I problemi del dopo guerra

I problemi del dopo guerra st impongono per "avvenire sono principati mente due. Innanzi tulio la guerra, chiudendoci deE mèrcalii, ci Po, costretto a produrne in casa alcuni generi che prima, acquistavamo all'estero, fu tal gtiis-a si sono investiti det capitali -per far sorgere nuove industrie, alcune delle, quali potrebbero manifestarsi a* «latto a lioriro nel nostro clima economica. Se tali industrie esistono, e se hanno inf portali?:!, cosi notevole da poler assurgerà ad Interesse nazionale, è certamente il caso di esaminare se non sia opportuno e conveniente di dare loro un aiuto. La format di questo aiuto può essere svariata: ad e•-■•litupio, si potrebbero preferire Io esenzioni" fiscali, o i premi diretti. alJ-a tutela indiretta mediante i dazi doganali. In ogni imn do su ai testo punto, quando si avranno i fiati di fatto, sarà il caso di aprire una pon-> d ai 'aiti di seti .-.-si o n e. Il secondo argomento su cui speeiaibraente si mio rivolgere l'attenzione, dot delegati! rteik1 nazioni dell'Intesa nelle loro periodiche conferenze, e il segue»le: Uni 1917 scali e-no molli trattati di commercio, compresi quelli che legavano 11 lìussin e l'Italia con le Potenze d-'ll'l-'.iiropa centrate. Già l'Italia aveva nominato uno Commissiono interna, la qmiile lieve studiare l'importantissimo argomento, esaminare se i trattati vigenti hanno dato buona, prova, quali ne sono le iiinporfeziopi, quali le rnod-ilìcaziom da su.'-"'erire in vista dell'evoluzione verificatasi in infumi campi della nostra attivi' tà economica. Se quindi si potesse, concretare non • le Potenze dell'Intesa una serio di possibili accòrdi, che aprissero ai nostri, 'prodotti nuovi sboccili e intensificassero i' rapporti commerciali con alcune di esse, ■> con le. loro colonie — il caso tipico per noi sarebbe quello della Russia — è evidente iclio possedri-niuno degli elementi preziosi per determinare il nostro atteggiamento futuro con la Germania, con la, Svizzera e con PAustria-Ungheria, e specialmente ci troveremmo di fronte ad esso in una posiziono purlicobinneitte forte per contrattare. Lo stesso si dica per le altre Potenze. dell'Intesa. Ma' però resti sempre fermo, che ad ogni impegno di Governo noi poniamo la pregiudiziale che. gVii interessi die! consumatori non vengano a priori sacrificati allo spirito di speculaziono di finanzieri in traccia dì industrie da spremere in borsa. La guerra segna sempre un ri fini ne di torbidejjpassioni, elio amano ammontarsi di preferenza sotto il pailndarncnto del patriottismo e de! nazionalismo. Da qualche tempo in Italia sj sta anche inventando il nazionalismo economico. Bisogna- invigila»* ad occhi bene aperti, per non confondere gli interessi della nazione con queUtli di protezionisti alili11 inali, o di finanzieri o di industriali desiì derosi di continuare nel periodo di pace hi '«curèo» che oggi ii allieta. a. «. I problemi del dopo guerra rahl'anni a questa parie l'Austria e l'Ungheria non sono mai giunto a mettersi bene mereiaio; i 0 o o e ' a a n i i a n e i ; o e e o e o rntoba, sì o o si o ne a- d'accordo sul regime interno coni ed ogni volta che si deve rinnovare il patto di commercio fra le due parti della Monarchia, danubiana, le difficolta, sembrano accrescersi, anziché diminuire. P-ssi" si ccnttiplicimo, ove si. voglia estendere, l'accordo alRargandolo alle dimensioni di un patto tedesro-iuistro-ungnrico, perche, od esempio, i siderurgici oi cotonieri a ti striaci "fiann'ò conti-» quelli tedeschi la stessa divergenza di interessi dei nostri siderurgici, e dei nostri cotonieri; Quando bene questa difficoltà formidabile venisse superata, è più die dubbio che la if Mittetcìirapa >> voglia iniziarli una guerra di tariffe contro le Potenze della Quadruplice. La Germania non eont-a certo gii economisti del valore" dell'Inghilterra; ma i suoi professori e i suoi uomini d'affari sanno per foltamente che se, non si compera non si vende. Ora la Germania aveva la massima parte del suo commercio d'esportazione, in Europa, e più precisamente con. Iti Russia, con' l'Inghilterra e con la Francia. Fuori d'Eùropù, poi, i suoi masgiori uff Uri erano i"n gran parte con le. colonie inglési. Essa può quindi misurare sino all'ultimo centesimo ciò. che la aspetterebbe, ove entrasse in una lotta di tariffe precisamente contro queste nazioni. I mercati più ricchi del mondo, salvo pli Stati Uniti d'America, lo rimarrebbero chiusi: e per una esportazione impónente qual è quella germanica, il trovare altri mercati non è la cosa più semplice. Così pure noi crediamo un vero » bluff » lo spauracchio agitalo dai protezionisti pàtrii e anglo-francesi, che, appena aperte le porte, la Germania voglia effettuare un .'dumping)! gigantesco verso tutti i Paesi dell'Intesa. Bisogna riflettere olio il marco tedesco perde già oggi il 28 per cento sulla moneta buòna; che la massima parte dello fabbriche della. Germania, venne- mobilitata a scopi di guerra e che la mancanza di personale non ha certo agevolato la. fabbricazione di altri prodotti; che il sistema, delle « Oarleberiskassen » ha indebitato considerevolmente gli -indù stri ale verso lo Stato; clte lo materie prime durante questo periodo costano itila Gerinainia enormemente più di quello' che eostino ai paesi dell'Intesa. Da tutto questo si deduco che ove sii industriali tedeschi avessero effettivamente accumulato degli ingenti stocks tii merci per venderle a sotto-costo, andrebbero incontro ad unti, perdita gigantesca e pagherebbero ad un prezzo 'fantastico le altre materie prime, manufatti, prodotti agricoli, bestiame, ecc., di cui avranno grande- bisogno per ricostituirsi, non appena, il blocco che cinge l'Impero sarà tolto col sopravvenire clellu pace. F, certo non sarebbe l'esor-l cizib del « dumping » il metodo più diretto per migliorane il cambio della, moneta le-j desca, la quale non farebbe che peggiorare.) Perche il << dumping » possa avere qualctie speranza, ili riuscita, l'esperienza- dimostra! che devo durare molto a lungo, per non pochi anni. Dopo la guerra, la. Germania noni sarà, in grado di continuare, per un prò]un -1 .irato periodo e su.vasta: scalai una. politica cosi pericolosa e. costosa. Se le difficoltà a cui andrebbe incontro la Germania per attuare il fantastico piano di una « Mitteleuropa » in guerra .contro l'intesa, sono trullo grandi da far pensare che non verranno mai superate, -non minori sarebbero quelle delle Potenze deilki Quadruplice, ove, dando ascolto.«filo interessate mifé dei protezionisti, si proponessero di continuare nel campo economico la guerra, condotta sin qui contro l'Europa centrale. Anello per esse lo spostamento di interessi costituirebbe un primo ostacolo non superabile agevolmente. Il commercio anglo-tedesco oltrepassa nel tempi ordinari i Ire mi-j liiardi di Pro annue: quello delili'Ilaliia coni la Germania si aggira (fra, importazioni ed J esportazioni| intorno al miliardo, pari udì un sesto circa dell'intero nostro movi melilo I commerciale. Perciò ben a. ragione, gli uomini d'affari inglesi sorridono all'idea di una rottura- di rapporti di interessi con l'Impero tedesco, e pochi numeri or sono I'k Eeonomist, » criticava con asprezza quei giornali che, come iil «Times», «vorrebbero continuare eternamente- la guerra, caricando di tariffe proibitive il loro paese». Noi crediamo che sorrideranno anche i nostri uomini d'affari, non desiderosi di sacrificarsi per le chiacchiere, dei. vari trivellatori dell'economia italiana. E inoltre, come organizzare la lotta contro l'Europa centrale? I progetti potrebbero assumere varie forme. Una di esse sarebbe queliti di unire come un unico grande mercato le quattro maggiori Potenze dell'Intesa, abolendo fra di esse ogni dazio, sicché .'a. lavorazione industriale si ripartisse in questa c-normc zona secondo il principio dei costi comparali. Pasta presentare questa proposta, per coni prende re che essa susciterebbe Ja. rivoluzione presso i protezionisti italiani e francesi. Un altro sistema potrebbe essere quello che ogni Sfato conservi Iti propria, autonomia doganale accordandosi però le. .singolo nazioni dell'Intesa per non lasciar penetrare i prodotti tedeschi né direttamente dalla Germania, nè indirettamente — e qui le difficoltà pratiche si fanno gravissime —• attraverso ai paesi neutri. Nel qual caso il codice doganale nostro diventerebbe un monumento ruitstLuianeo, non certo per sapienza, ma pio- molo. Poiché dovi-canino usare per lo meno quattro tariffe: l'ima per le nazioni dell'Intesa; l'allrti. per i neutri amici; l'altra, per i neutri meno iiinici: e finailmenfe. l'ultima contro i prodotti dell'Europa centrale. E' agevole immaginare (fuale. perturbamento un sistema così complesso può portare al-nostro equilibrio produttivo. Sicché esso non potrà assolutamente venire adottalo, prima che. uno studio poderoso, e fatto da persone « coni petenti e disinteressate», non abbla, contemplato tutte le possibili conseguenze e ripercussioni che ne. possono derivare. Con (fuesto non si vuol certo dire che le Conferenze preparatorie fra gli Alleali, per elaborare il materiale da sottoporre .a suo tempo ineriti, «lSpadvd•-■•firedfidsrtcliqllnmgndftrp'prcsicptPvpstidndisnsnsnal11 ì d'«all'approvazione dei rispettivi Parla. n;iii sia, opera utile. I problemi che U Nazionalismo economico e interessi nazionali Lo conferenze economiche fra i rappresentanti dell'Intesti, vanno moltiplicandosi: il che si comprende agevolmente, ove si consideri la complessità, degli argomenti che si trovano allo studio. L'economia o la finanza bellica presentano una fisionomia rapidamente mutevole e perfettamente diversa, dà quella elio apparirà quando il conflitto avrà termino: od è bene che i Governi si preoccupine- non solo della prima parte del problema ma anche della seconda. Con questo differenza però: che mentre durante IU guerra gli accordi per regolare gli scambi reciproci, dividere quanto è possibile il lavoro fra le. varie Nazioni alleate per otlcnero il massimo rendimento con la più ulta economia di forze e di tempo, agevolare le. transazioni dei cambi, regolare la complessa materia delle importazioni e delie esportazioni sia fra gli Siati della Quadraplico che con le nazioni neutre — in quanto specialmente queste ultime possono lasciar filtrare prodotti negli Stati nemici — possono'e debbono esser" rapidi e. quindi venire assunti dai.singoli rappresentanti sotto iti. responsabilità dei rispettivi Governi ; la massima prudenza, invece, si impone, per ovvie ragioni, por tutto quanto rifletté gli argomenti economici del dopo guerra. . li conflitto colossale lui sconvolto le vie ordinario del trafiìeò, interrotto e deviato rg>ÌJ..^ambi, distribuito entro ceni limiti in [guisa diversa 1 attività industriale. J.ag.icr- a m o , a , a i a a a e o i e o a si o e e e ee, ioo. a, Ii e. ntl-1 ti o i. a. rro n efOj creando un'attività fittizia sostenuta d prezzi nominalmente elevati, ritarda, mu non elimina, la crisi che dovrà sorgere inevitabilmento da quesiti brusco deviamento delle attività economiche ' mondiali, aggravato dalla distruzione della ricchezza e delle forze, produttive. Prima della guerra, mediante le barriere doganali e i trattati di commercio, ogni paese, aveva, costituito un ordinamento commerciale suo proprio e regolato I rapporti intemazionali economici. In quali condizioni ci troveremo tutti all'indomani della paco? Dare una risposta u questa domanda ò semplicemente impossibile, ed è per ciò che noi scongiuriamo ogni e qualsiasi accordo preliminare che tendu ad impegnare durevolmente l'economia nazionale, perché sarebbe un accordo basato su ipotesi, ognuna delle quali può venire dai fatti smontata coinè un castello di curia, 1 protezionisti di tulle le nazioni implicato ne! conflitto limino già nel loro semplicismo trovato la, formula iter risolvere ogni o qualsiasi difficoltà. Siccome durai! te la guerra lo nazioni si sono ridotte eri Ii-i.i certi limiti allo stato di mercati chiusi, cosi sarà opportuno che ogni paese «i abitui a fabbricare tutto da sé, perche unti nuova eventuale guerra lo trovi pienamente outilìès, senza, scosse, né crisi. Siccome però anche i protezionisti comprendono clic questo programma in via assoluta non può realizzarsi, perche non vi è paese, ili mondo che possegga tutti gli elementi e le materie p.riine indispensabili alla realizzazione di un piano di tale natura, o siccome satino perfettamente che per comperare queste merci e materie primo devono venderne di proprie, cosi si affannano ad architettare dei "sistemi lambiccati, che permettano loro almeno (ii allontanare la minacciala concorrenza dei produttori esteri più Temibili Cosi è che mentre i protezionisti tedeschi spaventano il loro pubblico, riferendo minaccio doganali di una Quadruplice Intesa — che essi dipingono conio desiderosa 'li rinchiudere i paesi tedeschi in una. nutTu&Ua cinese da cui i prodotti non poss-'».iii,i uscire — cosi-dalla parte opposta i pioW.ionisti degli Siati alleati stanno riempiendo le gazzette con l'ombra di una «Mitteleuropa», che si propone di invadere con l'uria teutonica tutti j mercati del mondo, vendendovi \alanghe di merci a prezzi interiori al costo, pur di schiacciare l'economia inglese, francese, italiana e. russa.: mentre. ' dall'ultra parte, porrebbe, attorno a s-ò delle tali barriere di dazi, che non un prodotto dei nostri Stati entrerebbe in quel terréno inviolabile, (ionie si vede, il gioco i'. identico da arubo lo parti: e la conclusione sarebbe che, liscili esausti da. ini conflitto sanguinoso e violento come quello che (Iti. due anni imperversa sull'Europa-, i consumatori dovrebbero pagare in tutti gli Stati io spese di una nuova guerra distruttrice di altre ricchezze e utile solo ad impinguare i portafogli degli azionisti dell0 società preferite. Basta pensare lilla violenta azione che la guerra sta esercitando sulla, redistribuzioino delle ricchezze, mutandola a favore dei più ricchi e a scapito delle economie più povere, per intendere quanto antisociale sarebbe un'azione di la,' genere. D'altra parte iu problemi di questa natura non. ci si deve mai lasciar fuorviare dalla passione, ed c doveroso invece stabilirò un bilancio niolto accurato dei benefici c dei danni di lina determinata azione. Se, ni esempio, ci si propone di impedire l'entrala in Italia dei prodotti esteri dj una qualsiasi provenienza, occorre innanzi accertarsi: l.o che quei prodotti .non ci verrebbero importati poi da altre fonti ad un prezzo più allo; 2.o che dette, merci possono venire fabbricate in paese alle, stèsse condizioni favorevoli di cesio itile quali noi avevamo .-sin qui fabbricato quelle che davamo in scambio per ottenere le prime; 3.0 che il paese contro il (piale vogliamo i sorcitare una ritorsione ha effettivamente l'intenzione di schiacciare quelle industrie italiane, le quali sino ad ieri hanno poimo vivere e svilupparsi. Si tratta di un triplice ordine di dimostrazione che per il momento aspettiamo. Passiamo ora. ai campo nemico, iu Germania i protezionisti, ai quali incombe tanto parte di responsabilità del conflitto attuale, stillino ventilando effettivamente la costituzione di una » Mitteleuropa » che dovrebbe unire la Germania, l'Austriti-Ungheria, 1.1 Bulgaria e la Turchia, realizzando così una imita produttiva dai Mare del Nord sino al Colto Persico. Ma — a parte il latto molto importante che con la guerra i tedeschi si sono allontanati, e non avvicinati al Golfo Por-:..'" — le difficoltà del progettò incominciano precisamente quando si vuole, passare dalla teoria alla pratica attuazione, fla qua- dedccpRasstincvifdpnpfvpEcdipsiqmrivltp.'dtmfaapbdstrptiapcrtbgcncpdPsccs.icG