Via Egnatia

Via Egnatia Sulle vie della Storia Via Egnatia o u e o i n i o n e i o a o ni : i5 , o n oe el ne Ai tempi di Auguste, si poteva andare a Bisanzio senza rischiare quel viaggio marittimo'che suscitò un cosi patetico turbamento nel cuore di Orazio allorchè il-euo amato Virgilio, la metà del suo cuore, B'af-! fidò ai venti insidiosi trepidando e invocan»! do le lucide stelle. Il cittadino romano po-: leva l'aggiungere le rive del Bosforo senza! uscire dalle terre mediterranee, cioè restan-i do nella sfera della sua lingua e dei suoli costumi. L'italiano contemporaneo deve in-i vece — cioè doveva prima della guerra -—! allontanarsene, risalendo fino a Vienna perj raggiungere VOrient-Express, quello che orai i tedeschi, eoiisiderainrk>ìo come una ferro-': via interna del proprio impero, chiamano^ 11 Balkan-Zug. Nell'Europa moderna, tla-t smata dalle invasioni barbariche, il tra-i mite continentale fra Italia è oriente si-eraj dunque spostato verso settentrione. Le vtej della cultura classica sono state sbarrato da popoli cresciuti fuori di essa. Uno degli! assunti della campagna degli Alleati potreb-l be essere di rioccupare l'antica via e di rial-; tacciarla. Ritracciamola sulla carta geografica, i Si attraversava l'Italia da occidente a oriente per la via Appia fiancheggiata di tumuli, all'ombra dei cipressi e dei pinil marittimi. Dalla costa adriatica un servizio! regolare di battelli conduceva a Durazzo, j Dyrrnchium, piena dei ricordi di- Cesare e di Pompeo sempre vivi nei racconti dei legionari tenutivi costantemente da Roma a! guarnigione. Di toppa in tappa, accampa»; gnati dal fragore delle ruote sul lamico -ril macadam, e l'asfalto non c'erano «ttCOTà,. e Roma lastricava quasi interamente le sua arterie stradali — pernottando negli ospizi che lo Stato teneva aperti ai viaggiatori cO-j me i hungolows disseminati dal Governo ia-, diano lungo le vie turistiche, si percoCTe-ja l'Albania e la Macedonia le quali gòdevaao di una pace che non hanno iitrovata mai più. Al termine di questa via degli eserciti, era Tessalonica — Salonicco — donde unat strada costiera si diramava per fav.capo a, Bisanzio. Questo ampio cammino ci», se ,8ij consideri come a.quei lembi il cc*trutto»a di vie non fosse soccorso da altre* strumento che dalle braccia dell'uomo, vince ia fSX^ dioaità al paragone le nostre triasthewmMi e tranflamericane, era la vta ESàatta. per essa rifluivano, fra occidente e onéWe, ricchezza e cultura. Essa «-M»»»**» jjlj mondi, Bisanzio e Roma, ^^"."g"*0, più ritrovato la loro unità, da c»».W*i la sabbia e l'oblio canceìlaTono .li ^««W della via Egnatia, seppellirono lo P^etw miliari, rovesciarono le vedette « le mu*"-M dèi castri. ..-A Ora ecco che la guerra europea, *JP?-. cando per.i suoi fini le tracce della strao&j romana, le ha in parte.^di^eT^te^ejre: stitulte alla vita. La ritirata deffl ep^rolt» serbo, da Monastiir a Durazzo; si è svolta precisamente lungo la metà adriatic» d«aJ via Egnatia. Lungo l'altra metà, do MOJ nastir a Salonicco, sta per svdatìliarai unaJ delle azioni capitali della immensa paretai militare che giocano i popoli d'Europa. Lai via non esiste più ; solo qua e là qualcn«i segno disperso di essa biancheggia ancoro* al sole ; ma il genio costrutltiivo romano a-j veva così sicuramente trovato la minore resistenza fra le difficoltà del terreno, che la ritirata serba e la campagnaj di Salonicco appaiono molto più chi ara consultando r«I&nerarittm» antóoino nella famosa tavola di Peutinger che non W carte screziate o pullulanti di indicano.» che riempiano ora le vetrine dei librai.! Da Durazzo la Egnatia piegava a sud verso Pekinje che portava allora u nomo! di Clodiana; seguiva la riva destra. deMoi Scambi aM'iinsù fino a Scampai cioè El-j bassan ; attraversava ili fiume sopra uni ponile che esiste tuttora e che i carte-gTé» antichi chiamano «Tres Tobemae» suscitando una immagine domenicale della cam-! pagna romana. Da Ocrida per Resna, la* via sboccava al campo trincerato di Eraclea dove sorge Monastir. La presenza di Roma in quei luognii è attestata ancor oggi dalle reliquie che abbondano n-ai terreno e che gli archeologi hanno trascuratoforse a cagione deMa inospitalità deHa re« gione contrastata fino a qualche anno fa fra l'amministrazione turca e le banda balcaniche. A Monasti-r si veggono bassorilievi romani di pregio inseriti nelle mura di un bagno pubblico come materiale dai costruzione. Da Eraclea a Tessalonica, cioè da Moriastir a Salonicco, la via Egnatia) sormonta le colline fra cui splende il lagoj di Ostrowo sulle cui rive sono dlsseminati irli ultimi villaggi di lingua bulgara. Dal mondo macedone si passa ail'ellencco. Questo tratto della strada romana, in connessione della linea fortificata del Vardaej 6 il campo di battaglia di chi voglia pan-; tare dal Nord contro Salonicco. Lungo di! esso si avanza il vertice del cuneo germanico che taglia Bisanzio da Roma. La battaglia che vi si combatterà sarà una delle più importanti della guerra europea. Già la grande opera stradale era scora-. parsa sotto il calpestio barbarico quando Peutinger, il fondatore dell'archeologia germanica, borghese di Augusta armato, cavaliere da Carlo V per la dottrina, na riscopri l'itinerario in una copia del due-i cento In. dodici pergamene. Si racconta eh» ne ebbe tanta commozione da essente distolto dalla Riforma che in quel punto sconvolgeva il mondo germaniico. L'umanista tedesco scopriva un documento del genio autoritario e concordatore dei romani nel.punito in cui il genio discorde della sua razza, dividendo in due campi la cristianità, iniziava la serie delle rivoluzioni europee. Il suo popolo, costituito un giorno ad unità, si sarebbe sforzato di cancellar* sul terreno d'Europa il piano romano rivelati) da quella cartografia che egli amo* rosamente ricomponeva. In luogo di una Europa disposta circolarmenite attorno al Mediterraneo, un'Europa tagliata longitudinalmente in due perchè il germanesimo potesse raggiungere l'Asia. . I •romani ordinavano l'Impero — un Ima pero che era un mondo perchè concbiudeva tutta quanta la civiltà, e oltre i suoi confini si stendeva il caos — secondo' un piano regolatore, come i moderni ordftnav

Persone citate: Balkan, Carlo V