Le due morse della tenaglia italiana

Le due morse della tenaglia italiana Le due morse della tenaglia italiana ( Dal nostro inviato speciale al fronte ) ZONA DEGLI ALTIPIANI, luglio. , . . U nemico, com'era naturale, ha concentrato tutta la sua resistenza, specialmente alle ali. :La lotta prfit formidabile di questi giorni di -guerra si svolge dunque all'ala destra e all'ala i ministra austriache: all'ala destra, cioè in Val Lagarina e iìi Vallarsa : all'ala sinistra, cioè 6iUlMtohio.no settentrionale ed orientale e nella valflSIcl Brenta. E pari alla resistenza austriaca è, ai due Iati, l'accanimpnto della nostra offensiva. L'ala sinistra nostra in Vallarsa e in Val Lagarina e la nostra ala. destra sull'altopiano e in Val Sugana insistono, percuotono, martellano le posizioni austriache, con foga instancabile, colla sicurezza di arrivare ad un risultato positivo. All'ala sinistra Al centro, nell'alta Val d'Astico, alle pendici del Cimoue. nella zona oltre il posina., nelle gole del rio Freddo, alle radici di monto Maggio, la battaglia è por ova meno febbrile. S va avanti a base di piccoli scontri, in cui agiscono le medie e le leggiere artiglierie, e le grosse non si sentono più. Ma ad oriente e ad occidente gli scontri sono sanguinosi, le zuffe decisive e rabbiose. Not vogliamo vincere il nemico, debellarlo ad ogni costo, costringerlo a rientrare... nei suoi ufficiali appartamenti. E 10 battiamo colla, inesauribile persistenza dei nostri cannoni, che scaraventano, fuoco c Mainine sulle recenti conquiste austriache: col valore Indescrivibile delle nostre fanterie, che non conoscono stanchezza. E' una lotta, dura, aspra, tenebrosa, che si svolge nelle foreste e tra le roecie, sul dorso de! monti e sulle rive dei «a torrenti, sulle mulattiere e sui sentieri, tra le forre ed i dirupi. L'accanimento quasi spasmodico, che hanno assunto adesso i nostri combattimenti quassù, 6 tale che ogni operazione staccata sembra, aver l'aria, di una azione decisiva. Ogni soldato, mentre i-i lancia all'assalto, o mentre impassibile resiste all'attacco sembra dica a se stesso: ..- Questo e l'ultimo... se mi comporto bene, se vinco, affretto l'ora delta, vittoria ». E giù, a capofitto, nella mischia. I* due morse della tenaglia, frattanto, ratino avvicinando ipro estremità. E un bel giorno •— noi lo speriamo ardentemente — si chiuderanno. In Vallarsa e in Val Lagarina abbiamo combattuto e combattiamo con uno tenacia irresistibile: Qgni progresso sembra ci sproni a nuove conquiste, a nuove occupazioni, i.e truppe italiane, una volta lanciate oranti, non si arrestano più. E' questa una grande assiomà!tica verità. E non ri arresteranno, malgrado le artiglierie pesanti, malgrado il cumulo dei reticolati, il numero imponente delle niilrttgliatrici. l'insultò sferzante della fucileria. La Zusna, il Pozzaechio il Col Santo, sono la mèta costante delle nostre avanguardie, che vogliono salire salire, in qualunque maniera, ricuperare il perduto. La resistenza è feroce; ma noi. metro per metm, sasso per sasso, facciamo indietreggiare quegli stanchi difensori, che si difendono ancor più colla forza supe'riore delie macchine di guerra che coi numero ,dei combattenti. L'assalto al Pasubio. che vi ho descritto, e che fu tentato con tutte le più colossali e le più micidiali artiglierie di cui 11 nemico poteva disporre, è andato fallito; ya Zugna Torta e Coni Zugna le nostre posizioni sono divenute cosi salde che non vi sono grossi calibri capaci di smuoverle in nessuna maniera: tra il Pozzacehto e il monte Trappola . P accaduto lo stesso... E il Col Santo e il Pasubio sono divenuti due lottatori di pari forza, due quantità che si equivalgono. Tutta questa zona è trasformata in un inferno: buche, pozze, cadaveri, sangue. K un fetore straordinario., un fetore che appesta e ammorba l'aria, un fetore di morte, si leva dalle vallate •e dalle cime. Eppure dappert.iit.to, fra i cadaveri, nel sangue, tra le macerie si combatte, Si combatte con frenesia, con follia, con furore. Sembra che questo paesaggio di tragedia inetta, un impeto di strage In ogni soldato nostro. O snidare e cacciare il. nemico, o rimanere ip fondo alle valli ed ..«ai burroni sotto alle scheggio delle granate, sotto ai sassi e ai massi staccati dalle montagne. Fermi non si può 6tare tra quel fragore tra quella tempestaBisogna muoversi, bisogna agire. Avanti! Vi aono due punti per il possesso dei quali si è lottato .sino all'ultimo sangue: il passo di Buole. ad occidente del Pasubio, tra la Vallarsa e la Val d'Adige, il passo della Borcola ed oriente, tra la Val Terragnolo e la Val , Posina. Se essi avessero preso il Buole a n°i. avrebbero inutilizzato la nostra resistenza in Val Lagarina, sarebbero discesi in Val d'Adige sopra Alar se noi prendiamo la Borccla a loro, la difesa del Col Santo in pericolo, monte Maggio pud cadere da un momento ali alt m jn nostro mani, e il Pasubio resta libero, saldo e dominatore. Ebbene è tale la resistenza che noi abbiamo opposto al passo Buole. è tale la resistenza che essi hanno opposto al passo della Borco la, che nò l'uno, nò l'altro iranno cambiato bandiera. Con una differenza però che il passo Buole non la cambierà più perchè gli austriaci ne sono ormai lontani, mentre la. Borcola la cambierà presto, perche gli italiani sono sempre più vicini. Frenesia di combattimenti. Da tre giorni su tutta in ironie si combatte con una frenesìa straordinaria. Sembra che i due avversari .si siano giurali a vicenda, di finirla al più presto. Non è una battaglia sola: sono tanti combattimenti contemporanei, '.latterie contro batterie, 305 contro ;iOj. reggimenti contro reggimenti, uomini contro > nomini, baionette contro baionetta. Il cannoneggiamento ulula paurosamente nelle vallate, le riempie tutte, discende, portate dal vento sino alle case romite del piano. E i vetri delle finestre, nei paesi vicentini, ne tremano. Ma è un altro tremore, diverso da. quello del maggio scorso. (ìli abitanti sorridono e fauno uii gesto di saluto verso le montagne, perchè sanno che la maggior porle di quelle cannonate sono cannonato italiane. Ed è intatti così. Da qualche giorno pare assodato che in Trentino la preponderanza rielle artiglierie l'abbiamo noi. Non ci devo far credere, questo, che gli austriaci abbiano diminuito l'efficienza delle loro artiglierie sul Trentino, u ohe tacciano per essersi accorti della superiorità delle nostre. E' una semplice constatazione di fatto. Può essere clic i tienici meditino qualche prossimo colpo: non bisogna quindi farsi illusioni. E le due morse si avvicinano adagio adagio: a slento, con fatica, ma si avvicinano.., E la grande massa austriaca si sente pigiale in questa stretta, che è una tortura, fio la morsa di sinistra — come abbiamo visto qui sopra — trattiene vittoriosamente l'urto che l'avversario le. scaglia contro, è la destra che fa quotidianamente progressi significativi. Sulla, strada che orna, come un merletto bianco il fondo valle d"l Brenta, e più su. sull'altipiano, oltre il monte Chiesa, oltre Ceserà Febio. contro Cima Undici e cima Codici e contro la Zingarata. la nostra pressione si fa sentire sempre di più. Sono le fanterie che s'insinuano tra. i boschi, annate della loro baionetta e del loro coraggio, sapendo che dai camminamenti sugli alberi ' le aspettano le fucilate, micidiali e sono gli alpini, coi loro scarponi pesanti e le loro mani di ferro, che si aggrappano ai monti e non vi si lasciano staccare più, e salgono, schiaccimi do col loro peso o facendo rotolare al basso tutto quanto incontrano: massi o trincee, uomini o bombe. ■Ieri vi parlavo dei sanguinosi e faticosi assalti alle falde di monte Colombai'», della vittoriosa azione di Gaserà Febio. Oggi vi trasporto più in su, verso l'estremo settentrione dell'altipiano, ove una gran messe di piume alpine ondeggia sul mare grigio-verde dPlle uniformi, più in su verso le nevi della cima Dodici, verso l'aspro e conteso passo dell'Agnella. • Sul monte Chiesa e al passo dell'Agnello Sappiamo quali siano stati i nostri ultimi progressi dalla Valle di Nos verso la. Valle Galmarara. che il nemico, appostato dietro le cune che le fanno da sentinella, vuol difendere ad ogni costo. E gli orli della valle ci sono aspramente contesi... Sappiamo lo sforzo che ogni giorno le nostre truppe compiono per sradicare il nemico dalla fenditura dell'Assa ove si è infossato. E saliamo ancora che da parecchi giri di ventiquattr'ore attorno ai reticolati formidabilmente muniti nelle zone di Cima Undici e Cima Dodici, si sferrano gli assalti degli alpini italiani sotto al fuoco flagellante delle mitragliatrici. Ebbene, ieri, questi assalti continuali, ripetuti sino all'esasperazione, che ci costarono perdite -e ci recarono gloria, hanno finalmente avuto un primo buon risultato; la conquista del Passo dell'Agnella. Gli alpini discesi dalle pendici settentrionali del monte Chiesa, che è uno degli ultimi co cuzzoli dell'altipiano prima di arrivare alla gran parete di chiusura, che lo separa dal Brenta, protetti da un nostro fuoco d'artlglie ria cosi irruente che faceva tremare i monti fin nelle più basse radici, si introdussero nelle boscaglie distese tra il Chiesa e le falde della Cima Undici, vi si Introdussero con quel loro passo, calmo, sicuro, fiducioso, che par voler (lire: «Noi ora entriamo in questo bosco, e ne usciamo dall'altra parte, oppure non ne usciamo mai più ». Entrarono. I.e mitraglia*4'ifli poco prima — mitragliatrici italiane, — falciato le cime degli alberi, ove potevamo annidarsi i tiratori scelti degli alpenjàgers. Gli alpini andarono avanti pacatamente : trovarono trincee e cadaveri,- e li sorpassarono; trovarono pianto misteriose, che sembravano fortezze, le circondarono, le scalarono, arrivarono suila cima, massacrarono chi vi si trovava, incendiarono i cammina^ menti; trovarono 'pattuglie che davan loro la caccia nel bosco, le sterminarono. E arrivavano cosi, oltre il 'bosco, sino a un grande trinceramento nemico, che più degli altri ostacolava i nostri progressi verso la Cima Undici. Qui, ma.lgra.do, il tenibile fuoco di mitragliatrici e di fucileria, essi si slanciarono alla baionetta, piombarono sulle trincee, le conquistarono, infilzando quei pochi, che'osarono ancora rimanervi. E la trincea, con molto bottino, divenne nostra. Essa e un passo importante compiuto per l'aggiramento completo della Cima Undici, che dovrà indubbiamente cadere. Tanto più che. insieme ad essa, anche 11 passo dell'Agnella 6 caduto in nostre mani. Oli alpini lo presero di colpo, con uno di quei magnifici balzi in avanti che sono una loro specialità. E se ne impossessarono cosi d'impeto e di sorpresa, Che quaranta austriaci, impauriti, alzarono le mani c si arresero. In questo momento»! quaranta prigionieri viaggiano sui « camions » verso un paese1 dell'Altipiano, ove saranno interrogati, presso un nostro Comando. GIOVANNI CORVETTO. Il tenente coltimeli* Giulio Mazzarino Novi Ligure, 11. E' giunta notizia alla famiglia, residente nel vicino paese di Castelletto dOrba, della morte, avvenuta in un recente combattimento, del tenente colonnello di fanteria eav. Giulio Mazzarino.

Persone citate: Agnella, Assa, Giovanni Corvetto, Giulio Mazzarino

Luoghi citati: Nos, Novi Ligure, Posina, Terragnolo, Trentino, Vallarsa