La battaglia del Trentino
La battaglia del Trentino La battaglia del Trentino Vicenza, 18, notte. Il collaboratore militare del Corriere Vicentino, che fin da ieri, commentando i primi fatti dell'offensiva austriaca in Trentino, aveva messo in valore la bellezza della nostra resislenza e l'opportunità ilei movimenti delle nostre truppe, scrive oggi un circostanzia/o artisaio sul comunicato Cadorna del 17. Il giornale, tra l'altro scrive: « Ottime notizie adunque. L'offensiva scatenatasi all'alba del 13 maggio, dopo quasi tre mesi di intensa preparazione, non poteva certamente esaurirsi ai primi insuccessi, per quanto sanguinosi. Essa anzi, 6 da arguirsi, durerà ancora parecchio tempo; però la sua insistenza non potrà mutarne la sorte già segnata irrimediabilmente dal valore delle nostre truppe e dalla infrangibile organizzazione difensiva di tutta la frontiera che noi siamo andati ad erigere al di là del vecchio confine. Tre sono gli episodi più importanti che ci sono segnalati nel Bollettino odierno : il sanguinoso combattimento svoltosi alla confluenza dei due Leni, alle, porte di Rovereto; l'offensiva nemica respinta dalle linee di Yezzena; e il fallimento di quella della Valsugana. Gli austriaci ormai a Rovereto si sentivano soffocare, stretti come erano fin sotto ai sobborghi della città, lungo il Leno da Sacco a Lizzanella lino a San Colombano, alla confluenza dei due. Leni e delle due strade che. vengono una dalla Vallarsa e l'altra dalla Valle di Terragnolo, sotto a Noriglio. Perciò limino deciso di farsi un po' di largo e forse comprendendo di noti poter prendere di fronte le nostre occupazioni sulla altura di Castel Haute, di Lizzana e delle erottole, hanno deciso ili aggirare la posizione e di prenderla alle spalle, risalendo il Leno di Vallarsa. In questo piano essi si sentivano sorretti da due elementi favorevoli ; il primo dall'appoggio che veniva loro dalle posizioni retrostanti: il secondo dalla debolezza delle posizioni nostre. « Le più importanti delle posizioni d'appoggio austriache — continua il giornale — sono la Batteria di Madonna del Monte.' a sud di Rovereto, di fronte a Lizzanella, e il forte del libello, a nord, con le retrostanti opere di Ca' l'oidi e lineile fiancheggiami di Zaffoni. Il libello ha quattro cannoniere: due rivolle verso In Vallarsa e. due verso Rovereto e la Val Lagurina. Quelle duo verso Vallarsa gli furono da noi infrante poco tempo fa. ina 'furono sostituito dn batterie in caverna, Noi nel fondo valle di S. Colombano c del Trambilleno ci tenevamo più per starvi in vedetta!, che per combattere, perchè non si può combattere in unti gola di valle quando ima delle pareti appartiene ancora a! nemico. Perciò le nostre linee avanzate vennero mano mano fatte ritrarre, impegnando il nemico e quasi trascinandolo sotto la morsa delle nostre allure retrostanti, verso l'oratorio eli Tokio e la colina Moseheri, a destra dei Leno di Vallarsa e I oraJorio di Sk>h c contrada Casetta a sinistra. Il iirnvco allettato du qiissta relativamente facile avanzata, rinnovò se.upre più furioso un^aitaceli!, e pei nque volte tornò alla carica, spe-laudo chi sa inattuale vittoria: certo, .uni aSnmcvEvaSCtlsire l'inee di di Val del Sai e di Val /.upearia, costituisceuna muraria chp si elitenriei-p a£ató ìxXXì féf'a^h^la sentinella della Prealpi vigilante sui duevalichi delle Fugazze e della Boccola. vVLg-ln'iua^ PAdige. Il suo sogno si tramuto in una sui. g^auando;f Colonne austriache furono ben incanalate nel fondo valle e Mille prossime pendei settentrionali di Zugna Torta, dai J»« me " di questa altura, dalle batterie del Mattarne e dei Pózzàcchio e da quelle di Monte SuÌ! che domina lo sprone tra i due Lem si fileno un fuoco d'inferno micidiahssimo, Se? min" mre ° dico addirittura il Boi leti no incalzato da mitragliatrici e dalla fucileria Il nemico è nudato cosi ad infossarsi all'imboccatura di Vallarsa per trovare le fosse alle sue truppe. E quello che e caratteristico in questa nostra brillante manovra, si è elio noi abbinino soffocato il nemico con le ~ue Mc-^e difese, perché il campo trincerato Ili 7,ìi"lin' Torta e i forti di Puzzacchio e di MalUissoile erano austriaci, creiti contro di i-i'.j o noi ora invece li abbiamo rivolti contro'di loro! intanto per sorreggere quest'azione "'li austriaci da N'origlio erano discesi ad attaccarè anche rimboccatura di Valle Terragnolo, per proteggere cosi il loro fianco sinistro. Òui l'obbiettivo loro fu San .Nicolò, e il furente, rinnovato assalto fu a sua volta rincalzalo dalla pressione nemica che scendeva dal Finoiichio e dal Doss del Sommo, accompagnata dai grossi calibri delle fortificazioni rei rosta ni li Gli austriaci in Val Terragnolo non potevano sperare di conseguire alcun risultato utile, perché di lì c'è una barriera naturalo che li arresta. Avrebbero potuto farci discendere dalle pendili della riva destiti del Leo. da Potrich. Perrini, Valduga, eccelera. donde stavamo scalando le fortificazioni nemiche, ina niente più. .- Perchè quando ci fossimo ritirati sul fondo valle e avessimo posto tra noi e eli austriaci H fosso del Leno, allora incominciava per ali austriaci l'insuperabile. I.a riva sinistra del fieno, costituita da) Col Santo (m. 211-»i. dai terrazzi di CaWipp e di Corona, dalle scogliere di Costonciuo. p di Coslnbella e dagii anfratti , 7 ne«ssari «Perchè adunque avremmo dovuto insistere d aggrapparci sotto al I'inonchio e sotto al Sommo, se sappiamo che non avremmo ottenuto alcun risultato, se non delle perdile, mentre dalle nuove posizioni il nemico sarà costretto a non fare più un passo e dovrà invece sottostare a continue durissime perdite? E le perdite furono pel nemico durissime dav vero. Nella stessa notte su martedì l'azione austriaca, si prolungò anche a tutta la Val Sugana dalla Val di Sella (Maggio) fino al Collo. Malgrado « il grande vigore » dell'at tacco il nemico anche qui si è infranto ed ha lasciato nelle nostre mani 300 prigionieri. Lo terza giornata di offensiva nemica nel Trentino segna adunque un crescendo di successo per noi. Lo altre azioni lungo tutta la ironie non sono che tentativi di diversione, per distrarci, ma anche qui la distrazione ha finito per essere degli austriaci, che hnn perduto per via altri 100 prigionieri ». "Gli italiani possono sfidare tutti gli assalti,. Altri commenti francesi all'offensiva nemica (Servìzio speciale della Stampa). Parigi, 18, notte. Come i giornali della mattina anche quelli della sera mettono in grande rilievo le operazinni al ironie italiano. II colonnello Housset, della Liberté, crede che la grave minaccia diretta contro Rovereto obbligò, senza dubbio, gli austriaci a scatenare l'offensiva alquanto prima c in condizioni »libastanza diverse da quelle prima considerate. Poi, dopo aver esaminate le operazioni particolareggiatamente, il Rousset scrive: « Insomma il risultato generale del primo scontro è stato nullo per il nemico che ha subito perdite tortissime. E' però probabile elio l'azione non si iermoià qui e che le riserve accumulale da qualche tempo dallo Slato maggiore austriaco nelle alle valli delle alpi eadorine saranno tutte utilizzale, secondo un piano ancora abbastanza misterioso, ina le cui linee sembrano abbastanza ampio. Credo tuttavia — conclude il Rousset —- che la sua esecuzione sarà alquanto tardiva perché gli italiani hanno avuto tempo ili impiantare le loro difese ■iliiia.-iaiiza saldamente por poter sfidare timi gli. assalii ». Il critico militare de] Temp-, frova che lo sviluppo attuale dell'offensiva austriaca ptesentà qualche analogia con quella dei tedeschi n nord di Verdun : prima avvenne la concentrazione dei corpi di esercito che è durata pa rejihie settimane, poi si ebbe l'attacco vioIonio dinanzi al (piale le linee avanzate-opera cono un ripiego: sì'ebbe quindi una salda re si.-tenza. E' indubbio che il generale Cadorna che assunse la direzione della ba'!^;l:.-i diriui puliti . particolarmente inhiaeckiti i egli dispone infatti per far- j !°;„?jl._ima vasta i«:e ferroviaria ampia e bene D. R. "
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