Genesi e cause della crisi

Genesi e cause della crisi Roma, 10, notte. Ln crisi è aperta. Il Ministero è rimasto à:i minoranza di 35 voti. Esso si presenterà 'lunedi alila Camera dimissionario. Il Re è ■atteso domani a Roma. Dopo le comunicagli mi delie dimissioni alla Camera, eomincieratmo le. consultazioni della Corona e si •inizierà il lavoro per la soluzione di una •crisi che si prrtspcii-t estremamente laboriosa e ohi» dovrà condurre all« formazione di un .grande MimhHitei'ò nazionale. Ciò che è :avvènuto oggi «ila Camera, doveva fatal«iante accadere. Il Ministero era condannato sin dal mattino, sui dal momento in cui i gruppi interventisti di ministra, cioè l'alleanza democratica sorta per sostenere il ^rubinetto Salandra, avevano deciso di nbibantlonaiilo. Il Gabinetto Salandra Tiulla'ha tatto, del i-esfto, per restart al potere- Anzi «embra abbia fatto quanto evu possibile per atidarcene. La rivelazione, in forma ufficiale VìeU'in=ufTieiente difesa, del Trentino c l'accula ad una parte della Camera di deprimere lo spirito pubblico <ol proprio allariirilsmo costituivamo due di quelle freccie che s! lanciarlo al tuoinento di andarsene. Per questo il presidente del Consiglio volle n.d ;urte, iiUrodiirle nel suo discorso d' ^gi. •I.'oi). Salandra. avrebbe potuto, volendo, salvarsi. Sarebbe bastato che egli si fosse preMaio alla tesi dai situi amici di ieri, cioè (allargamento od il rafforzamento de! Ministeri,, ma a questa soluzione non volile adattarsi, di sarebbe sembrato, dicono i nitioj umici, consentendovi all'ultima ora., di diminuirsi ai proprii occhi, cedendo ad una . irai posizione della Camera, perciò preferi caldere, rimanendo fedele alla formula iJidicaty ti varie riprese nei discorsi pronunciati in *::ro per l'Italia: « O tutti o nessuno». Forse l'abbandono del potere nel momento aliti file risponde ad un segreto desiderio del3'on. Sailandra : troppo grave era il peso, che la fatalità aveva addossato sulle sue. spalle itegli anni fortunosi della sua permanenza al Governo. Perciò è. piobabiJiuen- • 'te, con un senso di sollievo che. il presidente :del Consiglio si appresta, a lasciare il potere. Ciò per tfuanto riguarda La persona 'del presidente del Consiglio. Quanto itila Camera, la condotta dei 197 deputati che .votarono contro il Ministero e variamente . giudicata. Gli amici del presidente del Consiglio affermano che il Ministero è rimaste , vittima di una congiura parlamentare, a■bìlmente ordita per non essersi l'on. Sulaji<lra prestato a soddisfare le ambizioni degli aspiratiti al portafoglio; ma l'opinione ; jpiù dlrfusa è che la Camera abbia compiuto ■oggi il proprio dovere uscendo dall'equivoco nel quale sinora, si era mantenuta. La Camera aveva inflitto al Ministero una serie l'di umiliazioni, che dovevano giungere alle conseguenze odierne, cioè al voto contrario, pùa Camera aveva, prima della rinuncia alla parola di UH oratori iscritti a palliare sui [Bilanci, nmmonito il Governo che non di 'bilanci ma delia guerra si doveva parlare. Successivamente aveva, a lieve maggioranza, approvato a scrutinio segreto i biJaiiei. Come avrebbe potuto, salvo il fatto nuovo di una resipiscenza, dell'ori. Salandra, votare oggi a di lui favore? La resipiscenza non venne. Il discorso di oggi del Presidente del Consiglio fu scritto per duo sole ragioni: per liberare il Governo dalla responsabilità dell'invasione di una parto del Trentino pei" opera del nemico e per denunciare l'opera allarmistico anche nelle più aite sfere politiche c sociali. L'esplicita indicazipne dell'insufficiente difesa del Trenlieo impressionò enorinenientc la Camera. Le parole dell'olii. Salandra furono subito interpretate come censura al Comando supreino. li Presidente del Consiglio si affretrò, però, a reificare tale impressione, affermando che non aveva inteso censurare l'operaio del generale Cadorna, avendo amiti riferito le stosse paiole del Comando supremi' relative alla nostra situazione nel Trentino. Ma le spiegazioni dell'on Salandra non convinsero troppo la Camera. Ini',:ii. M quale organo possono riferirsi le ./"li- dell'on. Salandra? Al un generale ,;ulc dipendenze nel Comando supremo? In icl non verrebbe meno la responsabiliv: rif;| Conihndo stesso. Comunque, l'accenno fatto peggiorò e non jViigMorò la condizione del -Ministero. QuaniJm 1 "T:. Suinudra fini il suo discorso. In condanna del Governo venne confermata da coloro che l'avevano decisa. La discus> ione Mille dicliiarazioni de! Governo fu C'imp'letamente soppresse. Solo l'on. Graziailei tdiiif. ugualmente trattare la questione reirospettivn rìgitardante la ì-esponsabilità «lei Ministero. Vi furono pertanto sole, dii:h'iaruziO)i! di voto, Ira cui notevoli quella dell'on. Alessio, a nome dei radicali e quel- Genesi e cause della crisi Verso un ministero nazionale ? I primi nomi: Boselli, Orlando, Tittoni la dell'on. Schanzer a nome dei giolittiani, i quali avevano poco prima, in una riunione di una trentina, deliberato di passare all'opposizione. La dichiarazione di sfiducia fu motivata affermando di poter concedere la fiducia soltanto a quel Governo che dia pegno della necessaria energia e di un'opera intesa alla verace concordia degli spiriti per i supremi interessi nazionali. I risultati dell'appello nominale furono quali le dichiarazioni di voto facevano prevedere. Votò in massa contro il Governo tutta l'Estrema interventista e non interventista: votarono anche contro, con buona parte dei deputati di Sinistra, una parto dei cattolici ed j nazionalisti. D. Ministero raccolse i suoi 158 voti tra i membri del Governo, sui banchi di Destra e del Centro ed in un gruppo di indipendenti di Sinistra. Infatti, non tutta l'ex-maggioranza votò contro il Governo. Rimasero aD'on. Salandra dei fedeli, compreso un piccolo numero di deputati piemontesi. Negarono la fiducia al Gabinetto Salandra, tra le personalità parlamentari, Luigi Luzzatti, Ettore Sacchi, Credaro, Bianchi Leonardo, Raineri, Facta, Schanzer. Votò a favore del Gabinetto l'on. Paolo Roselli. L'on. Bissolati spinse la sua riguardosa cortesia verso Salandra sino al punto di non partecipare ni voto, sebbene egli avesse nella riunione dell'alleanza democratica prospettata l'inevitabilità di un voto contrario al Ministero. Il problema, che lutti si pongono, dopo questa memorabile votazione consiste nella soluzione della crisi. La sola cosa che si può onestamente affermare è questa : la crisi indirizzerà la propria soluzione veraci la formazione di un grande Mnistero nazionale che chiamerà al Governo le migliori energie del paese disposte a collaborare all'opera iniziata per la formazione (negata dall'on. Salandra) di questo Gabinetto, 'nel quale lutti i partiti, salvo i socialisti ufficiali, dovranno essere rappresentati. A Montecitorio questa sera si affermava: l'alleanza democratica ha ogpi provocato la crisi : robbiétlivo deve quindi essere, raggiunto ; il mutamento del Ministero deve lasciare immutata la condotta dell'Italia. Solo deve più rapidamente condurci alla vittoria. Precisando iti quetda formula la situazione, viene in campo la questione dei nomi. Chi sarà, il nuovo presidente del Consigliò ? La permanenza al potere dell'onorevole Salandra, dopo il voto di sfiducia della Camera, che lo colpisce direttamente, viene generalmente esclusa. Soltanto se i tentativi fallissero per la formazione del Ministero con altro cario, si potrebbe, in ogni ca=o, riparlare dell'on. Salandra- Nemmeno si crede, per ora, ad un Gabinetto Sonnfno. Si parla invece di un supposto tentativo di Gabinetto presieduto da Paolo Boselli che raccoglierebbe i migliori elementi del Parlamento. Ma l'avanzata età dell'on. Boselli rende problematica tale soluzione. Si parla anche, ma non sono che voci, di una probabile combinazione Tittoni-Orlando.. Si discute se l'on. Sennino possa, nel caso di uno combinazione, a cui sia estraneo l'on. Salandra. rimanere ministro degli Esterr. S; crede, salvo eccezione, che. a M'hi fu ori dei ministri militari e di qualche altro ministro, i componenti del Gabinetto dimissionario dovranno lasciare il potere. Ma, ripeto, bisogna attendere per formulare delle ipotesi e. dei nomi. Solo si può dire che l'invocato Ministero nazionale sarà il tentativo di domani. S. I primi commenti Roma, 10. notte. H « Giornale d'Italia » II Giornale 'l'Italia cosi commenta la crisi : « 11 Ministero Salandra è stato mosso in minoranza per qualche decina di voli. Qualunque giudizio si voglia dure su di essa, qualunque possa essere stata la ragione dì questa, crisi, niuno potrà negare che il Gabinetto Salandra fonobtie ed affrontò in tre anni le più aspro difficolta del potere e superò energicauituite le maggiori tempeste che erano in grande parte tristo retaggio del modo com*; era siala sgovernata l'Italia per un lungo periodo, l.a crisi c aperta ed uw la sua soluzióne. Olii oratori òggi furono all'iinissoim .>u dui:, punti: j anzitutto, ferma volontà, di condurre la icacr-i ra col maggiore impelo, in armonia colle ope-1 razioni degli alleali; in secondo luogo, necessità della 'confortivi dei palliti parlameli tari. Bisogna che il nemico sappia che il Parlamento dà all'esercito ed all'armala, non solo l'auìsilio dyi naizzi morali e materiali, non solo I l'ammirazione degna della virtù latina nuo' vamente affermata sulle Alpi, ma la sicurezza che proviene da un Governo forte, consono degli atti ideali che mossero l'Italia a porsi a fianco dei suoi alleati. Perchè, comunque la Camera abbia valutata l'opera del Ministero Salandia-Sonnino, resta il fiuto che nessuno può togliergli il vanto di avere, interpretato la volontà e gli interessi del paese. Rastò la presenza degli on. Salandra e Sonnino al potere perchè, nel momento della gmnde crisi mondiale, fallisse ogni tentativo di togliere ogni valore morale al nostro potere; bastò il loro nome immacolato perché non solq tutti gli italiani comprendessero l'ineluttabile necessità .della guerra ma dessero il più sicaro affidamento della nostra rettitudine, ieri come oggi..La crisi — conclude il Giornale d'Italia — può dunque abbattere un Ministero, ma non può .? non deve ferire e danneggiare, la nostra santa guerra di redenzione <>. di riscatto ». «L'idea nazionale» L'Irina nazionale pubblica: «Si apre un periodo di crisi nel quale dovranno essere risolti con energia e chiaroveggenza i problemi che interessano In politica italiana di guerra.. L'equivoco è terminato. Quella collaborazione di tutte le forzo vive della nazione, dei rappresentanti dei partiti dell'intervento e delle migliori competenze tecniche che noi invochiamo da tempo è stata finalmente imposta dalle circostanoze. Certo, occorre vigilare affinchè i! significato altamente nazionale di questa crisi ili governo non venga snaturato o sminuito. Questa erisi deve significare a tutti, a tutti gli italiani come agli alleati, come agli stessi nemici, che l'Italia, anziché arrestarsi davanti a pericoli ed olle traversie della guerra, trova in se stessa l£ virtù necessarie per raggimi gere In vittoria finale ». Il «Corriere d'Italia « Il Corriere. d'Italia cosi commenta la situazione: «Abbiamo l'impressione che l'on. Salandra non abbia fatto e forse non abbia voluto faro nulla per evitare la crisi- Se egli avesso risposto alle preoccupazioni, anzi all'ansietà della Camera prima di oggi, magari con 10 stesso discorso che ha pronunziato oggi, l'avvenimento grave si sarebbe:»gpnito forse evitare, in un modo o neiraltro/*E'anormulit4 della situazione aveva creato tra Governo e Parlamento un profondo malinteso : conveniva uscirne, e sarebbe, stato opportuno che 11 Governo avesse dimostrato esso stesso per !! primo una maggiore buona volontà per raggiungere questo risultato. Ma non ri era bisogno, per questo, dt provocare la crisi, in quale indebolisce la posizione del nostro Paese di fronte al conflitto europeo. Ma il cattivo demone del parlamentarismo aveva evidente mente invaso nelle nUlineore una parte dei deputati, cosicché è stato fiossibile udire oggi alla Camera l'oratore dei radicali esprimere un'aperta critica al Comando Supremo dell'esercito, senza considerare quanto ciò fosse grave, anche, se, per ipotesi, la critica fosse meritata. È cosi, per scarsa, buona volontà del Governo, per l'accanimento improvviso degli oppositori, La crisi e risultata Inevitabile. Allo stato delle cose, non resta che l'are l'augurio che essa venga risolta sollecitamente ed in n.>do corrispondente alle eccezionali e specialissime condizioni del momento. E' già doloroso che all'estero si possa dire, avere la Camera italiana fatto cadere il Ministero per le ultime non fortunate vicende della nostra guèrra. Bisogna ad ogni costo evitare che l'opera parlamentare, abbia una qualsiasi ripercussione rrl Paese e possa scuotere la tranquilla serenità dell'opinione pubblica»- La missione \m io zona Si enorra Zona di guerra, 10, notte. La -Missione parlamentare russa è giunta ieri allo ore 10 ricevuta dal sottocapo dello Stato Maggiore, da alti ufficiali del Comando Supremo e dalle Autorità civili. Uuu compagnia di carabinieri rendeva gli onori. 11 pubblico che affollava il piazzale della stazione e le vie principali imbandierate le fece lunghe e calorose dimostrazioni che si ripeterono dinanzi il palazzo ovo alloggia il vicepresidente della Duma, Protopopoff, che si affacciò al balcone ringraziando con un breve vibrante discorso accolto con fragorose ovazioni e con grida inneggianti alia vittoria russa. 1 parlamentari visitarono nel pomeriggio di questa, mane vari punti della fronte rilevando le enormi difficoltà della nostra guerra superato con eroico valore dulie nostre truppe. Ieri sera furono ricevuti al Quarlier Generale ove rimasero a pranzo. Stamane furono presentati a S. M. il He che li trattenne in lungo cortese colloquio. N'el pomeriggio furono ricevuti al Municipio nella sala della loggia mentre la lollu stipontesi nella piazza sottostante acclamava entusiasticamente i professori Vassilleff >.■ Miliukoff che pnunmziarono i" risposta ai salmi del sindaco e del senatore Di Pramero vibranti parole rilevando la schietta fratellanza e l'unità degli ideali dei popoli russo ed italiano. J parlamentari russi accompagnati alla diazione dal gener rale Porro e daLlc autorità militari e civili partirono alle ore 18 ira gli applausi e s'i evviva del pubblico. [Stefani).