L'Ammiragliato inglese accetta il principio di requisire vapori

L'Ammiragliato inglese accetta il principio di requisire vapori L'Ammiragliato inglese accetta il principio di requisire vapori pel trasporto di carbone in Italia {Servizio speciale della Stampa). Londra, 4, serri. Molti sintomi, dimostrano che la questione dei noli marittimi comincia ad entrare, sulla via di soluzione desiderala dall'Italia, mentre Sì stanno studiando provvedimenti di più larga importanza e di generale influenza sul corso di noli. L'Ammiragliato ha definitivamente accettalo il princìpio di requisire un certo numero di piroscafi allo stesso prezzo pagato dal Governo inglese, che saranno messi a. disposizione del Governo italiano pel trasporto del carbone, Pesta a determinarsi il numero e il tonnellaggio dei piroscafi necessari, che saranno fissati nei prossimi giorni. Si spera che questo primo provvedimento si ripercuota favorevolmente sul corso dei noli anglo-italiani. (Stefani). Una nota dell'"Havas,, paragonata ad nna nota della "Wolff,, Parigi, 4, notte. Le difficoltà dell'industria italiana provenienti dall'aumento eccessivo dei noli erano ignorate dall'opinione pubblica francese, poiché questi giornali avevano mantenuto il riserbo. Oggi Ì'Havas comunica una nota do Roma in cui ampiamente si rileva il grand© malcontento esistente,in Italia pel rincaro dei carboni, dai noli e del cambio. La nota cerca di giustificare la situazione dicendo che essa non dipende dalla cattiva volontà delle persone, ma da molteplici circostanze che produssero la rottura dell'equilibrio. Il commercio marittimo ha dovuto fronteggiare le esigenze più considerevoli con mezzi ridotti. Lentamente, dal regime di libera concorrenza che esisteva prima della guerra per i noli, si è passati verso il monopolio. Gli armatori sono padroni del mercato. Creare nuovi mezzi di trasporto sarebbe lungo o difficile, requisire totalmente 0 parte la fiotta commerciale inglese ò misura a cui l'Inghilerra si risolverà difficilmente, tanto più che il Governo britannico troverà importanti risorse nell'imposta sui benefici di guerra. La missione del barono Mayor des Plauches a Londra — conclude la nota ufficiosa delÌ'Havas — non sarà dunque facile. Probabilmente, polche la soluzione completa del problema ò ardua, bisognerà accontentarsi di miglioramenti particolari. L'« Oeuvre» critica l'« Agenzia Havas» per questo comunicato. Il giornale lo dichiara dearno dell'" Agenzia Wolff». n « Temps » ne trae tema pel suo bollettino diplomatico. Rilevate le difficoltà dei negoziati di Mayor des Planches soggiunge che essi interessano in alto grado tutte le nazioni la cui vita economica dipende, come nnella dell'Italia, dal traffico marittimo. Sarà lecito aggiungere che il -Gabinetto di Parigi appoggia attivamente le domande italiane. Marius Leblond dedica tre colonne sul « Paris Midi » al riassunto dei lamenti diffusi nei giorni scorsi dalla stampa italiana circa le critiche o i consigli troppo facilmente formulati dai giornali francesi, intorno alle manchevolezze della nostra politica di guerra. « In sostanza — dice la replica, dello scrittore, falcidiata qua c là dalla censura. — quando in Francia si critica il Governo italiano lo si fa con la stes sa temperanza, con lo stesso sentimento che noi mettiamo nello stimolare il nostro stes so Governo. Molti argomenti fatti valere qui, sono tratti dagli stessi giornali italiani. Le critiche, quindi, rivolte ai francesi non sussistono. Lo scrittore, ilei resto, conferma il pensiero generale che Francia ed Italia devono conquistare la posizione a cui il genio latino dà loro diritto nel mondo, solo con un'ardente 0 geniale collaborazione. D, R. Impressioni romane Roma, 4, notte. L'annuuzio dei primi provvedimenti dell'Ammiragliato inglese produce buona impressione. I giornali romani rilevano le buone disposizioni del Governo inglese e le commentano. Il «Corriere d'Italia» scrive: « La notizia che giunge da Londra non può •saara ebe oggetto di .viva soddisfazione, perchè dimostra chi! analmente Ira l'Inghilterra e l'Italia e intervenuta un'intesa che risponde a un concetto pratico. Il criterio di mettere a disposizione del commercio italiano un numero di navi inglesi requisite alle stesse condizioni adottate dal Governo britannico per le esigenze dei propri servizi è senza dubbio un concetto equo e positivo. Equo perchè non si potrebbe onestamente ripetere dall'industria marinara inglese un trattamento più favorevole di quello fatto al Governo del proprio paesi;, positivo perchè il sistema della requisizione alle condizioni esposte tronca ogni discussione sull'aumento dei noli ed elitnina ogni alea per l'avvenire. Tutta la questione si riassume nel numero delle navi che saranno poste a disposizione del Governo italiano, poiché se in linea di fatto il quantitativo disponibile fosse tale da non potere rispondere allo più assolute esigenze del nostro paese, i provvedimenti adottati non potrebbero avere efficacia pratica. La necessità -,: dover ricorrere alla marina libera in misura maggiore di quella che potesse essere l'offerta della marina requisita, paralizzerebbe nei rapporti economici tutti i benefici che potrebbero esser dati dagli accordi intervenuti fra il Governo italiano e quello inglese. Siccome la questiono è ovvia, non possiamo dubitare che questo lato del problema sarà stato esattamente valutato dai Governi responsabili nel momento in cui si sono intesi sulle misure da adottare. Sarà sempre opportuno mettere in rilievo questa circostanza prima di proclamare il successo delle trattative. Ad ogni modo il fatto stesso dell'accordo intervenuto dimostra la buona volontà dei due Governi ad eliminare ogni dissidio ». La « Tribuna » riassume la situazione italo-inglese per la questione dei noli nei termini seguenti: «L'Inghilterra non può volere nè permettere che le nostre difficoltà in materia di approvvigionamenti e di noli marittimi siano conseguenza dei suoi vantaggi particolari. E' suo dovere fare un sacrifizio parziale di tali vantaggi, quando questi sacrifizi possano avere il benefico effetto di risolvere le difficoltà nostre, proporzionalmente assai più gravi e dannose alla causa comune che quel vantaggi. Questa tesi viene riconosciuta sostanzialmente giusta dalla stampa inglese, quando essa ammette non essere possibile mantenere il prezzo del carbone in Italia all'altezza a cui è salito, che l'Inghilterra.ha avuto il torto di lasciar salire a prezzi proibitivi i noli delle merci destinate agli alleati, che la necessità di provvedere per alleviare la situazione si impone. Arrivata la discussione a queste concordi conclusioni, altro più non resta che atri re. La responsabilità passa ora ai rispettivi Governi por l'azione, non solo al Governo inglese, a cui spetta puro la parte^di gran lunga maggiore, ma anche al Governo italiano, il quale, ripetiamolo ancora una volta, ha il dovere di mettere le cose a posto in casa propria, se vuole avere la libertà e l'autorità di invocare le concessioni necessarie da pnrte degli alleati, poiché nulla di positivo e di decisivo potrebbe arrivare, — conclude la «Tribuna». — se gli armatori inglesi rimanessero in erado di dimostrare che la .parte maggioro dell'esoso sfruttamento dei noli è compiuta da navi italiane».

Persone citate: Marius Leblond, Mayor