Agitata discussione dei problemi della guerra alla Camera

Agitata discussione dei problemi della guerra alla Camera Agitata discussione dei problemi della guerra alla Camera intènto degli ordini del giorno Discorsi di Raimondo, Enrico Ferri e decotti — Vivaci incidenti «• C/fi augurio al presidente Le dichiarazioni di Salandra e il voto rinviati ad oggi. Roma. 18, sera. ' . L'aula presenta un aspetto imponente- I deputati presenti sono oltre 400. Tutte le pensomaljta■■parlamentari sonò presenti. Le tribune ■ono rigurgitanti compresa quella dei senatori, il banco dei ministri è al completo. : -Vice presidente Arlotta. Lu seduta comincia alte 14. . Si riprende la discussione sulla politica economica del Governo ed essendo stata chiusa Ieri la discussione sulle mozioni, si passa allo «volgimento degli ordini del giorno. Gli ordini dei giorno Monti Guarnieri svolge il seguente ordine Idei giorno: « La Camera confida che il Governo Vorrà provvedere immediatamente alla sospensione della emigrazione transoceanica che minaccia gravemente le sorti dell'agricoltura, naBtmtfe e priva l'esercito di forze giovani e inidispensabili per la fortuna delle nostre armi ». I/oii. Kahnonilo - Xfon. RAIMONDO si alza a parlerò fra l'attenzione della Camera. Egli dico: — Dopo una discussione cosi .ampia c così alta come quella alla quale assistiamo da uni- settimana, ma pare giunto il momento di j -isare in una chiara sintesi la conclusione • . a me sembra più evidente. Prendo la parola mentre è viva ancora la memoria in auest'aula della dimostrazione con la quale fa Camera accolse ieri le dichiarazioni dell'on. Cavasola. La Camera; ivedendo per due ore questo veterano non ancora stanco della nostra vita pubblica, sentiva che in mezzo- a noi ieri il vecchio era il più giovane, il.più ardito (approvazioni), lo sono di quelli che cercano di sottomettere il sentimento alla ragione; farò perciò qualche rapida osservazione al discorso dell'on. Cavasela, senza voler nulla togliere alla manifestazione che la Camera gli ha tributato. Quattro erano le questioni essenziali: il cambio, li noli, il carbone, il grano. L'on. Cavasola si è occupato di queste quattro questioni, ma si 'è limitato a discutere solo la questione del grano. Nulla ci e stato detto del cambio, dei noli e dei carboni (rumori). — Voci: Ma ne hanno parlato ì ministri della Marina, delle Finanze e dei Lavori Pubblici. — BAI-MONDO: Non dubitino, comprendo la loro impazienza, ma lo voglio esaminare l'opera del Gabinetto con imparzialità. Parlando del grano, l'on. Cavasola sinceramente spiegava che l'imbarazzo in cui ci troviamo dipende da tre ordini di ragioni: primo, dal fatto clic all'inizio della guèrra, si credeva in un raccolto promettente; secondo, dal fatto che in un'epoca ìli poco posteriore il Tesoro si trovava affaticato nelle enormi provviste per l'armata: ter zo, dal fatto che gli impegni più lardi assunti con l'Inghilterra ci limitavano la nostra «libertà di contrattazione. i Ragioni che spiegano ina non giustificano ' ' « Ora — continua Von. Raimondo — la Camera comprende che queste ragioni spiegano ma non giustificano l'opera del Ministero. Può un privato fondare le sue previsioni sulla promessa di un raccolto ma non è questa buona politica per uno -Stato impegnato ih una guerra lunga, aspra, e tenace. La seconda ragione lascia ,scopcrta la politica del Tesoro senza metterò a posto la politica economica; la terza ragione i> di indole molto delicata. Il popolo italiano ha mostrato di aver un temperamento molto suscettibile e le suo amarezze non si placheranno parelio le cause risalgono verso »ma nazione straniera, per quanto sia amata è ammirata; e poi a quando rimontano nuesii impegni con l'Inghilterra? Sono precedenti alla nostra entrata in guerra o sono posteriori? 11 Governo'italiano onesti Impegni poteva, accettare o rifiutare, avendoli accettati, non può-il Governo scoprirsi e lasciare alla nostra alleata la responsabilità della situazione attuale. Nes- . «uno ci ha parlato dei cambi. — Voci: Ma ne hanno parlato tutti, anche ieri l'on.Perrone. — TfAIMOXDO: Nessuno intendo dal banco del Governo. (La. Camera accoglie la spiegazione sfornita dall'on. Raimondo con un lungo" ah!!!}. L'on. Raimondo esclama: — So che parlo a tecnici della parola e permettete perciò che chieda il vostro compatimento (rumori)'. Voci: Falsa modestia. — L'on. Raimondo viene a parlare dei noli e della questione finanziaria: — All'ori. Corsi domando quando abbiamo provveduto' alia requisizione e alla utilizzazióne "'delle navi. All'ori. Dan ed dico: l'ori. Daneo ha trovato nd campo finanziario una cifra come traverebbe in poesia, una rima? (rumori). Ci ha dotto elio le importazioni e le espoliazioni si mantengono come prima, ma non avete pensato che adducete ragioni ohe non formano la vostra difesa? Se 6 vero che • 11 paese si è trasformato, come si pini costringere l'economia di guerra entro limiti del tempo di pace? (rumorìi. — Voci: Ma che injgionamento è intesto?.— n Al MONDO: Parliamoci 'chiaro: da parecchi sionii lutti siamo tormentati dal bisogno della sincerità. La discussione sulla.politica economica fi solo una occasione per dare un volo sulla nautica generale del Governo senza discuterla; la politica estera e la politica iiiilit.--!i-o rimangono demanio esclusivo del potere esecutivo.*' Oratore avversario ! Vóci all'estrema : L'avete voluto voi. — RAIMONDO: Della politica generale del Gabinetto Idobbiamo poro tenere conto nella presente discussione. 11 Gabinetto liti avuto un grande nie;i'ito: ha assicuralo la collaborazione delle nazioni alleata lino alla line della guerra; ina il Gabinetto non i: stato padrone delle sue iniziative, non ha affrontato i problemi econo- mici e della organizzazione dei servizi, quando aveva pieni poteri àirirJr ptmaoIsareoldloe[LvdtiliclinsPccamplissimi, tanto ampli che ancora si legifera a mezzo di decreti luo- gotenenziali a Camera aperta. In Francia, si diceva, tuiiii finisce con delie canzoni; in italia con delle canzonatine (rumori). Crediamo noi che, allorquando, in occasione della caduta del Loween, la stampa degli alleuti assali il Governo accusando di incertezza la sua azione, •non avrebbe giovato che il Governo difendesse se stesso .e l'Italia? Crediamo che allorquando 11 Lowcon cadde, il 10 gennaio, sia stala uua azione atta a rinvigorire le energie nazionali lasciare l'opinione pubblica senza bussola, lasciando che l'on. Rarzilai pronunciasse a Bologna un discorso che noti concordava perfettamente con quello di pochi giorni dopo dell'on. Mai-tini a •Firenze? Mentre noi siamo accusati di deprimere la fiducia pubblica, giocava, proprio u rialzarla il fallo che il presidente de:-Consiglio con poteri cosi alti minacciasse di porre duella domanda alla Corona, lasciando supporrà di conoscerne eia la risposta? (rumori sui vari! bandii). — LABRIOLA: Si tratta dei diritti «iella Camera. — RAIMONDO,'; Non si tratta oggi di dai e un voto ciie proclami il Ministero esente da colpe o rio; si tratta di sapere se alla vigilia «iella sospensione dei lavori della Camera — che voi non convocherete più per lun<ro teinoo — ,i dfbbadare un voto di fiducia. Si dice che il Governo nazionale sarebbe una compagine variopinta; in Italia, dove- le condizioni delle Donaste parti•politiche sono diventate hi regoln :•:>, costante non dovrebbe far troppa meraviglia. Onesto povero paese, che abbiamo semini:- salir labbro, fio porteremo cosi poco nel 'cuore do censii .derarlo ombra vana? Si deve tornare indietro'' .Vi è chi non sin convinto che l'Italia deve.vincere? Ci si imputa di voler provocai una ciasi pericolosa: ebbene io non sono di mi-Piche si spaventine) e dispererei solo quandocredessi che gli uomini capaci di governar»' 'si possono contare sulle punta delle dita, visono uomini utili, odi non uomini indispen-sabili. — SALANDRA: Ite ragione.; sono per-fettamente d'aci.-Tdu con lei (iterila . — RAIMONDO: La crisi esiste da tempo s,\u< stato latente ed è necessario risolverlo. MONTI GUARNIERI : Ma, so voi avete volato per il Governo! (commenti). — RAIMONDO: Dopo ing¬giornamento della Camera a dicembre, si sonoveriflcati gravi avvenimenti clic hanno mutatola situazione. — Voci : Ouali? — RAIMONDO: 1 nuovi avvenimenti balcn.riierè sull'Adriatico. Perciò preferisco.- dopo eli avvenimenti odierni, per me addebitabili in gran parte al Governo, voti re contro anziché dare eoa insincerità un ole favorevole. Non è, o signori, — 'dice l'on. lìaimondo -- l'ora di frenare dubbi e angoscie, eìie sono lento patriottiche in coloro ohe vi sostengono, non è l'ora in cui si pop* •ftsrare nella rti3urr»etene Sella propria a parte politica attraverso le sventure della, patria. On. Salandra, se voi resterete, dà domani io non avrò altra speranza che. quella di avere errato. Non ci siano preoccupazioni di ordine secondario nella coscienza di ognuno. Il Governo del paese contro il nemico in armi sia tutta la patria. Voi, on. Salandra, che vi affacciate alla posterità con un bagaglio di responsabili là, dovete pensare che con voi o senza voi è necessario andare avanti. L'Italia e gli Alleati finora non hanno perduto che del tempo (commenti, approvazioni, congratulazioni). DEGLI OCCHI rinunzia a svolgere il suo ordine del giamo, avendo altri oratori già espresso le idee che in esso sono contenute. [Approvazioni). L'on. Ferri Enrico Prende quindi la parola l'on. ENRICO FERRI. La Camera si fa silenziosa. Egli dice colla sua voce squillante: «11 discorso ieri pronunciato dall'ori. Cavasola e gli altri che abbiamo sentito dei Ministri Dauco o Corsi hanno esaurito il lato tecnico delte- presento discussione parlameutare. Io voglio dire ohe, per mio conto, il bellissimo discorso di ieri, limpido e diritto corno documento umano vera.ment*lammire\-ole, mi ha persuaso. Ma in questo momento ò il lato politico della discussione che si impone per dar ragione al voto imminente, che stiamo per dare al Governo. Questo voto del Parlamento è atteso con nervosità e ansietà che poche volte ho riscontrato nei miei molti anni di vita parlamentare. Nessuno sa con precisione quello che uscirà, quantunque alcuni gruppi parlamentari abbiano già espresso U loro pensiero. Nuova orientazione Corrono voci di voto contrario da parte del gruppo A e del gruppo B, altri aspettano la parola del primo Ministro per votare prò o contro, lo non ricordo, ne per esperienza né per studi fatti, che il voto di un gruppo o di un partito debba dipendere dalle parole di un primo ministro e non dalla valutazione dei fatti (commenti). Dichiaro subito, cosa questa che non sembra imprevista, che voterò contro il Ministero. Però ho il dovere di dire il perchè. Voterò contro prima per l'azione del Governo, poi per il contegno parlamentare degli interventisti di Estrema, due Tagionl questo che contengono in se l'incertezza, il disagio che sono nell'Assemblea e nel Paese. Il Paese, in questi giorni, non sa se dovrà cambiare le ragioni della logica ne! constatare che qui i deputati parlano contro e votano a favore, parlano a favore e votano contro (ilarità, commenti). Per quella fedo che ognuno ha nei destini d'Italia, tutti abbiamo il dovere di dire apertamente quello che desideriamo, proponiamo, intendiamo fare. Ho detto che l'incertezza e il disagio sono giustificati da due ragioni: l'azione del Governo e gli episodi parlamentari. L'azione del Governo: l'intervento italiano ha determinato uno spostamento fondamentale delle condizioni internazionali del nostro Paese. Abbandonando la Triplice Alleanza, che per 35 anni resse l'equilibrio europeo. l'Italia si volse ad un altro sistema politico, segnando un punto di risvolto nella propria storiai il Governo, che ha determinato questa variazione, può non pensare che non si passa, da un sistema politico ad un altro contrapposto senza provvedere, per allora e per dopo, alle- ragioni fondamentali della stabiliti) della nuova alleanza? Il pensiero che la dichiarazione di guerra. all'Austria doveva poetare con sè la necessità e la preoccupazione di fissare con-gli alleati le linee fondamentali, ragioni, condizioni, previsione, dell'opera futura. dell'Italia con gli alleali stessi. Bisognava, prendere, accordi stabili ed efficaci. Si dirà: voi non sapete se essi furono presi o no. Io non dico clic il Governo debba venire a rivelare segreti di Stato, ma debbo dire, se questi accordi furono presi. Non intendo parlare di accordi militari ma di accordi di politica osterà, economica che abbiano ripercussione e. valore oggi, ma sopratutto dopo la guerra, lo ho rafflone di dubitare che questi accordi siano stati presi. Nei discorso di Palermo l'on. Orlando ha dichiaralo che libi! te. era .entrata in guerra non subordinando il mio intervento a soccorsi od a compensi. Diranno gli onorevoli Salandra c Sonnino una paròla sicura? Abbiamo preso sì o -no acc-Ordi cogli alleati sulle, linee fondamentali di questo nuovo sistema politico, che il Governo ha voluto creare? Alcune domanda « Ecco la prima ragione del disagio. In ogni altro Parlamento il ministro degli Esteri e il primo ministro in varie occasioni hanno detto - acuiamo preso questi accordi; a suo tempo e conóscerete i particolari. — Questa è azione ' rovento che tranquillizza e questo invece il ro Governo non ha fatte- (commenti). La ' paese per questo u di l no. seconda ragione, di danno non sapere se furono presi accordi cogli Alleati a tempo debito c che ciò da credito alle più varie voci che corrono e che non giovano a riaffermare la' fiducia nell'attesa del giorno augurale che segnerà il termine di un conflit lo inenarrabile. Il :?0 maggio la Camera, votando i pioni poteri agli onorevoli Salandra c Sonnino, diceva sostanzialmente questo: Se credete di far la guèrra, noi vi autorizziamo a furia. Questo, non di più e non altro. Ili quel maggio molti dicevano che, entrando in conflitto. 'l'Italia avrebbe sollecitato la fine della guerra generale e avrebbe trascinato seco i satelliti balcanici. — Voci: Questo è il stimo di poi... — FERRI: lo non dico ciò per rilevare l'inesattezza di quelle previsioni, perché la cosa non mi riguarda, avendo io in mag-rio espresso il mio pensiero contrario alla guerra. Potrei anzi ricordare un discórso privato che in tenni nell'agosto JflM all'on. Salandra. miando ini recai da lui per rallegrarmi i | - .della proclamata neutralità. — CICCOTTI': Fai rèmo mi supplemento agli atti parlamentari o a l , e o a i , : e ; I n I al o ; i! I , i '' e' a | cactaitpprirtnastomcspegs—dBrr—ssacIlagloccgcrepdaqrvldGpncdsctpcdFivdmqeemdmndqocdtgbilarità, rumori dei socialisti). — FERRI: Ti prego, caio Ciccot-ti, non prendere in iseherzo quello che dico, perchè sono cose medio seri». — MAZZONI, rivolto, a Ciccolti: Faremo un supplemento per le sue capriole politiche. —, FERRI: Alcune domande si possono lare e lei fa la pubblica opinione al Governo. Perchè ili paltò di Londra fu firmato sei mesi dopo'l'i- nizio della guerra? Ed ancora: alcuni partiti interventisti d'estrema e i nazionalisti aveva-, no affaccialo la proposta di guerra alla Ger- mania. — MARANGONI: Ne hanno l'ano ono- ri-, voi e ammenda. — FERRI: Ad ogni modo,| sarebbe stata opportuna una parola del Go- verno a questo proposito. Tutti quesri interro- gufivi insoddisfatti spiegano l'incertezza deli paese? Comprendo benissimo le. difficoltà deliGovernò in.un momento di tanta gravità, mal i. hi o'i-i »' tu i ibi -\<\'< r-' o I g¬ oio non impedisce di rilevare che la politica del Governo non ha contribuito a tenero viva (e salda nella pubblica coscienza la fiducia in coloro che leggono il timone dello Stato. Sono note le ragioni per le quali il Governo poteva dichiarare là guerra. Esse, si riassumono tutte ne! fatto che l'on. Salandra e i suoi colleghi vennero al potere in un momento in cui. dopo un ventennio di lavoro per la costituzione di una più alta coscienza civile, si era venuta formando un'Italia nuova. Perchè fu possibile la dichiarazione di guerra « La dichiarazione di guerra fu possibile specialmente perchè c'era nell'animo italiana quei-io sentimento di avversione all'Austria, che noi abbiamo plasmato nelle nostre coscienze III quando eravamo sui banchi dulia scuo- Ecco perchè, dopo a ora di Moiiza.vs 'li il inOO, dopo cioè te trasi era venuta formando iia nuova, dovuta specialmente alle pubb'.iehe libertà assicurate ben saldamente. A questo proposito va ricordato il nome dell'ori. Saracco che, trovandosi al Governo in quella tragica ora. tenne fede alle pubbliche libertà insistendo contro l'opera di coloro che volevano trascinarlo alla reazione. Queste energie dell'Italia naova si esplicarono sopratutto nella educazione della coscienza dei lavoratori un o I che nel senso <]r-iiu solidarietà e della discio jiliria. Citerò un esempio per tutti: l'esempio : d"i ferrovieri, che prima si accusavano di eso. ron— i i a agitatori per proprio tornaconto. Essi, in ve e. :n occasione della guerra hanno mostralo un cosi grande senso di disciplina e di natrioitismo da avere il riconoscimento del Governo. Non bisogna dimenticare come fattoli di ouest'ltalia riuova le inchieste, sulla marina militare e sull'esercito che il Parlamento volle contro l'opera del Governo di allora, da cui ukoicono. rinsaldati «rkì auclti cb,e esryo&o a i costituire, nella guerra moderna, la nazione armata (commenti). — TASCA : E la tua parte, centro le spese militari non la ricordi? — KURI, raccogliendo l'interruzione: lo ho votato contro le spese militari quando la politica' italiana era imperniata su tntt'altre basi e pareva tendere con tutte le sue energie alla pace. Del resto, a mia giustificazione basta ricordare che in questa stessa Camera il generale Ricolti sostenne la. sua tesi per la ritìntone, dei Corpi d'armata. Ero dunque in buona compagnia. •- TASCA : Vai. cercando un alibi, — FERRI: Sono trent'anni da che io sono abituato a nuotare contro corrente, le in* toiruzloni non possono intorbidare il filo del mio discorso... — MARCHESANA»: E'uno sport cine un altro. — FERRI: Sei tu che fai dello sport per i portafogli. A me questo non mi Si può dire perchè non può, non ha diritto di entrare oggi al Governo chi'non ha voluto la .erra. — MARCHESANO: Ricordali il maggio! — FERRI: Certo lo ricordo, non ho ness'nia ragione di pentirmi di ciò che ho fatto. — MARCHESANO: Ti conosciamo. In giornate di maggio non le abbiamo dimenticate. Un violento Incidente DRAGO:—Lascia stare, è stato il lacchè di Brasati. — Ferri -fissa sdegnato l'on. Drago e risponde pRrole che sì perdono nel chiasso. I riformisti riprendono la frase dell'on. Drago: — Lacchè dell'on. Brusati, cameriere di Brasati. — L'on. Ferri replica, con parole che non si odono dato l'enorme baccano. L'apostrofe a Ferri viene ripetuta anche dal deputato siciliano on. Lo Piano. Ferri* replica nuovamente. Immediatamente si vede l'on. Lo Piano salire la scaletta dell'Estrema affollatissima e dirigersi verso l'on. Ferri. Ma alcuni socialisti lo spingono con .violenza indietro. Si .teme che ì due grappi vengano alle mani, ma accorre prontamente il questore, on. Di Bugnano, eh* riesce a dividere 1 due gruppi contendenti. Specialmente agitati sono gli onorevoli Lo Piano, Drago e Marchesauo da una parte e gli ionorevoli Marangoni e Graziadei dall 'altra. L'on. Ferri rimane imperturbabile al suo posto ed *è costretto a sospendere per qualche minuto il discorso. Ristabilitosi un relativo silenzio, anche per l'energico intervento del presidente, che richiama al silenzio l'Estrema, l'on, FERRI può continuare: — Io dunque dicevo — prosegue l'oratore — che il Governo fino ad ora non ha dato elementi precisi per tranquillizzare la pubblica opinione. Ma a determinare lo stato d'animo incerto de! presente ha contribuito il contegno degli interventisti di Estrema. Nel tìicemhro scorso ebbi l'onore di dichiarare alla camera che io ritenevo conseguenza logica della •situazione determinatasi- nel maggio 1915 la partecipazione al Governo degli interventisti che avevano collaborato alla proclamazione della guerra. — Voci: — E' vero, è vero. — FERRI: — La situazione non è cambiata, Gli intarventisti, se arriveranno al Ministero,' tr«n veranno che questa era la conclusione logica di atteggiamenti precedenti- Ma mi siano parmesse due osservazioni. Quando si -è aperta questa discussione, che il Governo non voleva el ha dovuto accettare, io sono venuto qui ed ho detto: ascolteremo le ragioni di questo movimento dterminatosi nel paese un paio di settimane prima della riapertura della Camera; negli ambienti interventisti e sui giornali si parlava di guerra alla Germania ed io dicevo: sentirò per quali ragioni si invoca questa più grande Riterrò. La discinsione è ogf?i esaurita e si è parlato d.i problerrii tecnici ed economici, ma quando si trattava di dire preciso e chiaro il proprio pensiero in* torno a questa grande guerra, avvsentva un cambiamento di eloquenza, uno strano fenomeno di psicologia politica: non guerra maggiore' ma migliore. In un'ora cosi solenne, mentre aspettiamo di dare il voto, che rinforzerà o no il Governo, in un'ora come questa, non si può sottacere, non si può fare intendere fra l'agro e il dolce, fra il losco e i] brusco, se si vota a. favore, o contro, se si vuote o no la guerra alla. Germania (Approvazioni'. Polemica con l'on. Oanepa GAMBÀROTTÀ: - Bravo, carte sul tavolo... ppjMjj-. per conto mio sono contrario ad una più grande guerra perchè mi sembra che i quattro obbiettivi della nostra guerra proclamati dall'on. Salandra si vadano -sealizzando interi, incluso il quarto punto che riguarda la. cooperazione cogli Alleati. « L'on. Canepa ha detto che questo obbiettivo non si ó avverato. Io dico di si, ed appunto perciò l'Italia non deve far la più grande guerra. L'Italia ha dato agli Alleati un contributo efficace, lo non sono competente, ma i competenti dicono che In nostra neutralità fece si ohe li Francia potesse distogliere le truppe che avevo al nostro confine e preparare la vittoriosa battaglia della Marna, che la nostra entrata, in guerra ha salvato l'esercito russo da un accerchiamento che si minacciava efficace, che noi abbiamo salvato l'esercito serbo trasportandolo in luogo sicuro, ohe in fine abbiamo aderito ni patto di Londra. Non sappiamo se la nostra adesione si limita alia non conclusione della pace separatalo abbia tutte le sufficienti garanzie che vadano a compensare i sacrifizi che l'Italia ha fatto per combattere questa guerra. Oggi andiamo alla conferenza di Parigi, mentre su uno dei fronti si riprende una violenta nuova offensiva. Pare clip, tutto ciò non abbia interessato l'on. Canepa. '1 ouale ha avuto qui una trovata geniale, quella di evocare la figura di Litici ( ;idornn (cninineriti, impressioni): Dichiaro subiln il mio ossequio ai comandante supremo delle nostro anni a aggiungo il rryo plauso, il mio rispelta, ia mia ìiverenzn a quelli già espressi più volte ria questa Camera. Invocare un • uomo militare per giustificare un volo politico o è uua reticenza o è un'eresia costituzionale. — Voci; Tinti <• due. — C^NEP\: Reticenza no approvazioni). — ENRICOi FERRI: L'on. Canepa non può invocare "la i figura di Luigi Cadorna all'infuori di una di queste supposizioni: 0 la decisione di una più grande guerra crede sia stata già presa , dal Governo, duce Luigi Cadorna, c allora Von, Canepa è colpevole di reticenza: o la de cisione non è stata presa, e allora egli e col| pr-vnle di eresta costituzionale (commenti pro teste), perchè il Governo è libero di tare ciò che vuole! — CANEPA: Ho detto Cadorna con i il Governo. — ENRICO FERRI: Allora Cadorna ie il vostro paravento 'rumori, protesto'. Inl somma, irli interventisti dell'estrema cosa vogliene? Vogliono, un Ministero nazionale, vogliono aridurc a! Governo (ilarità, approvazioni). Il Ministero nazionale «E' una Conclusione logica, ma come \ogilono che avvenga questa partecipazione? nicono che il Ministero attuale è un Ministero di parie. Ma come? Un Ministero, clic va da Grippo a Barzilai, non è all'atto un Ministero di parte, ma raccoglie tre quarti dèi settor'ilarità, approvazioni). Se l'on. Drago mi interrompesse ora, porrei rispondergli esaurièutemnnte. Ma egli non lo fa (approvazioni). Con quali criteri ' -ssère formato questo Ministero... internazionale? (ilarità, approvazioni). Scusi la Camera, volavo dire Ministero nazionale; Sono fuori i radicali, i riformisti, i nazionalisti e 1 cattolici. E' superfluo dire quanto sin logico che. aspirino al Ministero radicali ed i riformisti. L'on. Bissolati nel dicembre scorso riconosceva me i riformisti avovano avuta lu più grande responsabilità della guerra. Mi auguro, e sono certo, che loti. Bissolati dirà le ragioni aperte delle aspiraziondel suo partilo e colle ragioni il programmaperchè solo così si forma l'educazione polìtica del paese. Di questo Ministero nazionale — prosegue Enrico Ferri — dovrebbero far parte i nazionalisti. (La Camera ride). i.'<n. Ferri tralascia di parlare dei nazionalisti deendo: « Lasciamoli da parte». Poi prosegue: — 1 cattoliciCon l'Italia in guerra essi rappresentano elementi decisivi per- l'avvenire, rappresentano una millenaria organizzazione di chiesa il cucapo interviene nel conflitto e non semprcoll'intenzione soltanto morale e spiritualeQuesti cattolici sono dissidenti fra loro; alcuni votano contro, altri in favore del Governa <&e fa la guerra- Quali cattolici po Ts, ' * t o i a . e i e I n e . e i e i a i e r n ro o l i no o a a ti e — i n a ra a i o o aro a è edi n* n oge, ra, n] si oo! d a a ae o o e i i e e a a o io e pa a i e euo o, i n a O irebbero entrare nel Ministero? Non i due estremi; i cattolici medimi. (Ilarità). S: ha l'impressione che m»\ contegno extra parlamentare di taluni interventisti vi sia preoccupazione soverchia degli interessi di altri paesi (rumori vivissimi); si ha l'impressione, il collega Ruini direbbe la sensazione, che ai poteri costituzionali si è aggiunto un quarto potere, pare si sia aggiunto un potere occulto inafferrabile, che è ji loggia massonica (Applausi a Destra e al Centro). L'on.'Crimer'oni a duo mani lancia dei baci all'on. ■ Ferri, intanto che questi gli grida; — Non abusi.-, non abusi... — La Camera si abbandona ad una vìva ilarità. Fraccacreta rivolto verso Canterani : — Carnevale, carnovale. — Cameroni : — Ha detto la verità). FERRI: — Nella imminenza del voto domando agli interventisti che vogliono un Ministero nazionale: una volta che lu errore fare Iti. guerra senza fissare in accordi i punti per il periodo dell'azione e perjl dopo guerra, come provwderete, voi entrando al Governo? Questo io mi aspettavo di sentire e che sarà detto dada parola di Leonida Bissolati. Io Voterò contro perchè non voglio espormi conilo la possibilità di aver v/.ulo la più grande guerra. Questa è la sola ragione che io aggiungo elle altre, per cui io ho già votato contro, giacchè non credevo questa guerra necessaria. Discuteremo poi di quelli che hanno portato l'Italia a queste condizioni. Augurio della vittoria Italiana Da più parti della Carneii si grida: — Basta, basia. — FERRI : — Basta anche perchè ho finito (Ilarità)- Poiché si è in guerra, io penso che è meglio vincere che perdere. Agli interventisti rispondo che auguro la vittoria dello "armi italiane. L'on. Di Cesarò a questi auguri sorride e l'on- FERRI "gli grida.: — Per conto di chi ride? — L'on. DI CESARO' protesta vivamente e ribatte: — Sorrido per •• nto mio. — Fra i due avvieno un vivace scambio di parole al «luale la Camera partecipa con molto rumorei e il chiasso si calma quando l'on. Di Cesarò chiede la parola per fatto personale. L'onorevole FERRI riprende: — ... e insieme alla vittoria auguro una fine più sollecita di questa immane lotta. Penso che la guerra non crea ma distrugge: penso che l'umanità tutto ciò che ha compiuto di grande, di bello, odi fecondo l'abbia por opera della pace. Questa pace auguro all'Italia nostri, perchè possa portare nel regno del diritto una più feconda èra di giustizia. Si congratulano alcuni socialisti ufficiali, mentre la Camera commenta, vivamente. Fatto personale dell'on. Di Cesarò DI CESARO' ha la parola per fatto personale e dieu: — Chiedo all'on. Ferri che spieghi perchè poco fa mi ha domandato -per conto di chi ridevo- Io non rido per conto di nessuno, ma rido per conto mio. — La Camera naturalmente si mette tutta a ridere clamorosamente per conto..- proprio. DI CESARO' continua: — .,. e protesto contro quelli che fanno l'augurio di vittoria con la bocca, rina non con il cuore per sabotare la guerra. — Ferri grida qualche cosa contro l'on. Di Cesarò e, siccome la Camera rumoreggia in vario senso, grida: — Dovrei rispondere per fatto personale, ma l'Assemblea ha già risposto per me (Rumori). La seduta è sospesa e l'aula si sfolla fra. i più vivi* commenti, a] discorso dell'on. Ferri. Quando dopo dieci minuti Von. Marcerà riprende la seduta, si nota, che nella tribuna diplomatica è giunto l'ambasciatore di Francia, Barrerà Il presidente dà la parola all'on. Labriola L'on. Labriola a i a a a eloò n a no¬ LABRIOLA svolge il seguente ordine de] giorno:' » La Camera, convinte che le manchevolezze dimostratesi nei servizi economici del peiiodo della guerra dipendano dall'indirizzo politico conservatore del Governo, passa all'ordine del giorno ». Poiché l'on. Ferri ha. sollevato dei dubbi sulle intenzioni dei gruypi interventisti, dico che uno solo r. il movente, cheli inspira: il desiderio della v',.toria. Dopo questa dichiarazione, con tutta libertà e tutta franchezza esporrà il suo pensiero. Fin dal diceni' bro scorso egli notò alcuno manchevolezze, nel l'azione del Governo; ma ora è venuto il momento di affermare le ragioni dell'aperto dissidio. E queste ragioni si riassumono nell'indi rizzo conservatore del Governo. -Non rileva che del Governo facciano parte uomini di indubbia fede democratica, poiché la flsonomia generale del suo indirizzo è data, dal Presidente del Consiglio. Il Governo ha abusate dei pieni poteri per isolarsi sempre più dal Parlamento. Il Governo, inoltre, ha tenuto la Camera all'oscuro di molti coefficienti della nostra noli tica intei-nazionale anche quando non poteva invocarsi il segreto diplomatico, perchè degli stessi argomenti si discuteva nei Parlamenti di altri paesi. Anche la politica economica del Governo ne rileva le sue tendenze conservatrici. Anzitutto la guerra ha prodotto imo spo stamento della riehezza dall'agricoltura all'industria e conseguentemente dal Mezzogiorno dell'Italia al Settentrione. Il Parlamento ha diritto di conoscere quali provvedimenti siano nei propositi del Governo • ■ r ristabilire, dopo la guerra, l'equilibrio turbato. Gli errori commessi nella politica economica sono tanto più gravi in quanto essa è uno dei principali elementi della vittoria. Ciò spiega dunque come il dissidio nel rampo economici: possa provocare il distacco dell'oratore del Go verno anche nel campo politico. Ricorda, conclùdendo, come un eminente uomo di Stato francese abbia detto che non si fa una guerra li libertà rendendosi schiavi deptli uomini che sono al Governo. Questo giusto ammonimento il Parlamento deve tener presente per esortare U Governo a scegliersi uomini tali che diano affidamento che l'ora della vittoria, delle armi italiane è anche l'ora della vittoria dei pnncipii di libertà, di democrazia (approvazioni, congratulazioni, commenti). L'on. Ciccotti oaoi. o a o ri nun ioa i re i ioa s. ni a, a ue oa a? eno ui re e! aloo~ L'aula alla fine del discorso LabUola, s» "folla per qualche minuto, ma quasi subito ì" deputati ritornano al loro posto. L'on. CICCOTTI comincia il suo discorso attentameli' te seguite e dice: « lo sarei disposto a rinunziare alla parola se sapessi che la Camera non può concedermi una mezzora per udirmi Di più. mi sembra che queste, discussione, che ha potuto riuscire fastidiosa a quelli ciré l'avevano provocate, «uscirei) be iterile se, in auesto momento, non la si facesse arrivar© ad mia soluzione politica. Su che cosa precisamente si svolgerà il nostro voto? Abbiamo trattato una infinità ot problemi abbiamo panato di tutto quanto interessa, la vita economica de] paese, ma abbiamo potute avere tutti gli clementi per risolvere una sola dolile questioni proposte? Secondo alcuni, il Governo ha pagato i ge: neri troppo cari, secondo altri li ha pagati, tropno a buon mercato... ». Voci dall'Estrema- Ma chi l'ha detto? — CICCOTTI : - Per esemplo., l'on. Grosso Campana e l'on. Ferri. MARANGONI: — E' vero ma è inverosimile '(ilarità). CICCOTTI: — Alcuni hanno sostenuto che l'Inghilterra ha fatto per .noi quanto poteva, altri che l'Inghilterra ha mantenuto con noi un atteggiamento di riserva. Il Governo commise forse desìi errori; io non esito a ritenerlo benché non sia stato completamente dimostrato, ma il punto difficile è proprio questo : noi siamo passati da miai economia' di iniziativa privala ad una gestione collettiva di Stato. L'on. Lucci è venuto qui a ricordarci lean de Bloch. 11 libro di lui fu effettivamente anche una buona aztene perchè mirava a stornare la possibilità di una guerra. E l'on. Lucci diceva al Governo: Voi dovevate provvedere polche quello che accade era state preveduto. Ma prevedere è opera dell'intelligenza, provvedere è opera obbiettiva e per fare bisogna disporre di lutti i mezzi neoessarii. Quale potrà esisterla 1,'irnporte.nza dielle questioni trattate? E' su di esse che possiamo far poggiare il nostro voto, che deve decidere della esistenza del Governo? Le questioni, diceva Gambetta, vanne disposte per serie: a non è questo il momento' nel quale le questioni minori abbiano importanza e te gnaulone si è nate mpdlodmsdLbtslcfsssnLsqmecamM(zssdlLcacciMlgin- .. I Talmente spostata. E siamo venuti alla quft-1stione della più grande guerra. I• ««. 4.h. -,.rr- lLa condotta della guerra « Noi virtualmente slamo in lotta, colla Germania, perchè abbiamo deciso di non fare la pace se non insieme ai nostri alleati, che conducono la guerra contro quella nazione. E allora che resta della questione? Una questione di ordiriè'tecnico, la cui competenza, è nelle mani del capo di Stato Maggiore. Con ciò non si vuole sfuggire allo responsabilità; si vuole dare soltanto' a ciascuno quello che gli spetta. L'on. Trcves, in un suo discorso del dicembre scorso, disse: «Se voi pensate che il teatro della guerra è sempre quello e uno solo e si tratta dt scegliere un punto più fecondo, allora, non dobbiamo fare altro che attèndere che i competenti ci dicano quello che si deve fare». L'on. Ciccotti legge un altro brano del discorso Treves; poi soggiunge: — Questo discorso tanto meditato dall'on. Trcves era stato scritto e venne letto quando l'on. Sonnino annunziò la. firma per parte nostra del patto di Londra. Se lo avesse scritto dopo, sarebbe stato della mia opinione, tanto vero che quando venne n parlare del convegno di Zimmeryvald, ricoVdò come, in quel convegno, si erano ricordati il Belgio e lo. Serbia, disse cioè ohe bisognava fare quello che è la base attuale della guerra. Poi è venuto l'on. Madame do Thebes... l'ilarità vivissima). — Voci: Ma chi è? — CICCOTTI : - E' l'on. Graziadei. (Scoppio irrefrenabile di ilarità e Von. Graziadei è ricercato còllo sguardo da tutti al suo solito posto .di estrema, iria'non c'è. Egli assiste stando in un gruppo di deputati sulla scaletta della presidenza e vide di cuore all'uscita del l'on. Ciccotti). L'on. CICCOTTI prosegue: L'on. Graziadei, adunane, è venuto qui dopo che col suo temperamento un po' esuberante aveva avvisato tutti nei corridoi (ilarità), recando con sè una specie di archivio portatile che non abbandona mai (nuovo scoppio di ilarità); 6 venuto qui a farci le sue previsioni. Ma Von. Graziadei ha il difetto di confondere la storia delle sue opinioni colla storia della guerra, (ilarità prolungata), e ciò ha fatto anche in un suo volume nel quale ha raccolto te suo idee, forse perchè meno soffrano delle ingiurie del tempo '(nuova ilarità vivissima). L'on. Graziadei — continua l'on. Ciccotti è troppo pieno di « se », di « ma », di « fórse »... Leggendo il suo libro mi sembrava di trovarmi ih un labirinto; ini è sembrato che l'ori. Graziadei fosse per la guerra come Bertoldo ora per l'esecuzione della sua sentenzadi morte (ilarità): non trovava l'albero. L'onGraziadei invece vorrebbe addirittura segarlo (ilarità vivissima). Da parecchie parti si domanda: — Ma dov'è Graziadei? — Alla, fine lo scoprono sulla scaletta della presidenza e lo indicano all'onCiccotti, il quale si volge verso di lui e gldice: — Io so che l'on. Graziadei è uomo di troppo spirito per aversi a male di quello che dico... — E infatti l'on. Graziadei fa cenno di completa denegazione. E Fon. Ciccotti continua : — Ma all'on. Graziadei capita la stessa disgrazia che capita ai veggenti (nuovo scoppio di ilarità), i quali non sarebbero profetse non fossero creduti quando dicono quello che avverrà. Ma io voglio confutare le sue affermazioni con la Bibbia alla mano, cioè con l'n Avanti! », Ora. confrontate ]'« Avanti l » e. troverete che spesso si parla, prima che l'Italia entrasse, in guerra, di Maramaldo... '— PRAMPOLIN'I: Ma em. il vostro Mussolini. — Urla spaventose all'estrema contro l'on. Ciccotti. il quale, rivolto a Prarnpolipi, dice — Era Mussolini? No, questo non e esatto, al primo gennaio 1*15 Mussolini non c'era più. Ora in una vignetta, del S4 gennaio 1315. c'è appunto un'allusione all'opera dell'Italia che viene raffigurata in Maramaldo..— Voci all'Estrema: Ma che significa questo— TREVES: Ma non c'era ancora la censuraDa questo punto all'estrema si comincia anon lasciar parlare per un minuto di seguito l'on. Ciccotti. che procede pronunziando solo periodi smozzicati, sempre interrotti e uditsolo dai più-vicini di banco. Ricordi delle giornate di maggio CICCOTTI.-' — Citerò un altro esempio e questo si trova nel numero dell'» Avanti) » del 7 aprile 1915. E' un articolo del critico militareè un antico ufficiale che io conosco e che msorrèsse nel proporre alla Camera un progetto di riforma militare che ci si dice incontri ora l'approvazione dello Stato Maggiore. — Dall'Estrema sinistra si urla in c'oro: -- Fatelo ministro! (ilarità vivissima'). — CICCOTTI. rivolto all''E.strema : — Volete farmi ministro? (Ma lina risata generate accoglie questa risposta del Ciccotti, che sempre fra l'ilarità generale prosegue: — Io vi ringrazio, io vi ringrazio! Ma mi contento di essere apollo sottosegretario di Stato! — e poi. rivolto £/'on. Salandra, aggiunge: Per un uomo di ouona volontà couiè me, mi tenga presente! — L'onSalandra ridendo, fa dal banco.dp) Governo un gesto di benevola assicurazione all'on. Ciccotti, per modo elio la Camera ride nuovamente per parecchi minuti. L'on. CICCOTTI- a questo punto, legge un articolo óaWAvana!. in cui si è propugnata la scomparsa dell'egemonia tedesca nel Mediterraneo : — L'on- Graziadei ha ribadito questo concetto, che noi abbiamo avuto soltanto il pregio <»i rnetterejn effetto. MODIGLIANI: — Nel modo che tutti «anno. CICCOTTI: — Io non .so di modi spedali. So che la. maggioranza del popolo volle la guerra. TURATI- — Ricordate i saccheggi di Milano! MAZZONI : — La faremo la storia, di un giorno ! Ricordatevi le listo, di proscrizione compilate dal GovernoDagli altri settori della. Camera si protesta vivamente contro le interruzioni «tei socialistufficiali, e anche all'estrema nascono vivaci ed aspri battibecchi .tra ..socialisti e riformistiLoii. MAZZONI continua a gridare: — Avete eccitato all'assassinio di Giolitti! — Mentre imperversa'il tumulto, si alza l'on. SALANDRA che, rivolto all'ori, ciccotti. dice: — Ella che è un galantuomo, può affermare se io abbia mai adoperalo questi mezzi (applausi). BELTRAMI : — Avete delegato D'Annunzio a fare le denunzie. Continua all'Estrema una grande agitazione. L'on. Canepa, che siede fra due socialisti ufficiali, discute con essi animatamente acceso in volto e pare che da un momento all'altro debba venire con essi alle miani. Dai socialisti si continua a gridar©:' — Volevate l'assassinio di Giolitti! Avete fatto fare lo dimostrazioni dai poliziotti e dai commissari! Alla Desti» e al centro sj insorgo contro sii interruttori. Non vale l'energia del Presidente, che scampanella furiosamente, nò quella del questore Di Bugnano, che si reca, subanchi dell'Estrema per sedare- il tumultoL'on. BELTRAMI continua a gridare: — Senza j poliziotti le vostre dimostrazioni non sarebbero riuscite. MODIGLIANI grida rivolte a Ciccotti: — Ti avremo futuro ministroI Meglio, però. Schanzer e Bertolini. Sciogliete la Camera, se osate! Si riesce, finalmente, a ristabilire una relativa, calma e l'on. CICCOTTI può continuareEgli dico: — lo non ho autorità nè mezzo per entrare terzo nella contesa e per decidere fra affermazioni e denegazioni. Nò la mia autorità potrebbe, in ogni caso, essere maggiore di quella del capo del Governo, che ha dato adesso una. smentita. «Posso dire soltanto che nelle Provincie meridionali, m cui mi trovavo nei giorni di maggio, furono fatte dimostrazioni per la guerrin seguito alle- notizie cho vi erano giunte d'indebite inframmettenze nell'opera del GovernoDel resto è strano cho nessuno di quelli cherano contrari alla guerra abbia saputo affrontare, in quei giorni, per sostenere la propria opinione, quei colpi e quei sassi che noavemmo a Terlizzi per una semplice lotta elettorale. MODIGLIANI: Ebbero paura per lsopraffazioni goveca&live. CICCOTTI: Del restpotrei domandai ai miei colleglli socialisti sessi, avendo autorevoli oratori nel gruppohanno proprio bisogno di insorgere eoo interruzioni Ufmultuose per rispondere a ciò chio affermo, avendo con ciò l'aria di voler strozzane la discussione. JM ogni modo, il passatlo giudicherà la storifj; veniamo perciò al presente. La situazione è tale e il desiderio dellvittoria è cosi intenso che quando giungonnotizie folicl o infauste il tempsramento den popolo oscilla. Io voglio parlare contro gli e ftitr di «meste voci eh* si spargono nil sue* I -' *- L'on. Turati', nel suo discorso contro la guari*, seppe dire con arte e con autorità tutto quello ?he volle. - voci aireetiwaaj Ma il.dl«cors» te e a e i i e , . o è i e o a i o e è a n n o . ? . a o o i 7 ; i o a o ? . . n e a o l — o a — a i d e A e a e e e e o i . a a . o e e o ega no. e fooi a e o e o, re zo ea o el f*. fu soppresso daUa censura. OIOCOTTI:- Niente) affatto. Loro, o signori, che sono socialisti organizzati, prendano l'Alianti! del 22 maggio » lo troveranno per intero TURATI, remissiva» mente: Non c'era ancora la censura. — A queste punto Fon. Montemartini rivolge concitatamente un'invettiva contro l'on. CicCpttì.- Questi risponde: Ad un uomo che ha messo il suo suggello all'elezione di Ritento sono permesse anche simili ingiurie. MONTEMARTINI, concitato: Prende lo stipendio come professore senza far lezione (rumori altissimi). OKWSr RONi: Queste cose non interessano la Camera. - Voci dall'Estrema: Ti difendono t clericali. CICCOTTI (all'Estrema) : Voi prendete l'indennità parlamentar© per sabotare lo State (commenti, grida). Dunque il 80 maggio, riprende l'on, Ciccotti, l'on. Turati teca un discorso contro la guerra. Qualche tempo dopo un deportato mosse lagnanze al Governo petchè «r» stata proibita la diffusione) di quel discorso. La guerra non si fa solo colle armi,ma col* tesoro dell'energia spirituale della nazione. Se qiralcheduno venisse domani a inumidire 1« nostre polveri o a guastare la nostre munizro-ni. scuotesse la fede del nòstri animi, noi dovremmo opporci a un simile scempio del do* coro e dello spirito nazionale. • i Critica dell'azione del socialisti j «La stessa Germania ha sentito il bisogno di crearsi questo ambiente spirituale. In Ger-i mania il partito socialista ha maggior importanza sociale e politica che- non in Italia, dove, p^ fortuna, i socialisti non sono un pericolo ed hanno berduto gran parte della loro influenza: — TREVES. scattando - in. piedi:: Quando sarai ministro impiccherai i tuoi'compagni. I rinnegati fanno strupre cosi. — CiCCOTTI: lo non ho mai chiesto nulla al partito socialista. Ne sono fuori fin dal maggio 1904Nel 1912 mi hanno offerto la direzione del loro giornale (urla all'estrema, commenti vivissimi!. — MAZZONI: Questo è un suicidio. --; MARCORA, scampanellando furiosamente: La Camera non è un campo boario (ilarità). I de-1 putati ritornino al loro posto, se nó mi co-f stringono a prendere gravi provvedimenti' (ilaJ rita). — CICCOTTI: Il partito socialista, durante la guerra, ha organizzato per' esemplo a Bologna, un'amministrazione saggia, ma il partito ha unità di indirizzo e non può prp:i scindere in ogni singoiò atto dal suo spirito informatore, contrariò* alla guerra (rumori)Veniamo alla questione degli imboscati. Si è permesso a coloro che hanno denari e influenze, talvolta còl beneplacito di qualche personaggio, di sottrarsi agli obblighi militari Io dico si socialisti: pPrchè non avete fatto la campagna contro gl'imboscati? (Rumori altìssimi). — MODIGLIANI: Il tuo Governo sopJ primeva le liste di nomi che pubblicava l'« A-: valiti! » — ciccotti: L'« Avanti! » ha iniziato: una campagna contro gli imboscati il 6 agosto1 e l'ha condotta a termine in ottobre. —Voci! all'estrema: Eu la censura, il.tuo Governo. —' MAZZONI : Sei un ignobile falsario. — MOtìU guam a Salandra: Glie lo dica lei, on. Salane dia. tei che Io sa. — MAFFI: Poi farà, il pistolotto Anale per la concordia nazionale (ilarità all'estrèma, rumori). — CICCOTTI : Dicevo che quando si è iniziata là campagna contro gli Imboscati, essa si era, volta contro coloro elle si erano sottratti ai loro dovéri militari.) Poi non si è più parlato di quésti ma di co» loro che. dopo aver patrocinato- la guerra si erano astenuti dal parteciparvi. — Dai socialisti si grida: Si capisce, questi ultimi sono peggiori dpi primi, di gran lunga, peggiori dei pnmi. - Modigliani; rivolto a accetti.1; Tu ohe grado lisi, sei caporale o capitano*» — Altre voci : va dinanzi al P. M.l Parlt il precuratore generale. — MAFFI : Farebbe meglio il Governo a censurare le circolari di Cadorna sulla fucilazione. « Cli ultimi incidenti 1 L'on. Ciccotti è costretto a interrompere il suo discorso. I socialisti inscenano un nuovo sistema di interruzione. Uno domanda in tono cadenzato: Che cosa date ai richiamati? e gli altri rispondono in coro: niente! Che cosa nato all assistenza civile? e gli altri in coro- niente» Lon. Marcora redarguisce gli iuterruttori e fa sgombrare l'emiciclo affollato di deputati, ire\ES, rivoltò ai socialisti che interrompono:i Lasciate che completi tutta la. difesa del Presidente del Consiglio. CICCOTTI: Sono disposto a togliere questa parte del discorso che non credevo riuscisse irritante ai miei colleghi. — Continuando, egli rimprovera al partito' socialista di non essersi per il passato occupato di gravi questioni economiche, come quella del rimboschimento a cui accenna a voler parlare. Ma ricominciano i rumori, i socialisti gridano:i ai voti! ai voti! MAFFI : Venga al pistolòtto finale. presidente : Se vuote spontaneamente restringere il suo discorso faccia pure, se vuol continuare non tollererò in alcun modo che si facciano attentati alla libertà di parola (viva approvazioni). CICCOTTI : io non intendo fare una sterile polemica col gruppo socialista, intendo solo definire la posizione che esso deve assumere alla Camera in questa discussione. li partito socialista è stato quello che ha promosso la discussione, che ha obbligato il Governo ad accettarla. Vi e un dissidio fra socialisti e socialisti; è dunque giusto che chi professa il socialismo giustifichi il suo atteggiamento contrario a quello del gruppo ufficiale. Questo io feci. Poiché l'oratore accenna a voler parlare di questioni dottrinarie. l'Estrema rumoreggi i. L'on. Ciccotti, dopo qualche minuto, riprende :| Era mia opinione che uba crisi extra-parlamenterò rispondesse meglio alla situazione più che il voto del Parlamento. Ad ogni modo, la questione è unica: far la guerra con coerenza. Si tolga il Govèrno il cerchio magico, dt cui si è circondato, e il paese avrà più fede nella consistenza politica della'nazione. Quéste situazione è a! di sopra e al di fuori dei partiti parlamentari. Non so se perderemo o vinceremo (voci: censura, censura). CICCOTTI:' Confido che il successo arriderà alle nostre armi. Ma se noi ci saremo ingannati, resterà l'orgoglio di aver creduto di difendere la causa della libertà (applausi e congratulazioni)MAZZONI grida: Addio, cadavere. Un auguri* al President* SALANDRA, presidente del Consiglio: —1 Par continuare e possibilmente esaurire Questa discussione prego la Camera di consentire che domani si tenga una seduta straordinaria) (approvazioni), e faccio un'altra proposta, nella quale spero di trovare tutta la Camera consenziente: poiché domani è l'onomastico del nostro amato presidente . (vive approvazioni), facciamogli tutti il più affettuoso augurio di prosperosa vite e facciamogli un altro augurio che sarà il più gradito al suo cuore. Possa egli, che la vita espose per il paese fin dai giovani anni, annunziare dall'altissimo suo seggio la vittoria delle armi •d'Italia (Tutti i deputati sorgono in piedi, applausi vivissimi e prolungati ai quali si associano anche le tribune. Grida: Viva il pr&< sldente! Viva l'Italia!). PRESIDENTE (sorgendo ir piedi) : Onorevoli colleghi, ringrazio l'onorevole presidente del Consiglio del gentile pensiero e ringrazio del modo come lo - avete unanimemente accolto. Accetto l'augurio di lunga vita, che non dipende certo dal mio volere .(Ilarità). Tanto più facilmente potrà darsi che questa lunga vita, che mi augurate, mi sia consentita se anche i miei amici (rivolto all'Estrema Sinistra) di quella parte della Camera (vivissima ilarità, vivi applausi all'Estrema Sinistra) vorranno tener conto e della mia età e della malattia sofferta ed essere quindi più che sia possibile temperanti e non obbligarmi ad alzar tanto spesso la voce per pregarli di rispettare la liberta di parola, che è la cosa che a noi deva etare maggiormente a cuore (Vivissimi ep* lausi). Qualunque sia l'avvenire che mi a. serbato, ho una sola aspirazione: quella che chiunque «w» a questo poeto possa salutare col più entusiastico saluto i valorosi che avranno dato la vittoria all'Italia nostra (Vivissimi generali « prolungati applausi ai quali si associano anche le tribune). La seduta termina alle ora 18,40. Domani seduta alle ore 14. Itisi mbffiri wof!ìzimì