La Camera conferma la fiducia nel Ministero con 394 voti favorevoli e 61 contrari

La Camera conferma la fiducia nel Ministero con 394 voti favorevoli e 61 contrari La Camera conferma la fiducia nel Ministero con 394 voti favorevoli e 61 contrari Rema, 19, aera. La solita lolla di'curiosi attende all'esterno #1 Montecitorio l'ingresso dei deputati. Sotto la presidenza dell'on. Alessio, la seduta si apre alle 14, Nell'aula sodo non più di duecento deputati. Tutte le tribune sono gremite, meno quelle del Senato, del Corpo diplomatico e delta Corte. Al banco del Governo sono gli onorevoli Salandra, Martini, Biccio, Cavasela, Sonnino, n primo' oratore è l'on. Cavagnati, che parla poco ascoltato dalla Camera. Durante il suo discorso la Camera viene popolandosi. Nella tribuna del Corpo diplomatico assiste alla seduta la signora del Presidente del Consiglio, donna Maria Salandra, e la sua figliuola. L'on» Cavagnari CAVAGNABI ha presentato 11 seguente ordine del giorno: « La Camera, ritenendo che le direttive dell'azione bellica sono demandate per competenza ai poteri militari, che il Governo saprà fronteggiare i probtemi economici nelle difficili contingenze del mercato e l'opera sua indirizzare alla migliore difesa con gli alleati per la comune vittoria, passa aill'ordine del giorno ». . Constata che molte delle deficienze dell'opera tìél Governo, oggi lamentate, non sono che la conseguenza di quelle che anclie in tempi normali erano state più volte rilevate, salvo che le odierne eccezionali circostanze le hanno aggravate; crede, del resto, che la questione ieconomica sia stata un preteso per mascherare la vera questione, e cioè la questione politica. Crede pertanto che alla presente discussione possa applicarsi il noto aforisma legale: plus vai et 'nuoti a gitur (titani quoti simulate còheipilur. (Si ride). Non comprende perchè da-alcuni siasi invocato un Ministero nazionale, quasi non fosse tale anche il presente Ministero. Ricordando una recente dichiara zione dell'on. Presidente del Consiglio, è convinto che il Governo, nelle sue decisioni, renderà omaggio alla volontà della Camera, quale sarà espressa dal voto che essa è per dare. Quello che importa si è che la Camera manifesti'' sinceramente la sua volontà, perchè qualsiasi voto equivoco sarebbe esiziale agli interessi del Paese. Dal canto suo l'oratore dichiara che conferma la sua fiducia nel Ministero Calandra., convinto che esso saprà assicurare all'Italia la vittoria ed il compimento dei cuoi alti destini. (Vive approvazioni) L'on. Cngnolio CUGNOUO, ha presentato il seguente ordine del giorno : « La Camera deplora che il Governo, oltre le disposizioni, del resto Incomplete, per la proroga del contratti agrari, 'non abbia emanato provvedimenti di carattere economico, in favore dei lavoratori della terra che costituiscono il nerbo degli eserciti com battenti », .. ■ . „ Si dichiara contrario alla restrizione della emigrazione dei contadini ohe vanno a cercare all'estero un più adeguato compenso del loro lavoro.' Il miglior freno all'emigrazione consi 6te nell'assicùrare eque mercedi al lavoratori L'oratore rivendica alla parte socialista il merito di aver costantemente propugnato provvedimenti diretti a questo fine. A tale proposito invoca l'istituzione di una Commissione arbitrale, l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni agricoli e per la invalidità e la vecchiaia del contadini. Termina esprimendo egli pure, anche in nome dei suoi amici, i più fervidi voti per la vittoria italiana (approvazioni, segni d'impazienza). Presidenza del presidente MARCORA. L'on. Rettolo BETTOLO (segni di attenzione), ha presen tato il seguente ordine del giorno: «La Camera, conridando che 11 Governo, con chiara visione dei supremi interessi della patria, assolverà il grave compito che con larga fiducia gli fu affidato, passa oll'ordlne del giorno ». Rileva che molte delle deficienze, che si sono lamentate nell'odierna politica economica del Governo, trovano la loro radice nel fatto di non aver a tempo opportuno adeguatamente valutata la grande importanza di una forte organizzazione industriale e commerciale. So pratutto fu errore non aver promosso 1 in cemento della nostra marina mercantile, e fu anche deficiente e improvvida la nostra politica doganale. A'enendo alla questione politica, confida che in quest'ora solenne .il Parlamento darà novella prova di patriottica concordia, poiché ogni divisione sarebbe, più che assurda, colpevole. Inspirando i tali sentimenti egli crede debbasi confermare fiducia agli uomini che animosamente condussero l'Italia ella sua guerra di rivendicazione e dT giustizia. Ad essi spetta di assolvere tutta intera la loro missione per il bene della patria (approvazioni). Dal Governo non intende provocare alcuna formale dichiarazione; lo prega però di considerare l'opportunità di qualche discreto affidamento sulla portata della reciproca solidarietà politica tra l'Italia ed i suoi alleati. Concludendo, proclama il dovere di organizzare e di intensificare tutte, le energie del paese per assicurare il trionfo dell'abile sforzo di oggi, per dare la certezza del domani. Nessuna stanchezza scuota la serenità degli spiriti, o menomi la fede che deve essere .tempre ferma e sempre viva; uno sia il pensiero che oggi c'infiamma • la vittoria ner la gloria e la grandezza d'Italia (vivissime approvazioni, vivissimi applausi, molte congratulazioni). L'on. Rodino RODINO', anche in nome dell'on. Cameroni ha presentato il seguente ordine rfoi giorno: «La Camera, convinta che il Governo, tenendo conto dell'ampia discussione, continuerà a svolgere la sua nolitica, sia in rapporti all'interno che all'estero, conformemente agli interessi nazionali, passa all'ordine del giorno Italiano e cristiano (commenti), non è a nluno secondo nel far voti per la vittoria delle armi nostre (applausi), per quella vittoria à c.il In parte, alla quale appartiene, contribuisce con tutte le sue forze (commenti). Conviene soffocare ogni legittima tendenza ed ogni ispirazione lasciando al Governo libertà d azione corrispondente alla sua gravissima responsabilità. Non vede la necessità di una modificazione del presente Ministèro, che ben si può dire Ministero nazionale. Confida che la jCamera rinnoverà oggi quel voto unanime col ouale reiteratamente ha espresso e confermato la nronria fiducia nel Governo e la propria fede nel* trionfo del diritto italiano. (Approvazioni). La Cam-ara dà legni «H impazienza La Camera' è impaziente di udir» le dichiarazioni del Governo e di passare al voto. I vari! oratori che dovrebbero svolgare gli ordi ni del giorno ancora esistenti sono senza pielà urlati e accolti da una serio di rumori indefinibili, infernali Molti rinunciano a svolgere i loro ordini del giorno. L'on. BREZZI, a malgrado dellia tempesta che Imperversa. Unta di svolgere il suo ordine del giorno a favore dei lavoratori della terra. Egli è interrotto da- ululati, da battimani ironici, perfino dalla voce stridula di qualche trombetta. Ma vuole parlare ad ogni costo e poiché vede che «li stenografi non riescono a raccogliete neppure una delle parole che pronunzia, Indignato, scende la scaletta che lo separa dall'emiciclo e va a porsi proprio vicino al tavolo degli stenografi. Questa soluzione dell'on. Brezzi suscita da tma parte l'ilarità dell'as- adsdsmazcbdlvdvrdeornuBTczsdd a i i e e e a i o a a e à i i a l a I a i , . a a. e e n. s- aernhlea e dall'altra una solenne arrabbiatura dell'on. Marcora il quale manda subito il questore Di Bugnano ad allontanare dal posto dove si è messo l'oratore. L'on. Di Bugnano, sempre fra il tumulto spaventoso delia Camera, costringe Von. Brezzi a prender posto al primo banco del Centro Destro, e l'on. Brezzi continua imperterrito fino alla fine senza che nessuno sia riuscito a capire che cosa abbia detto. ALTOBELLI deplora l'insincerità di molti deputati; esorta il Governo ad informare più largamente il Paese sulla nostra guerra; fa voti per la vittoria delle armi italiane. CAO-PINNA invia un saluto agli intrepidi saldati «ardi, ed esprime la fiducia nella nostra vittoria. L'on. Tarati La Camera si fa silenziosa quai.do ha la parola l'ori. TURATI. Il leader dei socialisti dice: Quello' che sta accadendo oggi alla Camera dimostra, secondo me, come in certi giorni e in certi momenti la discussione sarebbe opportuno fosse riservata solo a coloro i quali rappresentano dei gruppi.— BOVETTI: — Ma noi siamo più generosi di voi altri. — Un urlo all'Estrema accoglie l'interruzione dell'on. Bovetti. Una voce gli grida: — Sta zitto. L'on. TURATI continua: — ... e poiché inoltre pave che nel voto, che stiamo per dare, sin annun: ziata quella unanimità che dapprima non si sperava, ridurrò il mio discorso al sommario del discorso stesso, ad una breve dichiarazione di voto. La discussione, prosegue l'on. Turati, è or ma; solamente discussione politica e noi abbiamo piacere di averla provocata. Siamo; contenti per quanto sappiamo Un d'ora che i voto nun avrà quel significato pratico che sarebbe stato desiderabile avesse. La nostra funziono è pertanto ridotta. Era più loslro (ed oggi se ne vede chiaramente il peri ho) che 1 Governo, fin dal principio, accettasse quella invocala inversione dell'ordine ilei giorno che ci avrebbe portati alla discussione delle questioni di politica estera. Quello che si sarebbe dovuto diro durante la discussione, che sta per terminare, ncn è stato sempre detto. L'ou. Marchesane, che da buon fratello invocava l'altro ieri la nostra fucilazione (ilarità), ha esposto qui il perfetto manuale delle verità che si debbono dire e di quelle che non si debbono dire (ilarità). Si vuole evidentemente eritare una crisi parlamentare. L'on. Salandra affermò che non avrebbe mai provocato una crisi extra-parlamenta.ro e che avrebbe atteso il vote della Camera. Ma il voto, che sta. per venire e sta per essere quasi unanime, di che natura è? Questo voto forti (Ica il Ministero 0 lo indebolisce? Ad esso partecipano coloro 1 quali desiderano che l'on. Salandra resti al potere perchè non vedono il successore, coloro che vogliono inchiodarlo al potere perché senta il peso della responsabilità che si è assunto, coloro che hanno viva la speranza di poter, prima o poi, imbaularsi sull'automobile ministeriale. Questi tre voti sono evidentemente disparati. Ma terse'non potrebbe avvenire diversamente dopo il tramonto del Ministero nazionale brevetto Canepa e soci (Ilarità). L'on. Ferri di questo Ministero ha fatto una acuta diagnosi. In sostanza il partito che voleva la formazione di questo Ministero nazionale ha sudato molte camìcie Ttfr stud'ia.iio la formazione di esso e poi ha sudato tutte quelle che gli restavano e ha lavorato quanto ha potuto per disfaro quella che aveva fatto. A noi. eredi di Macchiavelli, ciò non fa molta impressione perchè-sappiamo che molte volte ci si suicida per non morire. L'on. Ferri ha definito molto bene questo auspicalo Ministero definendolo .internazionale, internazionale, si capisce, agli effetti della guerra, non a quelli della pace perchè sarebbe ttilt'ultra cosa. La collaborazione, così come si desidera al Ministero attuale, potrebbe arrivare anche dal di fuori; costituirebbe, questo è vero, la maggiore delle babeli tanto più che significherebbe la dedizione che Enrico Ferri ha identificato nella loggia provocando tinello manifestazioni erotiche alle quali si è abbandonato, come tutti abbiamo veduto ieri, l'on. CameronL - (Si ride rumorosamente alle allusioni che l'on. Turati fa doi baci che da lontano jeri inviò l'on, Caméroni all'on. Ferri quando parlò dello influenze della massoneria). Turati: Non so so l'on. Cameroni vorrà fare altrettanto con me per quello che sto per diire. (Voci a, Destra: Sei troppo bruttai). (Ilarità vivissima). « Noi — prosegue l'on. Turali — non ci atterriamo della Massoneria, definita da alcuni come una sètta satanica. Rileviamo però che, in fondo, si tratta di competizioni fra due grandi architetti dell'universo. La prima sètta ha manifestato la sua tendenza a colpire il Ministero in modo da togliergli ogni auto nomia di fronte ugli alleati. Vi è poi l'altra Massoneria. L'on. Canepa, per suffragare la sua tesi de! Ministero nazionale, ha detto che avrebbe veduto volentieri i cattolici italiani incamerati nel Ministèro. Non bisogna dimenticare, ed è stato ricordato anche da recenti polemiche sulla Nuwa Antologìa, qual'è il porro unum tiecesfonuin dell'intervento dei cattolici in un Ministero, l'intervento, cioè, del Papa, non dico sopra, ma accanto all'Italia nel Congresso della pace. Il Ministero nazio naie è cosa strettamente f'-anco-belga, poiché là non vi sono partiti cor,ir > la difésa nazionale. Il caso dell'Italia è molto diverso da quello della Francia. Del resto, nella stessa Inghilterra il Ministero nazionale non fu che un pretesto per àfirs lo sgambetto .al partita conservatore liberale. Non parliamo poi della Russia. Si comprende come in Francia si sia formata l'union sacrée coll'invasione in parte compiuta e sempre minacciante. Ma qui un Ministero nazionale non aarebbe che un miserabile sfregio. 11 Ministero nazionale sarebbe indefinibile, inqualificabile, sarebbe un'insidia entro do stesso Ministero.' Non sarebbe nemmeno Ministero delle competenze, perchè, per esemp'o. l'onorevole Cavasola fu l'altro giorno ritenuto incompetente, ma fu promosso... a presidente del Consiglio. (Ilarità). Non si comprende poi l'ultimo atteggiamento dei riformisti, i qualt hanno, prima della guerra, lavorato per combattere la preparazione bellica ed oggi fanno gli scandalizzati perchè tutto non è a puntino. (Commenti, rumori, approvazioni dei socialisti). Essi oggi si sono convertiti. Ma hon sono dei convertiti che entrino come dei penitenti in chiesa negli ultimi banchi e cosparsi di cenere: essi entrano con tutto lo slancio per effettuare il loro piano di allargantiamo, più che d'interventismo... (Ilarità), A guerra finita, noi socialisti riprenderemo la nostra lotta, perchè oggi non siamo ne convenuti, nè talliti, come ci ha voluto definire l'on. Canepa. E' strano che parlino di fallimento del socialismo i riformisti!- Essi hanno dunque tutto dimenticato? Hanno dimenticato i congressi e le lotte comuni? Il fallimento sarebbe derivato dalla conflagrazione europea. Ma sa una cosa può insegnare l'attuale conflagrazionie, questa cosa è la dimostrazione dell'inutilità è della grande immoralità delle guerre moderne, che non danno nè vincitori, nè vinti, che nessun vantaggio possono portare per il progresso della Nazione, a meno che non si voglia far propria la strana teoria dell'on. Cavasola, il quale l'altro giorno affermò che dalla guerra nasce il ben-essere economico della Nazione... Tanto" varrebbe dire che dall'anemia nasce la salute! • Il nuovo insegnamento derivato da questa guerra è che non vi sono né vincitori nè vin¬ tiridledqco• LvggstcsfpqvdFlessta■spls'eCisosasattSt ti. Non è possibile uno sfondamento; tutto si riduce a un'ecatombe generale. Quando l'Ora della grande follia sarà passata e rimarranao le conseguenze tangibili della guerra, si vedrà die essa non è che un inutile massacro. Per questo non ci possono entusiasmare le rapide conversioni. Crediamo sia meglio rimanere • idioti » anziché traditori delle proprie idee. La conferma di questo nostro pensiero si trova nell'affanno di molti di voi. onorevoli colleglli, quando pensate alle conseguenze della guerra. Questo affanno si rivela quando v1»1 stessi accusate noi di voler sfruttare le> tristi conseguenze della guerra. Noi non vogliamo sfruttare nulla, noi siamo soltanto sgomenti per i problemi che sorgeranno domani. In quello che ho detto stanno in gran parte le ragioni del nostro voto contrario. Mentre vol.lonorevoli Salandra e Sonnino, vi apparecchia- te a recarvi a Parigi, noi non vi diamo il nostro foglio di via perchè non sappiamo cosalfarete, come provvederne all'avvenire delle classi lavoratrici. Perchè non solo non si trai-1 ta di fare una confederazione di Stati Uniti, ma si tratta proprio degli t Stati disuniti del-; l'Europa ». clic rimarrà divisa fra due grandi, competizioni. Votiamo pertanto contro il Go verno oggi e* voteremo quattro volte contro il Ministero cosi detto nazionale auspicato dai nostri amici. Vi è poi un'altra questione, la questione della pace. Certamente la pace verrà. Verrà un giorno o l'altro, fra sei mesi o fra sei anni (commenti). Nessuna nazione della quadruplice uscirà grandemente rinsaldata e in condizione da poter imporre la sua pace, VI è anzi solo l'Italia che non sia umiliata e che non abbia il nemico entro le proprie frontiere e combatta in territorio altrui. LTnghll terra ha troppo interesse e fa troppo buoni affari sulla resistenza degli altri per poter risolvere equamente la questione della pace, Allora non sarete voi. Governo della guerra, che avete preparato, voluto e condotto la. rruer. ra, che potrete portare la parola di pacel Quin di complici noi, no! Sé anche tutti gli altri lo sono, noi, noi ». Appena l'on. Turati ha finito di parlare, deputati del gruppo socialista ufficiale sconnlano in applausi. "Parecchi compagni dell'on. Turati lo abbracciano. Tutti i componenti il gruppo vanno a stringergli la mano.