REATI E PENE

REATI E PENE REATI E PENE D'aula la aula e o (rrfbunate Penale . Tribunale Militare). La calunnia - Ladri e ladre - Rifiuto d'obbedienza, insubordinazione e diserzione. (L'eperaio Giovanni Zucca nel mattino del'B luglio scorso era uscito di casa per recarsi al lavoro. Quando giunse sotto i portici del Caffè Ligure ebbe la disgrazia d'incontrare il muratore Emilio Stuardi, un mattoide, che par giunta in quel giorno aveva bevuto molto più del necessario. Giovanni Zucca, che non conosceva affatto lo Stuardi, non fu poco meravigliato ai vederselo comparire innanzi, arrogante e minaccioso, per chiedergli la restituzione del suo portafoglio contenente 150 lire. Tra I due uomini si accese un violento diverbio; accorse la guardia municipale Emilio Armandi, in quale, saputo il fatto, accompagnò i rissanti in Questura. Al funzionario di Pubblica Sicurezza che li interrogò lo Stuardi ripetè la denuncia contro 11 malcapitato operato, aggiungendo che il portafoglio gli era stato da questi sottratto con destrezza mentre entrambi si trovavano in un caffè vicino. L'ubbriaco fu creduto e il Zucca venne condoto in carcere, ove rimase per otto giorni, durante 1 quali l'istruttoria mise In lucè la verità, che cioè lo Stuardi era stato un calunniatore e quindi la storia del caffè e del borseggio doveva ritenersi una brutta Invenzione. Sotto questa accusa si presentò ieri al giudizio del Tribunale, che lo condannò a tre mesi di reclusione e ad un anno di interdizione dai pubblici uffici. Difensore: avv- Camoletto. Alla stessa sezione quinta fu condannato a cinque mesi di reclusióne l'imballatore Giovanni Oberto. il quale, essendosi recato nell'agosto scorso a casa di certa Felicita Pasquerio. In via Priocca, 4. per ritira.!* della forniture militari commissionate dalla Ditta Colombo, era riuscito a mettersi in tasca un orologio d'argento del valore di 25 lire. L'Oberto negò il lotto, ma le prove della sua colpevolezza parvero sufficienti al Tribunale per pronunciare la di lui condanna, che gli sari perdonata se per cinque anni terrà buona condotta. Difensore; aw. Camoletto. Nei giorno di Natale del 1912 la signora Terrosa Gakto aveva avuto la visita della sua coinqulllna Angela Mancini; costei, tutta piangente, era venuta a supplicarla di prestarle 50 lire, somma che le occorreva, per spignorare alcuni preziosi oggetti, i quali altrimenti sarebbero andati irrimediabilmente perduti. Nel successivo mese di gennaio, con un altro abile strattagemma, la Mancini riusciva a farsi consegnare a prestito altre'1500 lire; nel giugno dello stesso anno 1913, dicendo che il marito era in procinto di rilevare un ufficio di assicurazioni, riusciva l'astuta donna a carpire altre mille lire alla signora Gaido Passò qualche tempo e gli affari deSla Man Cini andavano sempre di male in peggio. Una ultima volta costei, accompagnata dal marito Secondino Robatto, si presentava a casa della Gaido e dopo aver narrato una lunga 6torla dt certa merce che giaceva in staziono in attesa di c.-incolo. i due coniugi la costringevano a versar loro altre mille lire mihacctsuidola. in caso diverso, di non restituire più nulla. La signn<"> Gaido delle .4000 lire non ne ebbe in restituzione che 50 e furono Inutili le querimonie e le sue replicate ingiunzioni. Essa finì per denunciare la cosa all'Autorità giudiziaria che imbastì un processo per truffa. I coniugi Robatto venneai condannati a mesi II e giorni 20 di reclusione e a 350 lire di Presidente: cav. Alibertt; P. M.: aw. Bruno; Difesa: avv. Scassa; cariceli.: Pìnardi- Allo, sesta Sezione un solo processo degno di nota. Dal marzo 1914 al febbraio dell'anno scorso erano venuti a mancare nell'agenzia di certo Evaristo Vezaani, In via Bonafous, 1, numerosi oggetti pignorati, senza che si fossero potuti rintracciare i ladri. Si trattava di effetti dt ve; stlario, di biancheria, di stoffe ed invano ì proprietarii, scaduta la polizza, ne vivevano richiesta la restituzione al titolare dell'Agenzia. Le indagini furono lunghe e Analmente dettero un risultato veramente inatteso. I ladri erano di casa: la moglie, la figlia Maria e la suocera Clara Broccardo. La moglie è morta e In suo confronto fu dichiarata estinta l'azione penale; la figlia e la suocera si presentarono Ieri davanti al Tribunale, ove vennero condannate: la prima a 2 mesi e 10 giorni di reclusione, la seconda a 4 mesi e 20 -giorni, col benefìcio del condono e della non Inscrizione della sentenza sul cartellino penale. Presidente: cav. Delprato ; P. M.: aw. Barberis ; Difensore : avv. Bollati ; Cancelliere : De Caroli. •*# Rifiuto d'obbedienza, insubordinazione con insulti e minacele verso un sergente per causa di servizio, e diserzione: sono i tre capi di imputazione elevati contro il soldato Piero Gnocchi del 22.o reggimento cavalleria « Catania ■>. il 26 giugno dell'anno scorso 11 Gnocchi si trovava in quartiere coricato sopra una branda: gli fu ordinato dal sergente Germanico Russo di alzarsi e di recarsi- alla prigione ove avrebbe dovuto scontare una punizione inflittagli dal maresciallo. Non solo il Gnocchi disubbidì ; ma rivoltosi al suo superiore gli lanciava ingiuriose parole minacciando quanti avessero avuto l'ardire di avvicinarsi a lui. Solo più tardi U soldato si arrendeva all'Hilldiale di picchetto". Il Gnocchi non ha dei buoni precedenti : già fin dal maggio si ora assentato arbitrariamente dal reggimento per il periodo di sette giorni, senza dar notizie di sò: piti che altro ..egli parve però al Tribunale uno squilibrato; per cui i giudici, davanti 'ai quali comparve ieri, credettero di potergli concedere la diminuente della semi-infermità mentale. Lo pena alla quale venne condannato fu cosi ridotta ad un anno di reclusione militare, che dovrà scontare finita la guerra. Difensore avv. P. A. Omodei. Presiedeva il colonnello cav. stanzanl. Fungeva da avvocato fiscale il prof. Manzini ; Segretario estensore avv. Masci. Barona arrestato per truffa Roma, 8, sera. Ieri è stato arrestato, mentre usciva da un albergo, il barone Giovanni Compagno, siciliano, persona assai conosciuta negli ambientdi giuoco, essendo tenitore di bische ed essendosi più volte trovato In sorprese della Polizia. L'arresto, per imputazione di truffaè stato operato su mandato di cattura degiudice istruttore di Napoli, e Sì riferisce a una breve permanenza che recentemente iCompagno aveva fatto in quella città. In tasca all'arrestato è stato trovato anche un falso cheque per una somma di L- 430 che il Compagno aveva girato a favore di un proprietario d'albergo di Roma per compenso di alloggio • vitto- a e a i i ; i i ; ì i a a o i , n i o a e e i i . à i r , e a n l o e Tre processi al Tribunale Militare di Alessandria Alessandria, 8, Lorda Giacomo, della classe 1883, nativo di Montemale, soldato di fanteria, è accusato di diserzione perchè mandato al suo paese natio In licenza, allo scadere di questa non rientrava al proprio reggimento, appropriandosi della somma di L. 15 avute dall'Amministrazione del reggimento e degli effetti di corredo, di cui era vestito. Il Tribunale- con sua sentenza dichiarava non farsi luogo a procedimento penale per estinzione dell'azione essendo i reati di diserzione ed alienazione amnistiati ed U reato di appropriazione indebita prescritto. Marciello Giuseppe, della classe 1892, da Bar* letta, soldato nel Lo reggimento artiglieria! pesante campale in Casale, è imputato di abbandono di posto in temilo di guerra per aver nel giorno 22 novembre sborso. In quella città, lasciato il suo servizio di guardia alle scuderie; Inoltre, accusato di rifiuto d'obbedienza al canora! maggiore Boccia, che gli Ingiungeva di riprendere il suo posto. Il Tribunale emetteva sentenza con cui dichiarava non tafsi'luogo a procedere in ordine ai reati di abbandono di posto e di rifiuto d'obbedienza, perchè non sussistenti ; pel reato di insubordinazione condannava il Marciello alla pena delta reclusione per .anni due e contemporaneamente ordinava la sospensione della sentenza ai sensi del Decreto luogotenenziale e conseguentemente la immediata scarcerazione del Marciello, purché-nou sia detenuto per al» tre cause. De Stefani Alessandro, della classe 1888, «la Torino, e Belletti Adolfo, pure della classe" 1886, da S. Andrea (Novara), entrambi soldati nel 37.o reggimento fanteria, detenuti dal SI dicembre u. s., sono imputati di rifiuto d'obbedienzn verso caporale maggiore, aggravato perchè commesso in tempo di guerra ; Inoltre di Insubordinazione con insulti, minacele e vie di fatto verso superiore. Il Tribunale condannava il De Stefani alla pena della reclusione militare per anni 5 ; iJ Bellotti a 3 anni della stessa pena, oltre aille spese processuale Presidente: colonnello Baucia; P. M.: capitano on. VinaJ. \M?\ in on deposito di esplodenti II gnardiano aggredito o minacciato Milano, 8, sera. Il colmo di audacia dei ladri: minacciare a mano armata il guardiano dj una polveriera, entrare nelle stanze colme di esplosivi, caricarsi di quanto 6 asportabile ed allontanarsi indisturbati. La scena brigantesca è avvenuta di giorno, alle porte di Milano, a Vernasca di Musocco, dove è il deposito di polveri della Società italiana prodotti esplodenti. Il povero guardiano, Giovanni Riboni, che dì ben altro poteva essere Incaricato, meno di fare il guardiano dì una polveriera, avvertiti dei rumori sospetti, è uscito e si è trovato di fronte a tre o quattro malviventi. II Riboni ha .spianato contro di loro la rivoltella, ma l'arma non ha voluto funzionare: era arruginita e la mano che la impugnava tremava. Fatto sta che ì briganti hanno ridotto all'impotenza il Riboni, affidandolo alla custodia di uno di essi mentre gli altri si davano a,_frugare nella polveriera. La visita è durata oltre un'ora e si è svolta alla presenza del Ribonl, il quale deve aver sofferto le pene dell'inferno. Se la polveriera fosse saltata In aria, avrebbe punito t colpevoli, è vero, ma avrebbe ucciso anche l'innocente guardiano. Ma nulla di grave è avvenuto. Gli esplodenti sono stati lasciati con molta prudenza, ed i ladri si accontentarono di trasportare fuori dodici pacchi colmi di chiodi di alluminio. Il danno per la Società, proprietaria è, di quattromila lire. Lo spavento del guardiano è incalcolabile. Dei ladri nessuna traccia. "Detective,, privato querelato da clienti Milana, 8, mattino. Ricorderete che recentemente la Ditta Moja sporgeva regolare denuncia per truffa contro 11 <i detective > privato Emilio Ferrari nativo di Pistoia, il quale si era incaricato di scoprire gli autori di un ingente furto di pellicole a danno della Ditta stessa. All'Autorità giudiziaria è stata ora presentata una seconda denuncia da parte dell'aw. Mario Grandi. Il Ferrari si era offerto tempo addietro all'aw. Grandi per il ricupero di diecimila lire di gioielli rubati in un suo villino a Bagglo: e -il « detective > colla refurtiva si impegnava di scoprire anche 1 ladri. Ma. secondo la denuncia, gli acconti dati dall'aw. Grandi al Ferrari (oltre un migliaio di Une), non.sarebbero valsi che a far arrestare uno zio del derubato, rilasciato ooi non essendo stati sufficientemente provati i sospetti su di lui. Risulta inoltre che altri clienti del « detective », non più fortunati dell'aw. Grandi, verrebbero a galla con denuncio del «enere. Sergente travestito da sottotenente che compie ani grassazione Bologna. 8, mattino. Il sergente Angelo Galli, della classe del 1890, appartenente al 6.o artiglieria da tortezza, aggregato al 35.o fanteria, in licenza a Bologna, travestiti da sottotenente, l'altra sera verso lo 23. insieme ad altri borghesi, fermava con la rivoltella in pugno fra Altedo « Malalbergo l'automobile del signor Arturo Forti da Ferrara, Imponendogli di rilasciargli del denaro-Fra i due segui una vivace colluttazione, a infine il Forti riusciva a fuggire, abbandonati' do la macchina, sfuggendo al colpi di rivoli tella che il finto sottotenente gli tirava contro. Più tardi il Galli veniva arrestato dal carabU nleii di Malalbergo. n iti sa a, el a il ca so mealMortale infortunio sul lavoro Casato Moni., 8, notte. Allo stabilimento della Società anonima AcN do tartarico è avvenuto un mortale infortunio^ Si era intenti, In una cabina dello stabilimento stesso, a smuovere un motore elettrico per IH sua sostituzione, quando l'operalo Patrucco Costantino sali sulla tettoia della cabina peg aiutare i suoi compagni di lavoro. Improwisaj mente il tetto della cabina sprofonde- ed il Patrucco piombò al suolo. Nella caduta « ter^ ra, da non più di tre metri, il Patrucco ri< portava una grave contusione orbitalo destra e la frattura del cranio, per cui, sviluppatasi la commozione cerebrale, nonostante ogni cundei sanitari del nostro ospedale, ove fu subita trasportato, moriva nella notte. Sul luogo, per le constatazioni di legga, s| è recato il pretore del l.o Mandamento, awo^ cato Cartasegna.