"La Svizzera profondamente turbata,,

"La Svizzera profondamente turbata,, "La Svizzera profondamente turbata,, L'affareecoonneorec—ttaccaonsgoeerae — Contro il regime militare — Un vibrato articolo di Bonard (Servizio speciale della Stampa). Lugano, 8, notte. o a Una breve informazione da Londra ai giornali francesi diceva ieri che il colonnello svizzero Obrecht, commissario in capo dell'esercito svizzero, incaricato delle operazioni di rivettovagliamento della Confederazione elvetica, sarebbe stato arrestato sotto l'accusa di avere compiuto del contrabbando, e cioè per avere rivenduto alla Germania mercanzie comprate per la Svizzera, Successivi telegrammi al «Temps» ed al «Journal» miravano a confermare questa informazione che un comunicato ufficiale dell'Agenzia telegrafica svizzera dichiara oggi falsa. Ecco, secondo quanto si può leggere sui giornali svizzeri, in quali termini si presenterebbe in realtà la .nuova questione. Agendo nei limiti delle sue competenze, il colonnello Obrecht, capo dei servizi di rivettovagliamento dell'esercito, nel febbraio del 1915 avrebbe comprato a Ginevra ed a Marsiglia cinquecento o seicento vagoni di riso per conto del signor Bichsel, commerciante a Langhenthal (Cantone di Basilea). Compiendo questa operazione, il colonnello aveva agito per procurare un beneficio alla Confederazione che aveva il monopolio dell'acquisto del riso. Il signor Bichsel avrebbe successivamente chiesto alle autorità politiche l'autorizzazione di rivendere questo riso in Germania, ma il dipartimento politico rifiutò il permesso ed il commissariato militare riprese possesso allora delle derrate vendute. Il Consiglio Federale svizzero ha esaminato nella seduta di sabato questo nuovo caso ed ha senz'altro riconosciuto che l'integrità personale del colonnello Obrecht (che nella vita civile è un ricco industriale) era fuori causa, ma ha pure riconosciuto il carattere deplorevole (regrettable) dell'operazione intrapresa dal Commissariato. Il Consiglio Federale ha pure deciso di fare controllare tutte le operazioni commerciali fatte dal commissariato militare da periti che saranno espressamente incaricati dal dipartimento delle finanze. Tutti i giornali svizzeri continuano intanto a pubblicare quotidianamente artigli, commenti, ordini del giorno sulla criica situazione interna. Il Consiglio Federale va poco a poco riprendendo tutti i poteri che aveva affidato nelle mani delle autorità militari ed ha anche assicurato che, ippena sarà pronunziata la sentenza contro i due colonnelli Egli e De Wattenswyl, onvocherà le Camere. « Il periodo che noi attraversiamo e che deve ora finire — scrive oggi il «Journal de Genève » — ognuno lo riconosce, è. caraterizzato dal fatto che l'autorità niilitare la diciotto mesi interviene in tutti i j|omini dello Stato. Se un deputato domandava alla Camera la modificazione di un orario ferroviario il Consigliere federale capo del dipartimento eletto dal Parlamento, che rappresenta il popolo sovrano, rispondeva che le ferrovie dipendevano dalle autorità militari; se una critica si elevava contro il Commissariato ci si rispondeva che non si poteva fare nulla perchè il Commissariato dipendeva dal generale ed un panettiere che non si conformava perfettamente alle prescrizioni del Governo era tradotto innanzi al tribunale militare». 11 giornale conclude con queste parole ammonitrici : « Oggi come ieri come domani, non si deve dimenticare mai che il po polo è sovrano. Ha tra le sue mani tutte le irmi necessarie per far prevalere la sua .olontà. Ecco perchè non si dovrebbe pensare un solo istante ad usare altri mezzi ■he non fossero i mezzi costituzionali ». Molto interessante è pure un articolo che pubblica l'ultimo numero della « Semaine Litteraire » sotto il titolo : « Un tesoro compromesso ». L'articolo è dovuto ad Alberto Bonnard, il più noto e citato scrittore politico che abbia attualmente la Svizzera francese. Per comprendere l'importanza dell'articolo non bisogna dimenticare che quasi mai capita in Svizzera che si facciano attacchi contro il Consiglio Federale, che gode sempre nel paese di una fiducia illimitata, dato anche il controllo a cui è perennemente- sottoposto in tempo di pace dai rappresentanti del popolo. « Nella crini europea — scrive Albert Bonnard — lu Svizzera doveva restare neutrale. Era la sua tradizione, il suo dovere internazionali'.; era più ancora una necessità organica d'ordine interiore- Chiunque ha seguito do. qualche anno i giornali svizzeri era già dapprima certo che i voti sulla vittoria sarebbero stati divergenti. Di più in più, i grandi organi della Svizzera tedesca erano ipnotizzati dalla potenza del « Deutschtum ». Quando la « Neue Zuereher Zeitung» approvava le misure di germanizzazione forzata prese contro le Provincie polacche, essa si mostrava già decisa a mettersi a lato del germanesimo, anche nelle operazioni- le più con**«*te allo spi¬r a à l i o e e e a i e e o a a e , a è e t e e a ù l a e rito della libertà che prevale nelle nostre istituzioni: Nessuno poteva farsi illusione. Tuttavia, bisogna dire che ogni attesa fu •superata quando si vide questa istintiva solidarietà di razza pesare più ancora che il diritto dei neutri, la cui causa era identica alla nostra, quando il martirio del Belgio non- ha spostato le simpatie della Svizzera tedesca». L'articolista continua dicendo che gli pa re cho il Consiglio federale non ha sempre compreso il suo compito e che sopratutto non ha avuto la forza d'imporsi a tutti gli agenti dello Stato, si che i suoi atti non hanno sempre corrisposto ul suo program aia. E prosegue: « Per molti la scelta del generale Ville a capo supremo delle forze svizzere fu una doccia gelata, I suoi rapporti di famiglia non lo raccomandavano a tale carica, quando bisognava dare a tutti la certezza che, anche di fronte alla Germania, la neutralità sarebbe stata strettamente mantenuta! Il Consiglio Federale lo ha imposto con tro un passo unanime dei deputati della Svizzera occidentale e contro un primo voto dei due gruppi i più importanti della Camera. I nostri cantoni hanno represso la loro prima impressione. La nostra stampa intera ha reagito contro il sentimento, contro i pregiudizi del pubblico. Noi abbiamo avuto fiducia nel generale. Ora dobbiamo noi forse ricordare i famosi ordini del giorno letti alla truppa, quello per esempio che alla vigilia della battaglia della Marna, celebrava les victoires sam exemple delle truppe tedesche, le fucilate di; atte contro la stazione francese di Delle, il rigore estremo della rapida Nota immediatamente comunicata alla stampa quando un aviatore inglese dirigendosi a Friederichshafen volò per errore qualche centinaio di metri sopra la nostra frontiera, mentre che nessun comunicato sullo stesso stile fu reso pubblico quando più tardi parecchi aviatori tedeschi volarono sul nostro cielo neutro e vennero persino a gettare delle bombe su le Chaux de Fondes, ove tre persone furono ferite?». Dopo avere ricordato numerosi piccoli altri fatti rivelatori di una tesdenza e di un sistema, Albert Bonnard viene ad esaminare il caso dei colonnelli ed oltre alh cose già note fa questa constatazione: « L'otto dicembre una memoria completa del principale testimone' dell'affare è rimoasa al capo del dipartimento politico ed immediatamente trasmessa al generale che solo possedeva le competenze necessarie per agire rapidamente. 11 ventitré dicembre il colonnello Egli era chiamato al comando della fortezza di Hauensten, che sbarra ai tedeschi il cammino da Basilea a Berna ed il comando di una brigata della seconda divisione era promesso al colonnello De Wattenswyl. Solo quando la voce pubblica si è scatenata, quando una delegazione di coraggiosi cittadini è andata il tredici gennaio a scongiurare il presidente della Confederazione di dare al popolo svizzero una soddisfazione divenuta necessaria, il Consiglio federale ed il generale si sono decisi infine nd aprire un'inchiesta! 1 due colonnelli sono stati avvertiti il nove dicembre della tempesta che stava per scoppiare. Furono messi agli arresti solo il lunedi sera 24 gennaio. In un affare di questo genere 46 giorni sono stati lasciati loro per far sparire senza premura tutti i documenti che potevano comprometterli ed organizzare la loro difesa d'accordo coi loro amici svizzeri e stranieri ». Albert Bonnard conclude dicendo che la fiducia -insoluta anche nel Consiglio federale è scossa : « Un'onda dall'imo solleva il popolo. Essa, non .s'arresta alla Sarine. Sorpassa questo fiume cho non separa che due idiomi. Lu coscienza dei nostri confederati nordici dà in tedesco lo stesso verdetto che s'impo ne ai nostri cantoni della Svizzera francese. I disordini di Losanna, non furono che un sintomo avvertitore. E' certo che il nostro paese è profondamente turbato e che le settimane prossime possono essere cri fiche all'interno... ». Questo, l'articolo del noto scrittore svizzero. Complessivamente, nella Svizzera francese, pur continuando a .mantenersi fiduciosa, malgrado qualche critica più o meno aspra dell'opera del Consiglio fede role, si continua ad essere inflessinili verso il comande dell'esercito nlla etti testa sono il generale Ville ed il colonnello Sprecher. Le cronache dicono,r non so con quale fondamento, che il primo è simpatizzante per i tedeschi, il secondo per gli austriaci. Secondo le voci che corrono, e che vi comu nico con riserva, non è improbabile che il generale Ville abbandoni prima della fine di questa crisi il suo posto. pragphcptppvrtcadpfaarnihaSdpddopt