La discussione alla Camera assume carattere politico

La discussione alla Camera assume carattere politico La discussione alla Camera assume carattere politico La mozione dei radicali - Vibrata critica di Giacomo Ferri al Governo Roma, 14, In principio di seduta l'aula è discretamente affollata. Vi è una certa aspettativa per lo svolgimento dell'interrogazione dell'on. Alto, belli sull'ultima allocuzione papale. Le tribune sono affollate. Sull'ultima allocuzione papaia CH1MJENTJ, sottosegretario di -Grazia e Giustizia all'on, AltobeMi osserva Clio la sua interrogazione si riferisce .ad .une dei latti,.e non al meno importante, della nostra politica mterna .'eecleBraatica, ma «e :l'«n- AltcfteUl -ha voluto accanarsi ■ di Questo argomento. Ila aedo di interrogazione, evidentemente gli è persile egli desidera solo di avore una risposta chiara e categorica nei limiti della sua chiara e categorica domanda. La risposta è questa: il Governo non crede rè necessario, nè opportuno, fare pubblicazioni del genero di quelle a cui allude l'on. interrogante: quando una tale necess'Jà ai verificasse, il Governo non avrà difficoltà acme suo dovere, di fare al Parlamento le dichiarazioni o comunicazioni che crederà del taso. L'on. ALTOBELLI replicando dica: — Improvvisamente l'articolo pubblicato ieri dalla Neue Zurcher Zeituna. organo ufficiale più eh* ufficioso in Svizzera del Governo germanico, attraverso il principe di Bulow (l'ispiratore del parecchio che forse medita una rivincita) viene a dare alla mia .interrogazione un'importanza di gran "lunga maggiore di quella che aveva, poiché conferisce una base di fatto a quelle che potevano essere semplici induzioni. Tengo anzitutto a dichiarare che con la interrogazione stessa presentata all'indomani dell allocuzione papale, non chiedevo, nè chiedo una qualsiasi Interpretazione, fosse pure autentica, della legge sulle guarentigie, poiché sonò profondamente convinto che per qualupcpue italiano in buona fede (domiciliato pure in quella invidiabile prigione del Vaticano) è incontrovertibile che sì tratta di una legge nazionale e di carattere .essenzialmente interno. Sul proposito le dichiarazioni dell'on. Orlando -furono, e non potevano essere diversamepte, dato l'uomo e il giurista, perentorie ..addirittura. Immaginate possibile la sua internazionalizzazione come vorrebbe senza ambagi l'organo del signoT di Bijlow? Significherebbe fra l'altro ammettere l'eventualità di un ritorno dello straniero In casa nostra, la «mal cosa, specialmente oggi che combattiamo affrontando ogni sacrificio per scacciarlo fin dalle ultime trincee delle nostre lerre irredente, sarebbe addirittura folle ed .assurdo. Bisogna appunto impedire che da altri si attenti di richiamare in vita una questione staricamenie e politicamente liquidata ■per sempre; ed ecco perché io invitavo il Goiverno a pubblicare, se non altro, quei documenti ufficiali dai quali risultano, come si •legge nel comunicato della « Stefani » le assicurazioni più esplicite e precise da esso fornite sulla tutela della sicurezza personale degli ambasciatori e ministri accreditati presso la Santa Sede e dei diritti e privilegi loro spettanti giusto la legge ». In tal modo si sarebbe eliminata la pretesa di nuova ingiustificata doglianza che. come neU'allocuzjonc medesima è riconosciuto, dovrebbe costituire altrettanti .atti iuterrutttvi di una nuova proscrizione nelMl.usione di galvanizzare, dirò ancora una violta, una questione già morta e seppellita, checché ne pensi il signor Bulow 10 invitavo il Governo a fare una pubblicazione, anche per la ragione più prossime e conjòreta « per sventare cjpè pericolose insidie ». ;E mi spiego : ■ in tutte le recenti manifestazioni del Valicano evidentemente c'è del metodo; da una parte si mira con la pretesa rivendicazione ai pretesi diritti a creare degli imbarazzi a noi, e dall'altra a fare U gioco dei nostri nemici che da tali imbarazzi dovrebbero trarne vantaggio. Si cerca di mettere in essere e di diffondere una serie di difficoltà e di ipotesi dei quali saremmo responsabili per dare a credere non solo che alla Santa Sede è interdetto il libero esercizio delle sue funzioni, ma alteesl che la fede cattolica è minacciata da vicino. I L'oratore leggje e commenta alcuni passi di articoli del giornale svizzero a della allccu zione papale, deplorando che l'organo svizzero abbia detto che «la questiona romana deve essere un' dovere dei cattolici di ogni Caese ». — Nessuno quindi — conclude l'on. Altobelli - pqt^ rimproverarmi di essere eccessivo se mi limilo a chtiedere al -Governo se si sia di già posto il qncsito dell'eventuale partecipazione di un rappresentante del Papa al congresso della paipe e in mancanza di tale partecipazione se s|i sia preoccupato della discussione che nel congresso stesso si potrebbe faro della cosi detta .questione romana — come i nemici d'Italia pretendono e vorrebbero imporre — e quali;ad ogni modo, sarebbero in materia i suoi intendimenti. La domanda non mi sembra affatto-t prematura, come dall'altra sponda — iti recenti pubblicazioni — si vorrebbe far credere, ptoichè queste sono questioni le cui soluzioni nom si improvvisano ma-si preparano. Noi certo non possiamo fare offesa ai componenti del Governo di sospettare soltanto che essi possano consentirò nell'una o nell'altra eventualità, poiché ciò equivarrebbe rinnegare le tradizioni storiche dello spirito italiano, ma non pertanto ci aspettiamo da essi una parola alta e fiera la quale dica come l'Italia in qualsiasi evenienza non abdicherò :<id alcun suo diritto di fronte a nessuno, anzi ; domani più che oggi ne proclamerò p al colpetto di tutti la intaingibilità indiscutibile ed ; assoluta. Par un'lntorroìBaslono censurata L CELESIA, sottosegretario agli interni, all'on. Treves dichiara, che non può biasimare l'Ufficio della censura, di Milano per aver impedito l'annunzio di un'interrogazione dell'on. •Malti, in quanto che disgiunta Oa.!::i risposta del Governo avrebbe potuto contribuire a deprimere lo spirito pubblico (commionti, approvazioni). TREVES afferma che con taìe divieto è «tata menomata la prerogativa parlamentare, 11 cordando come lo Stato guarentisca la immunità degli atti e discorsi dei deputati. Afferma che della questióne avrebbe dovuto interessarsi la presidenza della Camera (approvazioni, commenti, rumori). CELESIA avverte che l'interrosazione non era acquisita, agli atti parlamentari. Non è dunque il caso di parlare di violazione delle prerogative parlamentari (approvazioni). PRESIDENTE osserva che, trattandosi di un'interrogazione non ancora annunziata alia Camera e quimli non ancora acquisita agli atti di questa, le prerogative parlamentari aono assolutamente fuori di questione. MAFFI, per fatto personale, rilevando un'osservazione dell'onorevole sottosegretario di Stato per l'interno, rileva che egli non si dichiarò affatto soddisfatto della risposta data dal Governo alla sua intc-rTogazione. Perinlranaro i prezzi dalla benzina COTTAFAVI, sottosegretario all'agricoltura, industria e commercio, all'on. Galleuga dichiara che le Società importatrici di benzina Uan«s aumentato i prezzi nella sola misura conseguente affli aumenti dei prezzi sui mercati d'origine, dei cambio, dei noli ; poiché, però, da - park di rivenditori si sono veriflcati ulteriori aumenti di prezzi, <a©n giustificati, il orvecuo •di adottare energici prov\«dtmenti per invalse ffleciti lucri a danno dei consumatori.Vianao che si -npereuote sulla tcia.i-hà dei citt \n (approvazloJU). GALLENGA confida che à\: ai più presto emanati ì promessi piti che avrebbero dovuto essere pre. data la grand* importanza ja automobilistica ha assunto e zo adissimo eh© la benzina ba elvlnAdprovati! a gii. the, l'indù PosN.il p raggiùnta. Seguito nemica del G RUINI svolge Camera, ritenuto mozione isoussione sulla politica eco- seguente mozione: « .La ... . ,.At« in politica economica •ejlo Stato coMidenta in mozione a tutta l azione de* Governo, Sostituisce, accanto alla preparazione multare e\f,f,;.„„J,..,„,. un decisivo elemento di successa ,,,(/,, orande lotta in cui malia 4 *m»^^XrVnGwerm Lo a yromuoxcT ui necessai., coliaboraslorie con li potenze alleate, e lenendo conio dei nessi internazionali per le questaiv nifi mtali deltiecanomia italiana,- 2.0 ad ass^,,...f,: tutte le opportune iniziative rese necessari- ah) rom piti eccezionali e transilorii delVecómmìh di oaerra, adottando le più adatte '.<rwiniz-azJoni AbVgVSSvt a a a e e e d i o o ò e . i o e à i a e è i a i i e i aso i n n a i i o e o a e ò i d le mn. a eoo e, mfnorte ti e ri e, a a e eo o si a a, annti a ri o ti uà fisi rea e a e giovandosi del contributo di speciali eompelenze; 3.o ad inspirarsi in ogni suo atto alla visione dei problemi successivi alla guerra per la migliore organizzazione delle lime nazionali ». . Questa jnozione » firmata anche dagli «n nGd.ezfAlessio, Pantano, Faraada, CannàvinaT Girar-1 pdini, Cmlaro, «era, Pavia. Doro, Cermanatì, I mo- a ca a a ia m ie ei li e m di ni Amici Giovarmi. Nava Ottorino, Magnano, Bubilli, Salomone, Za coagulino. Patrizi, Bau dine, Veroni, Loero, Pietriboni. Castellino, La Pegna. Albanese, De Viti De Marco, Spatrino. . Viaiai,-Sacchi. Rerrane, 'Daruggeri, Mazzarella, • Scia oca Giartbna, Sipari, Gasparotto, Milano, Serra, Caporali. Pasqualino Vassallo, Pietravalle, Agnelli, Giampietro, Rindone, Fraccacreta, Girotti, Scalori e Salvagntai. L'on. Ruini L'oratore premette che egli esporrà, a nome del gruppo radicale, alcune linee generali di politica economica, mentre altri suoi compagni tratteranno di punti determinati. L'economia di guerra è un'altra guerra, rientra .«ella preparazione e nella condotta -della gu-eiva e bisogna parlarne con alto senso di respon-1 sabilità. evitando depressioni Ingiustificate perchè, malgrado oe:ni errore, la fibra del Paese è saldissima e mirabile la sua resistenza economica, ed evitando pure illusioni per che le difficolta sono in gran parte insuperabili, molti errori furono inevitabili -ed, in o«tni modo, essendosi in parecchi caal verificato quello che Lloyd George chiamò la malattia del troppo tardi, oggi si -può lare Mia-tivamemtc poco. -Bisogna però assolutamente, farlo per il successo della nostra guerra. Tre damando Tre domande l'oratore si pone: ei e avuta, sin da principio, o si è rapidamente formata! la visione dei nessi internazionali dall'economia di guerra, e si sono realizzati a tempo gli accordi tra gli alleati, e la guerra economica contro i nemici? Si è sentito che in un conflitto cosi vasto o nuovo sono .necessari eccezionali iniziative di Stato, ed organizzazioni' speciali di esercizi adatte a qu<sti compiti straordinari ? Ed infine, nel tremendo sforzo di subordinare tutto alla vittoria si è tenuto conto che vi p. come un .secondo piano di prò-, blemi che non vanno, pei- quanto è possibile, dimenticati : la preparazione del dopo guerra? In ordine alla prima questione, accenna alle, mutazioni che la guerra portò in una ecóno-' mia assisa su basi internazionali di specializzazioni di lavoro. Si determinò in ogni Stato la tendenza a ricostituire in sè stesso gli elementi della propria esistenza, e il mondo europeo si raccolse in due costellazioni di forze, contro le quali, por le stesse esigenze della lunghissima guerra, si ò formato un assetto provvisorio di scambi basato anche sul terreno economico sulla più stretta intesa tra .gli Alleati e sulla guerra unica contro il comune nemico per chiuderlo e per logorarlo. Dopo la .guerra è probabile che non si potrà rinunciare a mercati iiaturali e, pur determinandosi accostamenti economici tra gli Alleati, non saranno possibili le leghe doganali Durame la guerra occorre un assetto speciale di guerra e non è mendicare 0 mettere male con gli Alleati il chiedere che, nel comune interesse le nazioni più ricche, sovvengano l'alleata di ogni prestito e la aiutino a temperare j cambi ed i noli. Per una serie di fatti si è creata l'impressione che questi fatti economici non siano stati predeterminati alla nostra entrata nel conflitto, e che anche in questa seconda fase vadano effettuandosi a spizzico c con qualche lentezza. Si chiede- al Governo di dare oualcho elemento e di suscitare una sensazione diversa, anche se per materie così delicate ed in corso di trattazioni diplomatiche non potrà dar risposta precisa ad alcuna domanda. Perchè non è ricorso durante la neutralità ad operazioni finanziarie col Nord-America, quando vi ricorrevano altri Stati ..europei (interruzioni); 66 * quali ostacoli vi sono a ricorrere più largamente a prestiti con i nostri AHeatiT perchè non si sono -attuati, come vennero proposti, accordi di Tesorerie e di Banche per'regolare i cambi: qual risultato hanno avuto le .trattalive per noi, c se si può ottenere dall'Inghilterra qualche centinaio di vapori in affitto; invoca assicurazioni a questo proposito (Appro vazioui). La fluorra economica Quanto alla guerra economica contro le- Po lenze centrali, chiede perchè si sia tardato il divieto delle importazioni dalla Germania o la organizzazione della sorveglianza per le filtrazioni nei paesi neutri, a sempre rinsaldare il blocco contro la Germania. Fa alcune proposte per il funzionamento della Società svizzera di sorveglianza e per il coordinamento dei sei-vizl di esportazioni ed importazioni. Raccomanda poi che, sulle treccie dell'Inghilterra. si studi se .non sia il caso ili limitare le importazioni di hisso, non solo per influire sui cambi, ma per creare quella disciplina di sotterra e quel senso di economia e di austerità, clic manca ancora in molti centri italiani (Appi-ovazioni; applausi). .La guerra rende necessario che lo Stato sì assuma compiti nazio nali e straordinari nella vtta economica, ed in ciò è concorde anche l'ala liberista dei radica1 i che considerano questa azione di Stato coire un'arma di guerra al pari dei mortai e dei cannoni. Smentendo ogni previsione pessimista l'Italia si è adattata allo necessità della guerra e la sua struttura economica oggi e solida e forte: ma si tratta, di un regime che s'incentra nello Stato, ed in generale quasi tutti i fenomeni economici oggi diventano an che fenomeni finanziari. Ha avuto il Governo sempre la chiara visione di onesta -necessita. per la minle occorra felice ardimento di ina ziatrw? Non è possibile non dubitarne. Non si possono trattare con criteri rt[ ordinaria amministrazione problemi vitali, che richiedono impeto rigoroso e mentalità di guerra La questione granaria Per il grano osserva che se erano spiegabili fr'i errori del primo anno, lo sono as.sai meno iiuelli del secondo, e pur avendo motivo di sperare elio ormai il fabbisogno sia stato as sicurato, chiede perchè non si fecero gli acqui sii nella scorsa estate provvedendo contempo rancamente al censimento-» requisizione ». Si augura che il Governo poirà smentire la voce che il Governo inglese nell'aprile gli oiferse 11 grano F, 38 lire, e che di giugno, tu predisposto rna poi non attuato l'acquisto di tutto il grano nazionale a 30 lire. Non aver presi a tempo questi due provvedimenti significherebbe una perdita di fronte all'estero di forse duecento milioni ed una perdita anche map giore dei consumatori di fronte ai produttori l a duplice esperienza dolorosa consentirà di pensare a predisporre per l'annata ventura un sistema più preveggente, di cui delinea i criteri e gli organi. Accenna da ultimo alla ne c-pssità di pensare al dopo guerra senza perù distogliere le forze dall'obbiettivo della guerra c della vittoria. Cita ciò che si va facendo nei paesi esteri, e mostra che l'Italia deve essere preparata alle discussioni, cui è stata invitata. La sistemazione del dopo guerra sarà ceitameaìo difficilissima quando tutta la odierna economia. artifMsdmente trasformata per gli sconi della guerra, dovrà rientrare in una struttura diversa. Le tendenze ed i partiti prenderanno in quell'ora il loro posto e l'anima italiana troverà la sua giusta linea tra la svalutazione scettica delle nostre forze e l'esaltazione rettorica ed esagerata. Oggi tutto si subordina alle risoluzioni dei problemi nazionali. Conclusione politica — L'ultima parte, esclusivamente politica del discorso dell'on. Ruini, nella quale l'oratore delinea l'atteggiamento del partito radicale, riesce alquanto commentata: «Ho finito il mio compito modesto e rientro nella disciplina del gruppo per attenderne e seguirne le decisioni » (commenti vivacissimi ed' ironici). Voci: — ' Allora perchè avete parlato? — Questo mio discorso sarebbe inane e sleale se non eeprlmeasi comi; sintesi una sensazione di disagio, che <: comune qui a molte coscienze, disagio — lo sappia lo straniero pronto a spiare i dissensi di ogni nostra discussione — che scaturisce dal desiderio non di indebolire rnn di svolgere con maggior efficacia la nostra guerra. Prima potevano esservi valutazioni diverse dell'opportunità della guerra, legittime, se oneste e sincere; ora non più; tut'jl dobbiamo volere la vittoria: quindi i mezzi per con'iiiistarla. Non vi sono di ironie, come disse l'on. Graziadei, due programmi, quello nazio- Gragggcgvcl*•pqgvegfovcurzea(ccdvwrp•mc1psb?cLEcp^Znp,oreMua naia e quello Internazionale. Gli ■omini del Governo affermarono più volte 1 due aspetti del raggiungimento delle aspirazioni italiane, e .della realizzazione della giustizia internazionale, i quali s'inseriscono cosi strettamente fra loro da non potersi contrapporre come programmi diversi." Guerra unica contro il oo mune nemico: il p programma è già quello del Governo, dalla Camera, del paese. Rao sorgerò questione solo sui mezzi di attuazione, di applicazione. Ma qui ala lecito a ma, par 11 gruppo a cui Appartengo, respingere la leggenda che Aid, ad ogni costo, insegniamo gesta ed avventure che potrebbero essere pericolose. Il gruppo radicale in un ordine del giorno steso dall'on. Colonna di Cesarò, approvato all'unanimità, ria d«Uo chiaramente che la condotta della guerra va posta in termini realistici, coll'idea limite delle possibilità tecniche * militari. Convengo ooUlon. Graziadei che il proMeraa va condotto .precipnamente fuori .di qui, dai competenti organi militari. Ma bisogna che sin da principio sia ratificato e attivato dalla decisione responsabile del Governo e della Camera. Occorre non la guerra maggiore, ma la guerra mittliore, per le nostre fortune! (benissimo). — Voci: — 'Questa è la veritài — Occorre tenere viva nel paese, prima che in esso possano agire depressioni funeste, una sensazione più sicura di calore, di aspirazione impetuosa alla vittoria, di partecipazione di tutte le forze nazionali al peso grave e tremendo della condotta della guerra. Ci avete chiesto l'espressione del nostro pensiero; (0 rispondo... (MODIGLIANI: — Slate più chiaro...) Noi dichiariamo che l'unica guerra contro un unico nemico è già una realA. Noi domandiamo però che estui sia condotta più vigorosamente nei limiti delle possibilità tecniws « militari. (Voci: — Allora... Se è già una realta?) Il governo, per bocca del suo capo, ha pur ieri, rispondendo all'on. Turati, reso omaggip alla sovranità del Parlamento e proclamatp di volerne essere emanazione. Senta 11 Gabinetto se invece di promuovere, e sia pure di ottenere, una vittoria parlamentare sp,yu,ta.a un senso acutissimo della responsabilità, in quanto la Camera teme persino l'ap?w«?nzDa ?' inneggiare la guerra con una crisi, senta il Governo se non sia più nobile L£ì„ confacentc alle fortune del paese im- ESuS.Wfa1?8!?10? c^.ore- fl*11 b*™bì «ei socialisti ufficia li si grida: - Dica qual'è il suo pensiero). Qui nella Camera vi ha chi sente ^^pMO di disagio ma pensa che una crisi ZJSL in-debolire il paese. Noi crediamo sia necessario rafforzare il Governo colla partecipazione di tutte le forze nazionali... ,.i,ì tu^ 1 settt)ri -iwompe un oh! per¬ one 1 on. Rmni si è finalmente spiegato. L'onorevole MODIGLIANI, facendo il gesto di u» M„t K"ì«u?-rt 00,11 fa«ca-un tappo dal collo di una bottiglia, «rida: «Finalmente! ee -n'è voluto,!». Alta commentano.- «E' stato un parto !» s> riposi..,». L'on. Ruini è un po' tutbato.da questo spinto, di rivolta che si manifesta nella Camera, che pure Io aveva favorevolmente ascoltato. Al banco del Governo, lon. calandra sorride e scambia qualche parola coli on. Carcano, che gli è a fianco. Com-, mentano fra loro i ministri Maritai e Sonnino. L-oii. RUINI accenna 8. voler riprendere, ed alla meglio si fa un po' di silenzio. Egli finisce dicendo ; «Noi auguriamo che, al disopra degli uri] della Camera, il Governo senta se ai fratelli nostri, che lassù riprendono un'azione intensa, che condurranno fra breve in primavera, eroicamente, la nuova avanzata, non sia giusto consacrare anche qui una nuova Primavera di fede, realizzando la piena concordia nazionale ». -I radicali applaudono. L'on. Pantano stringe la mano all'oratore. Anche i riformisti, con a capo 1 on. Tasca, l'on. Drago, l'on. Marchesano, si congratulano vivamente. Poi l'oratore è complimentato dai colleglli di altri settori, senza distinzione politica. La seduta rimane interrotta per ateci minuti. , 1 taL'on. Ciriani GPRIANI nota che ila situazione economica si riflette indubbiamente sulla situazione internazionale. Si è perciò che la questione economica involge la responsabilità dell'intero Gabinetto. Trova inutili, in questo momento, le recriminazioni. Solo attende che il Governo dichiari perchè alcuni prcrvredlmenti, da tanto tempo reclamati, ora soltanto stano stati adottati, quando il ritardo ne ha quasi annullata la utilità. iDomanda quali ostacoli si siano opposti a una piti sollecita, azione di Governo (Interruzioni del ministro di agricoltura). Circa la questione, granaria, ravvisa nel Governo glande incertezza d,'iidirizzo, che ha portato anche grande sperpero di pubblico denaro. Critica varii atti; del Governo relativi al grano, ai porti, ai carboni. -Crede pertanto che, affinchè noi possiamo guardare con tranquillità l'avvenire, sia .necessario che il Governo informi l'opera sua ad una esatta nozione della situazione, con la massima «nergia. Concludendo, afferma egli puro che la nostra guerra è stata volute non da un partito, ma dalla intera Nazione, e quindi in tempo di guerra non ci debbono essere. partiti, ma tutÈ debbono avere un solo e supremo intento : il conseguimento della vittoria i(Approvazioni). Non si tratta dunque di discutere se convenga estendeTe la guerra. Quello che Importa è di intensificare i. mezzi necessari per assicurare la vittoria. E in questo intento confida che la Camera sarà unanime col Governo (Approvazioni; congratulazioni). L'on. Dugoni Dopo l'on. Ciriani parla il socialista onorevole DUGONI, il quale dichiara -di occuparsi della questione granaria. Nota che tu questa questione è coinvolta la responsabilità non solo del ministro dall'agricoltura, ma di tutto il Gabinetto, poiché se Ja politica del ministro di agricoltura è slata insufficiente, ciò lo s; deve all'indirizzo generale della politica dei Governo. ~!—««Hca ai suo partito il vanto di avere' per primo e ia tempo consigliato quei provvedimenti che solo ora il Governo, in .parte e timidamente, va prendendo. Il partito socialista — dice l'on. Dugoni — tenne qui in Roma un convegno colla Federazione delle Cooperative e colla Federazione del lavoro (Una voce dalla tribuna della stampa ironicamente: Buoni alleati!). Dugoni, il quale al primo momento crede che l'interruzione sia venuta dall'Estrema Destra e più precisamente dai lui"-'' — -''"-nnlisti, ribatte subito: — Si, buoni alleati, meglio certo dei inizionalisti eh* predicano la guerra e la fanno fare asli altri- — Ò;i qualche collega vicino gli si fa osservare clip nessun nazionalista ha interrotto e che la voce è partita dalla tribuna della stampa. E allora ne segue un battibecco con i giornalisti della tribuna con -grida c proteste. L'on. Dugoni si rivolge al presidente e dice: — Ella, signor presidente, perchè non interviene? — MARCORA, rivolto all'on. Dugoni: — Se dovessi intervenire ogni volta che i resocontisti, loro amici politici, intervengono nella discussione con interruzioni, starei fresco (Approvazioni). li fermento che regna nella tribuna della stampa si calma e l'on. DUGONI può proseguire. Continuando ricorda che egli ed i suoi amici ebbero, durante il decorso anno, a tur presente al ministro l'urgente necessità dui censimento e della requisizione del grano •:■ dell'acquisto in tempo utile di grosse partite ali estero. Lamenta che il provvedimento della requisizione sia venuto tardivamente e con portata limitati.. Corre una voce nei corridoi — prosecmi» l'oratore — e se dicessi il nome della persona che ha riferito quanto dirò foKe qui nell'aula mi smentirebbe: si dice dunque che nel mese di giugno 0 luglio dello scorso anno un ambasciatore di una nazione alleata sia venuto da voi on. Cavasela e vi abbia offerto di comprare una grossa partila di grano a 35 lire al quintale. Voi eravate del parere di requisirla, ma vi fu opposto un veto. CAVASOLA: — E' una proposta che non ho mai avuto! DUGONI: riferisco quanto mi è stato detto un ambasciatore di una Potenza alleata, che potrebbe* essere l'Inghilterra... CAVASOLA : Debbo escludere nel modo più assoluto che una tale proposta mi sia stala fatta dall'ambasciatore d'Inghilterra. DUGONI: Prendo atto della smentita accorta e intelligente dell'ori. -Cavasela. Chiunque ve l'abbia offerto, poicht. voi non escludete che la proposta vi sia stata fatta, è certo che voi non avete potuto accet. Urla, Ha perche ai volava protegga» Il monopalio, sia perchè don ve ne furono concessi 1 mezzi (L'ori. Cavasela fa nuovi segni di denegazioni). La panificazione L'on. DUOONI «onunuando. critica il recente decreto eolia penlficajtoaa. esprimendo dei dubbi sulla qualità del prodotto ohe sarà per uscirne.. L'oratore dice: — Voi avete fatto tra decreti 41 panificazione, uno peggiora dell'ai tro; il «parto decreto che verrà mi induce a credere che finiremo per mangiare come i taulnl. (COTTAFAVI, eeUceejveUrlo all'Agricoltura: — Non crede). DOGDnI: — No, on. Cattatavi, se voi acconsentirete ad un esame non teorico ma pratico, chimico del prodotto ohe uscirà dopo l'applicazione dell'ultimo decreto della macinazione dal grano, vedrete che bei. risultati se ne otterranno. Sarà un pane immangiabile! — COTTAFAVI : Ma no, si potrà mangiare benissimo! — DUGONI : Non sono un tecnico, non sono un fornaio, masono figlio di un mugnaio e m'intendo della questione* Del resto, se acconsentite privatamente a vanire a mangiare un po' di quel pane con me, finirete a quattr'occhi per darmi ragione. . L'oratore critica pure la requisizione e la determinazlonV -del prezzo limitata al soli acquisti di grano per uso militare, perchè in tal modo si è permésso alla speculazione di Inasprire i prezzi. Lamenta In generala la poca previggenza del Ministero della Guerra, nella determinazione del prezzi per gli acquisti ad uso militare. Queste critiche l'oratore ha creduto doveroso esporre a .nome del suo partito, il quale, mentre respinge l'accusa che esso intenda sabotare la guerra, deve però, ora che è giunto il momento della discussione, separare pettamente la propria .responsabilità da quella dei partiti, che hanno spinto il Governo alla guerra e lo hanno néJJa sua politica costantemente sostenuto (Vive ^prpvazionl e congratulazioni all'estrema sinistra). L'on. Scialata SCIALO.IA ritiene che, qualunque possano essere le conseguenze economiche della guerra, sia questo il momento opportuno per attuare riforme importanti nella legislà'«ione industriale e commerciale. Però in qut^a materia il Governo non poteva legiferare oltre i limiti stabiliti dalla legge dei pieni poteri del maggio 1915. Cosi il decreto luogotenei>ziale che limita i dividenti delle Società anornhic esorbiterebbe da questi poteri. A proposito lua diridvipprstpdeStrbanLsusivtaesGIol'odblastdosiCaacpespPvosel'oesseè tedlospbadripnpdgquesto decreto è d'avviso che gli scopi lodev d°__?el..Provyedlment.0..sono.soverchiati daPJnr ■ te a n e e o e a e o e e e o . . a . danni che arreca e dalle difficoltà di esecu zione. Cosi osserva che esso accentua una dannosa differenza fra i privati e le Società di fronte al fisco, porta una depressione nel mercato dei titoli e arresta iniziative industriali che specialmente in tempo di guerra potrebbero essere molto utili. Ad eliminare i difetti tecnici del provvedimento suggerisce di limitarne l'applicazione alle Società anonime, di lasciare libertà di impiego della parte di dividendo non distribuito. Lamenta in genere la mancanza di un programma generale nel1 azione economica del Governo, che non ha saputo profittare dell'attuale momento per adottaro provvedimenti a favore della nostra industria. Concludendo, richiama l'attenzione del Governo sulla necessità di studiare attentamente il problema dei trattati di commercio allo scopo di preparare fin d'ora al nostro paese le condizioni per procedere dopo la guerra nella via ascensionale del progresso e•conomico (Approvazioni, congratulazioni). L'on. Micheli 1 MICHELI dichiara che non intende occuparsi della grave questione generalo della responsabilità del Governo sulla convenienza 0 meno della modificazione di esso. L'interpellanza ^l.slJIi?rls,cea!.le,re<'uisizlonl ed alle condizioni particolari dell'agricoltura in questo mo. mento, mtarno alle quali crede necessario richiamare 1 attenzione del Governo, ricordando che dalia terra dovranno trarsi i fondi per la futura sistemazione finanziaria. Esamina gli acquisti del bestiame fatti priS.w^^it ffquisizlone. e Je conseguenti difflco tà per il fabbisogno futuro dell'esercito e ^'ìJ^ta^S?% civUe' 6 Per 1 ]av°ri agricoli imminenti.. Chiede una maggiore importazione di carne congelata e l'adozione più generalizzata di alimenti succedanei l'esclusione del bestiame da lavoro e da riproduzione dalle requisizioni future, la diminuzione del peso vivo, la sospensione del divieto per macellazione dei vitelli e la soppressione dei parchi di bestiame fuori della zona di guerra Ricorda il problema della mancanza di mano d'opera dimostrando come sia strettamente connesso con la difesa nazionale. Una parte di esso* nell'attesa delle decisioni d'indole militare può essere risolta dal Ministero di agricoltura, con un lavoro di organizzazione rurale, che ora manca. Crede doveroso prospettare queste grandi difficoltà, per le tempestive provvidenze al Governo, che avendo la. responsabilità della situazione, deve essere giudice di esse. Confida che tali provvidenze saranno corrispon denti al bisogno (Bene!). L'on. G. Ferri La Camera si fa affollata quando comincia a parlare l'on. GIACOMO FERRI. Egli premette che nessuna ragione lo induce a parlare che non sia ragione di amore e carità di pa tria. Gli eroismi che compie ogni giorno il no stro esercito sono tali, che non si trovano « non si troveranno mai scritti in nessuna storia al mondo. « Ne parlo — egli aggiunge — perchè ho avuto l'onore di vederli coi miei oc chi, e ne potrebbero fai1" fede alcuni dèi nostri colleglli, gli onorevoli Bertone, Cavallera. e altri, che hanno combattuto. Sulla vera sulla rude guerra nostra nulla al può sapere leggendo le descrizioni che si sono fatte fi. nora. Tutto è al disotto della verità. Atti eroici dei nostri soldati « Potrei citarvi centinaia di episodi. Afa ba starà che ve ne racconti imo. Appena iniziata la guerra, con magnifico slancio le nostre truppe occuparono il Freikofel; il terribile Freilcofel, alto fino al cielo, in pendio, fu scalato, perchè esso è la sentinella delle nostre vallate. Sotto di esso si annidavano j nostri battaglioni, ed ogni sera dalla compagnia si e3traevano a sorte i nomi di trentadue giovani, che dovevano rimanere avanzati, soli, a guardia dei loro compagni, che erano sotto, e tutte le notti questi trentadue uomini, questi oslcutrt. eroi, andavano sereni alla loro bì sogna. Alla mattina ben pochi tornavano. Il 15 giugno di 32 solo sette rimasero solvi. E si e continuato così per un mese intero. Tutte le sere questi nostri eroi sapevano di andare quasi con certezza incontro alla morte- Si toglievano di dosso il portafoglio, le cose più care, la* consegnavano agli amici perchè le spedissero ai loro cari lontani e partivano serenamente- Questi sono gli eroi della nostra guerra, questo è l'eroismo sereno della nostra genie: poveri operai, poveri contadini! " Qui domina l'equivoca „ & Ma tutto questo non influisce sulle condizioni del nostro' ambiente parlamentare. Qui domina l'equivoco. Di questo equivoco è espo nente l'òn. Salandra. Io ho tutta la stima personale per il presidente del Consiglio, ma questo non mi può impedire di dirgli la verità come la sento. Egli è restato sempre il sottosegretario di Palloux. E' stato sempre cosi. Egli non ama la discussione quando non gli fa comodo. E' restato sempre reazionario Io ammetto la libertà di_pensiero. (Bentini: — Lo chiami pensiero questo? — Ilarità). E' pensiero reazionario ma va rispettato come tutte le opinioni. Ebbene, quando i democratici sono venuti qui a domandare che si discutesse, che la Camera potesse essere messa in condizione di adempiere il proprio compito, che cosa ha risposto l'on. Salandra ai democratici ? Ha risposto con un manrovescio in pieno viso ha risposto minacciando di mandarci •> cncn c di ricorrere al Re. lo ho un altissimo concerto e rispetto per il Sovrano; non dimostra di averne uno eguale l'on. Salandra portandolo qui in mezzo a querta brutta pagina, che sta scrivendo il Parlamento italiano. E voi democratici sopportate questo? Voi domani voterete come sempre per («AtidLp0dpgmntssdrsgpdzstmrldvtspmlnbndsnzatdgllolgtlgscggcpigrttpeecitasadpglsss ui; fante a gara a portargli 1 vostri voti, salvo dirne male ogni volta che vi capita fuori di qui (Rumori, commenti) Ho voluto chiaire la situazione, perchè non sopporto queste doppiezze. L'on. Sai andrà può fare ciò perchè vi conosce troppo bene, se no, non lo potrebbe perchè qui rientro non ha cinquanta uomini proprio suoi (Ilarità, rumori, commenti). Queta© onorevoli colleghi, non è che pura storia parlamentar». B si capiva che dovesse accadere cosi. Un palo di mesi prima che lon. Salaadra diventasse ministro le incontrai in reno e gli dissi: Sarai ministro (Voci da vari banchi: Profeta, profeta). No, conoscitore del nostro ambiente! Del resto, cosi è avvenuto. L'ón. Salandra e. venuto ed è venuto con il uo patrimonio di idee. Le altre idee, di cui i e ammantato volta a volta, gliele avete date voi. Egli ò sempre rimasto lo stesso. Ogni anto vi dà «« gomito, e si capisce che debba ssere cosi. L'on. Salandra fu portato qui da Glolittl (Rumori, commenti). SI dall'on. Giolitti. o, cosa volute, ci godo a ricordarvi ogni tanto on. Giolitti, Fu proprio lui a portarvi Salandra. Le coso per un certo tempo andarono abastanza bene, ma poi sono mutate. L'on. Saandra Ita abbandonato l'on. Giolitti ed e rt> tato sempre l'uomo del '98. L'altra sarà, quano pronunciò le parole che tutti ricordiamo, i sarebbe dovuto supporre che una parte dtìla Camera si sarebbe staccata da lui. Questo non ccadde, non accade ora, non accadrà per un po' di tempo. L'on. Salandra ha ragione di sprimersi oome ai è espresso perchè questo è possibile con una Camera come questa. Il Parlamento dovrebbe essere interprete dfella olontà e del pensiero della Nazione. Esso fore, nel momento attuale, non lo è, perchè se on. Salandra avesse 11 coraggio di mettere in secuzione le sue minacele e mandarci a casa enza rispetto per U Parlamento, vedrebbe cosa capace di fare il nostro popolo anche in empo di guerra (rumori, commenti sul banchi della maggioranza). iMa indegnamente al vaore ed all'abnegazione del nosdro popolo riponderebbe il Parlamento ae non desse il bando ad ogni -reticenza, ad ogni ipocrisia, d ogni preoccupazione ed interesse di partiti, di gruppi, di persone affermando con sinceriti il proprio pensiero (commenti). Non biasima il presidente del Consiglio se professa oggi ancora quei sentimenti reazionari che professò fin dagli inizi della sua vita politica! (Commenti). Biasima coloro che, pur dicendosi democratici, si ostinano ad appoggiarlo anche quando, con evidente mancanza di opportunità, chiamò in causa la Corona co nie minaccia alle prerogative del Parlamento Commenti). Certo è che se qui ognuno votas. Ae in conformità del suo convincimento poliico anziché subordinare il suo voto a considerazioni di opportunità, l'on. Salandra do vcdcc vrekka lasciare icos'altre il <Jov«rue. Invece il preferisce il sistema di discorsi di sfldueia «he concludono con voti di fiducia. Non è quatta la funzione del Parlamento (Commenti). La questiona economica " che la politica economica risMcchla k tendenze conservatrici del presidente dal Capai» -"- 'iìTi cati di acquisto, sarebbe stato anche ccneer. rente sul mercato di vendita! (Approvazioni). Ebbe torto dunque il Governo di limitarsi alle mezze misure per la preoccupazione di non sopprimere la libera concorrenza. Il Governo doveva comprare quanto bastava di erario e stero e requisire 11 grano nazionale. Dimostra infondati i timori che contro siffatta coraggiosa politica granaria si pono per timidezza affacciati: questa politica ha seguito la Francia con ottimo risultato. Segue criticando quanto fu fatto con tardivi provvedimenti pel grano, pel carbone, eco. E concluda dicendo che intanto i vari errori economici aono costati vari milioni al paese. Avviandosi alla fine del «no dleccrso, data l'ora tarda, l'on. Ferri dopo aver accennato olle questioni dell'avena, dell'orzo, delle farine, dice : — Bisogna colpire tutte queste speculazioni, colpirle senza pietà, costringere tutu a dare quello che detonano dare. Ci sono gli imboscati della guerra, ma ci sono anche gli imboscati del portafoglio (Montl-Ouamleri : — E' l'unica cosa buona che ha detto oggi 1 — Ilarità, rumori, commenti)', ho. Stato si è fatto turlupinare nell'acquisto dei vini. Quando scoppiò la guerra il prezzo medio dèi vtao era di 30 lire por ettolitro. Lo Stato aveva, ed ha, bisogno di vino per l'esercito: dovevate requisire le quantità che occorrevano. Ora, lo pagate 80 o 90 lire. Questa è una ruberia. Perchè non avete requisito te quantltej necessario? Perchè avete dato tutto questo beneficio agli agricoltori? Tutto'pei loro e noi non dobbiamo insorgerai Questo è il nostro dovere verso un Governo come il vostro, Governo retrogrado. Governo di classai Per le esposte ragioni l'oratore non ba più fiducia nel Governo ed 6 convinto che in esso parò non abbia fiducia il paese. Si augura che 11 Ministero dia prova di sincerità e di ooerenza rinunciando a scindere la sua responsabilità collettiva da quella di un singolo ministro, e si augura che la Camera, da parte sua, si inspiri nel suo voto alla più assoluta sincerità (Parécchi deputati si congratulano coll'oratore. Fra essi l'on. Sacchi). La seduta termina alle ore 19,40.