La guerra discussa nei Parlamenti

La guerra discussa nei Parlamenti La guerra discussa nei Parlamenti Come la Camera francese deliberò la seduta segreta Parigi, 7, notte. La Camera dei Deputati ha esaurito ieri sera la questione della riunione in Comitato segreto. Dopo una breve discussione, senza incidenti, tra Ferry il quale chiedeva di interpellare il Governo sulla battaglia di Verdun ed il Presidente del Consiglio Briand, questi ha dichiarato che il Governo pigliava esso stesso l'inziativa di una riunione segreta dell'assemblea per discutere la situazione militare. Quindi all'unanimità la Camera ha fissato che la seduta segreta si tenga il giorno 16 giugno, data proposta dallo stesso Briand. Ma ecco ora come si svolse la discussione tra Briand e Favre, secondo i resoconti parlamentari del Matin. e dal Petit Parisien, Briand, salito per il primo alla tribuna, disse : — Quando il deputato Favre presentò la sua interpellanza, sapeva che il Governo stava per fare delle dichiarazioni alla Commissione dell'esercito. Io e il Ministro della guerra andammo già davanti ad essa e in una prima seduta demmo spiegazioni su un primo punto. Per gli altri punti, Si convenne di attendere che il Ministro della guerra avesse i documenti necessari per continuare le spiegazioni. Perciò il problema è ora in corso di discussione davanti alla Commissione, e io prego l'ori. Favre dli volere accettare l'aggiornamento della sua interpellanza. Si tratta di fatti scottanti che devono consigliare a non insistere sul primo atteggiamento. Il discorso di Favre A queste dichiarazioni di Briand, l'inter peilante Favre rispondei di non potere aderire all'invito del Presidente del Consiglio, e aggiunge : — Bisogna parlar chiaro. Se si trattasse semplicemente d'una dissertazione teorica e storica sulle questioni di Verdun, voi com prendete benissimo che io sarei stato l'ultimo a portarla alla tribuna. Ma nell'animo nostro la questione si pone assai più precisamente, come più pressante e attuale. Noi vogliamo far luce su certi fatti che devono, secondo noi, condurre « certe decisioni. Ora, a che cosa assistiamo? La Commissione dell'annata aveva elaborato un questionario, il 16 maggio. Una prima seduta, malgrado una lunga discussione fra Governo e Commissione, non aveva condotto ad alcunché di preciso. I documenti ufficiali, chiesti e promessi, non furono forniti, benché fossero indiSpensabili per concludere precisamente. Le insistenze del relatore, Abel Ferry, furono vane; non avendo potuto avere i documenti, s'è dimesso. Siamo dunque di fronte al desiderio di guadagnar tempo. Perchè? Ci sembra che il Governo creda che la visione dì questi documenti possa provocare una richiesta i di spiegazioni, ed esso vuole evitare ciò. -E ciò non è degno di esso, nè del grande periodo che traversiamo. (Applausi a sinistra). Attendiamo provvedimenti energici che devono essere presi senza ulteriore dilazione. Occorre che questa discussione sia da noi esaurita con la certezza che l'incubo che attualmente incombe sia dissipato. (Applausi a sinistra). « Perciò — continua Favre — bisogna discutere a fondo l'argomento davanti alla Camera, che può richiedere i documenti promessi. La discussione permetterà di stabilire le responsabilità ed obbligherà il Governo a prendere i provvedimenti necessarii. Si teme, forse, che sia pericoloso discutere su una operazione in corso? Ma l'affare di Verdun, aimiei occhi, non è tutto il problema; esso è' semplicemente un episodio sanguinoso, troppo sanguinoso, ahimè!, della guerra che ci è imposta. E se fosse accolta la tesi del Governo, ogni discussione sarebbe impossibile fino alla' fine delle ostilitàNoi non vogliamo occuparci di Verdun dal punto di vista strategico (applausi). Non è cosa che ci riguardi. Ma non si tratta solo del punto di vista strategico. La guerra attuale è una guerra di metodo, una guerra scientifica, una guerra industriale. E proprio perchè sappiamo che, prima del 21 febbraio, il nemico aveva compiuto una lunga preparazione, vogliamo sapere quale sforzo abbiamo potuto contrapporre (applausi a sinistra). Ora corrono voci che superano la censura, poiché è la grande voce della nazione che si propaga, che le grandi perdite che subiamo derivino da negligenze ed imprevidenze. Abbiamo alcuni dati che ci permettono di considerare l'affare di Verdun, prima del 21 febbraio, come la sintesi di alcune concezioni che devono essere per sempir* smammata Hap^",''lr ri**+t*i. t Favre ricorda, in seguito, che non mancarono ammonimenti; ne cita due: l'uno del gen. Galliend, l'altro del colonnello Driant. <( Dopo quindici mesi di guerra, Driant viene improvvisamente alla Camera, e dichiara alla Commissione dell'armata le colpe commesse, dice ciò che bisogna fare, chiede con insistenza che si agisca; poi se ne andò. Ed il 21 febbraio, quando 1 offensiva scoppiò, si vide che nulla era stato fatto ». L'oratore domanda perciò alla Camera di fissare per giovedì o venerdì la discussione della sua interpellanza. E conclude dicendo : « Bisogna uscire dalle incertezze, bisogna che le responsabilità siano stabilite; vogliamo conoscere le sanzioni e le decisioni ». La risposta di Briand Briand, rispondendo all'oratore, nota che esiate un certo malessere pel fatto che il Governo è obbligato a tacere. Sarebbe pure interesse dal Governo che una discussione si svolgesse. E' necessario spiegarci. Occorre però che la discussione sia ampia, e non limitata ad alcuni punti. Il Governo vuol discutere in base a documenti, come già fu detto ai delegati del Governo. L'oratore thiede di aggiornare per poco la discussione. E propone che il Comitato segreto sia aggiornato al 16 corrente. Al principio della seduta del 16, che dapprima sarà pubblicata, il Presidente dopo le formalità d'uso leggerà il testo dell'interpellanza circa gli avvenimenti di Verdun. Allora soltanto la Camera sarà chiamata a decidere con votazione pubblica di riunirsi in comitato segreto. Dopo aver proclamato il risultato di tale voto, il Presidente ordinerà di far sgombrare le tribune e la Camera, con tutte le porte chiuse, udirà le spiegazioni fornite dal Capo del Governo.

Luoghi citati: Parigi, Verdun