Il nostro attacco a Monfalcone

Il nostro attacco a Monfalcone Il nostro attacco a Monfalcone Zona di guerra, 15 giugno. Improvvisamente il vecchio fronte rida segni di vita. L'attenzione ò di nuovo attratta verso l'Isonzo, dove pareva che la guerra, da un mese circa, si fosse adagiata in una sosta profonda. Il punto delle difese orientali, nel quale gli austriaci avevano tentato le nostre linee prima di iniziare l'offensiva nel Trentino, — quasi per farci credere ad una loro imminente azione sul Carso, — torna oggi ad essere teatro di un significativo e promettente episodio di guerra, per noi concluso con la migliore fortuna. Si tratta di una felice irruzione delle nostre truppe nel settore nemico attorno a Monfalrone, della cattura di quasi SUO prigionieri, della conquista di non poche trincee Le cose sono andate mólto bene c senza nostri gravi sacrifizi. L'astuzia, la decisione e la fortuna ci furono contemporaneamente amiche. Vedremo poi quale importanza sarti da assegnare all'azione nel gran quadro della lotta, oggi fatto più spazioso e solenuo elio non fu mai. Non siamo ancora in grado di esprimer* un, giudizio. Pur poco fa eravamo sotto l'impressione delle prime notizie e dei fatti: il nostro vuol essere un annunzio che anticipa per poco il laconico enunciato del bollettino, il quale' mentre scriviamo deve anche uscire. Sta di fatto che siamo riusciti ad operare di sorpresa in un tratto del settore dell'Isonzo che i! nemico evidentemente s'illudeva di tenere saldo e coperto, 'l'ale, per lo meno, doveva essere il dovere elementare del Comando austriaco. Quella genie non poteva credere che. venendo o minacciarci alle spalle, fra l'Adige. e il Brenta, noi si fosse abbandonata o trascurata o in qualsiasi modo .indebolita la frontiera dell'Isonzo. Può darsi che sulla linea del fiume, contro lo tante C tanto varie posizioni nemiche, tutte formidabilmente armate e l'una. all'altra collegato con un sistema difensivo ammirevole, il nust.ro Stato Maggiore intendesse iniziare fra la primavera e l'estate un'azione in grande stile: rome anche è supponibile che l'offensiva del Trentino abbia ritardato la realizzazione di un tale disegno: ma.se una nostra azione di sorpresa è s:ata possibile, vuol dire che il Comando austriaco s'era fidato eccessivamente nella sua organizzazione difensiva, e non aveva fallo il calcolo esatto delle sempre vive forza delle nostre truppe Da un mese, da quando il nemico sii e assunta l'Iniziativa delle operazioni, il vecchio fronte costituiva in verità un enimma. o per dite più semplicemente, un problema non ben chiaro per ambedue gii eserciti che si fronteggiavano e si fronteggiano. Avevano gli austriaci l'Intenzione e la possibilità di inscenare anche su quella linea un'offensiva contemporanea, o in qualche modo collngata all'altra; oppure intendevano di serbare la quiete sull'Isonzo, e speravano nell'impossibilità ria parte nostra di assumere qualche iniziativa prorna e decisiva? Era questa una domanda d'importanza capitale, alla quale soltanto il futuro avrebbe po- aAn^^SL0^^, d5. fa,ti' « , , Intanto «mesta notte l'improvviso nostro at «eco ad est ed a sud di Mpnfalcone ha com lietamente simroHi.o, sgominato e messo in ; Ju.Ka 1 reparti austriaci che difendevano quelle ,'nn,ree- §»'. naturalmente, erano hen lontani j nai! aspettarsi da parte nostra una simile irn- prowisaf a. Ben altro da fare. — secondo l'o pinione del nemico — avevamo noi. per difen i derr.-; dagli attacchi nell'alto Vicentino, che or l'Minarci ancona delle vecchie trincee di Mon] falcone! E invece, ditto .-,(| ul, tratto, verso il -(finire d'una, notte, tranquilla, che in luna inax- 1nCdCpllpj\e jrcntava, le artiglierie italiane cominciarono a tuonare ih tuffa lo zona che si stende ad oriente ed a sud di Monfal.'or.". insistendo specialmente su due punii: r.res>o la locanti! di .Sant'Antonio, sulla linea del mare, e pve-si alcuni frir!c--ramcnli della linea interna Nelle trincee nemiche, battute cosi, di colpo dal fuoco dilaniarne delle cannonate italiane, che i a ', i a e o Onanrli l'azione devastatrice dell'artiglieria cessò, e il nemico forse poteva credere die tutto fosse finito li, ecco che il grido noto, il grido terribile e fatale di « Savoia! » eclwagin da! campo indiano : e grossi nuclei di i i fanteria si avanzarono, di corsa, alla baionetta, in un impeto magnifico travolgente. Ri-ano ì soldati delia brigata » Napoli » i fucilieri del 75.0 e del TG.o fanteria clic si precipitavano su' nemicò in una irruzione cli-ì non sarebbe stata in nessuna maniera frenata. !•• '"" «SRI accorrevano, in una Raro ili vai''re, reperii di cavalleria appiedata. 1 difensori 'ti Sant'Antonio dovettero veder giungere quella , valanga umano, con un senso di terrore. Teti-l r-.1. tuttavia ,.ì resistenza, e fecero il loro - dovere, spararono con fucili c colle mitra- Bhatrici e con qualche pezzo di artiglieria, 1 cercando di decimare le nostre file, ina non . riuscirono. 1 nòstri avanzavano come so- spinti da una forza irresisiiliile.' E piombarono e sulle trincee, fulmìneamente. Fu un còmbaiii-1 mento rapido, rabbioso: un febbrile lavorio - delle Ixuonette. l-"Ji, i pochi superstiti nemici, . ! rotti, dispersi, annientati, -1 d'edero bla fu/■ u Nelle noMM inani erario rimasti 488 prifcìo- riieri, dèi quali dieci ufficiali anstriaci e n lurao bottii:o di fucili <-■ munizioni Di più gli eroici fidati di ;:: l !..••:-, . Napoli » avee vano stiavpato al nemico dopo - a*ò'ra lotta, n 1 sette mitragliatrici li bella notizia sparsasi - velocemente stamane sugli altri punti' del fron-- te, fu accolto con Indescrivibile éntusiasriio | dalle, nostre truppe, che attendono dovunque i | Impazfcnli, l'oia di uu4ucu»i a font »:ra\ I vasado

Luoghi citati: Monfalcone, Napoli, Savoia, Trentino