Un riassunto delle operazioni italiane

Un riassunto delle operazioni italiane Un riassunto delle operazioni italiane L'offensiva sul Basso Isonzo Il Comando Supremo comunica il seguente riassunto delie operazioni-dai primi di agosto ai primi di settembre: La fase del preparazione I preparativi per l'azione offensiva, che con. duisse il nostro esercito alla espugnazione della piazza di Gorizia e ella conquista del sistema difensivo del Carso, si debbono fare risalire all'inverno del 11H5-1G. Sin da allora infatti vennero iniziate, lungo la fronte dal M. Sabotino al mare, operazioni metodiche dirette a conquistare le posizioni più adatte a servire quali punti di partenza per un attacco di viva forza; si diede opera ad aumentare nelle nostre grandi unità le dotazioni di artiglierie o di mitragliatrici, nella quantità ritenuta sufficiente ad assicurare il successo; si creò di pianta una nuova specialità, quella delle batterio di bombarde, rivelatesi ai-mi efficacissime per la distruzione delle difese passive; infine si studiò l'impiego più razionalo ed efficace di tutti i mezzi disponibili, nell'intento di ottenere cen matemati ca certezza, nel giorno dell'azione, la distruzione completa, sui tratti di fronte prescelti per le irruzioni, di ogni sorta di ostacoli ma terdali alla avanzata delle fanterie. Nel tempo stesso furono con ogni cura agguerrite le truppe; create nuove unità; accumulate Ingenti riserve di munizioni, sia con lo svilupparne la produzione in paese, sia col curarne l'economia nella zona di guerm. SI provvide a.nche a completare e a rafforzare il nostro sistema difensivo sul basso Isonzo, facendo di esso, oltre che una potente base per l'offensiva, una insuperabile barriera ad eventuali attacchi dell'avversario. All'inizio della primavera, deltneatasi la possibilità di una offensiva nemica in Trentino, fu per noi giuocoforza inviare in quello scacchiere una parte delle truppe e delie artiglierie, di nuova formazione, che erano state in precedenza destinate alla fronte dell'Isonzo. Scatenatasi poi, a metà maggio, la offensiva stessa in tutta la sua violenza, fu ancora necessario spostare verso il Tren'in una gran parte delle unità di riserva disp<< nibill. Ma, pur così provvedendo, il Comando Supremo italiano con ordini e direttive ai comandanti delle armate sull'Isonzo confermava ripetutamente il suo intento che si dovesse persistere noi dare sviluppo alle prerì' snosizioni per l'offensiva su Quella fronte. I n conquista della piazza di Gorizia, non ostante i sopravvenuti turbamenti, era e restava ad ogni costo l'obbiettivo principale delle nostre operazioni estive. E in coerenza a tale concetto, già nella prima metà di giugno, determinatosi l'arresto della invasione nemica in Trentino, il Comando Supremo faceva eseguire gli studi per potere a momento' opportuno, con rapida manovra per linee interne, ricondurre dalla fronte del Trentino a quella dell'Isonzo truppe ed artiglierie e tutti i mezzi ritenuti necessari per un attacco a. fondo. La rapidità della manovra doveva ottenersi sfruttando nella misura maggiore possibile ferrovie ed autocaiTi, nello scopo di riuscire ad iniziare l'azione per sorpresa o. in ogni caso, prima che l'avversario avesse avuto tempo di parare il colpo, tenuto conto del maggior sviktippo delle sue linee di comunicazione, all'esterno dell'arco montuoso d^lle Alni Trentine, Gamiche e Giulie. L'offensiva contro la testa ,di ponte di Gorizia doveva poi essere preceduta, di due giorni, da un a**acco nel settore di Monfalcone. nel fine di rich'amnre verso miei tratto flj fronte, sensibilissimo ncr il nemico, forze ed attenzioni di esso com.nlet.Tndo cosi, con la sorpresa nel enmnn tattico, la .sorpresa strategica da ottenersi con la fulminea celeritiì del movimento logisfoo. La fase logistica I movimenti ferroviari, per )a radunata delle troppe e dei materiali destinali alla offensiva sul basso Isonzo, furono compiuti In tre distinti periodi. Nel primo, dal 29 giugno al 27 luglio, ebbero luogo movimenti preliminari consistenti nel trasporto di qualche unità di riserva, non più necessaria per l'azione in Trentino; dei complementi per le armate dell'Isonzo; di ma. tarlali vari ecc. Caratteristica di tale periodo: la assoluta tranquillità di esecuzione nei movimentò, i quali non dovevano destare la attenzione del nemico, rivelandogli le nostre intenzioni. Nel secondo periodo, dal 27 luglio al 4 agosto, si svolse la manovra strategica vera e propria; che consistette nel rapidissimo spostamento prima della artiglierie e delle bom barde, poi delle grandi unità, e nel loro s<. tiramento sulla fronte delle operazioni. Caratte risiici)e di tale periodo-, la minutissima' accu ratezza della preparazione, la rapidità nella esecuzione, la segretezza dei movimenti ottenuta col fare conoscere a ciascun riparto la propria destinazione solo durante il viaggio e col partecipare agli organi incaricati del servizio ferroviario soltanto quei trasponti ohe direttamente e strettamente li interessas e à - i o ¬ a a e e e1 à i a. i o Nel terzo periodo, dal 1 agosto in poi. si ebbero essenzialmente trasporti nel campo tattico; esso fu caratterizzato dalla repentinità nelle richieste di trasporti e dalla conseguen'«? necessaria rapidità nella predisposizione ed esecuzione di essi. Il complesso movimento ferroviario si svolse con la maggiore regolarità e precisione. Iteli che iior talune delle linee, più intensamente sfrattate, la potenziatila massima prevista f^s. ■te superata di un terzo, non si ebbe a larnen are il menomo inconveniente. Vi contribuirono l'attività e lo spirito di abnegazione de;!i enti tutti preposti alla direzione ed alla sedizione del servizio ferroviario, cui è giupertanto tributare un meritato encomio La conquiste (iella testa di' ponte di Gorisi® Designato l'obbiettivo strategico delle ope razioni* e stabilito il concetto e le modalità per il rapido e ordinalo svolgimento delia vasta manovra tra il Trentino e l'Isonzo, il Comando Supremo affidava a quello della 3.a Ar. nota l'arduo ma onorifico compito di diri. .v l'attacco lungo tutto il tratto di fronte lai Siibotino ai mare. E il Comando della l.a Annata studiava ti stia volta con ogni cura Indirizzo pei- la manovra tattica e. in relazione ad essa, là migliore dislocazione ed il ■■W razionale impiegò dei mezzi assegnatigli. r,v.v> poi possibile ni rapidamente collo□ re lo batterie di artiglierie e di bombarde, i mano a mano giungenti sull'Isonzo fra il ■~ eri il 31 luglio, por modo che alla sera del •>. agosto esse erano già pronte ad aprire il fuoco. .Nella giornata del -1 agosto aveva luogo la livisata azione diversiva nel settóre eli Monfalcone. Dòpo intensa preparazione d"lle artiglierie, le nostre fanterie assalivano ed espugnavano le alture di quota 85 e di nuota 121 ad est della Rocca, prendendo'-! 145 prigionieri, tra 1 quali 4 ufficiali. Ma l'avversario, ^^o.ji'n (i) tfTTt0^''! insi'*ì'"' aveva pniipn^.n noi t'.'lnceramenii abhanàonatti, srande numero di bombe -che, nell'ulto in citi le nostre tnipoe irrompevano vittoriose nelle linee conjulstate, esplosero producendo i consueti gas. tfeslnntl. indi a poco ingenti masse nomi■be erano lanciate al controattacco, che obMigò le nostre truppe, decimate e stordite ijAll'-elfetto dei gas. a ripiecr-ire sulle trincee■il partenza, trascinando secò i prigionieri T,-,nc;i 1 ••• tr'o-Tintn del 5 passò in semplici azioni artiglierie, dirette a saggiare la' fronte del emioò. a frastorname l'attenzione a inoua''-.••■> il n".stro tiro: mentre intanto l'avveringannato dalla nostra manovra, Inviavi 1,1 frétta rinforzi di truppe e di artiglierie vo»so il sMioi"1 di Monfalcone. r rnpttino del (5 a.wsto tra le ore 7 e le 8, tutte !" nostre artiglierie n le batterle di bornharde aprivano fuoco violento e ben aggiu contro il tratto di frante nemica dal Sabotino ai S. Michele. Nelle pause del for■ : ; bile bombardamento, ardii ti nuclei di fanteria si spingevano sin centro !» linee lemiche a riconoscervi gli effetti del fuoco. MI ■ or 18, accertato che la prima linea ili difesa nemica era quasi ovunque c.oinpletamepj.o listnwta <? le successive sconvolte, ondate di • . e irruppero all'assalto. Stupendo invero lo si ettacolo d'',i nostri intiepidì fantaccini, a•inti con Sinsuperabilé slancio all'attacco di ' isizioni ritenute sino allora imprendibili: mentre 'e artiglierie con meravigliosa precisione ne secondavano gli sforzi, precedendoli con cortine di fuoco sterminatore, o fulminavano le riser. ve ammassate sul tergo delle posizioni nemiche: e mentre le infaticabili truppe cM genio riattavano l rassaggi, completavano la distruzione delle difese acceMocte, impi»»Tri*avano sdfddSibpdtmmpzntiSLgdmaldtcrPdprlcgtlCgtlmntdavarnmtgnsvr e s. e i i l e , l i e . o i o i e e r. io uo All'ala sinistra della nostra fronte (45 a divisione), una colonna comandata dal colonnello di Stato Maggiore Badoglio e composta del 78o fanteria (Brigata Toscana), del 3o bailamme del 58.o (Brigata Abruzzi) e del 3.o battaglione del 115.0 (Brigata Treviso), rinforzata dalla S.a e 15.a compagnia minatori e sostenuta dalla il.a batteria da montagna e dalla 31.a e 32.a batteria di bombarde, muoveva all'assalto del possente baluardo di M. Sabotino, chiave della difesa di Gorizia. Eu tale qui l'impeto delle truppe che, superate d'un sol tratto le linee nemiche, in 40' raggiunsero la quota 609, culmine del Sabotino, sorprendendone e facendo prigioniera quasi tutta la guarnigione. L'avanzata prosegui rapida verso l'Isonzo e a sera i nostri avevano già raggiunta la linea S. ValentinowS. Mauro, lungo le falde orientali del M. Sabotino. Sulle alture ad ovest di Gorizia, la Brigata Lambro, della 43.a divisione, (805.0 e 206.o reggimento) assaliva a nord-est di Oslavia l'altura di quota 188, già in tanti sanguinosi combattimenti cosi fieramente contesa, e dopo dura e alterna vicenda di lotta riusciva ad espugnarla. Più a sucl, la Brigata Abruzzi, della 84* divisione, (57.o e 58.o fanteria), attaccava frontalmente le muniitissime linee di Oslavia e mercè ostinati sanguinosi assalti riusciva a superarle giungendo a sera sino nei pressi di Petima. Sul M. Podgora, la Brigata Cuneo, della 11.a divisione, (7.o e 8o reggimento) sfondava di primo impeto le potenti difese nemiche, superava la cresta, di quella altura e raggiungeva l'Isonzo all'altezza di Grafenberg. Ivi, accerchiata da preponderanti forze nemiche, impegnava con esse combattimento durato violentissimo per. tutta .la notte. Infine, all'estremità meridionale delle alture, le truppe della 12.a divisione superavano u M. Calvario e, nel piano, sfondavano l'intricata linea difensiva costrutta dal nemico tra il margóne meridionale del Podgora e l'Isonzo. Lotta non meno cruenta ma altrettanto vittoriosa si svolgeva intanto sul margine settentrionale del Carso; ove He valorose fanterio della 22.a divisione (Brigata Brescia, l9.o e 20.o reggimento; Brigata Ferrara, 47.o e 48.o reggimento; Brigata Catanzaro, 141.0 e W8.o reggimento) assalivano la munì rissi ni a linea di vetta del M. S- Michele, altro possente baluardo dela difesa di Gorizia e di quella del Carso a un tempo, già In 15 mesi di guerra bagnato di tanto generoso sangue italiano, e dopo insistenti assalti riuscivano a conquistarla interamente. E' qui giusto e doveroso dichiarare che il nemico oppose lungo tutta la fronte Aera, accanita resistenza e vendette a caro prezzo la vittoria. Pur sopraffatti ( grossi delle sue truppe dal soverchiante impeto dei nostri, nuclei di animosi si difendevano disperatamente in caverne o su cocuzzoli isolati. Furono a mano a mano accerchiati dai nostri e costretti alla resa. Piiù di 3O00 prigionieri, una diecina di cannoni, numerose mitragliatrici e ricco bottino di materiali da guerra di ogni specie rappresentarono il trofeo di questa gloriosa memoranda giornata. Il Comando austriaco, sorpreso dall'inopinato nostro attacco, ma non disperando ancora del successo, cercò ogni mezzo per correre al riparo. E mentre inviava in fretta rinforzi sulle posizioni che ancora resistevano e ammassa, va truppe e artiglierie per tentare con diispe rati controattacchi di riprendere quelle perdute, emanava nella soia stessa del G il seguente ordine del giorno all'armata dell'Isonzo : • Il nemico passa su quasi tutta la fronte a un attacco decisivo, cerca un successo finale. Io m'aspetto dalle mie t ruppe che gli sia preparata degna accoglienza e venga respinto senza che ne rimanga un resto. La situazione generale richiede oggi più che mai che tutto le nostre posizioni, difese tenacemente per oltre un anno, rimangano nelle nostro mani. Io nutro fiducia che il mio volere divenga ovunque realtà.- La vittoria deve essere nostra. — Colonnello gen. Boroevit: ». *** Assicurato con la conquista del M. Sabotino e del M. S- Michele il possesso dei pilastri laterali della testa di ponte di Gorizia, testava a completare la espugnazione delia imponente cortina costituita dalle alture immediatamente ad ovest della città. La battaglia vi si protrasse aspra, sanguinosa e incessante sino al pomeriggio delT8. Il terreno rotto, intricato e ricco di appigli tattici, te molteplici e possenti linee di difesa erette dairaweisarìo. la vicinanza di Gorizia» centro cospicuo di risorse per il nemico, facilitavano ad esso la tenace dilesa e gli consentivano violenti ritorni controffensivi. A palmo a palmo, a prezzo di generosi sacrifici, ie nostre fanterie, con la mirabile incessante cooperazione delle artiglierie, conquistar rono tutto l'aspro ed intricato terreno, espugnando ad una ad una le innumeri trmcec, circuendone ed obbligando alla resa i ditetisori, ributtandone oltre il fiume i violenti controattacchi. Si distinsero nella lotta le brigale di fanteria Toscana (77.o e 78.o reggimento) e Trapani (143.0 e 144.0 regg.) della 4j.a Divisione, che, manovrando sul tergo dei,e linee nemiche sul T. Peumica e snida collina sovrastante al villaggio di i'euma, ne deternunarouo la caduta. Altri non meno poderosi controattacchi nemici, preparati da potenti bombardamenti, erano respinti dai vaiolosi difensori del M. Sabotino e del M. S. Michele. Nel pomeriggio dell* agosto, per effetto dilla nostra vittoriosa azione, tutte le allure sulla destra dell'Isonzo, costituenti la testa di ponto di Gorizia, e il -M S. Michele sulla sinistra del fiume erano in nostro saldo possesso. La linea dell'Isonzo a valle di Tolmino era a noi intieramente assicurata Sull'imbrunire, riparti delle Brigate Casa:.: e Pavia passarono a guado l'Isonzo, di cui il nemico aveva in parte danneggiati i ponti e si rafforzarono sull'altra riva. Una colonna di cavalleria <± di bersaglieri ciclisti era tosi, lanciata. ;uJ'inseguimento, Con alacre opera riparti del genie* sotto il tirò delle artiglierie avversàrie gittavano i ponti e riattavano quelli danneggiati dal nemico. Il mattino del 9 agosto le nostre truppe entravano in Gorizia mentre una colonna di uava'/leria e ciciisti percorreva la pianura ut imo alla città spazzandone le ultime resif.ei.z. nemiche. II successivo 10 te nostre fanterie oect> pavano le pendici occidentali delte alture che avvolgono ad est la piana di Gorizia e p-'ù a sud, la linea «iella Veitoibizza, iniziandone il rafforzamento". •La conquista di Gorizia merita di essere annoverata tra lo più beile imprese militari del nostro paese. In soli tre giorni la più importante dello piazze nemiche sulla fronte. dell'Isonzo cadeva in nostro possesso per effetto di attacco di viva forza, uno de! più poderosi e violenti attacchi di piazze forti clic- la storia della attuate guerra europea sin oggi ricordi, E' opportuno rilevare che alla piazza di Gorizia l'Austria aveva sin dal tempo di pace rivolte le maggióri cure e, specia niente durant il periodo cicala nostra neutralità, ne aveva accresciuto il valore, già grandissimo per natura, con lavori difensivi che l'esperienza dei primi me.:i della guerra europea aveva contribuito a rendere formidabili. Dichiarata da noi ]a guerra, di Comando nemico aveva con centrato in Gorizia forze e mezzi imponenti e dèlia difesa di ossa aveva fatto uno dei capi, saldi della propria condotta strategica. Al buon successo deilc operazioni contribuì rono l'efficacia della manovra nel campò strategico ed in quello tattico, l'azione delie artiglierie, la condotta delie fanterie. I! Contando nemico, come attestarono i prigionieri, si cullava nella illusione che il fulmineo <> poderoso sforzo da noi fatto per arrestare prima, ricacciare poi l'invasione austria ca in Trentino avesse per lungo tempo esaurito ogni nostra capacità offensiva- Cosi la ndstra manovra per linee interno tra la fronte irid ntina e quella dell'Isonzo, condotta con rapidità, precisione e segretezza, poteva al mattino del 6 agosto permettere alla nostra offensiva ck scatenarsi in tutta la sua temibile violenza contro un nemico moralmente affatto impreparato a riceverla. L'efficace attacco diversivo su Moi> Mteoae completò .fegararMW. nsdlpvlrspsusvs e o 6 o a L'azione delle nostre artiglierie e bombarde nella giornata del 6 agosto rappresenta un esempio veramente classico di concentramento di fuoco contro linee fortificate. Essa era stata lungamente e minuziosamente studiata e preparata : mercè l'esplorazione del terreno con velivoli o pattuglie o con osservazioni ottiche le posizioni nemiche erano state perfettamente riconosciute ed inquadrate strila carta; i bersagli accuratamente ripartiti in estensione e in profondità; le modalità del fuoco stabilite con scrupolosa precisione. Così al momento fissato un vero uragano di ferro e di fuoco si rovesciò inaspettatamente sulle posizioni nemiche, ne sconvolse le difese antistanti, ne abbattè i ricoveri, distrusse gli appostamenti e gli osservatori! ed interruppe le comunicazioni. Superbo fu lo slancio delle nostre fanterie. In tre giorni di lotta ineenssante, eotto il violento e concentrato fuoco nemico di artiglieria, di mitragliatrici, di fucileria e di bomba de, esse sfondarono le successive linee di resistenza nemiche, sgominarono alla baionetta i difensori, impedendone i i-annodamenti, e sostennero poi con incrollabile saldézza gli intensi bombardamenti ed i furiosi contrattacchi dell'avversarlo. L'espugnazione deità Unse del Oarao oltre II Vallone Già il giorno 6 di agosto, meutre sul margine settentrionale del Carso le nostre truppe conquistavano il Monte S. Michele, all'ala opposia, nella zona di Monfalcone. i battaglioni di bersaglieri ciclisti 3.o, 4-o e 11.0, si impadronivano dell'altura di quota 85, resistenuov. poi con grande valore ai violenti controaitacchi nemici. Nelle successive giornate, sino al 9, l'avversario tentò 6forzt disperati per riprendere la posizione di Monte S. Michele ; ma fu ogni volta energicamente respinto e perdette anche il villaggio di Boschini, fortemente organizzato a difesa, sulle pendici settentrionali del monte. Più a sud, i nostri espugnar ni anche alcuni trinceramenti nei pressi Zi San Martino del Carso. Il giorno 10, un vigoroso nostro assalto contro tutte le fortissime linee nemiche fra il Vippacco e M. Cesidi era coronato da pieno successo: l'avversario in rotta abbandonava tinta la zona ad occidente del Vallone, mantenendo soltanto forti retroguardie sulle alture de Debeli e di quota 121. I ncstri occuparono Rubbia, S. Martino del Carso, il pianoro di Doberdò, M. Cosich e raggiunsero la linea del Vallone sino al Crni hr.b. L'indomani 11, passato il Vallone, ccn brillantissimo attacco conquistarono le pendici occidentali del Nad Logem (q. 212) e la sommità del Crni hrib- Il giorno 12 anche la cresta de! Nad Logem, difesa dal nemico con vigore ed accanimento, era espugnata dalle valorose truppe dilla 23.a Divisione (Brigata Granatieri di Sardegna ; Brigata Lombardia, 73. o e 74.o reggimento ; Brigata Catanzaro, 141.o e 142.0 reggimento). Contemporaneamente i nostri si impadronvano di Oppacchiasella e spingevano l'occupaz.one sino ad un chilometro circa ad est di quella località. Infine, sul margine meridionale del Carso, conquistavano le alture di guota 121 e del Debeli. Nelle successive giornate 6ino al 15 l'azione continuò vivacissima, con nuovi notevoli successi delle nostre truppe, che sfondarono altre poderose linee di trinceramenti od est del Nad Logem e sulle pendici occidentali di M. Pecinka. Indi le operazioni ancln- q.ii, come nej.i zona di Gorizia, vennero assumendo carattere metodico, per la necessità di riordinare truppe e servizi, di sistemare a difesa le posiz oni occupate, di spostare innanzi le artiglierie, di migliorare la rete delle comunicazioni. L'alacre opera fu turbata dalle frequenti intemperie che, pur rendendo penose le condizioni di vita nei campi, non valsero pero1 a scemare l'attività delle nostre truppe. E ne furano prova i frequenti piccoli attacchi, mercè i quali esse riuscirono a migliorare e completare la propria occupazione, tenendo in rispetto l'avversario. *** Se la. conquista della testa di ponte e della città di Gorizia costituì un avvenimento militare e politico di primissimo ordine, di non minore importanza fu la espugnazione della zena carsica, ad occidente d^lla linea del Vallone. Il pianoro del Carso Goriziano, dominante la pianura del basso Isonzo sino a Cormcns e Gorizia, da una parte, sino al mare, dall'altra, è già per natura una formidabile posizione, protetta innanzi dal profondo fosso dell'Isonzo, appoggiata alle ali ai po'ent baluardi del S. Michele a nord, del Cosich, Debeli e quota 121 a sud. La superficie del/aitopiann, ondulata, rotta da numerose buche e caverne, si presta egiegiamente alla difesa e il Comando austriaco l'aveva abilmente sfruttata, creandovi tutta una fitta ed intricata rete di trinceramenti, prefondamente incavati nella roccia, in gran parte b'indati, muniti di molteplici e profondi ordini di reticolati e collegati da una vanta rete di camminamenti, che permetteva alle truppe della diesa rapidi e sicuri spostamenti in ogni senso. Si sarebbe detto che quel complesso e perfetto sistema difensivo fosse veramente inespugnabile e tale gli austriaci ormai lo ritenevano. Tanto più grave riuscì nerciò ad essi lo scacco subito, tanto più profonda l'eco nel nostro paese ed all'estero, tanto maggiore il merito dì coloro che seppero portare a compimento l'ardua impresa. Nelle gloriose giornate del Carso rifulsero di nuova luce il valore, la tenacia e in snirito dj abnegazione del'e instancabili ed intrepide truppe della 3.a Armata, agli ordini di S. A. R. il Duca d'Aosta. *** Nel complesso delle operazioni dal 4 al 15 agosto furono presi al nemico 18-758 prigionieri, dei quali 393 ufficia!:, 30 cannelli, 63 lanciabombe, 92 mitragliatrici, 12.225 fucili, 5 milioni di cartuccie, 3000 colpi di artiglieria, f.0.000 bombe ed un ricco botlino di materiali da guerra di ogni specie. Le operazioni lungo la rimanente fronte Nel periodo di tempo considerato si ebbero In più tratti della rimanente fronte, dallo Stelvlo al medio Isonzo, piccole operazioni, per iniziativa nostra 0 del nemico, aventi caiattère diversiva o lo scopo di m gliorare occupazioni locali ovvero dirette a prepaiare più vaste offensive. Di escie ebbero maggicre importanza quelle svoltesi nell'aspra ed elevata zona montuosa tra l'Avisio e il T. Vanol-Cismon. Il 21 agosto, una nostra colonna avanzava in direzione di Cima Ceco e conquistava l'imcortante altura di quota 2354 a sud della cima ?tes=a. La r.otie sul 23, con violento attacco d sorpresa il nemico riusciva a riprendere la posizione; ma un nostro successivo contrattacco ne 10 ricacciava deriniiivamentc. Intanto, più a sud-ovest, ripani di alpini, dei battasi oni Feltro è Monte Rosa, sostenuti da una batteria da montagna, iniziavano l'attacco della cresta montuosa alla testata di T. Vanoj (CtsmonBrenta). Sui et andò le difficoltà dell'aspro terreno, le forti difeso nemiche e l'avversila delle intemperie, che- paralizzarono sovente l'azione delle artiglierie, essi riuscivano la sera del 27 agosto ael espugnare l'aspra Cima del Cauriol, ergentesi tra ripide roccic a 2485 metri di altitudine. Nei successivi giorni l'occupazione fu estera lungo un tratto della cresta a nord-est del Cauriol. Testo il nemico iniz'ava violento ccnceniramento di fuoco di artiglieria contro ìe nostro posizioni e, dopo averle liei- più giorni incessili.temente battute, nella giornata del 3 di settembre lanciava due violenti attacchi- I valorosi alpini del battaglione Valle Brema, arrestato ogni volta col fuoco l'impeto deuli assalti, Irrompevano infine dalle trincee alla baionetta .■ disperdevano l'avversario, infliggendogli gravissime perdite. Di notevole 1 inportanza, per l'altitudine e per l'asprezza dei terreni ne: quali Si svolsero, furono anche le operazioni offensive da noi condotte nella zona delie Tofane. Ivi, tra 11 22 e il 25 agosto, nostri riparti di fanteria e di alpini conquistatene; forti posizioni sulle pendici della Tofana 3.a e nel vallone di Travenanzes, infliggendo gravi perdite ai nemico e respingende.ne poi i successivi ..•o.ntroatta"chi. 11 7 settembre fu occupata altra posizione nemica sulle pendici della Tofana l.a. Alla testata del R. Felizen (B->ito), altri felici nostri attacchi, nelle giornate del 13 e 81 agosto e del 3 di settembre, ci resero quasi completamente padroni della montagna detta Punta del Forame, nel massiccio del Cristallo. Furono respinti A eonsueti oontroattaocg* ne- 2Csddc■ a - Infine, alla testata del T. Digon, ndhlto Piave, fa dal nostri ampliato e consolidato 11 possesso di Cima Vallone. L'attività offensiva nemica et esplicò in questo periodo sopratutto con azioni di artiglieria, lungo quasi tutta la fronte, generalmente assai vive ma con carattere saltuario e senza obbiettivi ben definiti nè costanti. L'avversario condusse anche attaccK di fanteria, ma con forze di non grande entità, 0 a scopo diversivo, come durante le giornate di Gorizia e del Carso, o per riprenderci posizioni da noi conquistate. Tali furono gli attacchi nella zona del Tonale, l'8, il 9 e il 16 agosto ; sulle pendici di M. Sperone (valle'di Ledro), il 17 agosto; a nord-est di M. Maio (valle Posina), il 28 agosto; sul M. Cimone (valle Astico), il 4 e il 9 agosto; nella zona di M. Zcbd (allopiano di Asiago), il 6, 18, 22 e 26 agosto ; contro le nostre posizioni alla testata della valletta Coalba (valle Sugano), il 30 agosto ; sul Civaron (valle Sugana), il l.o e 6 settembre ; sul M. Sief (alto Cordevole), il 5 e 7 agosto ; sul Mrzli (M. Nero), il 3 e 9 agosto ; nella zona di Globna (medio Isonzo), il 20 agos'o. L'asMdua vigilanza e la 6alda resistenza del nostri ci permisero di respingere tutti tali tentativi. Nel complesso di queste operazioni prendemmo al nemico 483 prigionieri, dei quali 6 ufficiali, 1 cannone, 1 lanciabembe, armi, munizioni e materiali varij da guerra. Bombardamenti di abitati - Guerra aerea Non mancarono in questo periodo i consueti bombardamenti di abitati da parte delle artiglierie nemicha. Furono particolarmente colpite Ala e altre località in vaile Adige; Velo, Arsiero c Seghe in valle d'Astico; Cortina d'Ampezzo, nell'alto Boite; gli abitati deLe alte valli But, Chiarzò e Dogna; Cormons, Valisella, Mussa, Romans, Gradisca, Gorizia e altre minori località nella pianura dell'Isonzo. Si ebbero vittime nella popolazione e danni agli ouLfici. In Gorizia fu sfondato il tetto della chiesa di S. Giovanni e colpito più volte l'ospedale, ciò che obbligò a sgombrarlo. Da parte nostra furono bersagliati gli obbiettivi ferroviari di valle Drava, la linea ferroviaria dell'alto Fella, edifici militari in Tarvis, Haibt e Tolmino, la stazione di Tolmino. Nè alla sola azione distruttiva delle artiglierie si limitarono gli attacchi nemici contro le inermi nostre popolazioni; che frequentissimi furono anche in questo periodo i bombardamenti aerei su città. Furono particolarmente prese di mira Venezia e le borgate delle lagune di Marano e di Grado. Altri bombardanienti aerei si ebbero su Ala e Peri, in valle dell'Adige-, Alleghe e Agordo, in valle Cordevole; Cortina d'Ampezzo, in valle Boite; aurenzo. sull'Ansiei: Bassano, Schio, Monfalcone e altre città minori, nella pianura veneta. I nostri aerei bombardarono quasi esclusivamente obbiettivi ferroviari: la stazione di S. Cristoforo, in valle Brenta; quelle di Pebracina, Dornberg e Reifenberg. nella zona del Vippacco; il nodo ferroviario di Opcina, a nord di Trieste- Una squadriglia di idrovolanti francesi e italiani nella notte sul 15 agosto esegui una incursione sulla zona dei cantieri e degli hangars di Trieste. Altra nostra squadriglia il ■26 bombardò parchi e accampamenti militari in Moena (valle Avisio). Queste azioni diedero luogo a numerosi e brillanti combattimenti aerei, nei anali furono abbattuti tre velivoli nemici. Noi perdemmo un aeroplano e un idrovolante: un nostro piccolo dirigibile fu incendiato nel suo hangar. Avvenimenti :n Albania li 2 agosto, il Comando delle truppe italiane in Albania, d'accordo col Comando delle forze navali, procedeva alla occupazione di Porto Palermo e della zona costiera della Kimarn allo scopo di provvedere alla sorveglianza della costa fra Aspri Ruga e Capo Kefàli, donde frequenti segnalazioni venivano fatte ai sottomarini nemici. II 30 agosto, una nostra colonna dello tre armi procedeva alla occupazione di Tepelenl sulla Vojussa. L'operazione fu favorita da una ardita incursione di nostri riparti di bersaglieri contro le posizioni austriache di M. Gradisi e di M. Trubes, ad est di Valona. Furono espugnati i villaggi di Klos e di Helcal. prendendovi 73 prigionieri, dei quali mia quarantina di regolari austriaci, e grandi quantità di munizioni. Nuove felici incursioni furono ripetute il giorno 2 settembre contro le posizioni di Kuta. di Drizar e di M. Gradist. a est di Valona: il giorno 4. nella zona a nord di Valona contro le posizioni di Samar e Frakuta. Furono inflitte gravi perdile al nemico e presi ancora una cinquantina di prigionieriTali operazioni miravano non già ad occupazioni territoriali ma a rendere indisturbato il possesso della regione da noi saldamente occupata sulla sinistra della Vojussa, sloggiando i riparti nemici che, annidati fra i villaggi e sulle alture della riva destra, con tiri di artiglieria 0 con altri mezzi recavano molestie alle nostre truppe. Lo scopo prefisso fu completamente raggiunto. Lo spazza.mento del territorio di oltre Vojussa, metodicamente compiuto, si dimostrò inoltre assai efficace per tenere in soggezione quelle popolazioni. Numeroso e frequenti furono in questo scacchière le incursioni aeree da ambo le parti. Le nostre ebbero per obbiettivi: i ponti sulle retrovie nemiche e gli hangars dei velivoli austriaci in Durazzo : quelle nemiche furono dirette contro le nostre linee a difesa della bassa Vojussa e contro la rada di Valona. Altri avvenimenti Nel corso del mese di acrr-sto, ti Governo del Re decideva di concorrere all'azione degli Alleati nella penisola balcanica mediante l'invio di una unità di guerra in Salonicco. Le operazioni di imbarco, traversata e sbarco delle nostre truppe procedettero con la massima regolarità. Il 27 agosto il Governo medesimo dichiarava guerra alla Germania. il trattamento economico degli impiegati e pensionati dello Stato richiamati sotto le armi ,. Roma, 14, notte. La Direzione generale del Tesoro ha precisato le nonne riguardanti il trattamento economico degli impiegala e dei pensionati dello Stato sotto le anni, nonché degli altri perdonali che prestano servizio militare ed a cui compete uguale trattamento, in esecuzione delle disposizioni vigenti ed in conformità delie risoluzioni di massima, adottale per l'applicazione delle disposizioni stesse. Per quanto riguarda gli impiegati e pensionali deilo Stato, agii insegnanti delle Scuole primarie amministrate dai Consigli scolastici provinciali, sotto le armi come richiamali, spetta: s-j ufficiali 0 sottufficiale, per i primi due mesi a partire dal giorno del.a presentazione alle anni, il pagamento dello stipendio da impiegato per parte delll'Amministrazione civile ed' il pagamento dello sti]>endto da ufficialo 0 dell'assegno giornaliere .li sottufficiale a cura del reparto plesso cui prestano servizio. Dopo il suddetto periodo, quando lo stipendio civile è superiore allo stipendio od assegno militare, spetta il pagamento del solo stipendio da impiegato da. effettuarsi dall'Amministrazione civile interessata.; mentre, quando lo stipendio civ.ie è Inferiore allo stipendio od assegno militare spetta il pagamento dello stipendio da impiegato per parte dell'Amministrazione civile ed il pagamento delia differenza a cura del reparto presso il quale prestano servizio. Ai richiamati alle armi come caporali o soldati spetta per tutto il tempo che stanno alle armi il pagamento dello stipendio da impiegato o della pensione per parte dell'Amministrazione civile ed il pagamento dell'assegno giornaliero a cura del reparto presso M quale prestano servizio. Gli avventizi sotto lo armi per obbligo di levo, hanno diritto di ricevere soltanto gli assegni militari C non possono accumulare talli assegni con quelli civili neppure per i primi due mesi Ouindi da parte delle Amministrazioni ci vii cesserà il pagamento d-?l!'asSegno per tutto il tornivo che stanno sotto le armi per obblighi di leva. dCGli affreschi della Cupola del Correggio a Parma Parma, li, mattino. Giovedì 21 corrente si Tiunirà a Parma il Consiglio superiore delle B"'1p Arti per eollau1aie il restauro degli affreschi della Cupola del Correggio, ed i membii di detta Commissione si recheranno indi a Milano per esaminare la questione di quel Duomo. Cauta l'abbondanza di malaria siamo 00atrettl a rinviar* a domani la puntala del Uff MM GIOVANNI.