La celebrazione del XX Settembre

La celebrazione del XX Settembre La celebrazione del XX Settembre La patriottica ricorrenza del XX Settembre I \\6 stata ricordala ieri con una larga «sposizio- cane di bandiere, con un oorteo pubblico, con teluminarie alla sera ed altre mun.lesuu.oni. U dcorteo, al quale mancò una preventiva orga nizzazlone. raccolse tuttavia buon numero d. società con bandiere e di aderenti. Le bandiere dj associazioni politiche, di reduci dalle patrie battaglie, di m.dltan, di previdenza, erano circa una trentina Particolarmente accollo con simpatia fu il gruppo dei garibaldini ne.la loro camicia di fiamma. li corteo sflió leniamenle per via Pietro Micca. via XX Settembre e quindi per via Nizza raggiunse il monumento innalzato a gloria dei martiri del "21 Oratori furono 11 prof. Romano e l'avvocalo Boccarino. Il primo ricordò i martiri che prepararono )e giornate del riscatto nazionale co: sacrificio della propria vita e accennò — fra approvazioni — alla politica insidiosa di queila Grecia per la quale i volontari italiani diedero un giorno il loro sangue. L'avv. RoccaTino esaltò la guerra all'Austria perchè nazione negatrice di ogni civiltà e dopo un inno al popolo Italiano chiuse con un saluto all'esercito ed alla patria. Sui gradini dei monumento salirono parecchi soldati mutilati che furono salutati da calorosi applausi. L'Amministrazione civica ha quest'anno Imbandierato e decorato-la facciata del palazzo di Città con una esposizione straordinaria di grandi bandiere di tutte le nazioni alleate. Questa decorazione ha radunato in piazza Palazzo di Città per tutta la giornata numerosi visitatori. Alla sera il palazzo fu pure illuminato con centinaia di lampadine elettriche. Negli ospedali dei soldati In quasi tutti gli ospedali territoriali per soldati feriti o inalati, questi vi ebbero speciali attenzioni da parte del personale della Croce Rossa e di gentili privati: All'ospedale Principessa Laetlt'n in piazza Venezia fu una gaia festa per l'intera giornata.. Per sottoscrizione fra gli ufficiali della Croce Rossa e le benemerite damo addette a questo ospedale, i soldati quivi degenti ebbero un pranzo speciale a mezzogiorno. Nel pomeriggo furonio loro offerti dal fratelli F. e S. Asclieri castagne, marrons glacts, vini barbaresco stravecchio, champagne, dolci, ecc. con una signorile abbondanza alla quale gli espiti fecero giocondamente onore. Nel mezzo dell'ampio cottile erano state distese le tavole decorate con grandi bouquets di fiori, nastri e bandiere tricolori. I fratelli Ascheri, che avevano inviato, sempre a loro spese, l'orchestra dell'Alfieri, la quale svolse un scelto programma, provvidero pure per un munifico servizio anche agli ammalati giacenti in letto nelle corsie o impossibilitati a discendere nel cortile. La letizia più cordiale regnò fra quelle centinaia di valorosi feriti t quali auspicarono, grati di tanta bontà, e cortesia, alla fortuna della patria ed a quella dei loro benefattori. Nella serata un'accolta di artisti, diretta dall'attore Mozzato, recitò 1 tristi amori del Giacosa nel salone dcU'istltulo in un elegante teatrino all'uopo improvvisato. I malati o feriti di una certa entità vi furono porlati in lettighe e adagiati nelle prime file; dietro di loro si assiepavano i convalescenti. Lungo tutta la giornata i soldati furono amorosamente assistiti dalle dame e dagli ufficiali della Croce Rossa di turno al completo. Pure ai feriti accolti nell'Ospedale Mauriziano la ricorrenza-del XX Settembre venne festeggiata con particolare allegrezza. Per cura di alcune pietose darne fu distribuita nel pomeriggio una « merenda » che ebbe dai soldati un'ottima accoglienza. Alla sera poi i convalescenti furono radunati per una proiezione cinematografica che li diverti assai. Fu cosi una giornata d'insolita allegria e graditissimo giunse al valorosi feriti questo omaggio di affetto e vive e schiette furono le loro espressioni di riconoscenza.. La Direzione dell'ospedale aveva voluto agevolare questo trattenimento col suo cordiale appoggio. Nell'ospedale della Croce Verde suonò una Banda musicale c vi fu spettacolo di varietà che confortò assai gli ospiti anche di questo baiemerlto istituto. .A.1 Valentino II trattenimento alla Casa del Soldato li ricorso della storica giornata fu occasiono di un buono, degnissimo spasso pei militari alla Casa del Soldato, al Valentino. 11 trattenimento musicale, promosso dal Comitato (iella Casa, col concorso dell'Associazione della Stampu. e colla' partecipazione di appiaùdiùssiuii artisti, riuscì veramente" una festa sana, limpatica, calda; una festa d'arie c d'entusiasmo di una sola famiglia e che ha un unico nome : i'itaiia. Attraverso le armonie doi nostri grandi maestri, quel nome sempre risuonava: Italia. Nelle cadenze delie melodie del popoli, quel nome si scandeva-. Italia. Negli applausi delle mani forti e giovani, che accoglievano e musiche e canti ed artisti, quel nome si celebrava e si venerava: Italia. Il pubblico, quasi per intero, era composto di soldati. La sala dello spettacolo era una dello più meravigliose, « che nessun Architetto riuscirà mai a costruire, perche è stata costruita dalla natura. 11 nostro parco delizioso ne faceva lo pareti e lo sfondo. Grappi di platani solenni, ove l'autunno imminente ha già dato qualche, pennellata di giallo, bruni abeti pensosi 6 poderosi, e dietro, ia linea pacata delle colline no tappezzavano un lato. I tetti secenteschi del Castello del Valentino emergevano di fronte, tra maree fitto di foglie. Lontano, la Mole Antoneljlana volgeva il suo indice aguzzo al cielo. Dall'aitile lato, i villini e 1 viali si prolungavano in testoni di giardini e d'alberi. Sopra era il soffitto dei cielo: un soffitto un po' rannuvolato, un po' Imbronciato, accigliato di nuvole, ma che pure, ostinato a rifiutarsi di non lasciarsi cadere in pioggia, riusci a mantenersi neutrale, a dispetto di tutti i tentativi del vento, che pareva deciderlo per l'acqua. La platea: un settore wll'èUssi verde della patinolre. Negli intermezzi si potevano vedere alcuni spettatori fare allegramente le capriole nell'erba. Il pubblico, di fronte alla patlnoirc (sul versante dove c'è l'orologio, per intenderci meglio, e dov'era \n padiglione, facente funzione di palco) era gremitissimo- Tutte lo regioni d^talia vi erano rappresentate, tutti i gradi dell'esercito, tutto le armi. « Avanti! avanti! giovinetti — invitava un affaccendato introduttore. — Prendete il posto che vi pia>e. Tanto, tanto la spesa è la stessa. Non si paga niente! ■>. E il pubblico militare, disciplinato anche ad una festa all'aria aperta, si allineava, si stringeva, si stipava nel miglior ordine. Quando sedie e sedili furono occupati, la folla fece gruppo intorno ai cespugli, divenendo viventi cespugli umani essa stessa, si sparpagliò nel prato sottostante, si addossò, si serrò contro la facciata di legno dell'edificio, si agglomerò alle porto, si appolaiò alle finestre. In cerchio, lontano, nei viali che fasciano lo. patinolre, migliala di cittadini si erano assiepati, curiosi. Tra gli alberi, a quando a quando, si vedevano filar via. fra tintinnii di campanello ls tranvie imbandierate. Presso il padiglione-palco erano 1« autorità: 11 generale Chiaria comandante 1« divisione, il prefetto comm. Verdinois, li generalo Cerri in abito borghese. E vi si notavano pure: la signora Ildegarde Occella, l'instancabile e benemerita fautrice di tante popolari opere utili, il prof. Pagliani, il consigliere delegato dell'Associazione della Stampa dottor Gino Pestelli con parecchi consiglieri, il barone Giannetti ed altri. Il trattenimento incominciò eolla Marcia Beate, eseguita dalla Banda del »2.a reggimento fanteria, egregiamente diretta dal maestro Sforale. Applausi e viva accolsero la battagliera fanfara italiana che sventola ancora al vento le sue vetchte note tempestose, eome una bandiera che ha conosciuto le guerre e le vittorie, e che ad altre guerre o ad altre vittorie guida ed invita. Poi incominciò y trattenimento. Primo numero del programma fu ti duetto dell'ultimo atto della Forza del destino. Fu cantato dal tenore Aymo e dal baritono Gai* dolfl. Quest'ultimo, in divisa, non ebbe che a presentarsi per ottenere una salve di battimani, che ad entrambi gli artisti si rinnovò ripetuta e scrosciante alla fine del duetto.. E' il petto famoso in cui Don Carlo va a MOYin Don Alvaro nel tuo romitaggio, • dova ladl'fescracsAncèmaCsduecbemptbnbaoVsdei baritono, dopo aver fatto mostra del suo aratteraccio vendicativo ed insolente, Induce il enore, il quale non chiederebbe di meglio che i continuare a fare il frate, a battersi con lui: a scena che termina col grido • a morte aniam 1 • e in cui baritono e tenore escono colintenzione di barbaramente trucidarsi. L'efetto fu immenso. In nessuna sala di teatro ho entito il silenzio, il raccoglimento, l'attenzione ome tra quelle schiere di soldati. Nessuna paola, nessun commento; tulli ascoltavano, tutti ssaporavano, bevevano la musica. Nessuno ome le anime semplici o che si riducono alla emplicità, sa sentire l'arte. E passiamo all'altro numero del programma Appare sulla scena, anch'egli in divisa. Il tenore Da turni. Il Dalumi. già tante volte aclamato ed ammirato dal pubblico torinese, acclamato, ammirato ed applaudito nuovamente. Egli canta l'aria della Tosca ■ recondite rmonie... ». nella quale il bravo pittore Mario Cavaradossi tenta di tranquillizzare la sua cocienza d'artista e di innamorato mettendo d'accordo, fondendo insieme ed adorando in un'unica beltà i vezzi della signora Attavanti di Floria Tosca, soprano apprezzatlssimo o he va molto a genio anche a quel vecchio bigotto antipatico del signor Scarpia. Ma non divaghiamo. Notiamo piuttosto che eccellente accompagnatore ni pianoforte è il maestro Cantù, che ha accompagnato il primo pezzo e ne accompagnerà altri, e che dlligen issima voltatrice di pagine è la signorina Ta basso, la quale, oltre al voltare le pagine alla nota opportuna deve difendere anche, quelle benedette pagine, dal vento che le volterebbe a suo capriccio anche a quella inopportuna. La signorina Giordani (bella voce squillante, ottima dizione) fa sentire 11 grido nostalgico di Vally (un singhiozzo musicale), di Vally che se ne vuole andar lontana — come il lamento della pia campana — là tra la neve bianca. E gli applausi grandinano.... Ho visto qualche maschia faccia commuoversi, qualche fazzoletto, colla scusa di cercare il naso salire fino agli occhi.... Non credo che ne sia stata causa unica l'intempestivo tincrùdimento di temperatura.... Basta, ognuno ha una nostalgia nel suo cuore, un rlrord" e quando la musicali disseppellisce (è curioso!) ci sente rome prudere gli occhi... E' un raffreddore senitimentale che viene su dall'anima. La sinfonia del fluarany ci porta in altra aria: dall'Alpe di Vally alla savana brasiliana. La sinfonia & oseguitta dalla banda del !B.o e diretta con tanto slancio e eoa lama passione dal maestro Storace, the fin la musica di Gomes par bella. E adesso ridliamo: è la volta di Salvatore Riccio, dicitore naDolctano, che dice alcune cosette gustose fin troppo (ma quanto ben dette!) accompagnato al pianoforte, dal minuscolo e pur provetto pianista Raffaele Zocchl. Ed è la velia di Sichel, che recita il monologo : il viaggio da... a.... A mala pena lo si può sentirò, tanto il pubblico ride. Non si pretenderà gin, crediamo, che si parli qui dell'arte di Sichel... E' superfluo avvertire che fu applaudito con quante mani erano presenti. Cabbré, To squisitissimo dicitore napoletano, ci trasportò poi sulle rive del suo golfo, e sotto il suo cielo di velluto, dove la bellezza 6 cosi grande che il cuore nar stretto a contenerla. La « lettera del soldato al fronte » ebbe l'onore del bis. « Capri » e « Napoli canta » ci fecero dimenticare d'aver sopra quasi l'autunno e ci trascinarono sovra mari incantati azzurri e lunari, pieni di melodie, ebbri di profumi. Fu uno dei numeri che più scosse, trascinò l'uditorio. Si passò di successo in successo; la signorina Giordani, 11 signor Aymo, il signor Gan dolfl. ottennero altri applaudi calorosissimi nella Bohème, in Pagliacci, nel Flgliuol prodigo II" pubblico stesso, in fine, si fece attore, e in piedi fra il più grande entusiasmo, intonò gli Inni patriottici. Il trattenimento era finito. R gen. Chiaria sì congratulò vivamente con, gli artisti cortesi e In particola.r modo con due artisti soldati : Maurizio Dniiiimi e Alfredo Gahdolfl. Il Prefetto e il gen. Chiaria si comniaquero anche vivamente col consigliere de legato delil'Assoclnz!inne della Stampa, dottor Gino Pestelli', ner il buon successo della simpatica iniziativa, che procurò a tanti soldati tm'nra lieta di svago. All'uscita, i! gen Chiaria fu salutato da calorosi <>wiva. I nostri soldati hanno festeggiato il loro XX Settembre.

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