L'Arciduca Federico

L'Arciduca Federico L'Arciduca Federico il generale della disfatta (.Servizio speciale della Stampa). Parigi, 21, notte. Occupandosi delle continue sconfitte eustria Occupandosi delle continue sconfitte eustria- che al fronte russo. Jean de Bonnefon scrive sul journal-, «Alla tuie del luglio 1914, gli ambiziosi del- la Famiglia Imperiale d'Austria facevano grtui- di sforzi per influenzare le deliberazioni del- l'Imperatore d'Austria, stanco per gli anni, tri- belato dal ricordo della perenne sconfitta, che forma la storia del suo Regno. Si mostra- vano al vegliardo i trionfi immaginari della guerra che si voleva fare: «Noi abbiamo con noi... Noi abbiamo per noi-.. ». Francesco Giù- seppe lasciò parlare, secondo il suo costume, poi alzò la testa, che tiene sempre bassa, il mento appoggiato sulla croce di smalto che peude dal suo collo, e disse : « Ma è Federico che sarà capo delle nostre forze armate... E dò e contro noi ». Tra un Imoeratore di 80 anni e un Principe ereditario di A anni, che la guerra sorprese mentre stava facendo gli esami teorici di capitano, tra questa impo- tenza e questa ignoranza, il vero capo degli eserciti austro-ungarici è l'arciduca Federico Maria,- Alberto, Guglielmo Carlo duca di le- sciien-, che in questo mese di giugno ha rag- giunto i 00 anni, e lia perduto la sua grande battaglia. Singolare destino quello del nipote dell'imperatore Leopoldo II. Al momento in cui1 la Prussia schiacciava il suo paese, egli aveva l'età dei bambini che cominciano a comprendere- Suo padre, l'arciduca Carlo Ferdinando, spingeva il suo odio contro gii Hohenzollern fino a tenere il letto due lungi*' mesi per non partecipare a un pranzo di Cirte offerto in suo onore dal Re di Prussia. Sua madre, vedova in prime nozze di un Duca di Modena, non parlava mai tedesco, che trovava orribile e duro a pronunciare, e passava le giornate a leggere le opere di Chateaubriand o a cantare ariette italiana, accompagnandosi sul mandolino. «Dalla sua prima educazione, fatta da una1governante francese e da un maestro di ballo italiano, l'arciduca Federico ebbe 1 amore de a ',o-tra lingua, che fu. Ano..allo scoppio dellaguerra, la lingua usata- nella sua casa e alla sua tavola. Per non prussificarsi — secondi una sua espressione — il Principe rifiutò tutti i matrimoni bavaresi, sassoni e prussiaui che gli venivano proposti, e andò a sposarsi in Belgio, nel grazioso castello deW'Hermitage; oggi devastato o incendiato dai tedeschi. L'8 ottobre 187S sposò la bella Isabella principessa di Croy, uscita da una Casa non regnante, ma eguale di rango a tutte le. Case Reali. Freddamente ricevuta alla Corte di Vienna, la so-praggiunta prese subito il primo posto per l'autorità, l'intelligenza,, l'imperiosità. Ella non dominò soltanto-11 marito, che amava la dolcezza del giogo, ma tutta la Corte, nella quale nessuna donna fu più altera, più osservante della tradizione più rigorosa per tutto quanto riguardava l'etichetta. Ima delle sei Principesse nate dal matrimonio fu fidanzata d'autorità all'arciduca ereditario Francesco Ferdinando, che sfuggì al nodo sposando morganaticamente la damigella d'onoro della fidanzata, la contessina Sofia de Choteck.. E per un fato degno di Shakespeare, fu l'assassinio 1el fi; danzato recalcitrante e dell'umile damigella di servizio, che pose di colpo l'arciduca Federico a capo supremo degli eserciti austro-ungarici. « Soldato di caserma e di comparsa, esatto e meticoloso, tuffatosi da giovinetto nello studio dei metodi, l'arciduca Federico passava prima della guerra, per un guerriero di-primo ordine. 11 giorno della mobilitazione non dimenticò alcun particolare. Chiamò i fornitori di galloni, di trine e di ricami. Ordinò loro di continuare la regolare fabbricazione, « affin che l'esercito imperiale e reale mantenesse durante tutta la campagna le sue tradizioni di eleganza. Le uniformi kaki e la soppressione degli accessori visibili, furono un colpo doloroso e imprevisto sull'Arciduca, fedele alle morte cose e alle apparenze di un tempo passato- Ma si consolò organizzando il suo Quartiere Generale in una vera Corte di <*uerra, secondo gli antichi protocolli del Sacro Impero; con la regola delle presentazioni, coi grandi e osi «ìMwok •avvisi, sa*» «a usi do d'in¬ mi, incaricato di disporre a tavola gH ufficiali secondo il loro diritto di nascita. Questa tavola fu sovente presenziata dall Arciduchessa, ohe coraggiosamente non abbandonò mal suo ..marito al pericolo della guerra, e lo segui al fronte — qualche volta anzi lo precedette. E fu durante una festa conviviale, nella tenda imbandierata per festeggiare il suo genetliaco, che rArciduca" appresa ìa~ grande ^Utoria"russa^ che, veramente — dicono i telegrammi — rima ne un enigma per il condottiero d'.Asburgo. « L'arciduca Federico non ha l'abitudine di parlare agli inferiori. La mascella grossa, du ra e pesante stretta nella mano, 11 pelo aspro dei favoriti grigi, che inquadrano un volto pallido e senz'anima, egli quando è a tavola scrive i suoi ordini, perchè dubita di tutto, an che dell'eco della sua voce. Non è un pauroso, Ma Federico d'Asburgo ha acceso malamente \\ suo coraggio al fuoco delle sue credenzo in lutto, e rimane sempre nero di solitudine e di silenzio. Nella disfatta come nella avanzata del 1915 la più grande cura dell Arciduca ge neralisslmo rimase la perpetua preoccupaz'o ne di trovare tra i suoi ufficiali un uomo su periore. Un ufficiale austriaco, prigioniero in Russia, raccontava ultimamente che qualsiasi atto di brillante e segnalabile valore commesso aa qualche generale, provoca, da parte del du supremo e invidioso, sostituzioni immediate e ingiuste. Tale è 11 comandante disfatto: il di segno di questa figura triste apparirà, intero e tragico, nella calma e profónda luce della sto r!a_ (j16 t popoli scrivono ora col loro sangue migliore » 1 partenza, alla vigilia cioè dell'entrata dell'Tta lia nei conflitto, aveva abitato nell'aristocratico 1 c,uartiere dell'Etoilo un pianterreno di uno sto rjco palazzo, subaffittato al ì-.'ttore Huard, al tualmente in America. Venendo nel maggio jg0 gcaclenza n contratto. D'Annunzio in- D'Annunzio ricorre al Tribunale civile di Parigi •Strazio frettale delia Stampa) Parigi, 21. notte. Gabriele D'Annunzio ebbe ieri gli onori di un'udienza al Tribunale civile della Senna. Dalla dichiarazione di guerra sino alla sua e -1 n e e o , o ; i o . o o o i i ui e oe sra, moi n¬ viò un suo rappresentante a Parigi a regolare la pigione ed a ritirare gli oggetti appartenentigli- Il gerente dell'immobile intascò tranquillamente il denaro, poi, rifiutandosi di fare una distinzione tra quanto apparteneva al pittore e - ciò che apparteneva al poeta, dichiarò in nome dei proprietari del palazzo che tutto ciò che si trovava nell'appartamento doveva rimanere a garanzia del loro diritti. D'Annunzio ritenendo la pretesa eccessiva, per quanto lo riguardava, ricorse al Tribunale civile, Il cui presidente, ieri, autorizzò D'Annunzio verso cui ebbe parole di viva ammirazione, a ritirare immediatamente quanto gli appartiene. . D. R. L'unità desìi italiani Un articolo delta " Gazzetta della Borsa,, di Pietrogrado Pietrogrado, 21, notte. Nella Gazzetta della Borsa il professor Speranky, a proposito del nuovo Gabinetto Italiano, scrive: « Grazie la ricca energia morale che 'racchiude in sè, il popolo italiano, nostro alleato, potè fondere in cristalli solidi .e diafani le grandi idee di solidarietà sociali, che ora, nella lotta mostruosa delle nazioni, stanno per operaie il loro effetto miracoloso, Vittorio-, , so. I capi dei partiti ,in Italia seppero, con unosforzo concorde, rinunciare spontaneamente atutte le lotte politiche, a tulle le reminiscenze di animosità personale. Cosi u nuovo Gabinetto italiano nasce tra i migliori più confortanti auspici ; appare al mondo interu come una perfetta entità politica omogenea, solidale, saldata moralmente dagli ideali nazionali comuni, dalle speranze generali, dalle speranze eroiche ». CA*. Stefani). r