Leggende e realtà

Leggende e realtà Leggende e realtà Le dame ungheresi • Sulle rive del Danubio - Il vecchio imperatore •La sfinge rumena • Cielo color di rosa. (Nostra eorrispondenia particolare). PARIGI, lufilio. Color di rosa sull'orizzonte: l'aurora sfoglila, dn alto, sulla Senna, i suoi petali, ed il tramonto sfuma in nao sfavillio d'oro. Mal estate parigina fu più dolce, più topida di questa. Mai più rapide acorsero l'ore,, Una frescura primaverile penetra dalle finestre, cho dàn sui giardini del palazzo Borbone, il luogo più ardente della capitale. La" folla dei politici passa innanzi al Lacoonte della « Sala dei passi perduti », sorridente e gaia. E la. brézza increspa le onda del fiume vicino. Vigilia rosea, vigilia di vittoria. L'epilogo spunta, s'affaccia agli spiriti. Indigene o straniere, le fantasie, sotto il cielo di Parigi son fatte così: o torbide o rosee. Non c'è via di mezzo. L'orizzonte era terribilmente nero negl'idi di luglio' e nelle calende d'ago3to dell'unno passato: c'ù un azzurro quasi puro, oggi, invece. Tutto, un anno fa, sembrava perduto, almeno negli ambulatori ove si fa la politica e si disfanno i piani dei generali. Si aveva la sensazione d'affondar nel marasma, con la stessa nettezza con la quale si ha oggi quella di salir, nell'etere, più leggeri. L'aviatore cho ha sorvolato Berlino è, in fondo, un simbolo di questo spirito nuovo, diffuso a Parigi. La turba, già innumerevole dei pessimisti — tutti i paesi ne hanno — ha buttato da parte il suo umor pei* maloso, e danzerebbe sulle piazze ora, se 1 balli fossero permessi, come al tempo delle' vittorie di Dumouriez. Ottimismo, dappertutto, ottimismo che sale e carezza da tutti; i lati. Prova: le leggende che sorgono e stendono le vele bianche e vogano lontano.»-' Leggende bizzarre, ma indicatrici. Sapete la storia delle dame ungheresi, delle tre signore che tutti han viste e tutti hnn sentito? L'ha narrata Paris-Midi. Eran giunte qui in incognito ; una sera, anzi una notte, s'erano avvicinate al cancello del Quai d'Or-' say e la porta s'era aperta, e le misteriose eran passate, passate recando un talismano. La gente precisa dorare da'durata del colloquio arcano, un colloquio, nel quale s'è parlato di Tisza e dell'Ungheria, pronta a tornare, come al tempo di Koasnth, fiera e ribelle, amica della. Francia e dell'Inghilterra, e a ripigliar le sue tradizioni di vecchia terra liberale. Romanticismo politico, in pieno. Tanti disegni, vi giurano, si precisano in Ungheria! E non c'è solo il gruppo, piuttosto magro, di quel conte Karolj, così poco francofobo, che nell'ottobre 1914! non temette di mostrarsi a Bordeaux per le vie. Ma c'è anche Ito stuolo degli intellettuali, raggruppati intorno nella Revue d'Hongrie, una rivista di forma francese e di pensiero latino. Meglio ancora, da qualche mese soltanto, è venuta fuori, a Budapest — cosi ci han fatto sapere — una rassegna in lingua inglese: lu Hungarian Re. view ; ed ha tra i suoi sostenitori dei rappresentanti nutentici di quella aristocrazia magiara la quale è legata per tanti vincoli di sangue e di pensiero all'aristocrazia oltre Manica. E gli uni e gli altri, dopo aver vagheggiato, a lungo, il sogno di strappar la Francia all'amplesso della Russia, vorrebbero tornarne amici ora. E le tre dame velate giuran di sì, d'accordo con Tisza, tornato mansueto, irenico, pare. Insomma, il reame di Santo Stefano è pronto a far da sè... Ci credete? Andrea Dubosq, lui, non ci crede ; e dalle colonne del giornale meridiano, in una piccola valanga d'articoli, hai denunciato la trama delle dame velate, ha gridato : « All'erta ! Tisza manovra, gioca Ma la seduzione è più forte di tutti gli ammonimenti. Il roseo ha un tal fascino sulle retine degli uomini dopo tanto sangue! Altro frullar d'ali da Vienna. Ah, le lègj gende viennesi, come sbocciano qui ! Una) predisposizione.mistica, che alcuni voglion confondere con l'educazione cattolica di tanta parte degli elementi direttivi, ne favorisce, si direbbe, il fiorire. Perchè se nei siano fatti eco persino degli scrittori dal realismo acuto, come Giovanni Herbette el Giacomo Bainville, vuol dire, osservano! molti, che qualche cosa, sotto, c'è. Ed ammiccano, e susurra.no un nome, il nome di un prindpe, signore feudale d'un minuscolo Stato tranquillo, che la sua situazione potrebbe designare come intermediario per affrettare «la fine». E nari-fino: la bionda regina eroica, che ha rotto dall'inizio del conflitto ogni legamo coi parenti barbari, non sà più nulla del suo piccolo mondo natio, se non pel tramite del lontano cugino. Da lui, ella seppe, cha il Kaiser rinunciava al sogno bieco di ve-; der, dalla catta d'Europa, soppresso il Belgio ; e che questo sarebbe tornato — quali che fossero state le vicende della guerra —\ libero alla fine. Da lui, ella ha raccolto art, tre cose: l'Austria stanca, accasciata, pron-:. ta ad esaminare o a formulare sul serio», una proposta, disposta a svincolarsi, essa pure, dalla piovra che la affoga e la dissangua. E il vecchio imperatore imbecillito, avrebbe, tra i suoi fantasmi di sangue, comlposto, nel suo cervello, un piano: lai pace ottenuta, lasciando che la Polonia ritrovi pure le sue membra sparse, con un sacrifìcio suo, lu Galizia ; ma col principe Czartorisky, genero d'arciduca e nipote di Luigi Filippo d'Orléans, come futuro sovrano. Ed il Papa, sissignore aiuterebbe l'Austria al varco, a questi patti. Ora, anche il principe han visto, noni Czartorisky, ma il principe di Liechtenstein in carne ed ossa, sopra una spiaggia di Fiandra. E' incredibile, come, in certe ore, il bisogno di credere punge la gente, e dà parvenza di realtà alle leggende più chiaro e le confonde, in un sol fascio, con quello che non lo sono. ' »*• Vengono tutte dalle rive del Danubio* Perchè non solo M.me De Thébee, ma va* lentuomiiw Ho hanno detto e scritto: «Lai guerra europea, cominciata sul Danubio, là pure è destinata a epinare». Anota» cor*

Persone citate: Andrea Dubosq, Color, Fiandra, Galizia, Giacomo Bainville, Giovanni Herbette, Kaiser, Luigi Filippo D'orléans