Il nemico addensa le sue forze in Val d'Astico: la battaglia si sviluppa

Il nemico addensa le sue forze in Val d'Astico: la battaglia si sviluppa Il nemico addensa le sue forze in Val d'Astico: la battaglia si sviluppa Intensi movimenti nella zona di Riva Fieri contrattacchi in Valle Lagarina » Colonne austriache sterminate Lievi ripiegamenti % / Il comunicato / fflh» comando supremo, 31. j Sulle alture a nord di valle di Ledro e nella zona di Riva, intenti movimenti del nemico con insolita attività in lavori difenfivi. In valle Lagarina, ieri, nuovi violenti attacchi preparati e sostenuti con intenso bombardamento dei grossi calibri e condotti con bravura dall'avversario, furono rigettati con lo sterminio delle colonne assalitrici. La lotta ebbe maggiore durata ed accanimento verso il passo di Buole, ove le animose fanterie del 62°, (Brigata Sicilia) e del 207° (Brigata Taro), irruppero più volte dalle trincee ricacciando, l'avversario alla baionetta. Nel settore del Pasubio duello delle artiglierie: fu respinto un attacco nemico in direzione di Forni Alti. Tra Posina e alto Astico, la battaglia si va sviluppando: il nemico addensa le forze special mente nella valle dell' Astico. Nella mattinata di ieri fu respinto un attacco nella zona di Campiglio: più ad est l'intenso concentramento di fuoco delle artiglierie avversarie obbligò le nostre truppe a sgombrare la posizione di monte Pria Forò. Un accanito contrattacco ci ridava il possesso delle contrastate posizioni. Tuttavia, per il vio* lento fuoco delle artiglierie nemiche, le nostre truppe ripiegarono leggermente sulle pendici meridionali del monte. Sull'altipiano di Asiago i nostri sgombrarono punta Corbin ma contennero efficacemente la pressione nemica lungo la rimanente fronte. In valle Sugano situazione immutata. In Carnia e sull'Isonzo attività intermittente delle artiglierie,più intensa nell'alto But e nella zona di S. Martino. Sono segnalate ardite irruzioni di nostri nuclei di fanteria contro le linee nemiche. cadorna. j On idrovolante austriaco abbattuto nell'Adriatico roma, 31. Ieri mattina nel basso Adriatico è stato abbattuto un idrovolante nemico. (Ag. Stefani). ùilàÉi al Quartier Emale Roma, 31, sera. L'on. Salandra ò partito ieri sera per il Quartier generale. La censura aveva ieri 6era impedito la trasmissione della notizia e la permette ora essendo già il presidente del Consiglio giunto in zona di guerra, L'on Sa]andrà si è recato al Quartier generale per conferire col Re intorno alle deliberazioni prese nei due ultimi Consigli dei ministri rr viaggio dell'on. Salandra è anche in relazione con la visita al fronte del Trentino compiuta nei giorni scorsi dal ministro della Guerra, generale Morrone, il quale era ritornato a Roma lunedi mattina onde partecipare al Consiglio dei ministri. L'on. Salandra conferirà oggi! stesso col Re. Probabilmente avrà anche un colloquio col generale Cadorna. Egli^sarà di ritorno a Roma nei prossimi giorni. Profughi della Valsugana a Parsa . Parma, SO. Provenienti da Milano cun treno speciale, giunsero ieri sera, a tarda ora, piti di 4ò0 profughi della Valsugana, accolti amorosamente da alcuni ccuipuutìnti i Comitati c-illadlui. 60.000 anstriaei a Verdun ? La operazioni del Trentino (Servizio (vedale della Stampa}. Londra, 31, notte. Se possiamo prestar fede a referti raccolti in Olanda da corrispondenti inglesi, un largo contingente di truppe- austriache, calcolato almeno a sessantamila uomini è venuto concentrandosi la settimana scorsa nella zona di Verdun insieme con enormi riserve tedesche e con larghe quantità di artiglierie e munizioni, evidentemente per un gigantesco colpo, elio dovrebbe costituire la fase suprema della sanguinosa battaglila. Parte di queste nuove forze nemiche sarebbe stata distaccata — sempre secondo la stessa fonte — dal fronte austro-tedesco in Russia. Da Budapest 23 l'informatore ungherese della «Morning Post» scrivo che la soddisfazione per la mossa austriaca nel Trentino è tanto più accentuata in quanto venne compiuta senza ausilio tedesco, anzi addirittura a dispetto dei tedeschi, che non consideravano con molta simpatia una impresa simile, mentre tanta altra, carne sta al fuoco. Il corrispondente poi rifiorisce un ordine del giorno- indirizzato dall'Arciduca Federico all'esercito austriaco sul nostro fron te. Fra l'altro il documento dice: « Ricorre oggi un anno da quando gli italiani coronarono il loro tradimento con una dichiarazione di guerra. In quel tempo essi tenevano sulla nostra frontiera mezzo milione di uomini, un numero otto volte maggiore di quello che noi potevamo loro schierare contro... Le nostre truppe hanno dovunque arrestato l'avanzata dell'odiato nemico... le quattro battaglie sull'Isonzo e le innumerevoli azioni minori lungo l'intiera linea non hanno diminuito la mia fiducia nella potenza della nostra difesa..; Abbiamo potuto attendere un anno intiero pel nostro attacco ed oggi, è scoccata l'ora della vendetta. Il nostro primo assalto ha spezzato il fronte nemico, ma molto rimane da compiere nella lotta. Non dimenticate che la prolungazione della guerra e colpa dell'Italia; non scordate il grande sacrificio di vite che questa guerra, coinvolge. Voi siete chiamati a liberare le frontiere dagli intrusi c altresì a creare sul nostro fronte sud-occidentale quei confini, di cui la Monarchia ha bisogno pel suo avvenire». Se questo documento è autentico, mostra, che 1 esercito austriaco continua a bere assai grosso: Il corrispondente Tiporta quindi che 1 offensiva austriaca viene eseguita da quattro gruppi che operano separatamente, ma che nel tempo stesso debbono sincroni/, zare le loro mosse e non possono quindi avanzare con rapidità. Il Quartier Generale austriaco fa descrivere le operazioni in corso come classico esempio di guerra di montagna, essendosi stabilito che le truppe non •si esauriscano troppo nell'avanzata, tenendosi pronte a sostenere eventuali contrattacchi e serbando la cooperazione tra i vari gruppi anche a costo di rinunziare a qualche successo particolare di uno o dell'altro. Sull'altipiano Lafraun sta operando il Corpo d'armata di Gratz, mentre il gruppo nelle valli Astico e Lain è sotto il comando dei Principe ereditario. Un altro gruppo opera poi in congiunzione con questo contro il Pasubio. m, p Il giudizio del gen. Berthaut {Servizio speciale della Stampa). „ , „ Parigi, 31, sera. Il generale Befthaut nel « Petit Journal » si occupa lungamente dell'offensiva austriaca nel Trentino, e dopo avere rilevato che l'offensiva, se non è stata ancora completamente arrestata, essa è diminuita notevolmente di intensità, fa lì seguente quadro della situazione: « L ala destra austriaca che segue, come asse, la valle dell'Adige, è arrestata nella valle di Lagarina ed a sud di Rovereto, nella regione di Cogni Zugna e del Pasubio, dove subisce forti perdite. Nella valle dell'Adige, non -seni bra che il progetto austriaco sia di avventi! rarsi troppo lontano. L'ala sinistra austriaca, che eseguisce un movimento a grande raggio nella valle Sugana, avanza molto lentamente. Gli italiani si sono ripiegati dalle loro prime posizioni troppo vicine alle batterie pesanti del neirteo e da alcuni giorni devono certamente occupare posizioni più solide un po indietro. Dinanzi al centro austriaco, che esercita la pressione più forte, è avvenuta Ja stessa cosa: gli italiani, che avevano dapprima preso nel Trentino un'offensiva limitata, la quale non era insomma che una difesa attiva, si trovavano troppo vicini alle batterie austriache di grosso calibro in posizione permanente ed hanno dovuto cedere del terreno in profondità. Il loro ripiegamento risale già dal 22 maggio e dopo una settimana è arrestato. E' legittimo credere che, per decidere il centro italiano a ripiegare maggiormente, gli austriaci conteranno principalmente sui progressi delle loro forze di destra, nella regione del Pasubio, dove la situazione è momenta neamente stazionaria. • L'offensiva austriaca Jia seguito gli stessi procedimenti di tutte quelle avvenute in questa guerra: tanto le francesi nelI'Artois e nello Champagne, quanto quelle tedesche a Verdun contro i francesi e sul Dunajetz contro i russi. Se quest'ultima ha assunto proporzioni speciali, lo si deve unicamente al fatto che i russi non poterono tener testa .all'avversario per mancanza di armi e munizioni. L'assalitore, che possiede l'iniziativa, sceglie il set tore di attacco, vi accumula artiglierie numerose, sopratutto di grosso calibro ed una quantità corrispondente di munizioni. L'attac co comincia con un diluvio di ferro che scon volge tutto, e davanti al quale il difensore i costretto a cedere terreno: poiché è impossi bile che esso disponga dappertutto un materiale di artiglieria uguale a quello che il nemico riunisce in un punto speciale per farvi un potente sforzo. In seguito, il difensore ri ceve le sue riserve, sviluppa i suoi mezzi ma teriali di resistenza e di combattimento e l'è quilibrio ha tutte le probabilità di ristabilirsi Indietreggiando, gli italiani sfuggono dunque all'effetto dei grossi cannoni concentrati dal ne mico. Questo, per continuare, deve spostare grossi pezzi: di qui il rallentamento. Se gli italiani dispongono di un materiale di arti pileria sufficiente, come i francesi a Verdun l'equilibrio può stabilirsi; altrimenti essi devono ancora indietreggiare. Allora che cosa può avvenire? L'esercito austriaco del Tren tino, sboccando dalle montagne ed abhando nando la guerra di posizione, può essere trascinato alla guerra di movimento, nella quale la sua artiglieria pesante perde i vantaggi, e trovarsi manovrato da un esercito italiano superiore in numero e munito nella propor zione voluta di artiglieria da campagna. Per eseguire questa tattica, occorre che l'esercito italiano abbia in precedenza combinate le sue operazioni e che ciascuno sappia quello che fa e perchè lo fa, in modo che l'avanzata del nemico in pieno territorio italiano non abbi alcuna influenza. Occorre, in una parola; eh l'esercito italiano impegni t una battaglia della Marna >.