Le truppe italiane si rafforzano sulla linea di protezione della Conca di Arsiero

Le truppe italiane si rafforzano sulla linea di protezione della Conca di Arsiero Le truppe italiane si rafforzano sulla linea di protezione della Conca di Arsiero L'intenso bombardamento contro il fronte sulle due rive dell'Adige - Colonna nemica in avanzata verso Marco arrestata dalle nostre artiglierie - Distruzione di artiglierie che non fu possibile ritirare - La pressione ad oriente della Val d'Assa - Il lento e ordinato ripiegamento in Val Sugana. Il comunicato COMANDO SUPREMO, 24 in valle Lagarina, nel pomeriggio di ieri, intenso bombardamento contro tutta la nostra fronte sulle due rive dell'Adige. Una colonna nemica che tentava' di avanzare in piccoli gruppi da Lizzano verso Marco, fu arrestata dal fuoco delle nostre artiglierie. Nella serata, un attacco lungo la Vallar sa, in direzione di Monte di Mezzo, fu contenuto dalle nostre truppe. Tra valle Terragnolo ed Àstico, consueto bombardamento, È ormai regolarmente compiuto lo sgombro dell'alto bacino del Pesino e dell'Astice Le truppe si afforzano sulla linea di protezione della conca di A. siero. Furono distrutte le artiglierie che non riuscì possibile di ritirare. Tra Astico e Brenta il nemico iniziò ieri forte pressione contro le nostre posizioni ad oriente della Val D'Assa. In valle Sugano il ripiegamento delle nostre truppe sulla linea principale, di resistenza, iniziato il giorno 22, continuò ancora ieri lento ed ordinato. In Òarnìa, violento duello delle artiglierie nell'alto Bui. Lungo la rimanente fronte nessun importante avvenimento. Velivoli nemici lanciarono bombe su Stazione della Carnia, facendo alcune vittime e qualche danno. CADORNA. he " Hofce di gueptret „ iJi un giornale di Vicenza Togliamo dal Corriere Vicentino di ieri 23 queste sue - note di guerra ». Esse, come vedono i lettori, sono state in parecchi punti profondamente falcidiate dall'ufficio di censura di Torino, benché pubblicate già da un giornale che esce in zona di guerra, vicino al luogo dove si svolgono gli avvenimenti militari, quindi sotioposto ad lina più severa e meditata censura. Non è il momento di protesto. Giudichi il lettore il criterio della censura di Torino 1 -- Di qui non si passa. Qualcuno me l'ha rinfacciato — quasi con sardonico sorriso — questo grido di guerra che io ho ripetuto appena gli austriaci ci avevano violato la nostra frontiera. Quel sorriso è diabolico ! Sento tutta la mia responsabilità, per non lasciarmi sfuggire una paiola che possa comunque nuocere. Durante quest'anno di guerra, rimasto non so per quale demerito della terza categoria dell'82, fuori delle linee dei combattenti, sento oggi di avere anch'io combattuta ugualmente la mia modesta, battaglia, Lo sen,to dall'ansia degli spiriti che attendono queste mie note di guerra, frutto inaspettato 'di quattro lustri di giovinezza dati con gaguardia, d'affetti ai nodi montuosi che stringono di indissolubile parentela Vicenza a Trento. Ora non posso '. .' . . (CENSURA) *• .' . esser, sordo alle vibrazioni di dolore dell'anima vicentina, ferita da un artiglio da cui s'era finalmente liberala proprio mezzo secolo fa e, sperava, per semine. Ma. poiché, lo sento, si attende oggi da me la parola della fiducia, io la dò con tutto il .trasporto della mia anima, la dò con la parola d'ordine degli alpini: — Di qui non si passa ! Si e vero! Pur troppo. Il bollettino del 21 parla già che « l'avversario rinsalda lo posizioni da Monte Maggio allo Spitz di Tonczza »... '!".'. . . (CENSURA) • - Tutto questo è vero; ed è serio. Si dovrà par questo dire irrimediabilmente fallita la .nostra difesa'.' Ah, no! Un'altra potente cortina di monti ci recinge ancora, dal Pasubio al Portule, che ha anch'essa i suoi valli di difesa scavati dalla natura, nei profondi trincero ni del Posina, dell'ostico e dell'Àssa. Ora io ritengo die il passaggio di queste vaili costituirà appunto il transito dalla fase critica della difensiva al momento cinico del l'offensiva. ti bollettino del 22 dal- Terragnolo all'Astìco non segnala alcun « importante avvenimento •; eppure quella era la zona più vulnerata. Vuol dire che il nemico ha bisogno di queste soste, anche quando pur è riuscito a raggiungere posizioni tatticamente di primo ordine- Uscito dalle sue tane,' cioè dalle sue fortifloazioni, esso non conserva più la sua primiera invulnerabilità e nello sforso non si esaurisce, ma diminuisce le sue forze. Invece noi le andiamo raccogliendo e irrobustendo. Supponiamo che la prima pausa, ora che Scrivo, sia sorpassala, e rlw; già il nemico raccolga i nuovi frutti del primo sbalzo; elibene i lettori devono essere preparati ai nuovi sacrifici con fermezza d'animo, pensando che la nuova « linea principale di resistenza » rimane ancora intatta ,e salda e .costerà per lo meno altrettanti, se non più aravi sacrifici, di quello che gli sia costata l'infrazione dèlie prime linee, che furono eccezionalmente gravi, vere stragi, addirittura. .' (CENSURA) ." Ed è questa la somma delle considerazioni ohp. mi ha sempre ispirato e che mi mantiene ancor oggi la più salda fiducia. Se fosse stato possibile combattere la nostra battaglia al di là del confine, meglio; ma poiché essu deve essere combattuta in territorio nostro, ormai non vi deve essere più questione di un chilometro più o di un chilometro meno, bensì dobbiamo scegliere il terreno nostro migliore, in allo o in basso, sul monte o sul piano, non importa, ma che sia tale da darci quel sopravvento cui abbiamo diritto. Ora scegliere il terreno della, battaglia è proprio del Comando: e il Comando Supremo mostra la più certa fiducia nell'esito della durissima battaglia. Lasciamo ad esso il com batterla. E' l'esercito italiano, tutto quanto, che Sui combatte, e l'esercito italiano non si scon gge nel maggio 1916. Questa i>. la mia certezza. Una certezza che è resa anche più sicura dal mirabile, slancio dei combattenti- Quando si scriverà la storia di queste, storiche giornate, se si riveleranno ore tragiche, rifulgeranno anche ore immortali. 11 soldato italiano ha l'esistito alla prova da eroe ed eroe ti è reso degno della vittoria. Ma oggi non è momento di chiacchiere, per noi vicentini. Oggi non è degno di noi che ripetere la parola, che ci vien passata dai soldati nostri, da tutti i soldati nostri che accorrono cantando alla frontiera, che è ]n stessa parola infrangibile degli alpini nostri, la parola che vale sul monte e sul piano, la parola che non si lega alla iniqua convenzione d'un confine usurpato, ma che è come la vita di tutta la terra nostra che anela! alla riscossa: — Di qui non si passa! Motoscafo nemico affondato Colpi di cannone contro Porto Ferraio ROMA, 24. Durante l'azione ohe portò all'annunciato abbattimento dal velivolo austriaco nell'ai to Adriatico, un nostro motoecafo armato ne affondava uno nemico — pure esso armato — facendone prigionièro l'equipaggio. Ieri mattina un sommergibrie nemico ha ti' rato oolpi di cannone contro edifici presso Porto Ferraio. Controbattuto dal tiro delle nostre difese, è stato costretto ad allontanarsi. Nessun danno alle persone, e quello al materiale, trascurabile. L'ordine del giorno del Ré all'Esercito ed air Armata ROMA, 24. S- M. il Re ha diretto il seguente ordine del'giorno all'Esercito eri all'Armata: Soldati di terra e di mare! Or fa un anno, rispondendo con entusiasmo all'appello della Patria, scendeste in campo a combattere insieme ai nostri valorosi alleati, il secolare nostro nemico par il compimento delle rivendicazioni nazionali. Dopo aver superato difficoltà di ogni natura, avete in cento combattimenti lottato e vinto con l'ideale d'Italia nel cuore, ma altri sforzi, altri sacrifici la Patria chiede. i ... Non dubito che saprete dare nuove prove di valore, di forza d'animo. Il Paese orgoglioso e grato per le virtù da voi dimostrate, vi sorregge nell'arduo compito con fervido affetto e con mirabile calma fidente. i Faccio voti perchè ogni migliore fortuna oi accompagni nelle futuro lotte come vi accompagnano il mio costante pensiero e la mia costante riconoscenza. Gran Quartiere Generalo, 24 Maggio 1916. VITTORIO EMANUELE.

Persone citate: Assa, Cadorna, Mezzo, Spitz