Il sintomatico provvedimento per la Boemia

Il sintomatico provvedimento per la BoemiaIl sintomatico provvedimento per la Boemia La lingua tedesca, lingua di Stato {Servizio speciale della Stampa). Zurigo, 21, notte D'avvenimento del giorno in Austria non è l'estensione dot servizio militare sino a 55 anni, ma l'ordinanza del Luogotenente di Boemia che decreta come d'ora innanzi la teludtlingua tedesca sarà la lingua di Stalo.in. Boemia. 1.1 provvedimento e suggerito dalla i ; nuova politica centra Ustica iniziata dall'Impero per ispirazione della Germania e mira a 'colpivo con sempre maggiore energia la popolazione slava, approfittando della situazione di terrore creata dalla guerra odierua. Ma se qualcosa di. simile può accadere in Croazia, ove -è ancor vivo il sentimento dinastico, l'odio contro gli Asburgo è troppo profondo in Boemia, perchè l'atto d'arbitrio compiuto dal Governo austriaco non ravvivi ancor più lo-spirito rivoluzieIlario del paose. E' vero clic i capi politici czechi sono in carcere, cve.ro "che il fiore della, nazione czeca è nelle trincee o prigioniera o internata, ma nel paese, rimangono ancora troppi patrioti generosi perchè il vento che l'Austria semina oggi non possa tramutarsi in fiera tempesta. Che il provvedimento sia stato adottato col consenso e forse per volontà dei tedeschi risulta dalla soddisfazione" che il provvedimento ha destato sui giornali germanici. La «Frankfurter Zeitung», ad esempio, scrive fra l'altro: «Il recente cambiamento di Governo avvenuto in Austria aveva lo scopo di provvedere ad un energico riassetto delio Stato e nell'ambito di questa politica di rinnovamento vi è ora la disposizione austriaca che annunzia come la Boemia userà in avvenire il tedesco conio lingua di ufficio. Si dimostra, cosi il maggioro vigore dell'opera iniziata colla sostituzione del principe Tliunal conte Condenlove a luogotenente di Boemia ». Conviene notare a questo riguardo che il principe Thun appartiene all'antica nobiltà boema e che si schierò risoluiauiente a fianco dei vessilliferi dell'indipendenza boema, divenendo sospetto a Vienna, tanto cho si affermava che egli mirasse a farsi proclamare Re di Boemia. «Di fronte alle tendenze centrifughe perseguite ostinatamente per 25 anni — continua, la «Frankfurter Zeitung» — e di fronte alle continuo concessioni l'atte al tetnpo del ministero Taàffe, per la prima volta si accentuo con risolutezza il chiaro bisogno di uno Stato collettivo, il quale in mezzo alla guerra trovi forza per faro valere la sua. autorità contro le tendenze dissolvitrici ». La « Frankfurter Zeitung» accenna quindi come poro a poco gli czechi riuscissero a imporre la loro lingua mentre si trovavano a capo della loro piovineia rappresentanti dell'imperatore;, favorevoli sino ad un certo punto, alle tendenze separatiste, e mentre a Vienna in certi ch'eoli non si vedeva di malocchio come in Boemia il' tedesco passasse in seconda linea, per lo sciocco timo re che i vicini tedeschi potessero un giorno stendere la ninno sulla Boemia, « La guerra odierna mostrò invece l'infondatezza di questo timore ed i pericoli invece che tale sistema, involve pei* la sicurezza e la. difesa dell'Impero. E' vero — prosegue la «frankfurter »—che un provvedimento del genere non poteva essere preso che mentri- infuria la guerra. Prima della guerra una disposizione come questa avrebbe suscitalo una buferà di indignazione a Praga o negli altri centri czechi e nello città boeme sarebbero avvenute dimostrazioni contro i ledèsdii e forse anche peggio ». Se il problema czeco è grave, quello inagiaro non dà pure tregua. Nel giudizi'» di quest'ultimo bisogna per altro partire da criteri diversi da quello czeco. I magiari, infatti, non. vogliono la rovina della Monarchia : vogliono so'o abbassata l'Austria per sostituirsi ad essa, fiià nello recenti sedute deila Camera ungherese >i notò un feruienfo insolito contro l'Austria. Venne prima la questione degli stemmi, per !a quale Tisza ritenne utile notare di': l'Imperatore non aveva tenuto in debito .~or,;o la situazione dell'Ungheria; poi vi furono i dibattiti sulla parte leonina che tedeschi rd austriaci vogliono farsi nel successo delia guerra .-. detrimento degli ungheresi; poi si manifestarono sospetti sulla, progettata unione doga naie austro-tedesca temendosi clic essa possi riuscire dannosa all'Ungheria e particolari mente .il suo sviluppo industriale. Di questo malumore si rese interprete il conto Teodoro Batliyany, del partii., dei l'indipendenza, in un'interpellanza presen tata alla Camera dei deputati ungheresi. Anche circa il trattaménto fatto ai soldati nvarrprisplfqbpmsdr5canfesomHCsgdalcmiclhpvciungheresi continuano i lagni alla Camera Ci si lamenta perchè i soldati ungheresi non tono proposti nelle promozioni '., nelle Onorificenze, fu deputato cito il cas«> di un ufficiale clic si era ucciso perche perseguitato cnine magiaro. Tisza rispose molto, yaganiente. <i Xmi vi è esercito — dichiarò —. ove liou siano ufficiali che non ri lagnino essere posposti ed Ove non vi siano di questi ihoimvenienti. In Ungheria a quéste faccende si dà subito un colore politico. IV necessario notare come il monarca od i supremi comandanti dell'esercito espósero ripetutamente la loro ammirazione per ii vaioré dei soldati magiari. Xon si può trattare che di casi isolati per colpa di ufficiali subalterni», liti il primo ministro concluse assicurando che te vi sono dei colpevoli saranno puniti severamente perchè simili incidenti recano danni', non solo dal punto d; vista specifico ungherese, ma anche dal punto di vista militare. Lo stessa cosa succede per le altre nazionalità soggette all'Austria. Ma il Governo imperiale tìnge di ignorare questi malumori e si compiace delle manifestazioni, di lealtà che il Governo stesso organizza nelle varie .nnzì.òmilito. dell'impero per gettare mia pénnelfrilh bianca sul nero della situazione- Cosi, circa il recente, volo di Il'Annunzio su Trieste, fu affermare che <e il poeta avesse ben guardato in basso nwebbe visto Trieste Imbandierata per le vittorie montenegrine. Bandiere nelle vie e lutto nell'animo: questo è il simbolo dei popoli dello monarchia! LepnnfzefscntdfEie '

Persone citate: Asburgo, Thun