Accanto alla guerra

Accanto alla guerra Accanto alla guerra , La politiea dei eonsumi Intervista con M. Ferraris (Per telefono alla Stampa). Roma, 21, notte. Il senatore Maggiorino Ferraris, intervistato rante la guerra, ha fatto le seguenti dichiarazioni : n Scoppiata la. guerra nell'estate del 1014 conveniva immediatamemo avere un piano economico inteso a provvedere Alle necessitii del Paese, un ufficio tecnico composto dei miglio ri elementi, tratti dall'amministrazione o pre si fuori di essa, ina purché non attendessero :ld altro- da clle «»r-ebbe Sia cosi grave il loro ™*^™ continui fra ^ministrazio- onc no e gli uomini pratici del * ikx, mum u e rapWità di decisioni e-di csecuzior merìl;lino UI1 ristretto Comitato di ministri eli si radunasse o.urni giorno. Governo e ministri erano animati dello migliori intenzioni e hanno fatto del loro meglio, ma partirono da un indirizzo, per me, inaccettabile, benchò approvato nel campo degli studiosi, da quello del libero gioco delle forzo economiche che non agivano più. — -Ed li questo ufficio Ibernico élla avrebbe anche affidato la politica dei consumi? — Noli vi ha dubbio, lo affermiti già il 10 agosto 1914. Eccole un mio articolo sulla Stampa di quella data. Chiedevo l'Istituzione per decreto reale della Commissione centrale degli approvvigionamenti collegata a tutte le giunte degli ottomila Comuni del Regno. In quell'articolo pubblicato 18 mesi or sono, è tracciata tutta la politica dei consumi che nella situazione presente di giorno in giorno va imponendosi. — E scendendo a particolari, quale sarebbe il regime da applicate ai grani? 11 problema del grano 6 predominante; As sicurato '11 pano a buon prezzo, il resto passa |m secondn linea. Ai primi di luglio -avevamo | a i e à o è a o n a e i il grano sui nostri mercati a meno di lire 32 al quintale in caria.. Quale momento più opportuno per procedere al censimento, stabilire il calmiere c, occorrendo, addivenire alla requisizione? Lo proposi e lo sostenni con tutto, l'-auimo nel luglio scorso. Avremmo avuto il pane a buon mercato per buona parte dell'anno come accada in Francia. Prendiamo le carni. Nel maggio scorso» i buoi si vendevano sopra i nostri mercati a meno di D lire per ogni miriagramma di 10 chili. In poche settimane raddoppiò il prezzo. Quale momento migliore per stabilire il calmiere in circa 10 lire al miriagrammo, sostenendolo con una forte importazione di carni congelate? Oggi la buona occasione è in gran parto perduta. — Ella ha fiducia nel calmiere? —rta tempi normali posso dubitarne, ma in tempo di guerra, quando ogni possessore di una derrata alimentare si trasforma inconsciamente in uno speculatore al rialzo, conio rea-' gire contro il bagarinaggio senza calmiere? Quindi un calmiero economico sorretto da larghe provviste all'estero, dalla sospensione di dazi doganali c- comunali, dalla riduzione di trasporti ferroviari, da un'azione intensa peliti regolarizzazione dei cambi, dei noli, ecc. Prendiamo il caso delle carni congelate fm riesco ad .orizzontarmi nella selva delle tariffe doganali del 1913, anno che precedette la guerra, esse costavano circa 120 lire al quln tale ai nostri porti di mare. Ma erano e sono tuttora colpite da 2ó lire di dazio doganale, da .'tt lire di dazio comunale, in tutto j9 lire di tassa ossia, quasi il 50 % del valore. Vi aggiunga quest'anno i noli e i cambi "di tanto aumentati e tutte le speranze riposte nelle carni congelate ricadranno nel nulla. -- Quindi la necessità di ritoccare le tarine doganali e daziarie... — Senza dubbio. Lo dissi risolutamente in Sonato. Siamo in presenza di una guerra che costerà miliardi, meglio aggiungervi qualche decina di milioni e facilitare i consumi popolari del pane, della carne, del sale, della verdura. Purtroppo oggi ò tardi e il problema si è aggravato, è. più difficile quindi rimediare. jMa chi può dire che ritardando, la situazione non si faccia peggiore? Mi permetta un'osservazionc — disse concludendo il sen. Maggiorino Ferraris. — La situazione attuale dimostra quanto sia necessaria per l'avvenire una forte politica agraria. La propesi 15 anni or sono, ma invano- Se l'Italia avesse attuato una forte economia agraria si troverebbe in condizioni del tutto diverse. Non ci si credette! Ora tutti lo vediamo e lo tocchiamo con mano. Speriamo alniPno per l'avvenire dopo i gravi ammaestramenti di questi giorni. Oggi è tardi e la soluzione di tutti i problemi economici della guerra è talmente compromessa che 6 difficile dire rome uscirne senza decisioni gravi, quasi audaci. L'Italia è essenzialmente mi paese agricolo, <• sopratutto dall'agricoltura essa devo attendere U proprio risorgimento economico c sodale. Se il Governo e l'on. Cavasela, che sempre ebbe così alto intelletto d'amore per l'agricoltura nazionale, volessero fin da ora preparare per il giorno auspicato della pare una. politica agrai^ forte e pratica, il doloroso fenomeno odnn-no nvrebbe almeno portato qualche frutto qualora da esso scaturisse la sospirala, redenzione acrraria dell'Italia. IcCtsnuvuPdtpsesnsnMG2SIPacrSnnnsefdptdrrapapdstpsmm

Persone citate: M. Ferraris, Maggiorino Ferraris, Sonato

Luoghi citati: Francia, Italia, Roma