La questione della Parrocchia dei Ss. Martiri discussa in Consiglio Comunale
La questione della Parrocchia dei Ss. Martiri discussa in Consiglio Comunale La questione della Parrocchia dei Ss. Martiri discussa in Consiglio Comunale Con lettera urgente dei 12 maggio riferisce l'assessore Cavaglià, il Procuratore del Re, informava 11 Sindaco di Torino delle lagnanze mosse al Superiore Ministero perchè non si era ancora provvisto alla nomina del titolare del Beneficio parrocchiale dei Ss. .Martiri in questa città, e perchè inoltre, ad nludero ogni provv&dimenio al riguardo, si sarebbe dall'Autorità ecclesiastica disposto il trasferimento della sede della parrocchia nella chiesa di Santa .Maria, destinata a essere demolita in seguito ai lavori, già incominciati, di risanamento del quartiere. Il Procuratore del Re pregava perciò il Sindaco di fornirgli informazioni al riguardo onde metterlo in grado di corrispondere ad analoga a'ichiecta del Superiore Ufficio di Procura generale. Ma il giorno stesso, a mezzo di altro foglio urgente, la R. Procura comunicava, con preghiera di sollecita restituzione e munita del parere in merito del locale Consiglio Comunale, un'istanza 29 marzo 1916 diretta al Procuratore generale del Re presso la Corte d'Appello di Torino dal Cardinale Arcivescovo di questa citta per ottenere il R. Placet al Decreto arcivescovile 16 marzo 1916 che trasferiva il Beneficio parrocchiale dei Ss. Stefano e Gregorio dalla chiesa dei S>. Martiri a quella di N.~ S. della Salute, eretta, così in parrocchia vera ed indipendente ; ridnreva la detta chiesa dei Ss. Martiri a semplice Rettoria, e ripartiva fra le parrocchie circostanti di S. Dalmazzo, di S. Agostino, del Corpus Domini, di S. Tomaso, <j di .S. Maria di Piazza il territorio parrocchiale della chiesa dei Ss. Martiri. Incorporando nella parrocchia di Santa Teresa una parte del territorio già appartenente alla parrocchia di Santa Maria: il predetto Decreto arcivescovile dovrebbe andare in vigore il giorno 18 corrente, festa, della Ss.ma Trinità. Contro la. derisione del Cardinale arcivescovo ricorsero al Consiglio Comunale l'avv. Filiberto Richetti o dodici altri parrocchiani, anche in nome degli altri. Sulla progettala soppressione della Parrocchia dei Ss. Martiri l'assessore Cavaglià osserva: .< Anche le ordinarie norme contrattuali andrebbero evidentemente sovvertite ove essa fosse attuata. Il passaggio della chiesa dei Santissimi Martiri a semplice Rettoria avrebbe per pffetfo di far cessare, rispetto alla medesima, ora e in avvenire, qualsiasi ragione e possibilità di ingerenza del Comune ; cosa che non può a mono di ripugnare alla coscienza religiosa e. civile di ogni torinese, trattandosi del tempio che raccoglie i resti dei Santi Protettori di questa città e che specialmente per ciò non dev'essere diminuito in alcun modo nel patrimonio dei suoi beni e del suo culto secolare. D'altro canto non si riesce a concepire nuale ragione di necessità vera e propria possa avere suggerito la determinazione della S. Congregazione del Concilio che fu tradotta nel recente Decreto Arcivescovile del 16 marzo 191C. con quanta sorpresa e disgusto i parrocchiani dei Santi Martiri i fatti- si sono incaricati di dimostrare; onde assume tanto maggior valore e consistenza l'ipotesi dell'avvocato Richetti c degli altri ricorrenti che la vera causa del provvedimento di soppressione e smembramento della Parrocchia dei Santi Martiri sia stala quella di favorire i disegni della Compagnia dei Padri Gesuiti, tendenti ad avere un'altra volta la piena disponibilità della Chiesa che essi avrebbero fatto costruire su progetto dell'architetto bolognese Pellegrino 'ribaldi nella seconda metà del secolo 16.o, specialmente coi mezzi provenienti dall'antica Abbadia di S. Solutore ». « Gli stessi ricorrenti hanno indicalo in qua! modo si sarebbe potuto provvedere la dote necessaria por la nuova chiesa di N. S. della Salute in Borgo Vittoria senza addivenire, alla soppressione della Parrocchia dei Santi Martiri, ed evitando i non pochi, né lievi inconvenienti da loro preveduti e denunciati. Molli elementi d'indole storica, giuridica e sentimentale convergono, dunque, a favore del ricorso che il Consiglio comunale è chiamalo ad esaminare. Sovratutto, nella concessione del placet da parie dell'Autorità civile al provvedimento emesso dall'Autorità ecclesiastica si ha da tener ionio delle ragioni di opportunità e di convenienza svolte nel precedente rìcorw dei parrocchiani del Santi Martiri al Cardinale Arcivéscovo ed in quello ora presentato al Consiglio. A conclusione il riferente, propone che. in adesione al ricorso dell'avv. Richetti e degli altri parrocchiani dei Santi Martiri, ed in risposta alla richiesta del Procuratore del Ro l'Amminisirazione comunale esprima, parere contrario alla concessione del Regio Assenso nei riguardi del (italo Decreto Arcivescovile 16 marzo 1916. I.a Giunta, convenendo nelle considerazioni dell'assessore riferente, ne rassegna al Consiglio comunale, con voto favorevole, lo conclusioni. *"* 11 Consiglio comunale a convocato in seduta pubblica per mercoledì, 7. alle ore 15, per discutere su diverse proposte di ordinaria amministrazione, fra cui è l'acquisto del carbone e della legna necessarie agli uffici e locali comunali. Per i carboni il fabbisogno è previsto in tonnellate .'!3r.O che al prezzo dj lire 210 richiede una spesa di L. 7A3..tO0. Per la legna le tonnellate sono 1600 che al prezzo di lire 65 richiedono una spesa di 104.100. Coniplessivamenie il riscaldamento dei locali dipendenti dal Comune costerà all'erario civico la somma di 807.500 lire. Il tocco alla mezzanotte L'anticipo dell'ora legale è avvenuto senza scosse. Alle 24 gli orologi pubblici hanno battuto la mezzanotte e subito dopo il tocco, mettendosi in regola, con le disposizioni del decreto luogotenenziale. La cittadinanza ha applicato il provvedimento senza... protesto e da questa mattina tutti i pendoli continuano il loro ritmo, pili o meno regolare, corno se la forzala corsa di 60 minuti non li riguardasse affatto. L'anticipo dell'ora legalo ha prodotio un mutamento nell'orario dei Teatri, i quali si riaprono con una differenza di mezz'ora nel pomeriggio c di un quarto d'ora alla sera. A rimanere fedeli alla vecchia ora ci sono i lavoranti panettieri, i quali, infatti, ci mandano questa loro deliberazione: < I panettieri della Sezione di Torino, considerato il grave danno che addiverrebbe alla intera oliissn.se collo spostamento dell'ora legale si dovesse venire ad anticipare di un'ora il lavoro, ricadendo nel vecchio lavoro notturno ; considerato che se ciò facessero si verrebbe meno anche allo scopo prefissatosi dallo Stato coll'anticipo dell'ora legale, scopo rivolto ad una maggiore economia di luce artificiale e calore ; deliberano di mantenere il vecchio orario conquistato con tanle lotte q con tanfi sacrifìci, presentandosi al lavoro non più alle ore 5. ma alle ore 4. incominciando da oggi domenica ».
Persone citate: Cavaglià, Filiberto Richetti, Maria Di Piazza, Richetti
Luoghi citati: Torino
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