II precesso Treves al Tribunale Militare

II precesso Treves al Tribunale Militare II precesso Treves al Tribunale Militare Dna scena emozionante pel ritorno di Pontecorvo aluienza G l e e , v Il teste Pontecorvo, che venerdì fu incriminato ad istanza del P. M., è stato condotto alle Carceri Nuove, in attesa di giudizio. Intanto ieri mattina è continuato l'esame dei te^ti. CU ultimi testi Il cav. Carlo Minetto conosce da molto tempo il Tlreves; lo ricorda quando faceva parte della Ditta Savonelli, il cui proprietario gli fece sempre i più ampi elogi. Per parte sua il cav. Minetto, che segui il Trevee nella sua vita di lavoro, lo ritiene una persona onesta. L'avvocato Guido Bocca è da otto anni il consulente della Ditta e può assicurare che questa- prima d'ora, non si occupò mal tli forniture militari. Sa dei rapporti corsi tra il Treves e Io Zanzi; egli ha sempre creduto, come crede tutt'ora, ohe quest'ultimo abb'a prestato il danaro occorrente alla fornitura senza alcun intendimento speculativo. Il suo cliente, un giorno, gli manifestò qualche preoccupazione circa la qualità scadente della fodera dei cappotti, ma egli lo rassicurò. il P. M„ a questo punto, fa dar lettura di una lettera scritta dal Treves in carcere, nella quale si fanno allusioni alla colpevolezza del Zilnzi. In sostanza il Treves allora avrebbe ritenuto lo Zanzi la principale pausa delle sue disgrafie. L'avv. Bocca assicura che il Treves con lui parlò sempre bene dello Zanzi, dicendolo il suo benefattore. Rispondendo a molto contestazioni sollevate dall'avvocato fiscale, il teste insiste nel dichiarare che tra i due imputati non fu fatta scrittura alcuna di società. 11 Treves dovette attraversare una lunga serie di peripezie: è un miracolo, dice l'avvocato Bocca, se potè tener diritta la sua azienda. In tutte queste occasioni lo Zanzi si dimostrò veramente l'amico ed il benefattore. L'avvocato Antonio Ferrerò conosce il Tre» ves da tre anni e ne dà buone informazioni. A domanda dell'avvocato Cavaglià, il teste dice che nel settembre scorso il Treves ebbe delle gravi preoccupazioni per il trasloco del suo negozio. Treves, dice l'avvocato Ferrerò, è un debole, un pusillanime. In certe cause complicate di cambiali e di concorrenza il Ferrerò prestò l'opera sua di consulente assieme al senatore Palberti. n Bocca aveva le funzioni di procuratore. Il signor Attilio Bettini. comproprietario della Ditta Dettàni e Marcora. di Busto Arsizio, forni fodere di flanella alla Ditta Guardini del peso regolamentare. A domanda dell'avvocato C. F. Roggieri, il test* assicura che Zanzi non è affatto competente di flanelle e di tessuti in genere. L'industriale Eligio Fontana affittò alla Ditta Treves il laboratorio di via Genova: durante, lo trattative ricevette il Treves e lo Zanzi, ma quest'ultimo non intervenne che come semplice consigliere. Il P. M. fa osservare che il teste indirizzava le lencre art entrambi gli imputati. E da parte sua q Fontana spiega che era ricorso a questo strattagemma per maggior garanzia. — Tanto ò vero questo — dice l'aw. C. F. Roggeri — che le lettere indirizzate anche allo Zanzi furono scritte subito dopo l'arresto del Treves. Il ten. col. collaudatore, cav. Bizzi. conobbe lo Zanzi, ma non lo vide mai ai collaudi. Il teste, a domanda della difesa, dico che duran-. te le. operazioni tli collaudo ci si regolava' col metro linenre. L'altezza della fodera in contestazione era tli un metro p. trenta centimetri. Il tenenti1 colonnello Rizzi aggiunge ancora che, qualora s! fosse voluto utv-ire. la misura del mero quadrato, si sarebbe fatia l'esplicita di.» chiara.zione. —■ Quindi — conclude su questo punto l'avvocato Ornotlei — la Ditta Treves, tenuto conto appunto del metro lineare, e dell'altezza di metri 1,30. fornì lo. flanella con un peso superiore a quello stabilito nel contratto col Commissariato militare. A domanda del P. M., il teste aggiunge ancora che, quando in un contratto non era scritto metro tpiadrato ci si regolava col metro lineare. L'avv. Barberis desidera che il segretario metta a verbale questa circostanza. Il colonnello Blzzi fece due collaudi in via Venti Settembre ed in via Genova: i cappotti dell'ultima partita avevano le fodere di peso più che regolamentare. La signora Anna Sartore è la padrona di casa dello Zanzi. La signora fece sempre da madre e da sorella all'imputato: è una degna creatura — conclude la teste — incapace d'una cattiva azione. Un giudice domanda al Treves perchè lo Zanzi non si laceva rilasciare delle ricevute quando sborsava le somme. — Non ce n'era bisogno tra di noi — dice il Treves. Un altro giudice vuole che il Treves dica esattamente perchè vi è tanta differenza tra la lettera scritta da lui in carcere, nella quale egli si scagliava con parole amare contro lo Zanzi, dicendolo la causa delle sue disgrazie, o le sue opposte dichiarazioni rese qui all'udienza. — Allora era la disperazione che mi faceva parlare. Scrissi quella lettera sotto l'impressione che se non avessi conosciuto lo Zanzi non mi sarebbe capitato nulla. — Bella riconoscenza! — esclama il P. M. Perchè venga risentito il teste Pontecorvo I testi sono finiti. L'avv, Cavaglià, prima che s'incomincino le perizJe, desidera che. venga richiamato SI teste Pontecorvo, il quale, secondo il disposto del Codice militare, non po leva neppure essere dimesso dalla sala. II P; M. spera che il teste Pontecorvo riconoscerà la propria falsità.; in ogni modo, il Collegio giudicante ha il potere anche di aderire alla tesi defensionale. L'avv. Ornotlei aggiunge, che il Tribunale non tenne calcolo delle precise disposizioni di legge laddove prescrivono che un test?, non può essere licenziato, anche se dichiarato in istttto d'arresto, senza l'accordo delle pani. Egli crede che il grave provvedimento preso contro il teste Pontecorvo sia stato, per lo meno, esagerato; ma spera che il suo arresto non sarà mantenuto. L'avv. Barberis presenta per iscritto le do mande da farsi al Pontecorvo. « Rammòstratigli i campioni delle stoffe unite alla perizia di difesa, dica se fu egli a darli ai periti, e se questi provengono da stoffe adoperate per la fodera dei «appetti di cui nel capo d'imputazione; oltre ad ogni altra domanda in merito alla deposizione del teste Feraudi, resa nell'udienza del 12 maggio ». Il P. M. si oppone a. questa domanda, e la Parte Civile, dal canto suo, premesso che il teste ritenuto falso non può rimanere all'udienza, chiede anch'essa non si debba accordare !>U:i Difesa il diritto di richiamare il Pontecorvo per muovergli la domanda presentata. L'avv. Cavaglià conclude che, in tanti anni di professione, non gli occorse mai dà vedere ne¬ gd gato all'imputato di falsa testimonianza il diritto di assistere alla discussione che lo riguarda. Egli crede che sia questione di giustizia, ma sopratutto di umanità. La risoluzione dell'incidente è rinviata alle ore 15. Appena' aperta l'udienza pomeridiana, il Pubblico Ministero, comm. Fola, dopo aver riassunto l'incidente sollevato nella mattinata dalla difesa per ottenere la ripreeentazione del Pontecorvo. chiede che il teste incriminato segua la sua ordinaria procedura di falso e venga quindi interrogato in carcere. L'avvocato Cavaglià insiste nella sua richiesta ed il Presidente, ol quale è devoluta la risoluzione dell'incidente, dopo avere bonariamente ammonite le parti di conservare tutta la calma necessaria alla regolare prosecuzione del dibattimento, acconsente che il Pontecorvo sia condotto all'udienza per deporre sulle circostanze richieste dalla difesa. Intanto clic si provvede a ciò il Presidente invita i periti a fare le loro relazioni. Il professore Testa, perito d'accusa, conferma ciò che egli ebbe già a riferire, che cioè le fodere dei cappotti erano di qualità molto inferiore al campione-tipo eri osserva che, dovendo coi suoi colleglli esaminare le fodere, eseguì gli accertamenti, prendendo come base il metro quadrato e non quello lineare. Difatti, dice il professor Testa, sarebbe assurdo prendere come base il metro lineare quando non si conosce l'altezza della stoffa e quando questa altezza puu variare da una pezza ad un'altra. In ogni modo, conclude il perito d'accusa tanto prendendo corno base il metro quadrato quanto il morrò lineare, su dieci, colli, quattro contenevano cappotti che servivano all'ueo cui erano destinali e sei no. Il perito a difesa, cav. Antonielli, direttore della Scuola professionale di Biella, dopo aver esposti i dati sui quali si è bacato nella sua perizia eseguita col collega prof. Ferraris, conclude che la fornitura dei cappotti, per quanto riguarda la fodera, si sarebbe risolta in un danno della Ditta Treves ammontante a 2265 lire. •L'avvocato Caligane fa però osservare che i periti a difesa restrinsero il loro esame ai campioni di flanella loro forniti dalla Ditta Treves dopo l'accertamente della frode. Gli avvocati Cavaglià e Barberis contestano questo fatto e ricordano che, in principioAflel dibattimento, fu sollevato regolare incidente per stabilire il modo con cui furono eseguite le perizie. Questo incidente dovrà essere appunto risolto coi merito. Pontecorvo è scarcerato Il Presidente viene intanto informato che il Pontecorvo è stato trasportato al Tribunale. Nell'aula si fa un grande silenzio. 11 giovane direttore della ditta. Treves, pallido, affranto dal dolore, viene condotto nella sala da un carabiniere. Ma appena siede in mezzo all'emiciclo è preso da un forte accesso di convulsione e scoppia in singhiozzi. Nulla riesce a calmarlo. Il presidente è costretto a sospendere la seduta e Pontecorvo è amorevolmente sorretto e condotto fuori. Ma il giovane continua ad urlare disperatamente. Come i lettori ricorderanno, l'incriminazione del Pontecorvo fu causata dalla deposizione del caporale Bonini. n graduato, che al tempo della fornitura'in questione era adotto al magazzino vestiario del Teatro Balbo, narrò al Tribunale che il Treves, in un giorno del .settembre scorso, si era recato in automobile col maggiore Feraudi al magazzino stesso per a collaudo o la verifica dei paletot*. Aperti due colli e trovativi del cappotti con fodera daflcente, questi vennero di nuovo rimessi a posto; finalmente il Treves, indicando un collo che stava in fondo ad una catasta, avrebbe detto: « Andate ad aprire quello... ». L'ordine, venne eseguito,' e così furono prelevati due paletotn tra, i migliori. Ora il Pontecorvo, che sLtrovava amli'egli al magazzino del Teatro Balbo, per esservi giunto subito dopo Jl maggiore Feraudi ed il Treves, escluse nel modo più assoluto che il suo principale avesse pronunciata la famosa frase 11 B°nini replicò che la frase non solo era stata detta, ma che il Pontecorvo doveva averla udita. Di qui la incriminazione e l'ar- rtCalmatosi il Pontecorvo, dopo circa un quarto d'ora viene ricondotto nella sala. Il Presidente lo esorta a dire tutta la verità. — Insisto nell'affermare che sono arrivato al magazzino del teatro Balbo dopo il maggiore Feraudi e il signor Treves, — dice il teste. — Ouesti. in mia presenza, non ha detto ad alcuno di togliere un collo sotto una determinata catasta. Avv. Cavaglià: — Dica Pontecorvo se esclude che il discorso sia stato fatto e se, d'altra parte, sia possibile che egli non l'abbia udito — Ripeto : può darsi che il discorso sia stato fatto, ma io assicuro che non ho udito nulla. P. M. : — Ella ammette dunque che possa essere avvenuto? — SI, sì, può darsi tutto — esclama Pontecorvo. — ma perchè devo dire che ho sentito quando non ? vero? P. M. : — Va bene; ella dunque rettifica la sua deposizione di ieri? Avv. Cavaglià: —- Dica puns che rettifica; il Pontecorvo spiega, una circostanza che, se gli fosse stata chiesta, l'avrebbe spiegata anche ieri. • L'ambiente è tornato calmo. Pontecorvo dà ancora schiarimenti sul come velinola prelevarti i campioni e sulla più o meno consistenza della flanella. Avi. Cavaglià: — Ora spero che il P. M, vorrà proporre al Tribunale la scarcerazione di Pontecorvo! P. M. : — Ora che il teste ha ritrattato, non ho alcuna difficoltà ad acconsentire. Il Presidente prende atto di questa istanza e si ritira col Collegio per deliberare in merito ad essa. Dopo breve permanenza, in camera di deliberazione il Tribunale rientra e in vista della ritrattazione fatta dal Pontecorvo revoca l'ordinanza di ierl'altro e ordina la scarcerazione del teste. L'udienza così è 'rinviata alle ore 8.30 di lunedì. Subito dopo Pontecorvo è rimessa in libertà. ob

Luoghi citati: Biella, Busto Arsizio, Pontecorvo