I particolari dell'attacco a Milano

I particolari dell'attacco a Milano I particolari dell'attacco a Milano La caccia dei nostri aviatori ai due aeroplani nemici (Per telefono alla STAMPA) MILANO, 14. Anche Milano ha pagato il suo tributo alla ferocia del nemico. I due areoplani austriaci, che starnane sono venuti a gettare bombe sulla nostra città, avevano nei loro tiri degli obbietivi prestabiliti, ma non hamio potuto compiere come volevano lo loro gesta. Una squadriglia del nostri valorosi aviatori ha dato per un'ora una caccia senza tregua ai velivoli nemici, riuscendo a metterli in fuga. L'allarme da Brescia • Verso le S.30. da un paese del Bresciano si telefonava che tre areoplani austriaci si dirigevano su Milano, Poco- prima delle 9 due dei velivoli nemici giungevano a grande altezza sulla nostra città, subito circondati e inseguiti da ima diecina di biplani italiani. La cittadinanzanon ò stata avvertita per tempo nò dai pompieri, nè dai vigili urbani, e di questo ritardo l'Ufficio comunale intende ricercare la causa. Cosi i primi scoppi ili bombe hanno trovato la popolazione assolutamente impreparata, ma non per questo si è avuto segno di sgomento. I milanesi sono rimasti tranquillamente in istrada, a guardare il cielo, dove intanto si svolgeva un vero combattimento. 1 due aeroplani austriaci., gettate le bombe, si innalzarono a notevole altezza, nè poterono più abbassare la quota perchè dai posti di osservazione si continuava a tirare incessantemente. Riusciva perciò difficile ai nemici, circondati da tutte le parti dai nostri, trovare una via di uscita. Finalmente poterono infilare- la via di Monza e scomparire. Molto probabilmente lo scopo dei nemici era quello di colpire gli stabilimenti militari, ma non riuscirono che a far poche vittime all'tafuori della inerme cittadinanza. Non è dato al momento dire esattamente i danni prodotti dall'esplosione ; ma vi dirò che essi non sono gravi. Una bomba ha toccato la sommità di un altissimo comignolo esplodendo ta aria e lasciando cadere una pioggia di pietre. La bocca del camino fu sbrecciata, ma il danno è lieve. Anche le altre bombe non ebbero per ciò che riguarda il materiale, conseguenze notevoli, se si eccettua la ecatombe dei vetri. Per un largo raggio intorno ai luoghi delle esplosioni che hanno prodotto nel terreno crateri di oltre due metri di diametro, i vetri degli stabilimenti e delle case sono andati in frantumi. Gli UCCISI Purtroppo sì debbono deplorare delle vittimo fra i passanti sorpresi dal lanciò delle bombe. Va vecchio giornalaio, che si trovava' nell'interno della sua edicola, costruita in lamiera, la quale venne investita dalle scheggio che hanno devastato il suo rifugio fu da queste colpito a morte. Lo stesso proiettile, cadendo ti breve distanza da un traiti, ha faitto due vittime fra i passanti ed ha gravemente danneggiato la piattaforma posterioro della vettura, dove si hanno a deplorare alcuni altri feriti. In mezzo ad una schiera di operai, che lavoravano in un capannone, una bomba ha ucciso un vecchio calderaio, certo Giuseppe Virtuani, la cui famiglia dimora in via Laghetto, e ne ha ferito alcuni altri : nessuno, però, gravemente. Poco distante, uri ragazzetto di quindici anni, non ancora identificato, ina cho abita in via Niccoli ili. è stato raggiunto da alcune scheggie, e dovette essere ricoverato alla vicina Guardia medica, seriamente ferito. Egli è stato colà raggiunto presto da altri feriti. Questa località fu forse la più provata, in quanto che, oltre ui tre morti, -vi furono parecchi feriti di cui moltissimi lievi. In altra località opposta diverse bombe hanno cagionato danni non considerevoli e alcune vittime, e cioè due morti, una donna, che si crede una portinaia, ed un ragazzo, che era sulla strada. Inoltre ha gravemente ferito il signor Vicini, procuratore. Altri due morti e tre feriti si ebbero a lamentare a qualche distanza, nella stessa zona. 1 feriti Ecco i nomi dei feriti, quasi tutti gravi, ricoverati all'Ospedale Maggiore: Arturo Della Savini, portinaio, dimorante in via Burlamacchi. N. 16; Cabrini Maria, dimorante nella stessa casa; Romeo Marchesi ed Emilio Marchesi, rispettivamente dì 17 e 13 anni, in via Padova; a ; Del Gatti, insieme con il figlio di anni, i; una bambina sconosciuta ancora, dell'apparente età di 13 anni; Carlo Corneggia, d'anni 57, ragioniere, di strada Chiaravalle; il ferroviere Romeo Ranzani, d'anni 57, tiw dimora in via Brembo; il.ragioniere Alcibiade" BassignanL di anni 38, abitante in corso Lodi, 22; il gasista Giovanni Poglienghi. d'anni 47. abitante in corso Conio, 8; Umberto Beltrami, ferrovière, d'anni 37, che abita a Porta, Romana; un bambino non riconosciuto, seriamente ferito; Adele Perego, d'anni 33, abitante sul piazzale de! Cimitero; (Cina D'Adda e Angela Farina, di 17 e di 1C anni rispettivamente, abitanti in via Burlamacchi. .Sono pure stali portati all'Ospedale il facchino Luigi Pezzoni, di anni 30. abitante in Viale Romana, 50; Ernesto Voltolini', quest'ultimo lievemente colpito; Luigi Somaschini, che dimora in via Burlamacchi, 16. Alla Guardia medica di via Paolo Sarpi sor.o stati trasportati uccisi: Adele Beretta, che abitava in via Borsieri, 50 ed uno sconosciuto di circa 50 anni, che si ritiene un operaio carradore. Purtroppo un'altra vittima si dovrà deplorare, poiché fra i feriti quivi accolti ve no è uno agonizzante. All'Ospedale Maggiore un giovane, dell'apparente età di venti anni, è spirato e non è ancora stato riconosciuto. Come dissi si debbono lamentare fra gli uccisi: il calderaio Giuseppe Virtuani, raccolto nel rione di Porta Volta e le due vittime dello scoppio di Porta Romana, una donna ed un giovanetto che riteniamo sia quello stesso spirato all'ospedale. M Monumentale, oltre al Virtuani, erano stato trasportate le salme di Giovanni Saitta, dt anni 04, raccolto nei pressi del cimitero; Colombo Enrico, di anni 33, rimasto ucciso fuori Porta Romana. Inoltre è stato trasportato il cadavere di un giovane di venti anni, ancora sconosciuto. Le condizioni di parecchi altri di. questi feriti e particolarmente di un uomo anziano, del quale ancora non si sa 11 nomo o che è moribondo all'ospedale, destano apprensioni, per-cui si teme che la lista dolorosa si allungherà. I feriti medicati alle Guardie mediche furono una cinquantina e quelli portati all'Ospedale una ventina. II sindaco avv. Caldara, gli onorevoli De Capitani e Treves, l'assessore Veratti e il comandante dei pompieri hanno iniziato la visita ai luoghi colpiti. Un grave ritardo nelle segnalazioni Alle 8,30 la Divisione militare avvertiva l'ufficio telefonico di segnalare l'arrivo di areoplani allo autorità cittadine, a cui l'informazione andava data, ma alle 9, nò la Questura nò la Prefettura, nè i pompieri erano ancora stati avvertiti dall'ufficio teletonico. In seguito a ciò il Prefetto ha incaricato il direttore compartimentale dei telefoni di fare una inchiesta sulle cause di questo incredibile ritardo. Anche i giornali cittadini rilevano questo ritardo nell'allarme dato alla cittadinanza. Un. giornale scrive: « Alle 8,30 narrano, giungeva avviso da un paese del bresciano che 3 aeroplani austriaci si dirigevano su Milano. Subito venivano date disposizioni e da Taliedo si levavano vari aeroplani italiani per tentare la caccia ai velivoli nemici, dio avevano la l'orma di Amàtut modificata sul tipo Taube e portavano sotto lo ali una gran croco nera. .Solo duo arrivarono su Milano pochi minuti prima delle 9. La città fu avvertita del fatto solo dal nutrito fuoco delle batterie antiaeree appostate in vari punti. Le segnalazioni sono completamente mancate: e anche dove giunsero furono tardive e insufficienti. Di questa tardività e insufficienza si dovranno ricercare le'eauoe. Fatio si è che la citta non ebbe affatto la sensazione del pericolo che le sovrastava; molta gente affollava le strade, i balconi e le terrazze credendo di assistere ad un esiverimento improvvisato. Cosi si osservava con curiosità l'inseguir mento degli aeroplani nemici da parte dei nostri o le nuvolette di no in cielo i colpi dello artiglierie antiaeree. I due velivoli nemici si divisero prendendo poi duo opposte direzioni, avendo evidentemente obhietiivi prestabiliti. Uno cercò di portarsi su qualche stazione, ma i nostri aeroplani glielo impedirono, costringendolo a tenersi in alto. Gli aeroplani austriaci girarono a lungo sulla città — oltre mezz'ora — : evidemtaraeute essi cercavano una via libera per allontanarsi, giacché, pur continuando a volare, non getta¬ fumo che"lasciava-■ ndo più esplosivi. Finalmente poterono allont'tnarsi in direziono di Monza. Diciamo subito che se l'incursione ebbe lo scopo di colpire degli stabilimenti militari essa non raggiunse il suo fine in quanto non è riuscita a creare danni e vittimo che fra privati cittadini ed audio a, Milano in un ospedale della Croce Rossa ». . Il giornale. La Sera a sua volta scrive: - " « Alle 8,30 il Comando della Divisione Militare avvertiva l'Ufficio telefonico di segnalare alle autorità l'arrivo di aeroplani. Alle 9 (mezz'ora dopo), nò Prefettura, nè Questura, riè Municipio, nè Coniando dei -pompieri aveva avuto dall'Ufficio telefonico il menomo avviso ! E' una cosa enorme e bene fece il prefetto ad ordinare un'inchiesta su codesto inqualificabile rilardo. Negligenza? O peggio? Comunque sia, speriamo che si saprà scoprire e colpirò s-.niza misericordia! Lo segnalazioni furono insufficienti, tardive; ed esse, ben prima che dalle cornette o da altro, furono date dagli aeroplani dio erano giunti sopra il centro della città. Se le segnalazioni fossero state, quali avrebbero dovuto essere. le vittime sarebbero cosi numerose? Anche di simile delittuosa negligenza qualche colpevole ci ha pur da essere; e si devo scoprirlo e punirlo senza misericordia. Ancora! Oggi era proprio, per certe cause, la giornata, più favorevole alle impreso dej stearivoU austriaci. Di tale stato di cose qualcuno fu avvertito? E' coinè? E da chi? E qui facciamo punto, sperando che le risposte ci vengano date coi- fatti ». La battaglia nel lìmpido cielo La mattinata era magnifica, il tempo patov-i primaverile, cosicché quando si udirono improvvisamente le prime detonazioni, come sempre avviene hi simili circostanze, la popò lazione presa dalla più viva curiosità, si affollò per le vip. guardando in alto, formando dei crocchi e. comunicandosi rumorosamente le impressioni. Al primo allarme venne tolta l'energia elettrica, cosicché rimase completamento sospeso il servizio tramviario. Sulla battaglia aerea 1 giornali dd pomeriggio recano questi particolari: a La caccia da narte dei nostri aviatori era incominciata con una vera battaglia aerea. I colpi dd nostri cannoni, il fragore degli « sriiapnells », che scoppiavano in ultp. lasciando nuvolette bianchissime, illuminate dal -sole, si seguivano senza interruzione. Gli aeroDlaui nemici, dopo aver lanciato parecchie bombo, si diedero alla fuga, scomparendo nel lontano orizzonte, inseguiti sempre dai nostri, mentre altri aviatori italiani sopraggiungevano e s'aggiravano sulla città, come a guardarla da nuovo possibili incursioni ». Per ciò che riguarda le vittime umane si hanno ancora questi altri particolari: ,< Nel Quartiere di Porta Romana, lo bombe lanciato dai nomici, lesionarono lievemente alcuni fabbricati e infransero i vetri delle scuoio, in una, piccola fabbrica di biciclette una bomba lece tre vittime. Un ragazzino delle scuole comu¬ La Gazzetta dello Sport rilevava recentemente come la posizione degli Imperi centrali per quanto riguarda la vulnerabilità per via aerea dei loro due centri maggiori Berline o : Vienna, e una posizione privilegiata In con fronte a quella di taluno grandi citta degli Stati alleati. Infatti, mentre Parigi si trova oggi a poco più di 100 Km. (distanze tutte indicate in »ia approssimativa ed in linea retta) dal fronto di occupazione attuale verso il Belgio, Berlino si tova a 650 chilometri dal confine occidentale, come è modificato per la occupazione del Belgio. Mentre Londra trovasi a mano di 200 Km. dalla ooste belgho occupa*»,dalla Germania, nali, ferito sembro, non molto gravemente, fu trasportato alla propria abitazione dai parenti. In altro punto del quartiero di Porta Romana si ebbero duo morti. Cosicché cinque sono le vittimo in questo quartiere, dove il fragore del bombardamento fu addirittura infernale, e dove, malgrado dò, la popolaziono mantenne come in ogni luogo, una calma esemplare. Bombe furono puro gettate nei quartieri di Poita Nuova e Porta Volta, dovo si ebbero tre morti e qualche ferito. A Porta Volta rimase colpito il cornicione del camino di uno stabilimento .privato producendo un danno 1nsignificante. Invece un'altra bomba, nello stesso quartiere, ha ucciso tra' povero vecchio, certo Giuseppe- Virtuali, di anni 60, cho abitava in via Laghetto e si trovava a Porta Volta, per i suoi lavori. Oltre al morto si ebbero a lamentare otto feriti, di cui tre piuttosto gravi. Una bomba è caduta a tre o quattro metri producendo nel suolo ima cavità profonda circa un metro e larga sei. Nelle vicinanze un'altra bomba caduta proprio suirincffJcio di due linee iramviarie, asportava un tratto del binarlo assassinando un ragazzo di 14 anni, abitante in via Niceolini e ferendo alcuni passanti. Un nuovo allarme nel pomeriggio Nel pomeriggio, verso le ore 15, i pompieri ed i vigili urbani hanno percorso la città avvertendo che erano stati segnalati due aeroplani nemici. La circolazions dei tram è stata subito sospesa ed i negozi si sono chiusi. Soltanto verso le 15,30 si è potuto riattivare il traffico dello carrozze elettriche e dei veicoli, che era completamente paralizzato. Con molta prontezza gli apparecchi delle squadriglie militari si levarono in perlustrazione. Durante tutto il pomeriggio una vera folla di persone si recò sui campi delie prodezze austriache, a constatare 1 danni, a rimpiangere le vittime. Ti sindaco avv. Emilio- Caldara alle oro lì si recò all'ospedale a visitare! feriti. Alle ore 10 vi si recò puro il prefetto marchese Cassis, che fu accompagnato da! prof. Ronzani, direttore dell'ospedale, ed ebbe per tutti 1 colpiti parole di coni'orto.Un manifesto del Sindaco Nel pomeriggio a Palazzo Marino si è riunita d'urgenza la Giunta municipale, che ha deliberato di far affiggere questa sera in città il seguente manifesto, dopo avere stabilito che alle vittime vengano rese solenni onoranze funebri ,n spese dell'Amministrazione comunale: « Cittadini! .i Milano nostra aggiunge oggi il suo nome e il suo sangue alla storia della brutalità guerresca cho ha attentalo alla civiltà latina qui dove ferve la vita meravigliosa delle industrie, come a" Venezia ed a Ravenna, dove monumenti insigni attestano la gloria del passato. Esecriamo i carnefici ; onoriamo le vittime del nuovo delitto. Con la calma serena dei forti accingiamoci tutti a riparare, in una nobile manifestazione di solidarietà umana, le piaghe sanguinose inflitto dalla umana malvagità. La nostra Amministrazione comunale prowederà alle onoranze ai morti, al soccorso dei feriti ed allo famiglie colpite dalla sciagura. Siatele vicini, voi tutti,, siati più che mai fratelli, quanti dolorato, imprecate, sperate. Contro questa fraternità di sentimento e di opere si infrangerà inesorabilmente ogni attentato della barbarlo. « F.to: Il sindaco avv. Caldara ». SI sono riuniti il commissario civile, il generale comandante la Divisione, il sindaco,, il questore, alcuni ufficiali, e. funzionari incaricati dell'applicazione delle norme di difesa contro gli aeroplani. Si è convenuto che, fermi restando gli attuali avvisi di segnalazione alla cittadinanza, in caso di arrivo di aeroplani nemici, mediante il suono di cornette. l'Autorità militare dia pure tali avvisi mediante colpi di connone sparati da diversi luoghi della città. La popolazione sarà cosi maggio-monte avvertirà dell'approssimarsi del pericolo e potrà ritirarsi nei pianterreni o nelle cantine. Un segnale buonissimo potrebbe essere il suono delle campane, ma l'Autorità non può adottarlo per la difficoltà di avere sempre pronti i campanari ad ogni bisogno. Un giornale cittadino del pomeriggio chiude la sua cronaca odierna con questo breve commento : « Così Milano ha avuto il suo battesimo di fuoco e di sangue, come Parigi, come Londra, come Venezia, come tutte le città di gloria, di bellezza e di lavoro, contro le quali si accanisce con particolare ostinazione la rabbia nemica. Dopo sessantotto anni, le bombe austriache sono ricadute sulla nostra città. « L'attentato d'oggi non farà che stringere vieppiù la concordia cittadina, che animarci vieppiù- a perseverare netto lotta fino alla vittoria. Riprendiamo tranquillamente il nostro lavoro : « Tiremm innanzi ». Berlino ò a quasi 800 Km. dalie più prossima costo inglesi. Mentre alcuni centri importanti d'Italia trovansi a distanze relative dal confine austriaco (Milano a meno di 150 Km dal confine verso il Trentino). Vienna è a circa 300 Km. dal confine orientale con l'Italia (a 350 Km. da Udine),.e Budapest è a quasi r.oo chilometri da questo. Le distanze indicate vanno considerate in realta come maggiori (pei- circa un terzo e più) sìa per la necessita d^lla scelta di percorso, aia par lo deviazioni, sia ancora per la opportunità di seguirà diverse rotta nei nagittó di andata e ritorno. I morti Risulterebbe che la squadriglia aviatoria.' che stamane varcò il confine al di sopra del-' l'Adamello, era composta di 12 apparecchi'! la maggior parto dei quali non osò peraltro1 avventurarsi nella pianura lombarda! Alcuni: limitarono il raid al Bergamasco o al Bresciano e duo soli, cioè un Albatros e un Taube,\ si spinsero su Milano, ove, affrontati da varili nostri aeroplani, poterono sfuggirò àll'àccer/l chiamento, grazie alla loro velocità. i Il numero dei morti è salito a 13 e si tema che abbia a crescere a 15, viste le condizióni] gravassimo di alcuni feriti. I funerali segui-1 ranno probabilmente mercoledì. Ecco la lista' del morti : j D'Adda Domenico, Tuppini Giacomo, PizzH goni Emilio. Maccabruni Siro, Colombo En-i rico, Virtuani Giuseppe, Bassi (non meglio; identificato), Beretta. Adele, il ragazzino Vitali] e altri quattro non ancora identificati. ,j L'Amministrazione comunale ha deliberato»] in via di esperimento di diminuirò la inten-' sita della luce elettrica pubblica e eli ridurrai! l'orario. Cosi stasera furono illuminata soM tanto lo principali vie sino alle 23. Bombe e vittime anche a Greco, Turro e Monza Gli aviatori austriaci hanno gettato alcuna bombe anche su Greco e Turro Milanese, fe» rendo tre perrone, lesionando HcVemerate delle case, facendo una vera strage di vetri, e uc cldendo un cavallo e un asinelio. Alle 9 uno degli aeroplani austriaci a grand»; altezza apparve anche su Monza, e pochi 'i/di'. nuti dopo si avverti li primo scoppio di bom-' ttS: A due o tre minuti di distanza i colpi si) ripeterono. Purtroppo anche in questa città" si debbono deplorare un morto e alcuni feriti.; fi morto è certo Villa Giuseppe, calzolaio, 'dU anni 32, che fu colpito mentre dal cortile dellafi sua abitazione assisteva alle evoluzioni delj velivolo nemico. I feriti sono: Maria Sala, di' anni G5, e suo figlio Giuseppe ; Emilia basso e Margherita Riva. Le case danneggiale furono due, di proprietà] l'una del signor Ambrogio Radice, e un'altra' nelle vicinanze del Rondò. La popolazione si è mantenuta calma. ,.JtAND fW