La marcia russa per prendere i bulgari alle spalle

La marcia russa per prendere i bulgari alle spalle La marcia russa per prendere i bulgari alle spalle Il teatro delle prime ostilità austro°romene (Nostro servizio telegrafico particolare) affgl (NostrParigi, 29, sera. I li « Matin » conferma che le prime, ostilità sono state aperte tra Romania e Austria. L'azione militare segui immediatamente la dichiarazione di guerra trasmessa per via diplomatica. Mentre gli austro-ungarici concentrava'no riserve considerevoli nella regione di Orsova suilia frontiera connine dell'Austria, della Serbia e delia. Romania, i romeni p.gliavario l'offensiva attravèrso i. valichi deilie Alpi di Transfóvntiia. 11 contatto è avvenuto nella gola d; Roteutunnpass e nei valichi a sud e sud-ovest di Brasso, tra le avanguardie avversarie- I romeni hanno così utilizzato per la. loro offensiva i valichi deMie montagne che sulla frontiera ili Transilvania erano già sotto il tiro dei loro forti e particolarmente il fiume OltUj affluente del Danubio. Circa la traversata dettile truppe russe, che devono già avere attaccato o son prossime ad attaccare i bulgari dal nord, il giornale ricorda che già da parecchie settimane concentrazioni importanti avvenivano alla frontiera romeno-russa sulla riva sinistra del Danubio. 1 lavori erano anche, cominciati. Il nemico ne era del resto informato perchè l'ergano principale delia, frazione germai.olila (partito oramai vinto di Marghlloman in Romania) aveva pubblicato a caratteri lapidari l'annuncio che i russi costruivano sulla riva danubiana di Reni una diga lunca 5 chilometri intorno alla quale erano concentrate quantità immense di materiale e gran numero di truppe, mentre sulla riva opposto a Isace i romeni costruivano un'altra diga di uguale lunghezza. La popolazione della città, romena di Tulea' — soggiungeva il giornale — ne trac la conclusione ila tutto ciò clic le due dighe debbono servire al passaggio di un Corpo di spedizione destinato allo Dobrugia per prendere di lianeo i bulgari. 11 piano russo lil generale Chorfls, conoscitore della regione ove l'azione, russa si spiega contro i bulgari, rileva che il problema proposto ai Comando dei russi ó. forse già risolto a quest'ora. Un esercito di duecentomila uomini può trovare il suo sbocco traverso la Dobrugia. La ferrovia OuessaCa.latz-Broila-.Medjedie-KusteiKl.iic hit permesso di trasformare la Dobrugia settentrionale, coi campi vicini di Reni e ismail collegati dalla ferrovia aliti glande arteria di Odessa, in una baso di operazioni ben riparata. Inoltre sbarchi di sorpresa sono possibili stilila costa bulgara con un piccolo Corpo di spedizione, sia dal lato di Vania sia dal lato di Burgas. Sarebbe più interessante operaie dal lato di Burgas perchè l.Ccrpo penetrante iniel corridoio di Latti» ho ri verso Tirnova e verso la Maritza, piglerebbe cosi alle spalle la barriera dei Balcani. Ma tale spedizione, limitala ad un effettivo necessariamente ristretto, risponde solo ad un colpo di mano in \:sta di uno scopo ben determinato. L'operazione 'per la Dobrugia. avrebbe, secondo il generale, piuttosto l'obbiettivo di Ti mova ove la. ferrovia di Costantinopoli sarebbe slata rotiti. Inclinando quindi verso est, le truppe dello Czar hanno la protezione dei cannoni della flotta, russa. D'altronde i romeni operanti contro l'Ungheria avevano da valicare le montagne. 1 putiti particolarmente opportuni offerti loro pel passaggio erano la ferrovia PloechthKronstadt, le chiuse della Laturizia, ove passa la ferrovia da Rimnik a Ilermanstadt, la strada da Tzarajova a Oarad per il colle abbastanza basso di Borhatevicz; infine la strada nelle gole del Danubio che va da Tzarajova a Tetnesvar Tiemesvnr. sulla strada di Szegedin e Budapest, è l'obbiettivo più interessante: le due direzioni occidentali che permettono di raggiungerla mirano a colpire il punto più debole delia corazza di Ungheria, attaccando questa alle spalle: ciò che sarà già un fatto a quest'ora. Il « Petit Parisien » crede cij poter affermare che le truppe romene penetrate in Transaivania, erano quelle concentrate a L'entrata è avvenuta dai colli ad Jassy. ìventrata è ovest di Piatta, ove si;sono congiunte con le forze russe venute di Bueovina. Dopo a- vere traversato da quella parte i Carpazi,'' ,a nord, e te Alpi di Transilvania. a sud, he quali, pur offrendo alte cime haiuio pas-isaggi a piccola altitudine, i ronreiii pu- Iranno proseguire la loro marcia nelle vailate convergenti verso la pianura ungherese. Il Corpo russo che traversa la Dobrugia, segue, secondo l'« Evenement », un itinerario misto: i russi si servono della ferrovia di Galatz-Fouiee con il tronca di raccordo verso Costanza, che passa sul Danubio. Quindi occorre compiere cento chilometri di marcia per via di terra verso sud. E' verosimile che i romeni non si limiteranno, da questo lato, ad accordare'solo .il libc-ro pussaggio, come già hanno fatto, agli eserciti moscoviti. Secondo il generale Verraux, il collegamento russo-romeno sarebbe avvenuto verso Marmaros-Sziget. Il generale stesso avverte che il tracciato della frontiera di Transilvania è favorevole a una offensiva concentrica la quale sarebbe appunto la forma, di movimento degli eserciti russi e romeni. Le vallate di Maros, Szamos e della Tiszii sono facili Vie di penetrazione aperte alle trilione dirette al cuore stesso dell'Ungheria. Gli effetti del movimento dei due eserciti allei:li in Transilvania non potranno tardare a sentirsi in fializia, ove gli eserciti austriaci, minacciati di accerchiamento a sud saranno in breve costretti ad abbandonare Leopoli. La decisiva influenza dell'Italia Sua Eccellenza Alessandro Lahovary, l'illustre uomo che ha contribuito nella sua qualità di rappresentante della Romania a Parisi all'esito felice dell'evoluzione del suo paese verso sii alleati, mi ha raccontato questo episodio : « Non si sa aboastanza, mi ha detto, ciò che noi dobbiamo all'Italia per trovarci al punto in cui siamo- Il giorno 3 eli agosto del 1914, il fameso Consiglio della Corona, convocato a Bucarest da re Carol allo scoppio della guerra stava per chiudersi. Il Re aveva (iato ai capi dei vari! partiti e degli ex-ministri presenti comunicazione del testo degli .impegni scritti che ci stringevano all'Austria ed alla Germania. Animato cóme sempre dal proposito di restare a qualunque costo fedele alle promesso fatte, re Carol aveva spiegato agli astanti come l'onore della Romania richiedeva elio si facesse senz'altro adesione ai due Imperi cenlrali. L'Italia, che aveva un'identica posizione della Romania, certo pensava i-i Sovrano, non avrebbe lardato a dichiararsi nello stesso senso ». Le parole di ve Carni avevano finito per impressionare tutti. Brattano aspettava da quarantotto ore un telegramma da Roma per sapere la via che l'Italia avrebbe scelto. In quel pomeriggio del 3 agosto il dispaccio atteso non era giunto ancora ed intanto gli avvenimenti premevano: bisognava decidersi. Alle ore 15 il Consiglio della Corona stava per sciogliersi, quando venne annunciala una visita del barone Easciotti ministro d'Italia a Bucarest. Il Sovrano, pregati i membri del Consiglio di attendere, lo ricevette immediatamente- Tornò poco dopo annunciando che l'Italia aveva dichiarata la sua neutralità. I volti della maggioranza degli astanti si rischiararono, li Re stesso, prendendo la parola, riconobbe che non era più il caso di deliberare. Se l'Italia, stretta da impegni analoghi a quelli del suo Governo, si era decisa per la neutralità, la Romania non poteva seguire altra via». Un personaggio romeno ha riferito al Petit Journal particolari sui tentativi fatti dall'Austria o dalla Germania per trascinare In Itomania nella loro orbita. Gli Imperi centrali avevano promesso ai romeni la Bessarabla russa con Odessa c, nella spartizione della ì-vibia, la vallala del Tiinnk; inoltre un regime migliore era assicurato ai romeni della Transilvania. La Regina per la guerra La regina Maria di Romania ha esercitato una parte insospettata, ma importantissima nella partecipazione del suo paese a fianco degli alleati. Suzanne Despres, la grande attrice tragica, tornata recentemente da Bucarest, ha dato in proposito al Figaro queste hi teressanti note: «Al principio dell'aggressione germanica si mormorava a Bucarest quanto la mllpLeacclcsrrmtcbsPnls j Re^^tossc; di cuore cogli alleati, quanto de .Sifiei.asse la vittoria dell'umanità. La sua tuta concezione dei doveri di sovrana di un po palo libero sembrava Ispirare tutti i suoi atti 1 Mia vigilia del giorno di partenza l'attrice, dopo uver passata la serata all'Opera Ro- mena, a cut la Sovrana assisteva, ebba nell'angolo di un salotto, una conversazione con la Regina ove molte cose che sarebbe etato pericoloso divulgare allora le vennero dette. La Regina parlò della guerra e dell'avvenire e pronunciò questa frase: « Il Kaiser —- chi lo avrebbe creduto? — ha provocato tre miracoli: la soppressione della vodka In Russia, unità dell'Inghilterra con l'Irlanda e le su« colonie e infine la meravigliosa rinascita dell'anima francese cosi bella e cosi ardente oggi che solleva- il mondo ». Ultimamente al castello della Sinaia la regina Maria consentì a ricevere il corrispondente di un giornale americano. Anche a lui non dissimulò i veri sentimenti del Re ed i suoi: «Sapete — gli disse io e il Re avemmo un periodo diffìcile da traversare: nè lui nè io siamo romeni». « Alcuni supponevano e suppongono ancora che le nostre origini e le nostre parentele debbano determinare il nostro atteggiamento, tapi rare- le nostre intenzioni. E' falso. Desideriamo sovratutto di renderò felice la Romania. Cono sciamo solo l'interesse romeno. Sappiamo quali sono i doveri e le responsabilità della nostra, situazione. Su questo punto, come su tutti gli altri, il Re ed io siamo completamente d'accordo: entrambi vogliamo solo il bene del Paese ; vogliamo una Romania grande e prospera; e auguriamo che si realizzino sotto il nostro regno le aspirazioni nazionali. Per me subisco la situazione paradossale che questa guerra europea ha fatto alle mie sorelle: una, nata in Germania, è oggi granduchessa Cirillo di Russia e si consacra sui campi di battaglia del fronte orientale ai feriti russi: un'altra, nata in Russia, è la granduchessa di Hohenlohe. Mia madre, principessa russa di nascita, è rimasta dal principio della guerra tra. i suoi sudditi in Sassonia Coburgo Gotha, di cui dalla morte di imo padre è granduchessa regnante. Riuscita a disarmare le diffidenze dei circoli tedeschi, consacra tutti i suoi sforzi a sollevare le miserie ed i dolori che questa guerra ha inflitto alla popolazione del Granducato. Questa nobile missione anch'io sarò lieta di adempiere presto ». Quando je capita di ricordare il passato della dinastia torna con una certa insistènza all'episodio drammatico e culminante del periodo più acuto dell'antagonic-nio tra Romania e Austria, quando suo suocero Carol fu chiamato al trono romeno. Allora infatti l'Austria adoperò ogni mezzo per opporsi alla intronizzazione e per giungere ai suoi scopi non esitò nemmeno di adoperare la violenza e solo, grazie ad un sotterfugio. Carol, travestito da contadino e accompagnato da Brattano, padre del presidente attuale, pervenne a traversare la frontiera romena il 16 maggio 1866. Semplice coincidenza od omaggio segreto: ieri appunto ricorreva la festa dell'onomastico della Regina. Ieri mattina nella chiesa romena a Parigi si celebrava una cerimonia religiosa a cui assisteva tutta la colonia romena col ministro Lahovary. Ma quando alle 11,40 il ministro si disponeva a laseiatje il tempio gli venne recapitato un telegramma proveniente dal Quai d'Orsay. Allora avvenne qualcosa di commovente. Il ministro, stretto dai connazionali che già sospettavano l'evento, salì i gradini dell'altare e dritto accanto al.prete romeno con voce commovente diede l'annuncio del fatto compiuto. Vi fu un secondo di silenzio, poi le braccia, si tesero, i visi si avvicinarono: i romeni presenti obbedendo ad un moto di ebbrezza si abbracciarono lagrimando. Un gindizio di Bismarck A proposito della dichiarazione di guerra della Romania all'Austria-IInghoria. il Ma Un ricorda un fatto interessante: e cioè riporta il passo, di una dichiarazione di Bismarck, recentemente citato da Massimiliano Hurdeu nella sua Xukunft e che tutti i giornali tedeschi riportarono in questi ultimi tempi, commentali.lolo o parafrasandolo. Dunque, nella primavera del 1318. Bismafk diceva: « La Romania deve diventare il Bslgio dell'Europa sud-orientale: essa cioè deve conservare relazioni ottime per quanto è possibile con tutti i suoi vicini e aspettare con pazienza ; che le frutta mature dell'albero europeo ca-1 dano di per sè sulla sua tavola. Ad essa è in- ' ìerdetto di raccogliere da sé queste frutta, sppratutto se non sono ancora mature ». La Romania deve altresì mantenersi in buoni rapporti tanto con una Potenza quanto con l'altra e all'ultima ora quando tulio sta per crollare, Ndovrà associarsi a quella, la cui vittoria par rà certa ».. Dopo aver ricordato questa opinione del Cancelliere di ferro. Harden aggiungeva: * Queste parole rappresentano l'opinione più giusta sull'odierno enigma politico romeno. Con ehi marcerà la Romania.' Risposta: Col vincitore, poiché questo solo ha ragione! » Nessuna confessione più significativa e più lieta per gli alleati dell'Intesa poteva sfuggire ari unu scrittole d'olire Reno. D. RUSSO.