La manifestazione di Londra in occasione*della Conferenza interparlamentare

La manifestazione di Londra in occasione*della Conferenza interparlamentare La manifestazione di Londra in occasione della Conferenza interparlamentare {Servìzio spedale delia Stampa), Londra, 11, notte. La conferenza interparlamentare francoinglese ha dato occasione a re Giorgio di pronunziare una breve allocuzione di saluto ai rappresentanti del Parlamento di Francia, riaffermando la fede comune nella vittoria degli Alleati, e ad Asquith di rispondere, con parole virilmente misurate, al recente discorso di Bethmann Hollweg. Asquith ha spiegato le condizioni di pace in base alle quali soltanto eli Alleati potrebbero pensare alla cessazione della guerra. Basta ciò a conferire una singolare importanza al discorso del primo ministro inglese, le cui dichiarazioni hanno suscitalo l'approvazione di tutti i circoli più responsabili. Le parole del Re Ma ecco anzitutto il discorso del Re al ricevimento dei parlamentavi francesi, che furono accolti molto graziosamente dai Sovrani. . uSigno'i; Mi compiaccio di dare il benvenuto ai senatori ed ai deputali della grande Repubblica, alla quale sono lieto di essere unito da un'intima alleanza, pieno di mutua fiducia in un'alleanza che io spero durerà sempre. Visite come la vostra contribuiscono a fare comprendere in modo più perfetto ai due popoli il senso della lóro cooperazione cordiale, poiché essi sono destinati a dare agli scopi cui si tende una forma concreta e pratica. Quando potrete osservare qualcuna delle nostre fabbriche di munizioni, ed io soiio molto lieto di sapere che voi vi ci dovrete recare, vedrete da voi stessi quanto siano vigorosi gli sforti impiegati per sovvenire a tutti i bisogni iella marina, e. dell'esercito. Quando v'intonlrercle con gli abitanti delle nostre città, apprenderete quanto profonda sia la simpatia che essi sentono per le sofferenze che un feroce invasore, ha inflitto atte popolazioni innocenti dei vostri distretti del nord, e quanto sia ardente •l'ammirazione che c'ispirano il valore e la costanza dell'intero popolo francese. Mai questo spirito e. questa- inesauribile fiducia, cui la storia della Francia fornisce esempi così gloriosi, rifulgono in modo più brillante dt* oggi. « Qui,, tanto voi come gli altri alleati, troverete che il popolo di quest'isola, senza distinzione di razza, di classe e di partito, è unanime nella decisione di continuare la guerra fino a che non svanisca per sempre la minaccia che per tanto tempo ha oscurato il cielo d'Europa e che ha smentito nel mondo intero le promesse di una pacifica civiltà. t< Signori, le Potenze che stanno per rea lizzare questo compito non hanno soltanto fondato la loro alleanza sugli interessi che s.0110 loro comuni, e cioè tanto a noi, a voi, alla Russia, all'Italia, al Giappone, al Portogallo, quanto ai paesi cosi duramente colpiti, come il Belgio, la Serbia ed il Montenegro. Esse hanno inoltre fondato la loro alleanza sopra una detezione allo stesso ideale. La libertà e la pace sono state fe del.mentc servite dalla vostra Repubblica; ta libertà e la pace sono state servite dal popolo britannico da un capo aWaltro del mondo, qui come nelle colonie. I benefizi della libertà e della pace noi li desideriamo per noi stessi e li desideriamo anche per gli altri paesi. E' nella loro preparazione attraverso il mondo che scopriamo le migliori speranze dell'avvenire per l'umanità. uNoi combattiamo fianco a fianco con voi per la libertà e per la pace, nella certezza,- più. forte oggi che in nessun altro momento della guerra, più forte ógni giorno che passa, che la vittoria coronerà la causa del diritto». Il discorso di Asquith Asquith ha pronunciato il suo discorso ieri sera al banchetto in onore dei delegati parlamentari francesi. «Gin da. parecchi anni le relazioni tra la G%an Bretagna e la Francia — disse A squith — furono poste su basi durevoli e credo incrollabili. Queste relazioni, prova te dalla guerra, sono divenute ora relazio ni di amicizia, di intimità e di affezione (applausi), in questi giorni il Cancelliere imperiale ha nuovamente fatto appello alla simpatia del mondo neutrale per le dure condizioni della Germania, l'aggredita, l'of fesa, la malintesa, la pacifica. Germania. (Ilarità, applausi). Disse che il 9 settembre ti dichiarò pronto ad intavolare negoziati di pace, ma che allora come adesso il nemico rifiutò di tener conto della proposta. Mette conto di ricordare le precise parole del Cancelliere: «Se devo parlare di proposte di pace — disse — «Oflìto prima conoscere le proposte di pace dei nostri nemici. Se nemici, vengono da me con proposte che non ledano la dignità e garantiscano la sicurezza della Germania, saremo, sempre pronti a discutere». In altre parole, quan do il Cancelliere si dichiara pronto ad intavolare negoziati, intende in realtà che l'iniziativa debba provenire da noi e la decisione deba spettare a lui. Dovremmo, insomma, assumere l'atteggiamento del vinto verso il vincitore. Ma, siccome non siamo vinti (applausi) e non saremo vinti (tragoroai asplaus) e gli Alleati tono uniti da un soaccmpbirinCseFllnpamPmvCrddtdvlgddmdctlpfGddm solenne patto che U obbliga a non cercare, a non accettare una pace separala, le sole condizioni a cui siamo disposti a far la pace si riassumono in una semplicissima formula: il conseguimento degli scopi per cui prendemmo le armi. (Applausi). • i o e l e e e a e ieno o on Distruggere la casta militare « Questi scopi li dichiarai sin dal novembre 1914 e da più. di 16 mesi tutto il mondo i conosce. Dissi, fra l'altro, che non riporremo la spada nel fodero sinché la dominaione militare della Prussia non sarà stata interamente e definitivamente distrutta. Il Cancelliere prima travisa le mie parole e poi si studia di pervertirne l'evidente intenzione ed il significalo. La Gran Bretagna, come la Francia, entrò in guerra non per strangolare la Germania, non per spazzarla via dalla carta dell Europa, non per distruggere 0 nulilare la sua esislcnzu nazionale, nè certo usiamo pure le stesse parole del Cancelliee) per impedirle il lìbero esercizio delle sue pacifiche attività. Fummo, invece, costretti ad entrare in guerra per impedire alla Germania, che per questo .rispetto significa la Prussia, dì conquistare una posizione di minaccia militare e di predominio sui suoi vicini. (Applausi). Asquith cita testualmente le parole del Cancelliere per dimostrare che, col desiderio di discutere la pace, il Cancelliere intendeva che l'iniziativa delle proposte di pace dovessero emanare dall'Intesa e che la loro iccettnzione dipendesse dalla buona volon tà del Cancelliere. « In varie occasioni — continuò Asquith — durante l'ultimo decennio, la Germania ave va rivelato la propria intenzione di dettar legge all'Europa sotto la minaccia della guerra; e, colla violazione della neutralità del Belgio, forni al mondo la prova della sua determinazione di stabilire il proprio predomìnio a prezzo di una guerra universale e delti distruzione delle basi del trattato su cui poggiava la politica dell'Europa. Lo scopo degli Alleati è di sventare questo tentativo, ed in tal modo di aprire l'adito ad un. sistema internazionale che assicuri il principio dell'eguaglianza dei diritti per tutte le nazioni civili. (Approvazioni). Come conseguenza della guerra, intendiamo stabilire il principio che i problemi internazionali debbano essere risolti mediante liberi negoziati fra popoli liberi, in condizioni eguali, e che tale, soluzione non possa essere più turbata sconvolta dalle arroganti pretese di un Governo dipendente da una casta militare. (Fragorosi applausi). Ecco quello che intendo per distruzione del predominio militare della Prussia-, niente di più, ma niente di meno ». '^Applausi). Rivedere l'antico Belgio Asquith confutò, quindi, brevemente quella parte del discorso del Cancelliere che riguarda la sorte del Belgio e della Polonia. «7/i questa lotta — disse — nella quale sin dal principio il destino delle pìccole nazionalità apparve minacciato (e le ansietà suscitate dall'aggressione del Belgio sono state poi riconfermate' dal fato della Serbia e del Montenegro), noi siamo campioni non solo dei diritti derivanti dai trattati, ma anche dell'indipendenza e del libero sviluppo delle nazioni più deboli (applausi). In tali circostanze non si saprebbe immaginare un cinismo peggiore di quello che inspirò la pretesa del Cancelliere che debba toccare alla Germania, proprio alla Germania, dì insistere, all'ora della pace, perchè sia concessa alle' varie razze la possibilità della libera evoluzione in base all'individualità nazionale e aUa lingua. Evidentemente questo principio dev'essere applicato coi metodi prussiani tanto alla Polonia, quanto al Belgio ». Asquith ricordò il disastroso, fallimento Iella politica di germanizzazione della Polonia, di cui fu strumento anche lo stesso Bethmann Hollweg, il quale tentò di schiatto di colonizzare la Posnania con agricoltori di lingua tedesca. Ricordò i soprusi, le crudeltà, gli orrori commessi contro i polacchi, lo barbare fustigazioni dei bambini che rifiutavano di imparare le proghiere a Iddio in tedesco, le persecuzioni delle madri chiuse nelle prigioni, tutta la lunga, feroce, inumana campagna di sevizie che forma una dello pagine più nere persino nella storia della Kultur tedesca; e quanto al Belgio notò che sarebbe interessante conoscere l'opinione dei fiamminghi belgi sulla missione tedesca di « assicurar loro la sana evoluzione sulla base della loro lingua materna ». ull Cancelliere — prosegui Asquith — ci promette un nuovo Belgio che non sarà vassallo dell'Inghilterra e della Francia, ma collaborerà da buon vicino col popolo che ha brucialo le sue chiese, saccheggiato le sue città, rese deserte le sue campagne, distrutte le sue libertà; un nuovo sviluppo, insomma, della teoria dei diritti e dei doveri di vicinato (Ilarità). u La mia risposta — esclamò Asquith con forza — c semplicissima. Noi alleali vogliamo, invece, e vi siamo risoluti, rivede re l'antico Belgio e far sì che quel che è stato distrutto sia ricostruito e quel che è slato rubato sia restituito» (Fragorosi applausi). Assolutamente vogliamo vedere il Belgio di prima, (applausi) non possiamo ammettere che esso soffra le conseguenze smstdlpsup u . e e à di una crudele, malvagia invasione, la libertà e tutto ciò che fu dìslrulto debbono essere resi e pagali » (Lunghi applausi). Il blocco Accennando al tentativo, imbarazzato ed impacciato, del Cancelliere di giustificare la guerra coi sottomarini, Asquith ha detto : G« Gli alleati, facendo uso della loro padronanza dei mari per esercitare una pressione economica sul nemico adoperano un diritto riconosciuto da tulli gli Stati del vecchio » del nuovo mondo. Gli alleati hanno cercato di diminuire, per quanto è possibile, le difficoltà che ne derivano al commercio dei neutri. Essi sono pronti a dimostrare la legalità di tutte le lóro misure, tanto con la lettera quanto con lo spirito delle leggi internazionali applicate agli sviluppi della guerra moderna. Le misure prese sono state applicate col maggior rispetto dell'umanità, e noi non conosciamo un solo caso di una vita umana perduta per causa del blocco posto dagli alleati (Applausi). La guerra dei sottomarini da parte dei tedeschi cominciò invece molto prima della pubblicazione degli orde en council del marzo 1915 e fu condotta senza pietà contro i neutri come contro i belligeranti, con flagrante violazione delle leggi internazionali e dell'umanità ». (Applausi) Il Primo Ministro d'Ice che si può perdonare agli alleati, se di fronte ad un discorso come quello del Cancelliere tedesco, si sentono lieti, orgogliosi di non dover ricorrere a tallii travisamenti di fatti e a sì faticosi sofismi per difendere la propria causa. figli conclude con queste- testuali parole: « Possiamo, signori, essere felici di non dover ricorrere, per difendere e spiegare la nostra causa, a quei, travestimenti della verità e a. quelle sottigliezze che usa il Cancelliere. Noi ed i nostri alleali combattiamo a fianco a fiancoperuna grande causa. Noi, la Franc!a, i nostri amici russi, i nostri amici italiani, i serbi, i belgi e i portoghesi combattiamo gli uni accanto agli altri per la grande causa con mezzi che sappiamo onesti, colle mani nette e con pura coscienza (applausi). E gli uni accanto agli altri, cosi come siamo risoluti, saremo anche capaci di rivendicare tutte le libertà dell'Europa ». (Fragorosi e generali applausi) I primi cooiineuti In quanto ai commenti giornalistici a questo discorso di Asquith, essi sono ancora scarsi, data l'ora tarda in cui il discorso venne pronunciato; ma il «Daily Telegraph » e li « Daily News », che se ne occupano, si rallegrano del modo in cui Asquith definì ancora.una voltn, e anche più diffusamente, gli obbiettivi inglesi e degli Alleati in questa guerra. « Non v'è desiderio — scrive il « Telegraph» — di annichilire la vita nazionale della Germania e tanto meno ostacolare il libero esercizio dei suoi pacifici sforzi. Quello che vogliamo distruggere è il vizio del prussianismo, il tirannico uso di una autocrazia militare, che reprime le nazionalità e impone ad altri un sistema,- ferreo di repressione 0 di schiavitù». Il « Daily News » è lieto che le dichiarazioni di Asquith siano state fatte durante la visita dei parlamentari francesi, accolti qui con ogni cordialità, e crede che le spiegazioni del primo ministro, rivolte in ispeèic ai neutrali, non lascino alcun dubbio più nella mente dell'Europa sugli scopi dectli Alleati».