Runciman annuncia quanto fa l'Inghilterra per risolvere il problema dei noli e dei carboni

Runciman annuncia quanto fa l'Inghilterra per risolvere il problema dei noli e dei carboni Runciman annuncia quanto fa l'Inghilterra per risolvere il problema dei noli e dei carboni Un'ora di conversazione vale più di un mete di telegrammi - Felice esito degli accordi - Ciò che si è fatto per la Francia sarà fatto anche per l'Italia • Il dominio dei mari - Gli aiuti comuni. Milano. 12, notte. Runciman con la signora, i ministri Arlotta i fte uo isa\a, sono arrivati stamane alle 10,24 <»• Senipioue per visitare la città" Per il loro rice vimento era stata preparata la sale'ta «ale, dove il servizio d'ordine, disimpegnato da carabinieri in alta tenuta, era diretto dal cavaliere Calante e dal commissario Laneri. Ad attendere gli ospiti si trovavnno il commissario civile e un largo stuolo di senatori, deputati, industriali e altre notabilità. Giunto « treno, fra gli applausi, si affacciano i ministri Runciman, Arlotta e Do Nava, i quali sono i primi a scendere. Le Autorità muovono loro incontro ed avvengono le presentazioni f*r oliera, dei due uominj di Stato italiani. Col ministro e l'ambasciatore sono tutti i personaggi convenuti a Pallanza e che formano la Commissione inglese, nonché alcune signore. Dopo un primo scambio di felicitazioni, di saJu'i « di impressioni, gli ospiti escono sul piazzale, accolti dagli applausi della folla che ìiiumto si è andata raccogliendo. Quindi salgono sulle automobili e si dirigono alla Camera di commercio, dove, nella sala del Consiglio, sono ricevuti dal presidente della Camera di Commercio sen. Salmoiraghi e da molte autorità. Sono presenti il senatore Maggiorino Ferraris presidente della Lega industriale italo-britannica. altri senatori e deputati. La folla intanto dalla via chiama ad alta Voce i Ministri, che si affacciano al balcone, accolti da ovnzioni interminabili ed entusiastiche. Subito dopo il senatore Salmoiraghi dà al Ministro inglese, il saluto di tutte le Camere di Commercio italiane. Pi rallegra che aurata unione coincida colle belle e vittoriose gesta degli eserciti alleati. Rievoca Je move di amicizia che l'Inghilterra ha dato nel passato all'Italia ed inneggia all'alleanza presente ed a. uuella dell'avvenire. Parla quindi il ministro De. Nava. Il discorso di De Nava Il saluto — dice fon. De Nava — che, a nome del Governo italiano, il ministro Arlotta ed io già rivolgemmo sullo rive del Lago Maggiore, mi è gradito e caro di rinnovare oggi qui in Milano all'eminente ministro del commercio signor Runciman che, in rappresentanza del Governo e della grande nazione inglese amica ed alleata nostra, ha voluto, con coi-tesia incomparabile, venire nel nostro paese per trattare, in questo storico momento, le importanti e delicate questioni relative ai rapporti economici tra l'Inghilterra e l'Italia. K la gratitudine nostra, ò tanto maggiore in quanto non ignoriamo comò egli, che da circa dieci anni ininterrottamente dedica le sue curo al Governo del suo paese, dovesse recentemente chiedere al riposo di qualche settimana ristoro alla travagliata salute. Epperò fu costretto a differire la visita., che già da tempo sorrideva alla sua mente Ma appena ricuperata la sa.lute, del ehc --r, lui ci felicitiamo, suo primo pensiero fu di adempiere alla promessa ed egli è qui ospite gradito e festeggiato. Accattando poi il premuroso invito di questa benemerita Camera di Commercio ed, interrompendo per breve ora i nostri lavori per visitare Milano, noi sentiamo che Jl signor Runciaman ha acquistato nuovo titolo alla nostra, riconoscenza. Voi, signor presidente, avete nobilmente espresso questi sentimenti, ma sia concesso a me, interpiete del pensièro del Go verno, d- manifestare i sensi del grato animo nostro. Poiché l'amabile gesto del ministro inglese è una prova tangibile, so mai di alcuna vi fo<"=^ bisogno, dello stretto vincolo di amicizia che lega indissolubilmente i due Governi. Onesto legarne si raccorda a tutte le tradizioni più pure del nostro risorgimento e nessuna am'- fra nazioni alleate trova, come questa, riscontro nell'anima popolare: questa anima che voi ave'.e ascoltato vibrare nell'accoglienza di Pallanza e di Milano. Ma, parlando a voi, commercianti ed industriali, 10 desidero mettere in rilievo, che onorando il signor Runciman, noi onoriamo colui- che presiede come ministro non solo allo fiorii del commercio, ma a quelle altresì della marina mercantile gloria c vanto della vecchia Inghilterra, a quella marina mercantile che associata alle marine alleate, deve, a ragione, essere considerata come uno dei maggiori coefficienti della nostra sicura vittoria. Non vi è infatti alcuno in mezzo a vai, il quale non apprezzi ni suo giusto valore il privilegio che, principalmente mercè l'azione dell'Inghilterra, corroborata da quella degli alleati, è concesso a noi del dominio dei mari o della libertà dei commerci marittimi. Si è in virtù di questo dominio che le bandiere degli alleati possono, puro attraverso le, insidie, spiegarsi libero al vento dell'Oceano in tutte le latitudini, mentre ai nostri nemici 6 consentito soltanto nascondersi negli abissi, per uscirne di soppiatto a compiere le gesta di massacratori di donne e. di fanciulli inermi. Le quali gesta non possono nemmeno ispirare o incutere 11 terrore, che è conseguenza della ferocia, ma suscitano soltanto il disprezzo che 6 provocato da ogni viltà ripugnante dalle energie della resistenza. Ora o signori, uno dei precisi fini delle presenti trattative mira appunto ad ottenere erro questo strumento inestimabile della nostra vittoria militare ed economica, elio 6 il traiti-;o marittimo, si eserciti a protitto tomune degli Alleati, assicurando loro, nei limiti del r.ssibile, quei vantaggi che dall'impero dei mari ossi hanno diritto di ripromettersi. Nello fiato attuale dei nostri colloqui, mentre fervono i nostri lavori nella città di Pallatiza, ricca di cosi suggestivi ricordi antichi e di così fulgenti glorie presenti, questo intanto possiamo e vogliamo affermare: che lo spirito della più oordjale intimità e della più confidente solidirietà presiede ed ispira Je trattative fra i popoli c i Governi alleati e che di questo spiritj prova tangibile si avrà nei risultati del nostro convegno. Se ostacoli incontriamo nel nostro cammino, essi possono ascriversi alla diflic.jllà delle cose, che sarebbe vana illusione dissimularsi, non a difetto di buona volontà da parte degli uomini. pe«;liè mai forse :ina maggior recisa buona volontà fu meno, come accade, oggi, al servizio di un negozialo fra paesi amici. E consentite, signori, che il mio pensiero si volga alla nobile figura di un uomo che abbiamo ancora l'onore di vedere tra noi. l'Ambasciatolo del \\e d'Inghilterra' signor ltennc-1 Rood, il grande amico dell'alleala Italia, il cut prezioso contributo nello svolgimento di questa opera concorde non sarà mai sufficientemente apprezzata. Se ini permette il sig. Rurtcinian, io vorrei, nel definire i nostri rapporti, adoperare là stossa espressione felice dei nostri amici inglesi, vaio a due, elio noi agiamo tra di t.oi come ami. i clic intendono niellerò in comune lo loro risorse .1 servizio di una grande impresa. La grande impresa è questa immane guerra che noi siamo costretti a condurre e litro metodi violatori di ogni légge di umanità, e di diritto. Unirò in un grande fascio le ror/e economiche dogli Alleati, assicuralo tra tssi una mutua collaborazione, vuol diro apprestare l'epilogo di quésta tragedia col trionfi) «ella libertà e della giustizia, ed è questo l'idealo cui tendono lo nòstre fatiche. Signori, non e senza un alto significato il convoglio in questa sode «I in quest'ora del ministro del Commercio Inglej-e eoi ministri italiani e con le rappresentanze conwnercinli e industriali di questa grande città, dove pulsa tanto fervore di traffici, di opero civili, di iniziative. Questa assemblea apparisce ionie il simbolo vivente di quella unione o. di quella solidarietà economica che devono coronare l'alleanza politi ca e la solidarietà dello armi felicemente sia bilita tra le duo. grandi nazioni, l'Inghllt"iTa « l'Italia, fatte por intendersi c per amarai. Volgendo idi occhi all'avvenire, lo sviluppo sempre crescente dei commerci tra la penisela mediterranea ed il regno insulare del nord e del suo Imperò si prospettano quasi conio una conseguenza logica e inesorabile dei colossali rivolgimenti cui assistiamo. Traggano gli auspici dalla solennità di oggi tutti gli uomini di buona volontà delle duo nazioni per preparare l'èra delle nuove grandi estensioni qel commercio, dell'industria o dell'agricoltura nazionale. Spetta a! Governo di favorire efesio feconde iniziative, ed esso non verrà meno a questo dovere, ma l'ora agognata delle civili opere non potrà iniziarsi sinché non serga l'alba della paco vittoriosa. Qnpsta re la (biT.anno — ne abbiamo oramai la fode incrollabile — i valorasi soldati che su tutta, la fronte baciaina» |M#» 4L «otta» <* 1* iterala* gqlRglsfltzcldfspve1sgcdaslssdclèavlDdfsspmemtuefs i sapienti condottieri. Il pensiero nostro de ferente si volge, in quest'ora fatidica, a.1 fiotcnte Sovrano d'Inghilterra, alleato ed amico (lei ,tm R m.„n,nim. „i.0 ,.om<, disse 1 nre- a e * - ConsAgl._. grande famiglia del suol soldati, in mezzo alla quale si alza invitta la bandiera e si esalta l'anima commossa della patria. Il discorso di Runciman E dopo De Nava prende la parola il ministro Runciman, il quale dice: Eccellenze, signore e signori. E' per me un grande onore essere segno alla vostra ospitalità, in questa celebre e vetusta Milano, conosciuta nel mondo intero per le sue anllch". famiglie, per il. modo intenso con cui palpita la sua. attività mentale, per le sue importantissime imprese industriali, per le sue. ricchezze, per le. sue. industrie. Milano è giustamente celebre per il suo amore invitto e inestinguibile della libertà, per il suo odio del tiranni e delle ingiustizie, umane sotto qualsiasi forma, fion basta, cittadini di Milano, ricordare le sanguinose disfatte del duce alemanno sulla pianura di Legnano! No, non basta oggidì. Viviamo ora nel presente c non già nel passato, e. nel presente i cittadini di Milano prendono 11. loro posto nella prima fila dei combattenti, sia. nelle, battaglie del. campo, sia nelle. VaHaglie dell'industria. /•; come, voi, cittadini della, città che rappresenta II cuore dell'Italia mo dcrna. gli italiani delle altre città si affollano alle bandiere della patria, pronti a. sacrificarsi sùìVàÙafe della libertà. Milanesi, italiani! ave le ragione. Nessun popolo può raggiungere la sua grandezza se non-è pronto a dare tutta la sua forza, tutta la sua virilità, tutta la .-ua determinazione alla causa del diritto pubblico, alla, causa della libertà dei popoli. Ciò che l'Italia ha fatto, ciò che sta facendo, ciò che è determinata a fare in avvenire, tutto questo avvicina a passo a passo la completa nostra vittoria, che noi attendiamo colla più incrAlablle determinazione, colla fede più assoluta.. Di questa vittoria già si conoscono, anzi si. vedono, i segni rifulgenti come fari in lutti l fronti ove. si combatte. Mentre il valoroso vostro esercito inette in rotta gli austriaci, a dorizia, i russi, stanno cacciando davanti a loro le orde del nemico e i. francesi, dopo aver re. sistito incrollabili agli assalti tremendi e ripetuti del fior fiore dell'esercito tedesco, ricac ciano ora il nemico nelle campagne a sud di Peronnc, e. l'Inghilterra, sulle rive della Somme, sta rompendo il. sistema più. formidabile, e più complesso di trincee che. il mondo abbia mal visto. Gli Alleati, sui loro fronti separati e distanti, combinano l loro sforzi all'unissono In una armonia profonda e. terribile. Su tutti ì fronti del mondo armato gli austritedeschi combattono come una forza sola, e la nastra lotta è perdo un solo combattimento, una sola lolla contro un Solo nemico. L'Italia e l'Inghilterra sono sorelle per II loro affetto, sorelle per la loro comune devozione alla libertà e sono fratelli in armi. Ora, quando fratelli in armi si incontrano dopo una lunga separazione, uno chiede all'altro: — Che cosa hai fallo tu durante lutto questo tempo? io rispondo a questa domanda non. per vanagloria, ma collo scopo di accrescere la nostra conoscenza e U nostro reciproco potere di aiutarci a vicenda: — Mossi appunto da desiderio di fornirci un aiuto reciproco, ci slamo riuniti a Pallanza per discutere intorno al nostri doveri, poiché vi sono doveri che ogni tanto bisogna passare in rivista per modificarli e per estenderli. Parecchi sono i nostri bisogni e tra questi uno dei più importanti è quello dell'approvigionamento dei nostri paesi e dei trasporti terrestri e marittimi. Questi pure, sono essenziali alla forza ed. alla 'vitalità industriale e militare, del nostri, due paesi. Vorrei, dunque, dirvi qualche parola intorno alle, nostre conferenze di. pallanza e fare alcune indiscrezioni, che ormai non sono più indiscrezioni. I convegni, tenutisi in questi ultimi oioivvi, hanno non solo permesso al rappresentanti dell'Italia e (Iella Gran Brettagna di apprezzare, più chiaramente, guanto ciascun paese ha fallo, dacché le due nazioni si. sono date la. mano, nm hanno alutato'a chiarire meglio l bisogni interni dei due alleati e le misure che ciascuno di essi può prendere per alutare l'altro onde continuare con successo la lotta per il raggiungimento della causa comune. Un'ora di conversazione vale più di un mese di telegrammi; cosa, questa, un po' ardita detta in presenza, del nostro ambasciatore. Ma quanto tempo e quanta corrispondenza abbiamo risparmiala, colle nostre conferenze In. questi laboriosissimi giorni! Vno dei risultati della conferenza fu -che molti malintesi sono stali dissipati e ehc noi abbiamo risolto parecchie difficoltà che furono causa di molte noie ed anche di durezze, tanto per l'Italia guanto per l'Inghilterra. Noi in. Inghilterra ben sappiamo che la diminuzione della disponibilità del carbone e il tremendo rialzo del suo prezzo sono stati per qualche tempo una delle costanti preoccupazioni del Governo e del popolo italiano- Le difficoltà che l'Inghilterra ha dovuto vincere non sono prò bubllmcnle state apprezzate da voi e dal vostri compaesani che da tanto tempo soffrono. L'Inghilterra e stala obbligata in breve, tempo a. creare un grande, esercito- più di MIO mila mi untori inglesi hanno lasciato i campi carboniferi per andare a combattere nelle trincee; quelli lasciati nel pozzi carboniferi hanno sfratto r>U\ carbone ogni operaio di quanto non ne abbiano mai estratto in tempi, di pace. Tuttavia una larga diminuzione nella produzione è stata inevitabile. La prima irruzione del nemico permise ai tedeschi di occupare le più ricche miniere carbonifere di Francia l'Inghilterra dovette mandare grandi quantità di carbone in Francia per colmare i vuoti delle sue miniere sequestrate. La domanda di carbone per le fabbriche inglesi di munizioni non ha precedenti e il nostro naviglio costantemente all'opera, conHuna gigantesche quantità di carbone. Pure con una diminuzione, nella produzione, noi abbiamo dovuto far fronte ad una domanda aumentala, e benché noi abbiamo diminuito al minimo la ìiostra esportazione ai paesi ncutrull ed alle stazioni di rifor nitrici, prevediamo n pericolo, quasi incetta bile, che abitanti delle nostre grandi città debbano quest'anno lottare per riscaldare le loro co mere. Il nostro popolo s'offre serenamente onde il vostro possa essere provvisto. Malgrado queste circostanze, noi siamo stati fino dal principio premurosi verso l bisogni dell'Italia ed è probabile cbr. come risulta dalle conversazioni acute, con I ministri Arlotta e De Nava, vi siano molle speranze che all'Italia, in un prossimo avvenire, vengano assicurati gli essenziali rifornimenti. L'alto prezzo che in Italia si è dovuto pagare per il carbone, rappresenta una dette difficoltà che si debbono rimuovere e la ragione dì ciò non può essere misconosciuta. L'Italia dipende, e non potrebbe essere altrimenti, dal naviglio neutrale per una larga parte del suoi trasporti di carbone e questa necessità significa pagare alti prezzi. I neutrali non navigano verso i nostri porti per «m*~) nostro, k* ««Wétfone è itala tuttavia pncilacvdlleFfqlelf profondamente ed appassionatamente discussa nel recenti colloqui e crediamo che i risultati concluderanno per il minor costo del carbone in Italia, anche se si ripeterà la situazione dell'inverno scorso o della scorsa primavera. Pct assicurare un più basso livello del prezzi, la collaborazione e la buona volontà degli nr< viatori inglesi e delle miniere inglesi sono itu dispensabili; questa, collaborazione e buona volontà essi metteranno a disposizione degli alleati ed avranno, possiamo assicurare, l'esito ed il successo che é stato raggiunto per la Francia- Ciò che si è fatto per la Francia sarà fatto anche per il vostro paese,- questo é nel nostro desiderio. Nessuna conferenza, come questa alla quale, io ho preso parte, può avere utili risultali senza una naturale (iducm e buona disposizione. Attraverso i nostri colloqui le mie relazioni, con i colleghi De Nava ed Arlotta sono stale le più cordiali e franche, ed io sono llelo di pensare che il signor Arlotta, senza venir meno alla sua fama <K uomo d'affari ,ed il signor De Nava, nella sua piena fede nel commercio italiano, hanno trovato possibile accordarsi con me per un certa' numero di questioni di grande importanza per entrambi i paesi in cui noi ci troviamo ora in completo accordo. Il Governo francese coopera con noi in questa unione del nostri interessi commerciali e, per quanto riguarda ì rapporti fra il Governo italiano e il Governo ingUse, il signor Clementel, a Parigi, mi autorizzava a dire, in risposta alle urgenti richieste del signor De Nava, che il Governo francese é ben. disposto a faciUiare il. transito dalla Francia all'Inghilterra dei prodotti italiani,- specialmente facilitazto. ni inerenti alla rapidità dei treni, saranno concesse. Lasciatemi aggiimgerc che con viva compiacenza ho appreso l'impulso che il vostro ministro dei trasporti intende dare alla Marina mercantile, in Italia, ed io sto occupandomi, dietro istruzioni del mio Governo, della possibilità di. darvi tangibili prove del concorso inglese- Ed ora passiamo ari. una, domanda, che lìo sentilo ria tulle le parti, ma che non sento tanto ora quanto nel passalo. La domanda: — Che. cosa sta facendo l'Inghilterra? — Io ve. lo dirò. L'Inghilterra ha spazzato incrociatori nemici da lutti i mari dei mando. Le nostre e le vostre navi mercantili fanno il loro commercio ovunque, mentre- quelle del nemico sono siate catturate o si nascondono nei porli neutrali. Facciamo poi la guardia alle vaste, distese dell'Atlantico c sorvegliamo il Mare, del Nord chiamalo da un popolo presuntuoso II Mare Tedesco. Inoltre abbiam.0 mobilizzato la. nostra flotta non solo, ma mille navi per dt più. A questa fiotta diurno senza posa equipaggi vettovaglie e carbone. Pensiamo un po' che cosa succederebbe se l'Inghilterra perdesse la supremazia del mare! Sarebbe impossibile mantenere il nostro esercito in Francia. Sarebbe impossibile dare agli, alleati grano, munizioni e carbone. Italia, Inghilterra e Francia, sarebbero costrette dalla fame a chiedere, una pace umiliante. I vostri porli, come pure i nostri, sarebbero ridotti a tanti mucchi di rovine dalle navi, tedesche ed austriache, le quali sono spécialiste nella distruzione delle citta inattese. Le vostre navi mercantili, come mire le nostre, sarebbero distrutte a centinaia ed anche a migliala e gli orribili delitti del Lusltania, dell'Ancona e del Letimbro sarebbero perpetrati lutti, i. giorni. Quei delitti sarebbero tatti, dai. sottomarini tedeschi. nell'Atlantico e nella Manica invece che nel Mediterraneo,- sarebbero perpetrati sotto la. bandiera comodamente scambievole che. sventolò sopra lavassimo drtt'Ancona e del Letimbro. Passiamo alta battaglia dello Jutland: quella vittoria, ormai classica, della valorosa, manna tedesca, che si annidò a Wilhelmshavenohiel. Le nostre navi sono ormai riparate completamente-, possono spazzare di nuovo i man. Grazie a questa supremazia, possiamo muovere dove vogliamo i nostri eserciti, I cinque milioni di combattenti volontari, sorti dal gemo del compianto lord Kitchcner e dal sacrifizio del fìull d'Inghilterra, si. battono col soldati dei noitri alleati, su lutti i fronti per restituire al Beiaio l suoi diritti e per assicur-e alte frazioni europee il potere di vivere indisturbate ed ti. modo proprio. Ilo parlato dianzi del sa cria cto dei fi,gli d'Inghilterra: debbo ora parlare delle sue figlie. Sono te donne d'Inghilterra che han¬ no reso possibile la formazione di questo grande, esercito- sono esse che sostituiscono gli uomini sulle ferrovie, sul trams, nelle, fabbriche dì munizioni. Passiamo ora all'aiuto finanzwrto dato dal. mio Paese. Paghiamo ogni anno 500 milioni di sterline di tasse, la maggior parte tasse dirette; abbiamo fatto un colossale, prestito di guerra ed II popolo inglese sta sottoscrivendo tutte le settimane per milioni di sterline in buoni del. Tesoro. Questi sacrifizi sono sopportati dal nostro popolo senza lamenti. Passiamo ora al. l'aiuto dato dalla marina mercantile. Abbiamo trasferito ai nostri alleati 500 transatlantici, ossia uno per ogni sette che ne possediamo noi. Abbiamo ora 3500 stabilimenti nuovi che lavorano per le munizioni. Vi dico queste cose, cittadini di Milano, perchè sappiate con quale devozione il mio Paese si è gettato in questa lotta, e con. quale forza di volontà vogliamo aiutare la causa comune e sopportare la nostra parte del flagello: forse anche più della nostra parte, poiché, cittadini di Milano, l'Italia chiede — ed è naturale che essa chieda — cose e merci che proprio a. noi difettano.- parlo del. arano, parlo del carbone, parlo degli acciai ed infine vario del trasporti. Queste, questioni sono stale trattate nel nostro conve.nno di Pallanza e. spero che i Ministri italiani siano soddisfatti delle risoluzioni prese. SH ora non mi rimane che ringraziarvi di questa dimostrazione di affalo che avete tributato all'ambasciatore d'Inghilterra ed a me. come rapnresentanle del Paese amico. E di tutta cuore arido; « Viaa 11 He d'Italia! Viva. l'Italia! Vieri l'alleanza! ». Tutti i discorsi sono applauditisslmi.