La prima giornata della crisi

La prima giornata della crisi La prima giornata della crisi Lt imminente attivo del Re - Ipotesi sulla soluzione « iVatteggiamento dei grappi parlamentàri. (IPer telefono alla "Stampa,,) Roma, 11, notte. Domani il Re inizierà le- consultazioni per la soluzione della crisi. Il Sovrano sta per giungere a Roma, SI è recato -ad incontrarlo persona che gode la fiducia del Re e del Governo. Furono già diramati gli inviti per le consultazioni ch'e incomincieranno nel pomeriggio, subito dopo la breve seduta della Camera. I colloqui del Re colle più alte personalità politiche, saranno preceduti da un colloquio coll'on. Salandra. Nel Consiglio (Lei ministri, tenuto stasera, venne stabilita la formula delle dimissioni che sarà la seguente: «Il Ministero, in seguito aite risultanze del voto della Camera del 10 giugno, ha deliberato di rassegnare le dimissioni nelle mani di S. M. il Re. Il Ministero rimane in carica per il mantenimento dell'ordirne pubblico e per il disbrigo degli affari di ordinaria amministrazione». Dopo questa comunicazione, so fatti nuovi non sopravvengono, il presidente della Camera toglierà la seduta, dichiarando che la Camera sarà convocata a domicili'o. Le comunicazioni del Governo saranno però precedute da qualch» fatto, che vorrà avere valore di manifestazione. Un certo numero di deputati, i quali non parteciparono al voto di sabato sera, intendono intervenire alla seduta di domani per dichiarare in quale senso avrebbero votato, qualora fossero, siati presenti alla seduta. Si 6 detto che nella seduta eli domani il gruppo socialista ufficiale presenterà un ordine del giorno relativo alla situazione. La notizia è assurda. La verità è invece questa. Oggi si sono riuniti i deputati socialisti ufficiali ed hanno discusso intorno alla opportunità di una spiegazione della condotta del gruppo relativa alla sua partecipazione al movimento che determiinò la crisi. Fu dapprima ventilata l'idea di un manifesto al paese, ma si riconobbe che dopo le dimissioni del Ministero, la mani f estazione avrebbe assunto un ci rat toro eccessivo. Si deliberò invece di diramare un semplice comunicato esplicativo clic sarà pubblicato domani. Il grappo spiegherà come e perchè aveva votato nello stesso senso dei partiti interventisti della Camera ed indicherà quale dovrebbe essere la soluzione della crisi. Una più importante deliberazione fu contemporaneamente presa dal Comitato direttivo del gruppo. Gli on. Turati, Treves, Modigliani, Prampolini e Merloni hanno convocato d'urgenza il gruppo parlamentare per martedì 13, alle ,ore 15, invitandovi la Direzione del partito e la Direzione doli'« Avanti! ». La motivazione della convocazione è questa: resistere alle temerarie agitazioni che si preannunziano, allo scopo di imprimere alla crisi una risoluzione contraria alle sue intrinsiche significazioni ed ugn interessi del paese. La spiegazione di questa deliberazione va ricercata nell'ordine del giorno votato oggi dailla Direzione del partito radicale. Essa ha oggi deliberato la riunione immediata delle rappresentanze dei partiti interventisti onde affermare che la risoluzione della crisi devo avvenire entro la cerchia degli elementi che furono interventisti, prima della nostra dichiarazione ili guerra. Di qui la discesa, in campo dei socialisti ufficiali, i quali dicono di non volere avere il rimorso di avere provocato una crisi a beneficio dei partiti ultra-interventisti. Questo semplice particolare lascia comprendere il singolare accanimento col quale si lotta a Roma per imprimere alla risoluzione della crisi un determinato carattere. Il He inizierà le consultazioni interrogali do i presidenti del Senato e della Camera, nonché gli altri Collari dell'Annunziata e talune personalità parlamentari, tra le qua li gli on. Bissolati, Luigi Luzzatti'e Rava. Il Re, dopo queste consultazioni, prenderà le proprie decisioni che possono essere di doppia natura. Può darsi — e questa deci sione è la maggiormente probabile — chi il Re offra ad un uomo nuovo (cioè nll'ini fuori del Gabinetto dimissionario) l'incarico • della formazione di quel nuovo Ministeri' nazionale che 1-partiti interventisti invano richiesero aU'on. Salandra e che questi non ^ollo accordare. Potrebbe anche darsi — e questa seconda decisione appare estremamente difficile a verificarsi — che il Re offra all'on. Salandra o ad un altro uomo del Gabinetto dimissionario l'incarico della formazione del nuovo Ministero. Nulla, ad ogni modo, si può escludere nella difficilissima situazione attuale. La soluzione che la logica sembra imporre è iuella della formazione di un Ministero die accolga tutte Le migliori energie della nostra vita politica, un Ministero veramente lattivi) e ad un tempo di pacificazione. Ma due difficoltà si oppongono alla realizzazione di tale piano, cioè difficoltà di trovare un capo e la recisa opposizione degli tilemanti ultra-interventisti all'inclusione nel nuovo Gabinetto di elementi che non escano dalle loro fila. Nomi di possibili capi del nuovo vagheggiato Ministero nazionale se ne fanno parecchi: i due più insistentennen■ te ripetuti sono quelli di Paolo Boselll e di Tommaso Tiitoni. Taluno parla anche di un probabile Ministero Marcerà ed altri accennano, prò forma, alla possibilità di un Ministero Luzzatti. Ma le sole due ipotesi serie sono quelle di un Ministero Bosetti o di un Gabinetto presieduto dall'on. Xittoni. Ebbene, anche queste due soluzioni appaiono problematiche. L'on. Boselll, a parte il fatto che avrebbe indicato l'ori. Salandra, si trova in età avanzata e le suo condizioni fisiche difficilmente consentirebbero al decano della Camera di assoggettari all'enorme lavoro che deriva — specio in momenti come questo — dalla presidenza del Consiglio. Nè il capo del nuovo Gabinetto può essere in periodo di guerra urna figura soltanto rappresentativa. Quindi non si crede lai Gabinetto Boselli. Maggiori prò babilità presenterebbe una combinazione littoni, specialmente se la nuova cnmbinazione si basasse, sul trinomio Tittoni-Bissn. lati-Orlainido. Ma anche la candidatura dell'oli. Tittoni presenterebbe gravi ostacoli, Anzitutto si vorrebbe che il nuovo presi lente del Consiglio appartenesse alla Camera e non al Senato. In secondo luogo gli elementi de- aocralici impegnerebbero una fu iosa battaglia contro l'assunzione, eli Tittoni al potere, come capo del Governo. Più probabile appare invece la designazione dell'on. Tittoni a ministro degli esteri, nel caso in cui l'on. Sonnino non rimanesse alla Consulta'. Il nostro ambasciatore a Parigi sta, ad ogni modo, per giungere a Roma, chiamato appunto per la crisi attuale. Riassumendo: le difficoltà per la formazione di mggClddrdpmIqdsdleiltza.lpdcvltvsnscluemcdnvdmcI rdumnvpradrt. un Ministero nazionale sono enormi, tanto|gelio si tratti di un blocco delle migliori e nergic politiche, escludendone soltanto i socialisti ufficiali, quanto nel caso di un blocco degli clementi interventisti della Camera e del Senato. Non basta infatti trovare l'adesione di uomini illustri; bisogna fare un Ministero veramente fattivo e dominato da una coesione assoluta tra 1 suoi componenti. Questo Gabinetto deve inoltrò essere rapidamente formato perchè la crisi, mentre la guerra infuria, devo essere brevissima in modo assoluto. II problema appare difficilmente solubile tinche per la rcsisteiua elio oppóngono gli elementi parlanieniaii che votarono ieri per il Gabinetto dimissionario. It blocco di Destra e del Centro ha sostenuto sino alla fine l'on. Salandra. I.o stesso blocco ritiene — dopo il voto ben chiaro di ieri — che al presidente del Consiglio dimissionario possa ancora competere l'incarico di formare il nuovo Gabinetto! La tesi è mollo rischiata. Il voto chiesto ieri ed ottenuto dall'on. Salandra ebbe chia ro, preciso, esplicito carattere di sfiducia. Il Ministero è rimasto in minoranza dopo le dichiarazioni del presidente del Consiglio. Difficilmente si comprenderebbe come possa ritenersi che il capo di quel Gabinetto goda bvancora la fiducia della Camera. Ma «di amici . .„ c. , , dell on. Calandra osservano essere questo cà- dulo più che altro per non aVer voluto for- mare il Ministero nazionale, richiestogli dal gruppo dell'alleanza democratica. Aggiungono anche gli amici dell'ex-presidente del' Consiglio che i 197 voti contrari all'on. Sa< landra sono composti di elementi discoi* danti, perciò il loro valore e relativo. Essiti dicono anche tante altre cose per dimostra»: re che la permanenza al potere del presidente dimissionario è ancora possibile! Ma certamente una soluzione consimll»' provocherebbe un'insurrezione degli eie* menti che hanno abbattuto il Ministero,! Infine, rimane da regolare una questióne;:1 quella cioè dei rapporti tra Salandra eCa.-' doma, dopo l'accenno di ieri alle responsabilltà per l'insufficiente difesa delle porte: d'Italia noi Trentino. Insomma, da qualunque lato la situazione venga esaminata,' essa presenta difficoltà enormi. Frattanto il lavorìo di retroscena concertato a paralizzare le varie soluzioni e tentativi è intensissimo. Il che fa disperare in una solu« ziono organica e completa del problema aperto dalle dimissioni del Ministero.

Luoghi citati: Italia, Parigi, Roma, Trentino