Dinanzi a Verdun

Dinanzi a Verdun Dinanzi a Verdun Nessnn nuoto assalto PARICI, 9t Il comunicata ufficiale delle ore 15 dloe: Ad ovest della Mosa debole attività dell'artiglieria durante la notte. Ad est della Mosa abbiamo fatto ejuatohe progresso nel camminamenti,'a sud del villaggio di Doaumoni e preso a sud-ovest circa 150 metri di una trinoea nemica. Due attacchi tedeschi a colpi di granate contro la posizione del bosco di La Caliletto sono stati respinti. In Woevre notte relativamente ealma. In Lorena un colpo di mano tentato dal nemico su una delle nostre opere nella regione di Embermlenll è oompletamente fallito, e il nemico ha subito alcune perdite. Nessun avvenimento Importante da segnalare sul resto del fronte. I! comunicato ufficiale delle ore 23 di sabato, giunto troppo tardi per la prima edizione di ieri mattina e che pubblicammo in una seconda edizione, diceva: A sud del fiume Àvre I tiri della nostra artiglieria hanno distrutto il mulino di Saint Burin, ove si trovava un osservatorio ed hanno sconvolto le trincee nemiche a nord di Beavraigneo. In Ohampagne, nella regione di Navarin, abbiamo risposto con tiri di sbarramento ad un violentissimo bombardamento ohe faceva presagire un attaooo. Il nemico non è uscito dalle sue trincee. In Argonne concentrazione di fuochi sulle batterie nemiche del bosco di Cheppy e della regione Monfaucon-Malancourt. Nella regione-di Verdun nessun avvenimento importante da segnalare, salvo un bombardamento abbastanza vivo del nostro fronte Béthlnoourt e Mort-HommeCumières. Nel Vosgl grande attività della nostra artiglieria nella valle dei Fecht. Attività dell'artiglieria sai fronte Inglese Londra, 8, notte. 71 comunicato ufficiale delle operazioni dell'esercito britannico del fronte occidentale dice-, Ieri sera e oggi attivissime operazioni di mine nei paraggi delle cave di Hulluch e di Givenchy a sud-est di Roclincourt. Oggi l'artiglieria si manifestò attiva da entrambi ie parti nelle regioni di Roclincourt, Bellecourt, Souchez, cresta di Loreite e Wulvoerchem. Nel pomeriggio i tedeschi cannoneggiarono violentemente le nostre trincee nelle vicinanze di Saint Eloi. Rispondemmo vi vamente. L'azione si sminuzza e si prolunga Parigi, 9, mattino. Il nemico sembra adr.lti ancora una volta, una nuova tattica, confermando con questi cambiamenti gli insuccessi del suoi precedenti tentativi. Dopo aver al tempo stesso attaccalo le due ali con azioni concomitanti, è ritornato agli assalti alternati ora ad est. ed ora ad ovest della Mosa. In questo momento è nel settore sulla riva sinistra che ti combattimento continua con maggior ardire. I tedeschi rinnovarono nella notte del 7 corrente il loro tentativo della vigilia per sboccare ad Haucourt e riuscirono ad installarsi in due piccole ope re avanzate a sud del piccolo villaggio. E' un piccolissimo successo locale, senza alcuna conseguenza per la nostra linea. Ai contrario, ad est essi sono stati nuova mente arrestati dal nostro fuòco ed hanno dovuto lasciare numerosi cadaveri sul terreno. A sud-est di Belhincourt abbiamo conti nuato a riprendere a colpi di granata il camminamento in cui il nemico aveva preso piede sopra un'estensione di trecento metri. Nella notte del 6 tutto il nostro fronti nethincourl-Mort tìomme-Cumières è stato ancora sottoposto ad un incessante bombardamento. Nella giornata dell'% corrente invece"a.d est della Mosa il cannoneggiamento è diminuito e la fanteria è rimasta in riposo. Nulla da segnalare in questo set tare, eccetto un colpo di mano con lancio di granate, che è stato fermato dal nostro fuoco, contro una nostra trincea a nord dell'altura su cui sorge il forte di Vaux. L'avversario ha tentato un'operazione analoga nella Champagne, in seguito ad un'intensa preparazione con Farttfflieria, ma la diversione ha trovato lo stesso insuccesso. Insomma, non si tratta più che di una serie di combattimenti di dettaglio molto localizzati. L'azione si sminuzza e si prolunga; ina i tedeschi s'ingannano se sperano di stancare la costanza dei difensori di Verdun con azioni meschine, le quali riescono egualmente loro assai costose. Col difensore della regione della battaglia • Soldati a cannoni (Servizio speciale delia Stampa). Parigi, 9, sera. L'inviato speciale del « Martin » di guerra, Hugues le Roux, reduce dall'Oriente, dove ha seguito le operazioni franco-inglesi e dall'Adriatico, dove ha assistito alle imprese eroiche e vigilanti delle squadre italiana, francese e inglese, è partito per Verdun. Egli manda ora la seguente corrispondenza da una località, innominata della regione battuta dal più grande duello di artiglierie di questa immane guerra. Quando si è compiuto il viaggio intorno al mondo: quando, durante un anno intero si è — come ho fatto io — camminato, navigato — gli occhi in alto — avvolti nella luce dell'eroismo dei nostri soldati che illumina il cielo, il primo voto che si fa, sbarcando in un porto di Francia, è di correre verso questa plaga sacra, dove i nostri meravigliosi soldati rinnovano la patria. Questa gioia mi è stata consentita. Io sono stato autorizzato a raggiungere Verdun, a recarmi a salutare i soldati che sono là, calmi e sorridenti, sotto il fuoco nemico, e poi —ritornando — ad attraversare la coulisse del campo di battaglia. « Quante volte la nostra immaginazione ha visto questa strada! Io vorrei fissar qui le visioni ancora tutte vive e rapide. Lettori miei ! Non aprite però la carta geografica per cercare nomi: non ne scrivo. E' l'obbligo che ci hanno fatto le autorità prima di lasciarci partire per questo difficile viaggio. Ma l'ascoltino una volta ancora, al di sopra delle nostre linee coloro che continuano a bruciare i nostri villaggi ed a bombardare le nostre città.' La primavera del 1916 esce fuori dalla buona terra di Francia incoronata di gloria: già la messe della vittoria germoglia per virtù dei lavoratori. Senza dubbio le pietre delle case crollate sono meno rapide a rinascere che le spighe di grano. Ma come non salutare con gioia queste casette di legno che dovunque s'addossano alle, muraglie annerite? Sulle soglie di queste fattorie improvvisate le massaie gettano il grano alle loro galline; gli utensili del lavoro agricolo ingombrano le aje. Vicino alla battaglia « Non è l'ordine di fermarmi impostomi dalle sentinelle quello che mi avverte — osserva il giornalista — che entravo nella vera e propria zona di guerra. E' invece la andatura delle mandre dei parchi bestiame, che. passano, in*questo tramonto, iungo la strada. Inquieti della loro sorte le bestie si lasciano spingene verso l'Est. Non sono più bestie da stalla, sono materiale delle macellerie da campo. Improvvisamente, appena oltrepassaat questa zona sparsa di casolari e di ovili abbondanti, che forma una specie di trait-d'union tra il regno della tranquillità e la zona della battaglia, l'automobile militare sulla quale mi trovo non può più avanzare che al passo. Le strade tortuose dei villaggi sono piene di soldati, di soldati vestiti di azzurro, senza zaino e senza fucile. Sembrano contadini del luogo che si riposano nella dolcezza del tramonto. Questi oziosi da villaggio sono i soldati che, or sono sette giorni, si battevano sotte Verdun. 11 Comando dà! loro questi brevissimi riposi resi necessari dai loro occhi stanchi, quasi alla cecità, dalle loro orecchie che non sentono più o che fischiano, dai loro nervi che erano sul punto di spezzarsi. La pioggia e la mota li hanno così bene fusi nel colore della terra che sembrano enormi statue di fango, mobili, Ma quale soffio di eroismo ha animato quegli umili ! Essi sopra le rovine del vecchio, mondq hanno preparato una creazione nuova. Io vorrei fermarmi e stringere questi poilus nelle mie braccia. « Ma si corre troppo rapidamente e si fa notte. Bisogna accontentarci di salutare queste ombre che si muovono nella notte. Ecco qualche porta di casolare aperta. Dietro lunghe tavole improvvisate, i soldati, muti, prendono il loro rancio. Poche candele illuminano gli ambienti georgici. Non è che un raggio lieve su volti indimenticabili. Penso a quelle statue di marmo — santi e guerrieri — che il Medio Evo ha scalpito sulle facciate delle sue basiliche divine e immortali. Le case abbandonate » Le case nelle quali i soldati si rifugiano sono stristi come i poveri loro proprietari. Coloro che le abitavano sono stati costretti a partire. Diventate le case di nessuno, senza porte, esse hanno le finestre spalancate. Sembra che abbiano lo sguardo desolato e fìsso dei cani che hanno perduto il loro padrone. Da questo momento siamo nella regione del Pays-de-Femmes. Non un cappellino appare, non una gonna, neppure uno scialle nero da vecchia, neppure uno scialle da lutto su questa strada orrida, in' questi giardini e in questi orti abbandonati, dietro queste finestre aperte. Noi siamo ritornati al tempo in cui l'uomo viveva solo sulla terra. Qui non è riuscito ancora a rifare un asilo sicuro per la sua donna e per i suoi figliuoletti. Per la prima volta dopo molte ore di tenebre un raggio di luce ci' ferma. Passano, in senso inverso, dei «camions» e di truppe. Cantano i soldati, festosamente. Sono i redùci dalle battaglie di' questa mattina: essi sono lieti perchè san-1 no <ji aver liberato le colline e conquistate nuove trincee al nemico..'. All'alba arriviamo al Quartier Generale di Pétaln... Prima! di airivarcj vediamo passare le truppe che' vanno al fuoco. Sono silenziose. Sanno che' il sacrifìcio sarà -rande. Essi guardano,! fissamente, davanti a loro. Chi ha visto questi partenti per la più grande e orrida bait>i; taglia, cosi vicina, non li dimenticherà più.,' «Improvvisamente, dopo aver passato attraverso i grandi ospedali dèlia Croce Rossa, vigilati dai sereni vecchi militi della* pietà, la nostra automobile si ferma. Siamo tra cannoni e soldati 1 Cannoni, cannoni, cannoni. Soldati, soldati, soldati. Siamo ini un villaggio lorenese, dall'unica via in a-: scesa. Domani questo villaggio avrà uff nome glorioso perchè oggi ospita, col suo Stato Maggiore il generale Pétain. Pétaiff vive nel piccolo edifizio della* « Maine ». E* una cosa grigia e umile, con una scalettai di pietra. Molti fili telegrafici e telefònici la uniscono, da due mesi, con l'andina della Francia E' qui, in questa casetta che l'uomo dell'esecuzione pensa e delibera. Intor-> no alla casa si muovono numerosi generali, molti ufficiali di Stato Maggiore, i cui nomi sono popolari. Entro in una sala, nuda e povera come quella di un Commissariato di Polizia. Le pareti sono coperte di carte geografiche. Sulla tavola sono plastici e fogli. Le lampade accese sono azzurre. Il generale è al lavoro, vestito di azzur-; ro, slanciato, terribile Ma come sorride! Mi squadra: «Allora voi volete andare a vedere Verdun? E anche il paesaggio in-< torno a Verdun, non è vero? Benissimo. Ti generale Dubois vi farà gli onori di casa». Io gli rivolgo la parola : gli ricordo che tutti i cuori di Francia sono trepidi per lui, che su lui san rivolti l'anima e l'amore di tutti i francesi. Egli mi dice: «Si pensi quello che si vuole di me: io non bado a nulla. Io non mi occupo che dei miei affari». Pétain vuole, per mantenere viva là leggenda, affermarsi reciso e un po' rude. Ma egli smentisce la sua rudezza colla gentilezza della nobile persona, con un dolce sorriso che commenta la frase vio<< lente, con gli occhi azzurri e chiari che ha avuto in dono dalla sua mamma. E cosi: questi grandi condottieri di uomini sono sempre i figli amorosi di mamme semplici ». La Germania adopera la classe 1916 per colmare 1 vuoti Parigi, 9, (ufficiato), i Conviene far osservare che in questa battaglia di Verdun, che si presenta sempre più come uno degli avvenimenti ■ capitali della guerra, i tedeschi adoperano numerosi elementi della classe del 1916. La classe del 1916 ha fatto la sua prima apparizione nell'esercito tedesco sul nostro fronte nel mese di dicembre 1915, ma in piccole! quantità. La si trova in proporzioni più considerevoli nel corso del febbraio ed ali principio di marzo. Non soltanto dinanzi a Verdun, ove viene riconosciuta in nu> merosi uccisi, feriti o prigionieri, ma anche su altre parti del fronte, e persino in' unità che non hanno subito se non perdite normali. E' cosi che nel ventesimo e nel-, l'84.o reggimento del III Corpo d'armata* la proporzione degli uomini della classa 1916 in certe compagnie varia da un terzo a due quinti. Altrettanto avviene nelle uni-, tà del XV Corpo della undicesima divisto-: ne bavarese, della 113.a divisione, ecc. Nel 49.0 reggimento dell'Vili Corpo, che operava nella Champagne, le reclute della classe del 1916 rappresentavano alla metà1 di marzo un quarto dell'effettivo di unta; compagnia. Nella 28.a compagnia di zappatori della 121.a divisione esse rappresene tano attualmente la metà dell'effettivo. Sf, vede dunque che già da più di tre mesi i tedeschi hanno dovuto far appello alla classe 1916 per colmare i vuoti su quasi tutte le parti del nostro fronte. La classe 1916 ha fatto del pari la sua apparizione su parecchi punti del fronte orientale. (Ag. Stefani). ; comunicato tedesco non segnala nulla Basila*, 9, non.-. Si ha da Berlino che il comunicato ufficiale dice-, « Situazione generalmente »m-" mutata su tutti » frànti a.

Persone citate: Basila, Burin, Cannoni, Dubois, Roux, Verdun