirupi del Carso, là dove per la prima volta dopo circa due millenni le forze italiche riunite sotto un duco sapiente e sotto un Re glorioso, che si confonde 'col suo esercito e col suo popolo ricalcano .In vie dei gloriosi ricordi di Roma, in céinmiiio verso Trieste, la fedele di Roma, a cui noi tendiamo le braccia per stringerla quanto prima nell'amplesso fraterno che tante giovinezze di martiri segnarono, in cammino verso Trento, dove il gran padre Alighieri guarda ed aspetta l'ora del trionfo e le ombre inulte di Battisti fi di Filz:, vagolanti sugli svesnt attendono l'apoteòsi e la? l a e o e i spalti del Castello, vendetta. i Ma perchè a voi, on. Boselli, viene tanto entusiasmo di cuori o di nienti, uniti in una santa fede? Non a voi soltanto perchò una delle più nobili ligure dei Parlamento italiano, non a voi soltanto perchè presidente di duellai « Danto Alighieri » cho tutte la nostre fedi alimentò anche quando il parlare di Tremo 0 di Trieste faceva collocare a riposo ministri e generali; ma a voi sopratutto perchè col vostro* fervore patriottico riassumete l'anima del popolo italiano, coi suoi entusiasmi, tiollc sue fedi, colla radiosa visione di una patria grande e col tenace -proposito di condurre la guerra) tino alla vittoria completa; a voi infine perchè) impersonate altamente o nobilmenta il Ministero nazionale, che, slrette in un fascio tutta le energie, colla dichiarazione di guerra alla Germania mise d'accordo il diritto col fatto mediante un atto solenne, il quale fece apparire completa la solidarietà d-c-i popoli e dei Governi alleati per il trionfo del diritto e delliv giustizia. Questa solidarietà già esisteva, m;u la grande anima del popolo sentiva che adi essa marmava qualche cosa, se non era, proclamata nella forma più solenne ed aperta. E la solidarietà ci condurrà alla vittoria, perchè «e la pace deve regnare nel mondo, ee la giustizia deve trionfare, è necessaria la vittoria, e una vittoria che sia redentrice di popoli oppressi, quella vittoria che la Gsrmania dopo aver steso la mano rapìnatrice su mezza Eu. ropa, male si affanna a considerare come una; conquista per bocca del suo Cancelliere. « Qui voi non vedete uomini di parte, ma cittadini devoti alla Patria e al pubblico bene; cittadini che hanno deposto sull'altare della/ Patria le loro passioni ed i loro dissensi. B come ci vedete saldi ed uniti contro ogni nemico esterno, ci avrete uniti, forti e compatti) contro coloro i quali si attenessero di fìimU nuire o di logorare in qualsiasi modo te forza di coesione morale della Patria. Verrà la vittoria e con essa la pace e colla pace l'Italia! nuova. E gli uomini dai 18 ai 40 .Trini orai lordi di sangue <> di fango, che combattono nelle trincee, quegli uomini provati, alla scuola di duri sacrifici saranno la nuova italia. E dS questa nuova Italia, -fatta.di sublimi «acrilici, di alte idealità, di nuove energie costruttive, sia datò a voi, on. Boselli, a cui 11 fervido amore di patria sembra centuplicarp le forza e rinverdire la vita, di essere il timoniere cha la guidi all'alto destino che l'attendo per sa< pienza <H reggitori e per virtù di popolo ». Parla Fon. Boselli Quando l'on. Boselli si alza per pronun* ci are il suo discorso, si rinnova l'acclama* zione,che già lo salutò al suo apparire sul palcoscenico. Il Presidente del Consiglia comincia colle seguenti parole: « In questa sublime esaltazione dell'anima nazionale ogni persona scompare. Una sola visione tutu ci commuove-, la visione della patria, cinta di nuova gloria, risorta a mio* va grandezza di italiana virtù. Il solo volerà ci infiamma: noi vogliamo ed avremo la vittoria per malia e per la civiltà. Milano così oggi maravigliosamente afferma per sè c per, l'Italia, ed io sento che in questo mom.cnto\ il genio ed il cuore di tutta l'Italia sono quit con voi, con noi. La parola non, valer La commozione sovrasta al pensiero. Io non sa-, prei fare un discorso. Il fremito che corre im quest'aula muove giovavi e vecchi, non a discorrere, ma ad operare. Fu eloquente il vostro saluto, senatore Mangiagalli, Sentii in esso l'eco della voce popolare, della, voce, di Milano, e nel fulgore della vostra parolai mi parvero brillare ardenti colori delle tante] bandiere spiegate a queste aure, che ser* bano sempre aleggianti i versi di Manzoni e di Berchet, cui rispondono quelli del fo* coso interprete di Tìrteo e che oggi signU fleano l'unione patriottica, la poesia immor* tale dell'italianità lombarda. Io non so rin-> graziarvi, ma posso dirvi che la vostra pa* rola vibrerà sempre nel mio cuore, ispira* trice, animatrice, ammonitrice, confortatrU ce, parole di entusiasmo nelle ore propizic< parola di fede nelle ore dubbiose. La mia vecchiezza congiunge i ricordi dell'ora presente alle tradizioni del nostro Risorgi*, mento ». L'oratore passa poi a constatare ed esal-jj tare la concordia nazionale intorno aliai guerra, che « con sapiente ardimento il Rei proclamò uomini politici il cui nome rimarrà) nella storia consigliarono, ilParlamento de*' liberò e il popolo italiano volle sovranamen-, te: quella guerra che noi proseguiremo adì ogni costo fino alla vittoria ». E qui l'oratore esprìme la sua fiducia che* la concordia degli animi nel paese sia pari all'unità dei voleri e degli intenti dal Governo. Accenna quindi al monumento porr la vittoria di Legnano e dice: <c Voi qui suscitaste, per virtù di arie mU rabile, i guerrieri che nei secoli andati coiru batterono la più bella delle battaglie italia* ne. Ringrazio del dono fattomi di questa riproduzione del « Soldato di Legnano ». yoì qui lo recaste perchè popolo e Governo rinnovino, dalle Alpi ai Vulcani, il giuramento che scacciò dall'Italia Federico Barbarossa^ Antico oppressore, maestro di barbarie, cosparse il sale sul vostro suolo, ma non •riux sci a isterilirlo e fu seme, invece, donde), germogliò l'odio perpetuo contro gli oppretsori stranieri per cui ogni generazione lombarda opera e muore per la patria, l padri vostri assunsero allora l'insegna; l'Italia libera, Iddio lo vuole! Oggi noi diciamo che. tutta l'Italia sarà Ubera e lo vuole, con Ttiot il popolo italiano, risorto fiammeggiante alla sospirata liberazione ». L'oratore prosegue discorrendo Intorno al motivi della guerra, «che è guerra d'indipendenza italiana, guerra di civiltà, dalla quale il genio e la tradizione italiana noa potevano separarsi mentre l'Italia deve Sfaot