Le gravi accuse contro Veraguez e complici

Le gravi accuse contro Veraguez e compliciil processo pel furto della lana destinata ai soldati Le gravi accuse contro Veraguez e complici [Tribunale Penale di Veraguez, congedandosi l'altra sera dai suoi patroni, aveva annunciato per l'indomani delle gravi rivelazioni. T.a voce 6 corsa tra. il pubblico e l'attesa dunque ò assbi viva- L'udienza però si inizia senza alcuna speciale emozione. 11 vecchietto entra tutto tremante c piagnucola e siede. Il primo testimone che viene a deporre e il commissario di P. S. avvocato Palma. Fu il Palma che esegui e fece eseguire dai suoi aftenti della Squadra mobile la perquisizione nella cantina della Prato, ove venne rinvenuta una certa quantità di tappeti. Afferma il funzionario di aver avuto l'impressione che la merce fosse stata colà deposta per sottrarla alte eventuali ricerche, tanto appariva con cura ricoperta. La direttrice dell'Istituto Pedagogico, professoressa Ida Faggiani, presidente di un Comitato per soccorrere i profughi, si interessò del Della Torre, e lo inviò alla Mole Antonelliana per aiutare i membri del Comitato nel lavoro di selezione degli indumenti. Un membro della Commissióne Il pubblicista Ubaldo Enea Ragazzi, membro della Commissione per la « passeggiata della lana », narra che tutta la roba raccolta fu portata agli ex Dòcks per la selezione. Nello Messo tèmpo il Comitato cercò di assicurarla contro i possibili furti e contro un non meno possibile pericolo d'incendio. — Lane, tappeti, libri, ecc. — prosegue il Ragazzi — furono portali all'istituto Prou-ssionaie Operaio e quindi alla Mole Antonelliana, e per ultimo alla disinfczione. Il Della Torre, giunse all'Istituto Professionale accompagnato dalla signora Faggiani, che lo presento come un profugo degno della massima considerazione. Dall'Istituto, con tutto l'altro personale, il Della Torre passò alla Mole Antonelliana. Compiuto il lavoro di confezione dei pacchi, l'Autorità militare provvedeva a ritirarli per spedirli al ifronte. Con l'automobile municipale non uscivano indumenti che per essere portati alla disinfezione, presso il Cimitero. Per quanto ri-guarda l'Arlotti, posso assicurare che costui a■veva l'incarico della sorveglianza degli induménti durante la notte. « Il Veraguez presiedeva, in nostra assenza, :tuttt i servigi, scortando l'automobile municipale mentre portava e riportava gli indumenti alla disinfezione. Un giorno il Veraguez andò con l'automobile a ritirare indumenti alle Sezioni (si era nei primi tempi dopo la raccolta), ma, invece di portarli ai Docks, andò direttamente alla Mole. Ciò mi dispiacque e feci ricaricare tuttor"ma non ebbi l'impressione che !si trattasse di un atto disonesto ». Il teste, a specifica domanda del Presidente, esclude poi nel modo più assoluto che qualcuno della Commissione ubbia dato Incarichi al Veraguez o al Della Torre per la vendita di parte delia lana, sia pure degli stracci. •«. Quando furono .arrestati Veraguez e Della ■ Torre, l'Arlotti — continua il Ragazzi — mi disse che non avrebbe mai immaginato di aver avuto a che fare con due ladri. « Più tardi contestai al Veraguez diverse accuse che gli si muovevano e sopratutto la circostanza d'aver presa della roba dalla Mole per portarla o farsela portare nell'Ospizio di vile della Consolate. Il Veraguez ammise il fatto; ma spiegò che era per incarico di una dama appartenente al Comitato. Mi stupì anche che il Veraguez, essendo abituato a segnare su apposito modulo tutte le commissioni compiute con l'automobile durante la giornata, avesse proprio dimenticato quelle fatte in via della Consolata... i II Ragazzi, dopo gli arresti, fu informato dall'Arlotti che il Della Torre si era fatto confezionare un paletot con della stoffa e delle pelli raccolto durante la passeggiata. L'Ariottl, che in questa brutta faccenda aveva avuto una piccola patte, essendo stato il ricercatore del sarto, naturalmente ebbe per consiglio di svelare ogni cosa alla Pubblica Sicurezza. Il che fu fato. Narra ancora il teste d'essersi stupito nel trovare un giorno alcun! sacchi vuoti dietro un paravento della Mole: a che cosa potevano servire questi sacchi, se la roba che veniva portata alla disinfezione era semplicemente assicurata con una cordicella, e per l'altra provvedeva l'Autorità militare a ritirarla? A questo punto si alza il Veraguez per muovere qualche contestazione al teste, ma egli si confonde e prega poi clip sia letio il suo memoriale presentato al Presidente del Tribunale. ■31 cav. Gal tenga lo accontenta, etì il cancoliere 'Pinardi legge. 11 memoriale è lungo, assai prolisso e poca concludente. Veraguez finalmente lo interrompe e chiede al teste: — .Non le ho detto io che si era portata della roba ad una dama di via della Consolala, a .mezzo dell'automobile municipale e che mi •aveva incaricato Della Tone? — Ella non spiegò mai coattamente questo particolare neppure quando io esplicitamente ebbi a richiederglielo — risponde il Ragazzi. Il cav. avv, i-'elice Sanorio,- sotto-capo dell'Ufficio municipale di Stato civile, segretario generale della Commissione per ia « passeg. giai-a della lana >•, .spiega che il (usiode Arlotti di giorno non aveva da occuparsi della sorveglianza nella Mole, che veniva sbrigala dagli agenti municipali. Sa che erano state lane offerte per la compera di stracci, imi ignora che fosse la Prato. 11 Veraguez vantava grandi amicizie e altissime aderenze; era sempre di una sdolcinatura eccessiva; egli aveva saputo insinuarsi tanto bene, da smuovere lutti j sospetti. Il cav. Sartorio fu coi Ragazzi dal custode'Ariotti, per organizzare il servizio di sorveglianza, e ricorda che molto chiaramente ebbe a dire, al Veraguez che nulla doveva essere asportato. — Ammette il cav. Sartorio di avermi autorizzato a prendere un pezzo di stoffa por farne una mantellina — chiede Veraguez. — Mi mostrò uno straccio, ed io risposi ■ Se è solo per questo, prenda pure ». Il barone Aldo D'Aiehelburg, capo dell'Ufficiò commissariato di l'orla Nuova, sa che il Della Torre arrivò nel giugno dalla Francia, e fu mandato al Ricovero municipale di v Consolala, to — l'ex-cotrventQ della Visitazione. — Ivi il Delia Torre avrebbe dovuto fermarsi pochissima, e fu quindi moravigHtito uri vai-velo ancora in self Del Veraguez. il hai dà troppo buoi..' infoi' cone, un megalomane sima fiducia. T.'iiisei'vioii'r nulli cip. che la Prato si recò Informazioni sullViequi trovò il cav. Sartorio. Amelio a ptiesénliirlà lbourg rio?) r. un li-'tfilirn pochjs- i li li» sio Amelio ca i Municipio per avere •to d >gll stracci; non ed allora fu lo stesso Veraguez. La Prato poi comunico telefoniramen e col Veraguez, e dopo ciò non seppe più nul a. Nega di aver conosciuto il Della Torre e d'aver ricevuto quindici lire da lui. L'usciere municipale Ignazio Gariglio depone su] servizio ilio compieva il Veraguez e sulla sua attività. Maria Paletto era adibita, con altre donne, al lavoro di impachcitaluiii alla Mule. Essa dà particolari sulla sparizione dei cinque sacchi durante una notte, assicurando d'averli visti alla sera dietro un paravento, ma non più al mattino seguente. — E sa dove Unirono quei sacchi? — domanda il presi dento. — Credevo che fossero state le dame di : Comitato ad ordinarne il trasporto. E cosi l'udienza nniimeridinna è finita. Come furono scoperti i ladri Nel pomeriggio l'udienza ore lo precise con ia dcpoRiz municipale Pietro Cattaneo, Il Cattaneo uarru che il vide l'Arlotti scegliere n indumenti alcuni capi di ... l'erta e girando è rigira oh« dietro un paravento curai grossi pacchi, All'in grinri coi quali fu de . ■ (lento. E fortùuataiut; u .... jncominciu, alle ..ne della guardiaorno io novembre i:. ersi mucchi di astiarlo;: .--tette al••• sala osservònascosti ài-A-» parlò al './. q d'un-inumi, mdeva ereDella Torino — Sez. VI) e e l o o a a i e e a a o e o e a e i l i a ò a u . i ) s- a e n o o e r o ee e, a cli n ooe a Torre mentre con lo spazzino Moncalvo insaccava dei tappeti, della lana ed altri oggetti. I duo impallidirono, ma si scusarono dicendo che tutto ciò avveniva d'accordo col Comitato. Continuando le sue indugiai la guardia Cattaneo osservò che all'angolo di via Montebello e via Gaudenzio Ferrari v'era mi carretto ed appoggiato a questo l'Arlotti, un altro uomo ed una donna. Causa l'ora già inoltrata non può dire chi fossero l'uomo e la donna; ma per quanto riguarda l'Ariotti è sicuro di non sbagliare. Dunque è accertato — diceria guardia — che tutti costoro si erano messi d'accordo per asportare una certa quantità di lana dalla Mole Antonelliana. Ma gli uppostamenti non cessarono, nonostante queste prime risultanze. Il giorno 27 mattino, verso le 8, il Cattaneo fece notare al suo maresciallo un carretto carico di tre sacchi trainato da una donna, che usciva dalla porta della Mole prospioente via Montebello — porta di cui aveva le chiavi l'Ariotti — e si dirigeva verso via della Zecca, ove appunto abitava la riguttiera Prato. A domanda del Presidente il teste racconta che le pelliccio erano depositate presso l'ufficio di segreteria della Mole; in una visita fatta un giorno in questa stanza si accorse che molte pellicce erano sparite. Le rivide poi tutte dopo l'arresto del Della Torre, mentre il Veraguez e l'Ariotti stavano ancora in libertà. — Da chi riceveva ella gli ordini? — chiede Il Presidente. — Dal comandante la mia Sezione. . — Perchè non riferi subito sulle indagini fatte? — Attendevo di raccogliere tutti ì particolari della mia inchiesta. P. M. — La porta della Mole si può aprire dall'interno senza chiave? —■ Nossignore, occorre la chiave e questa era a mani dell'Arlotti. — Dunque Della Torre e compagni erano perfettamente d'accordo col custode Ariotti! — Io cominciai ,n dubitare — risponde laguardia, quando notai la crrande intimità sorta ad un tratto fra l'Ariotti e il Della Torre, i quali prima non si conoscevano neppure l . Per-dimostrare poi che realmente i sacchi depositati dietro il paravento del salone erano nascosti, la guardia Cattaneo afferma che questi non si sarebbero visti da alcuno che fosse passato nella parte centrale del Salone mede «imo. Il Della Torre lo contesta: insorge l'Ariotti il quale conferma la versione della guardia. Tutto ciò per orovare — conclude il teste — la colpevolezza del Della Torre che confo zionava t pacchi n pòi li passava in disparte per venderli. Anche i cimeli del Risorgimento. La guardia municipale Giovanni Leone informa sul servizio compiuto dall'Arlotti, chcun tempo fu suo collega, ma che venne poi dispensato per infermità. Narra dei primi sospetti sorti .coniro il Della Torre dopo il rinvenimento di alcuni sacchi dietro il famoso paravento. In un pomeriggio rilevò che Della Torre e l'Ariotti sceglievano dei pezzi di stoffa i Scelga pure anche lei — disse il Della Torre al Leone — questa a roba che va tutta a casa del d'avolo! » Naturalmente la guardia non scelse nulla Una sera, uscita dal Teatro Vittorio, dove era stata di servizio, incontrò il Della Torre il quale, tra l'altro, ebbe a narrargli che l'Ariotti gli aveva fatto visitare il Museo del Risorgimento (di cui, come è noto, era il custode) lasciandogli in regalo due cimeli... 11 contegno e lo parole del Della Torre lo misero sempre più in sospetto. Eglt intensificò le indagini e cosi ebbe un giorno a vedere il Della Torre con un grosso involto sotto il braccio, men tre usciva dalla Mole. Maria Barìogìio, lavorante addetta alla con fezione dei pacchi, narra di tre pellicce che il Della Torre le fece disfare per confezionare alcune pettorine. Sa che le pellicce finirono invece nel Ricovero dei profughi, in via Con solata 10, uno dei recapiti del Della Torre Chiarisce poi la teste uno dei tanti stratagemmi del Della Torre che, per essere solo nella Mole in un certo giorno, mandò tutte le lavoranti al dock senza che ve ne fosse di bisogno. Luigia Gramaglia nata Beltrami racconta che l'Ariotti raccomandava a loro donne di scegliere bene la roba prima di insaccarla; vide la Prato nel salone della Mole, ma non ebbe alcun rapporto con essa. Narra di un biglietto mandato dal Della Torre al cav. Sartorio, nel quale lo si invitava a licenziare le donne dalla Mole per adibirle ai lavori del dock. Tutto ciò, evidentemente, per poter «lavorare » senza controllo. Sulle stesse circostanze depongono Brigida Bosia e Vittoria Bosia; mentre il signor Attilio Righi, che fu arich'egli addetto ai lavori di selezione della Mole, dice che il Della Torre un giorno mise in disparte una pelle di orso che poi disparve improvvisamente. 11 portinaio della Mole. Giuseppa Rossotti, era un dipendente dell'Arlotti, con l'incarico di accompagnare i visitatori nel Museo storico. Ebbe occasione di vedere ciò che si faceva nel Salone ove si trovava la lana peL soldati, ma non sospettò mai contro alcuno, neppure quando vide uscire un carretto di sacchi dalia porticina della Mole. — E come era considerato l'Ariotti? — domanda l'avv. Bollati al teste. — Un uomo di cuore, ma severissimo © ligio fino allo scrupolo al suo dovere, tanto da esser..- chiamato il « mastino della Mole ». Lo spazzino municipale Cario Baudagnotto vide spe-se volte il Della Torre insaccare roba e trasportarla sulla automobile municipale. — A chi era diretta questa roba? — chiede il Presidente. — Al negozio della rigattiera Prato — risponde il teste — una seconda volta lo vidi invece caricare dei grossi tappeti: a me disse che. erano destinati alla disinfczione: ma, giuniii all'angolo di via Gaudenzio Ferrari, l'automobile si lermò presso un carretto a mano sul quale i tappeti furono trasbordati. Il carretto a mano apparteneva alla Prato!- — Altre volte — riprende il teste — ci recamn vi.) della Consolata 10, ove scaricammo i-ivi pai-.-l'i di stoffa nvlla polimeria ed in casti certo signor villani.". Dal veraguez il Baudagnotto ebbe in regalo un paletot ed una canna, che. dopo l'arresto donatore, si affrettò a restituire, i-'lr, lo spazzino Soffietti Eugenio, come il collega BuudaR'noito, ora incaricato di •lare l'automobile nei airi per la città. Un gionio ebbe l'ordine dal Veraguez di portare ruui pacchi di indumenti in via delle Orfane. 30. Ne siete ben sicuro? — domanda U Presidente. — Sicurissimo — afferma risoluto lo spazzino. Il geometra. Veraguez die anche oggi pia- gnucpla «empie alzando di tratto in tratto le nianj al cielo, si rivolge al suo patrono per■lió risponda lui a questa categorica pree'sa ìh..usa... Ma l'avvocato Giacca lo fa alzare u rene una buona volta faccia lu tanto attesa ■ M/ione. Veraguez si perde in una quantità ■li 1 itisi inconcludenti e siede poi senza aver detto una sola circostanza nuova. - pacavate maglio a star zitto! — conclude il Presidente Luigi Mobiiàro. altro spazzino, informa chedal Bella torre ebbe ordine di portar* unu i as-.ii ih via delle Orfane. 30. ma dal Veraguez non fu mai i •■mandato di nulla. turaloaltingisorespelsiml'aVdto1 pebmreufuchCaMchsidlamridde di lò l n- " Ex deputato, ora senatore „ I) prof. Marco Villania è un profugo che viene dalla Pratichi ove ha vissuto molto tempo, tanto tempo d'aver quasi dimenticato la lingue del suo paésE 11 Villania vorrebbo parlare francese, ma il l'i. Ad aU io prega di .spiegarsi in italiano! come meglio può I! profugo professor obhe Della Torre nel mese di giugno: tu !•■ signorina Paggfcini. elclm »JPèx-Cuhvéato della Visitazione gii prò» .-••ilio il giovali?. a ' 1 pròfughi daliu .Visitazione — dice il te- dsqsl'anAsDamppvuvrp71DlcsovismpcsdnsCmmms sto — furono condotti qua e là, ma il Della Torre non si mosse: io presi alloggio in una camera di via delle Orfane. 30. Il Della Torre veniva spesso a trovarmi, per due notti si fermò anzi a dormire da me. dicendo che aveva avuto dei guai con la signorina Faggiani. — n Della Torr« non lo nresentò mai 11 Veraguicz? — domanda il Presidente. — Conobbi il Veraguez alla. Mole Antonelliana, dove io mi recai col Della Torre; me lo presentò corna un ex-deputato, ora senatore, cugino dell'on. Giolitti. Un giorno pranzammo tutti assieme al Ristorante della Stazione-, veraguez e Della Torre parlavano sottovoce delle loro faccende, cioft del lavoro ch'era in corso alla Mole. - E sui pacchi elio giungevano nella portineria di casa vostra, elite cosa avete a dire? - E' vero: nella portineria della mia. casa giungevano dei pacchi destinati al Veraguez; so che uno di questi conteneva una pelliccia. L'avvocalo Pavesio. della Parte Civile, vorrebbe sapere chi veniva a ritirare questi pacchi. — Un ragazzetto che io non conoscevo — risponde il professore. Il figlio d?l Veraguez. lo sappiamo — conelude il Presidente. 11 professore Villnnis termina la sua deposizione dicendo che il Veraguez non venne mai a casa sua. Il carabiniere Felice Monfrin vide due volte l'automobile municipale davanti alla casa del Veraguez. in vìa Pianezza. 43. Il carabiniere Carmelo Ciccardi depone sulla dentini circostanza, ma non sa se dalla automobile si fosse scaricato qualche cosa. La stiratrice Margherita Monganoni conobbe 1 Della Torre quando questi aveva un appalto per una fabbrica d'occhiali. Dal Della Torre ebbe in regalo un plaid:, tutto rammendato. — Dove, lo prendeste questo plaid? — do manda il presidente. — Fu il Veraguez a darmelo. Il sarto Pelizzoni racconta che l'Ariotti si recò da lui per chiedergli se poteva ridurre una pelliccia. Dopo qualche tempo dallo stesso fu pregato di sospendere il lavoro. L'usciere del Municipio, Barioglio, depone che la Prato arrilò negli uffici del Palazzo di Città per parlare col cav. Sartorio, in merito alla vendita degli stracci. 11 cav. Paolo Bottari, giudice del Tribunale Militare, direttore dell'Istituto Bonafous, dice che nella fiera di beneficenza fatta in occa sione del Natale dell'anno 1914. ebbe alle sue dipendenze il Veraguez. il quale adempì ogni lavoro con scrupolo ed esattezza, degni della massima lode. Sono le 18 e mezza; la lunga udienza pomeridiana ha affaticato un po' tutti, ed il presidente rinvia, quindi la prosecuzione e la fine delle deposizioni a questa mattina. ciMLsqtrteevnfplRcsqrlc

Luoghi citati: Francia, Pianezza, Prato, Torino