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I "CEREA,, Cronaca dello Sport I "CEREA,, (Per* la storia del canottaggio italiano) Nuove rinomanze ricevor.-i dalla guerra i erandi fiumi. Limerò la Dvina c lutilo le desolate pianure intersecate dai I-'niict. dallo Styr. dal Prut dallo Dniestcr trli eserciti sinv oppongono le saltuarie ma nossonti difese aliti falangi degli invasori. Sui'. Yser dura da imi uhi mesi la vlcUata lotta e la resistenza dei francesi si è conclusa nella miracolosa vittoria I della Marna. L'Isonzo ha voluto, per le iniziala vittorie propiziatorie nostre una Brande effusione di sangue e l'Adige verde e il Ptave accompagnano, con lo voci loro, grandi e secolari, il rombo de. cannoni e gli inni de: |l»ovanl soldati, molti dei auali vanno avanti 0 ascendono l'alpe conquistata cantando alla sposa lontana, che più non rivedranno e al!'■ Eposa nuova che li abbraccerà, alla gloriosa •Morte , ., Lungo l fiumi si stanno ora fondando le future civiltà e forse, nellp orrende battaglie delle anali sono testimoni le annue che corrono verso il mare, si preparano le nuove umane fratellanze e si fondane, più strette e più naturali, parentele fra le stirpi. Passata questa feroce ora dei Invi, i fiumi contesi a colpi di cannoni ridiventeranno le pacifiche strade del mondo- si scenderà al mare e si risaliranno 1° «orienti verso le valli con l'antica calma, a hordo di barche ricolme di grani, di legnami e di pietre. _, . _„ Ora i fiumi sono i centri delle maggiori de •/«stazioni : ma ritorneranno ad essere fra poco le argentee mobili vie del mondo riconciliato: sulle rive risorgeranno gli opifìci delta pace e le alzaie c lo conche leonardesche, restaurate, saranno di nuovo popolate di chiatte pesanti e di cavalli affaticati. Quéste miti speranze ci nascevano dentro il cuore leggendo il libro recentissimo che un soldato artista, il pittore e primo capitano del 3.o reggimento degli alpini, Luigi Arbarelio pubblica in questi giorni presso l'editore CeJanza su I canottieri a Cereo • (1863-1913;. L'interessante volume, nel quale è, d li gentemente narrata la cinquantennale attività sportiva, patriottica e benefica della più antica Società di amatori del remo, nata sulle rivo del sacro Po, dovrebbe essere letto e meditato eia coloro — ma specialmente dai giovani — clic hanno il culto delle esercitazioni sportive al l'aria libera e amano, uscendo dalla scuola o dall'ufficio, dalla officina o d'ai negozio, tuffar l'anima e il corpo nelle sante medicine francescane, il sole e l'acqua, la terra e l'aria. E' questo di Luigi Arbarello un buon libro di energia e di umiltà. Diviso in cinque capitoli comprendente ognuno un decennio di attività esso rinnova nel cuore e nella memoria dei torinesi più anziani buoni ricordi di patriottismo e di attività. Rinascono, dalle lontananze melanconiche, care figure perdute e risorgono dall'oblio, per la virtù del rievocatore, sulle rive del Po. allora più deserte, le prime «are e le primo feste del remo, quelle prefe rlte dai Reali principi, dai diplomatici, dai magistrati e da una folla di signorine che ora hanno i capelli bianchi e i figli alla guerra. Perchè i « Cerca » si chiamano «• Cerea » ? Ecco: a Correva l'anno 1860 quando si notarono i primi giovani ad esercitarsi nel maneggio del remo sul Po; essi, alla sera della Magione propizia e nelle giornate festive,, si recavano a vogare percorrendo quel tratto di fiume che ed stende dal Ponte in ferro, ora Umberto I. Bino alla steccala di Cavoretto. Onesti precur Bori della voga crebbero di numero poco i poco; le loro barche, tenute ini custodia dai barcaiuoli, erano di diversa foggia, pesanti 1 non perfezionate. Questi primi canottieri men tre solcavano le tranquille acque del fiumeche quasi pionieri del canottaggio andavano esplorando. si scambiavano il soluto col vocabolo piemontese di cerea,- cerea uno diceva al l'altro nell'incontrarsi e nel sorpassarsi. • Nell'anno 1863, data notabile nella storia del canottaggio italiano, alcuni fra i più appassionati decisero di mutare lo scopo di puro passatempo delle loro gite sul Po in quello di esercizio ginnastico. La costanza nel ritrovar ti, la comune passione, la comunanza dei fini strinsero sempre più i loro vincoli d'amicizia Accrescendo le loro aspirazioni; sentirono essai bisogno di qualche cosa che li unisse mag giormente e che li distinguesse dagli altri, cior di una denominazione, di una divisa, di re golamenti. Decisero quindi di unirsi in soci-1 tà ; cerea era il saluto che si scambiavano sul fiume, convennero quindi che Cerea fosse il nome di essa e che i colori bianco e- ce'estformassero la loro bandiera. Forno Telesforo Gorra Sebastiano. Bnlbis Agostino. MCgora Giuseppe. Forno Giovanni, Donn Giorgio, Ber rutti Giuseppe costituirono il piccolo stuolo degli ideatori che fondarono la Cerea ». Così l'Arbarello ricorda la preistoria della antica Società che, due anni dopo la sua co etituzione chiamava a raccolta, auspice il Mu nicipio, la pnma regaia dei canottieri toriues, che ebbe luogo il 1C luglio 1BB5, alle ore C di sera. > « Le corse furono quattro: in ciascuna, vennero asseguate come premio una prima od una seconda bandiera, donate dal Municipio ; la diBtanza da percorrere era per tutte le quattri corse di metri mille, ed ogni imbarcazione portava a prua una banderuola di riconosci mento. Nella prima corsa, a quattro rematori seduti e quattro remi, erano inscritte le sette seguenti barche: cerea. Silfide, Medura. Scozia, Gilda, Nettuno, Mercurio; Cerca vinse i. primo premio. Scozia il secondo; nella seconda corsa a due rematori si contavano ciuqm concorrenti: .intinta della Società Cerea, Stok flsh, Nice, Clelia, Hena.- risultò prima Stok flsh, seconda Aminta; alla terza corsa, ad un eolo rematore, parteciparono Diana, Stoi; flsh, Fifi, Acciuga, Rina, Sandolino, arrivò prima Acciuga, seconda Rina; infine nel!:: quarta corsa alla veneziana a quattro voga tori si presentarono solo tre imbarcazioni chi giunsero al traguardo con l'ordine seguente: prima Impavida, seconda Cerea, terza Gilda, « I canottieri Cerea che parteciparono a t.n delle sopra accennate gare furono: Telesion Forno, Sebastiano Gorra, Agostino Balbis Giorgio Donn e timoniere Giuseppe Berrutll : Bono stati quindi essi i conquistatori d-'ìle pri me bandiere, simbolo delle prime vittorie, ino deste, bandiere tuttora conservate gelosament nella vetrina sociale, che diedero origine a tesoro della Cerea, il quale in seguito si tir Ticchi di altre bandiere, di coppe artistiche, «Ji medaglie, vinte in molteplici campi di re fiata tanto in Italia quanto all'esier.' ». Queste prime regate furono seguite con molto interesse da: giornali di-H'epoca. E an che dal poeti e dai caricaturisti. Virginio r;ip presentò sul Fischietto il Municipio di Torini che premia i benemeriti scopritori rie) Po; e l'argutissirno Casimiro 'l'eia sul Pasquino ratfigurò ii vecchio Eridano che beve una boni glia alla salute dei nuovi ospiti, soggiungendo con arguzia: o'se prima per esser creduti qn Che cosa si doveva discorrere di sport e di mrf e di puro sangue, ora non si parlerà che di voga, remi e timoni t.. E i poeti « biceriniiii » I lebrarono in versi ; Lui?- Pi etra ernia seri;Canzone dei canottieri, ci»- musi -aia dal rnae Btro Luini fu pubblicata dall'editore di mtis Bianchi, adorna di una caricai ara ; Cario B glio compose uno scherzo sémi-pòetic i 111 Iato il «16 luglio 1865 ». Esili, preso da - ut.eiasmo al vedere sul Po nel dì della regi l'insolito incrociarsi di barche, volse la meni a Venezia, allora aspirazione grande dei i>.i triottici cuori torinesi, e la paragonò con 1 capitale del Piemonte, inneggiando ad èsse et) ai canottieri del Po. I Cerea furono e sono vmw •ic:"n patriottismo. L'Arbarello che, nella semplicità del suo stile, senza retorica e senza r Uzze, ha qualche periodo vibrante di schietta commozione, dopo aver rico'date le ! i i Sxanri! regate dei 1fifi5 « del 1867. dedica q •• che pagina dei suoi capitoli alle esploraz'oni a valle e a -morite del Po. Nel 1867. di Inai Sebastiano Gorra. Giuseppe Molgora, Agostino Balbi?. Giuseppe Grosso, Camillo Bey. Giuseppa Gatti, compirono sulla Jole da diporto San Marco 700 chilometri di navigazione, da Torno a Venezia, per Cavanella Po a Chioggia, fintusede'raallmScrelorco[iopieCite di arunbaviaNroa alPastdesespi zavumBouvapeandileveroiwcqutapluscCpIisidSczi inildacirimvblDa•WtsoK'r"Mn'rppivriidcddri■ I a e a ? i l a e a o i a r l l o a r o a o u s, di na ii e i ri e oi. nm k k n ; ò :: a hi : a, n n s : i o t a r e, e on n p ni e atni do e a, e .i >.i 1 et) ità tta • oni no ppa an Toia, fino a Venezia Furono cinque giorni di avventure o di disavventure. Giunti a Venezia, scesero all'albergo della Luna dove per cagione del vestire, certo non troppo corretto. :ncon'rarono difficoltà per essere accolti; in seguito all'intervento di un personaggio che casualmente colà si trovava, il ministro Quintino Sciia. legato da parentela con uno di loro, i rematori ottennero subito buona ospitalità II loro sogno di canottiere e di patriota si era compiuto: si trovavano in quella Venezia da [ioco tempo ricongiun'a alla madre patria ; pieni di entusiasmo ammirarono affascinati la Città sontuosissima, la gloriosa città dove l'ar- te ha il suo impero e il patriottismo ha segni di bellezza. Erano partiti quasi di nascosto ed arrivarono ignorati senza un plauso <• senza un saluto ; Venezia non si era accorta di questi baldi giovani giunti fra le sue mura per una via cosi difficile. Nell'anno seguente gli stessi Cerea effettuarono un secondo viaggio; sopra d'una barca a chiglia a quattro remi, scesero il Po sino alla foce del Ticino e lo rimontarono fino a Pavia ; poscia giunti ad Arona per via terrestre, compierono, navigando la riva, il giro del Lago Maggiore. Luigi Arbarello dedica gli altri capitoli che seguono al) e attività dei Cerea dal 1870 al 1913, specialmente alla stona delle regale alle quali i canottieri parteciparono, a quelle organizzate sotto il patronato del Rowing Club dovuto alla fede di alcuni appassionati del remo. Luigi Cappuccio, urimo fra tutti, Giuseppe Bon. Edoardo Ilayd e Guglielmo Wooldridge, uttj torinesi. Legati da forte amicizia, nutrivano un profondo amore per il canottaggio e per la loro Cerea: in qualunque stagione deianno vogavano sul Po servendosi dei primi nuovi tipi d'imbarcazione, col fermo intento di sviluppare sempre più il loro sport prediletto. Nei loro convegni serali del 1888, che avevano luogo al Caffè Nazionale, essi studiarono il modo di riunire tutte le Società nauiche italiane in federazione, ideando il Rowing Club Italiano. Cosi e non altrimenti nacque il Regio Rowing Club Italiano, cioè in un caffè, come nacquero altre istituzioni cittadine che hanno pure una degna storia, La prima assemblea generale del Rowing ebbe luogo il 9 aprile 1888. Da questa assemblea uscirono eleni a presidente 11 ccnte Edoardo carampi d1 Villanova ed a segretario Luigi Capuccio. colui che fu il più tenace apostolo, per oltre 40 anni dello sport del remo, il magniIco Cerea, il tenace piemontese; che riunì in ina sola famiglia i canottieri d'Italia, li guidò sui campi di regate nazionali ed estere e che, ideando la Federazione Internazionale delle Società Nautiche, seppe affratellare tutti i canottieri d'Europa. Passano nel libro dell'Arbarello i frontispizi dello Sporf Nautico e della Rivista Nautica i due giornali nati in riva al Po e nella casa ingrandita dei Cerea: ecco figure di istruttori illustri, tipi di tenaci rematori, di giardinieri, di artisti, di scienziati... E' un inno continuo alla Società madre di tanti sodalizi, è una continua cronistoria, qualche volta forse tropio diffusa, di fatti, di gare, di regate. Ma non fu solo nelle sue manifestazioni spor rive che la Cerna impresse segni cos) ricchi di memorie, ma anche nelle manifestazioni festevoli, e benefiche della vita torinese: essa ha ben meritato delle memorabili feste dette Gianluleidi e svoltesi sotto gli auspici di quel gran Dio della Benellcenza che è l'immortale Rogo, a cui anima vitale era fatta del cuore e del •ervello dei so-i del nostro caro Circolo degli Wtisti. In quelle occasioni i bravi Cerea da canottieri trasformati in cavnSeri dc'Ia carità, non sdegnarono di adattarsi a svariate mcremosirosi ; furono visti nel 18P5 tramutarsi in Kroi di Gianduia, nel 1867 in tfumidi, nel 1868 n Membri di una ambasciala C'apponete, nel 'Wii in Marinai di Gianduia, in occasione poi 'ella festa organizzata nel 1.898 a favore del'ospedaletto infantile Reirim Marcheri-ta i Cerea ebbero l'onore di «Todiere Ttpl'a loro ■ •de il Ite Filiberto e la Regina Margherita, il "'•ineipe di Nanoli, in. Prineinessa Fieno dei Montenegro. In Prineinessa Lnebria, le Prlnci-•esso Elisabetta ed Isabella Duchesse di Ge ìova, il Prineine Ferdinando, i quali, volendo 'are una attestazione di benevolenza ai Canottieri Cerea apposero su d'una pergamena. '1 loro firme anguste. Di principi -aristocraticamente cortesi, la Cerea, presieduta imo a qualche temilo fa dal onirn. Federico De Regibus eJ ora da Lui^i Albarello, noti fu mai numerosa di soci: sem prò severa con se stessa, non cercò vani titoli iù nomi ui patroni: ua»se ia sua torza una a nente dalia passióne e dall'entusiasmo, le virtù he la sollevarono ad una cosi notevole ini portanza nello sviluppo del canottaggio itainno; ma ciò che ha costituito il suo maggior vanto sta uell'esser essa, durante i; lungo pe riodo della sua esistenza, scesa ogni anno in tiupo pt r combattere dure battaglie e per uve?, ogni .-111111», riportato vittorie. E di ciò fa iarti testimonianza l'elenco dolio gare disputate e ibi premi conseguiti su fiume, sii Jago, in mare. suo ricco h-soro annovera infatti più di iiuattrocento premi, più di centocinquanta medaglie, einquamacinque gonfaloni e bandiere vniìduo coppe di campionato; inoltre le ricompense ottenute, cioè il diploma d'onore e la medaglia d'oro all'Esposizione internazionale di sport in Mi.ano (IS'.M) , le speciali medaglie d'oro di benemerenza del Ministero della Pub blica Istruzione e del Rowing Club Italiano (1913). ii gran premio all'Esposizione internazionale marinara di Genova (19H;, costituìmio titoli e documenti che la rendono giustamente apprezzata e, modestamente orgo ,'llosa. • Studel optalam censo contingere metani: 11 motto oraziano è stato di buon augurio alla ili anziana delle Società di canottaggio d'f ilih. La sua esistenza, nobilissima, ed onorata, si è svolta sulle sponde del fiume padre, in una perenne attività di bene e di gagllardla. ■ ti vigor fisico e di morale alterezza. Bisogna aver l'onore e la gi<;iu di essere ospite, quale.he volta, dei « Cerca », per comprendere mania patriarcale nobiltà regni nella piccola asa d-t.-l Valentino e quanti elevate sleno le liscussioni di politica e d arte che si svolgono, fra una regata e l'altra, sul terrazzo meraviglioso, nei caldi pomeriggi d'estate. Ma non è vaio il caso d'incontrare, anche nel pieno inverno, nel piccolo giardino sempre verdeggiante, qualcuno de' vecchi e dei men vecchi patroni'... Il Po ora è desertoile barche sono coerte di tela. Non ci wno allievi ■ giovani. La guerra li ha allontanati, li ha chiamati a cimenti ben più sacri e più tremendi. Ma i • Cerea » anziani sanno che i « Cerea » più giovani o giovinetti si fanno onore sulle Alpi p sul Carso, nella pianura d'Aquileja, su! man', dovunque: sanno che l'Italia si fa onore, iungo i suoi fiumi e lungo il mare, e tengono pronte le vecchie imbarcazioni per il corteo notturno che. tra i fuochi di gioia, saluterà la vittoria la pace ritornata -ni mondo, per il valore e ;ior il sacrificio degli italiani concordi. Il libro delle nozze d'oro della « Cerea >. col 1 esce nei giorni pieni di fati e nei quali si , scrivendo la più grande storia. Volume di amili Intenti, esso narra i primi cinquantanni della vita sportiva fluviale dell'Italia. Ma e che' un documento di storia cittadina e di • r P -, nntriottira. E1 specialmente* un libro d'amore. Chi lo ha scritto e coloro ai quali il •olunie è dedicato sono uomini che amano il Pn pò- la .--'ia bftllezzR ideale e per la sua grandezza. Sono uominiVhe. voeando lungo le belle rive, hanno sempr* custod'to ne! cuore un pio desiderio: raggiunger* fn un giorno iòn lontano flutto liliero e itall&viol) jj'A r-i tico della nostra cinquantennale fede a della •in.=t'-a immubibilp speranza. Avanti, voghiamo con tutti gli sforzi I Bisogna •>ip 1- ole attese non sleno tradite: è necessario raggiungere la mèta. Bisogna spazzare, da! mare de! Po, tutte le insidie. Bisogna liberarlo dal nemico. Avariti, voghiamo fino alla foce e più oltre! EMILIO ZANZI. 1 aIn fordeanaglatammavaLMoil cuqudeprdedesutenpapoprrisrivcaMscchtnmvaprTra dimMQcofoalmPfeTUl'cbmaRBsvvtoaedtuZrccrdninafrZAOrcascsdnQpiclidfdSLLangs