Come fu trasformata una Scuola in un Ospedale

Come fu trasformata una Scuola in un Ospedale Come fu trasformata una Scuola in un Ospedale . Passavo, in un pomeriggio della prima-1 deA'Cva ;c :i-sa, quindo ancora le trombe-d'ai lol'armi non erano squillate per tutta Italia, | mdlnanzi al vasto edificio giallo-oro delle ilascuole Purini, in corso Ponte Mosca, 26, j revcrso le 16, jaentre gli scolari uscivano, vidane lezioni. Tutto il corso bàttuto dal sole era invaso da quella piccola folla trillante. Era una festa di voci gioconde, una musica di fresche risate. Entrai, per uno spirito di curiosità vagabonda, nel vestibolo, e di li diedi un'occhiata ai corridoi delle classi: ebbi l'impressione di una bellissima scuola ariosa, chiara, ridente, dove il sole amasse frugare tra i banchi e cercarvi, per le sue carezze, qualche testolina ricciuta. Mantenni di quella visita casuale, ad una scuola, in un pomeriggio di primar vera, .un ricordo inoancellublle di letizia, che si rinnovò nella mia memoria l'altro giorno, mentre mi avvicinavo un'altro volta allo stesso edificio, chiamatovi dal mio dovere di giornalista, per visitarvi un ospedale. E pensavo alla scossa che, por effetto di contrasto, avrei provato rientrandovi', al ponsò di malinconia che si sarebbe diffuso in me vedendo quelle aule gioconde trasformate in corsìe... Ebbène, sbagliavo. C'era forse più silenzio' dinanzi all'edifici», e meno profumi di primavera nell'aria ; ma la giornata eua tepida come non fosse d'inverno c la fac ciata splendeva al sole. E nell'Interno l'imr pressione' non mutò: luce gaia dovunque, nessun odore cattivo, nessun viso... da ospedale. Infermiere vestite di bianco, cosi eleganti malgrado la semplicità del costume, da, lasciar comprendere subito d'esser infermiere volontarie, passavano frusciando, col sorriso sulle labbra ; qualche medico, senza càmice e senza quel caratteristico broncio di circostanza, che assumouo di solito i chirurgi ospitalieri, si affaccendava per i corridoi ; qualche ufficiale, qualche soldato della sanità... e nient'ultro. Rumori pochi: soltanto, quando s'apriva qualche porta, veniva a ondate una musica sonora di piatti e di posute, ua allegro tintinnio di bicchieri. Ero in un ristorante o in un ospedale? Ma il capitano medico cav. Ernesto Sola, che mi faceva da guida, venne colle sue cortesi spiegazioni, a" togliermi dall'imbarazzo : —- Questo, che vede, ò l'ospedale militare succursale di riserva della Croce Verde, e questo tintinnio cne sento, significa che è l'ora del pasto pomeridiano... — Un'ora simpatica per visitare un oepedale I E il giro interessante incomincia. Le due grandi branche deU'edificio scolastico sono state adibite l'una al reparto chirurgia, l'altra al reparto medicina, i quali 6on in comunicazione fra loro per mezzo della farmacia connine. Tutto l'ospedale è diretto dal capitano Sola; capo-reparto della medicina ò il dott. Torretta ; oapo-reparto della chirurgia il dott Soresi, i quali sono coadiuvati dal capitano medico assimilato dott. Cuneo, dai tenenti assimilati Ubertis e Cembe di Terne*, dal sottotenente dott. Tomatis, che funziona da aiu tante maggiore. La farmacia è affidata al lenente Del Piano e al sottotenente Navarra; ramministrazione al tenente Vincenzo Colmato, che, per i suoi saggi sistemi di giusta economia, è soprannominato la « provvidenza dell'ospedale », ed è valorosamente coadiuvato da due soldati semplicissimi: l'ispettore bancario Musso e U contabile di banca Borello. Ecco un'ammioistrazione. nella quale sarà difficile trovare dei conti sbagliati. Nelle varie aule scolastiche, le quali — ad eccezione dei banchi scomparsi — hanno mantenuto il loro antico aspetto (qualcuna conserva le lavagne alle pareti, qualche altra la cattedra trasformata in crer denzino) eono suddivisi i 350 letti, di cui ci compone l'ospedale: 200 per la chirurgia, 1S0 per la medicina. Quando l'Ospe dolo, istituito per iniziativa della Croce Verde, di cui è presidente attivo l'avv. Gino Olivetti, fu inaugurato il 26 dello scorso agosto, i letti 'erano soltanto 150, destinati alla chirurgia per i feriti reduci dal fron te. La Croce Verde, che lo aveva fornito d'una modernissima camera d'operazioni e di tutti gli accessori, lo offerse alla Sor nità militare, la quale lo adibì al proprio servizio, e vi mise i suoi ufficiali medie' ed i suoi soldati. Di.non militari, nell'ospedale rimasero soltanto le dame della Croce Verde, che esercitano spontaneamente « con slancio voramente encomiabile la gravosa missione d'infermiere. Pip tardi Ir Sanità, per conto suo, portò il numero dei ■letti a 350, e le Croce Verde a sua volto aumentò il numero delle dacie. Un distaccamento della prima compagnia di sanità è pure addetto all'Ospedale, per i servizi di maggior fatica, per la guardia, lo pulizia agli uffici. Ma la cura dei feriti e ratrqstloba stubrinsosurecatrstdormtiimmnstrifCBtdladzsmccdòsCmnmcdvildsuzftimeosdrmdcrgrptitv|,Sdiuo•n''•^ degli ammalati è esclusivamente affidata al lo dame — signore e signorine della nostra migliore società — che hanno saputo diveulare infermiere modello, capaci di sopportaj re orari faticosissimi, abili a qualunque ser, vizio, persino all'assistenza dei chirurgi elu¬ ddstdL; e. o o i a i o e rautó le più gravi operazioni, Sono davvero esso gii angeli candidi del tranquillo Ospedale di corso Ponte Mosca, quelle che hanno la magìa nelle mani e una strana virtù nello sguardo per lenire i dolori e far tacere i lamenti. « Son le nostre buone amiche », mi dice un soldato che è a letto con una gamba fracassata... « Le nostre mainine », aggiunge un altro, mentre una dama gli aggiusta una fasciatura del braccio. E di classe in classe, cioè... di corsia in 'corsia, in ciascuna delle quali i letti non sono più di otto o nove, vedo su ogni volto, sia pure emaciato per lunghe sofferenze, una luce di rassegnazione contenuta e serena e i segni di quella soddisfazione morale che 6 un potente fattore per la resistenza al dolore fisico, e solo può ottenersi con un trattamento squisito. Si resnira in quegli stanzoni, che serbano ancora un vago odor di scuola, una tepida aria di famiglia... In ogni stanza, infatti, gli otto o nove ricoverati formano una famiglia per loro conto: mangiano insieme, giocano insieme la partita allo carte, soffrono insieme! E insieme imparano ad amaro d'un affetto grato e commosso la loro sorellina bianca, la dama buona e premurosa del loro reparto. Queste benemerite signore e signorine, che si alternano nei turni, sono circa una trentina, ed hanno per presidentesse la signorina Bocca e la signora Tibò. Attualmente funzionano da capo-repartio la sigvxoral Chiantore per la cliirurgia e la signorina Bocca per la medicina. i.e stesse dame hanno avuto un'altra ottima iniziativa: quella di cucire, rammendare, riordinare la biancheria di ogni malato, in modo che il soldato, quando abbandona l'Ospedale per recarsi in convalescenza, si trova il suo corredo rinnovato. Quanto al cibo, ho potuto constatare, assistendo ai pasti, come esso sia assolutamente scelto, abbondante e cucinato con cura meticolosa. Esso parte dalle ampie cucine impiantate da) Gonio militare»ed affidate allo Suore Francescane missionarie, ed ò portato a tutti i piani mediante appositi scafda-vivande ideati dal tenente Cosimato. Cosi i feriti ed i malati possono gustare le minestre e le pietanze calde, come se appena avessero abbandonato i fornelli. aMa la mia visita non si limita alle camere dei ricoverati : essa si prolunga anche ai locali adibiti ai bagni, ai laboratori di sartoria e di calzoleria, ai magazzini vestiario. Dovunque ho modo di ammirare il massimo ordino, e la perfetta regolarità del funzionamento. Sopratutto interessanti sono i laboratori per le riparazioni delle uniformi, posti sotto la dirotta sorveglianza dell'ufficiale di amministrazione. Gli effetti vestiario smessi dai soldati, che entrano nell'ospedale, vengono innanzi tutto in appositi sacchi portati alla disinfezione municipale ; quindi ritornano all'ospedale e passano alla revisione per le riparazioni occorrenti. Stabilito se siano o no ancora suscettibili di riparazione, gli effetti vendono mandati alla sartoria o alla calzoleria annessa all'ospedale, donde escono rimessi completamento a nuovo. Si comprendo facilmente quale economìa rappresenti ciò per l'erario, poiché ogni uniformo cosi riparata coi mezzi propri dell'ospedalo significa il risparmio di una uniforme nuova. Prima di lasciare l'ospedale, visito ancora la cappello, retta da un apposito cappellano, ove si celebrano regolarmente lut* te le funzioni ; gli uffici d'amministrazioie, ove in un diagramma ideato dal tenente Cosimato si può prender rapidamente visione di (pianto si consumi, mese per mee, e del movimento dei malati ; le sale icr le damo di truardia; e gli uffici di niagrlorità retti con molto tatto dal capitano |,Sola. Attualmente, su trecentociquanta letti disponibili,- ne sono occupati poco meno ii trecento, e fra coloro cho li occupano è un coro riconoscente di lodi agli ufficiali o alle dame, che con tanta abnegazione e •*on tanta buona volontà reggono le sorti !ell'osped;ile. Mentre sto por accomiatarmi! da un grupno gentile di damo, che mi hanno fornito 'e ultime informaziopi, una dolle mie inteiv 'ocutrici mi accompagna in una. corsìa e •ni indica un ricoverato. — Vede ouel giovane? — mi dice.— E' il ^ergente Cinguetti, che giorni sono, come ia pubblicato la Stampa, si è volontarianente assoggettato alla trasfusione del sangue per salvare la vita a un soldato, che ■ orsava in grave pericolo. Ho salutato il sergente ed ho ringraziato a dama di avermi fatto conoscere queluomo generoso. Cor. sgNCBdzldèDmr1vgsanelgccdtdlrsc

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