La revisione dei valori

La revisione dei valori La revisione dei valori e e e , e o i i m e e e : i u e i a o 1 i o, oo ao o ue a ooo ae e il e i, ori o». a a a a o e a o e, o e ooi n uo. e Di el riri i n 11 12 Le notizie provenienti In questi giorni da Roma confermano la prima impressione avuta da tutto il Paese, che questa crisi oscura e affannosa, resa ancor più piena di mistero dal silenzio e dai veli di cui' la si volle circondare, era stata provocata da cause politiche, le quali poi non ebbero nello scioglimento di' essa la benché menoma ripercussione. In ultima analisi si deve concludere essersi trattato del tentativo di tre ministri — Bissolati, Bonomi e Comandini — di cogliere un'occasione qualunque per provocare lo scioglimento del Gabinetto e una rifusione «ex novo»; ma poi il tentativo venne dai tre ministri stessi abbandonato. Che uno o più ministri,, non contenti di um dato indirizzo di governo, sentendosi appoggiati dall'opinione pubblica e sicuri, nella loro coscienza, di ipoter contrapporre all'opera di un Ministero un'azione .più illuminata e più degna, tentino, magari anche con un colpo di sorpresa, di abbattere il potere in carica e di sostituirne un altro più a loro immagine e somiglianza, è cosa itti sè ,nè anormale, né biasimevole. Cavour stesso, anche quando era semplice ministro di agricoltura, non mancò di fare qualche cosa di simile. Ma la differenza fra CavouT1 e la triade sopra ricordata è, oltre a molte altre cose, questa di fatto: che le critiche, nel pensiero del ministro piemontese erano, secondo la sua coscienza, così fondate, che nessuna giustificazione o ragione oppostagli dai colleghi valeva a fermarlo nella via propostasi; mentre, nel caso attuale, è evidente che i tre ministri, Bissolati, Bonomi e Comandini, si erano nel proprio spirito creato un piano che la realtà "ha distrutto. Nessun dubbio oramai è più decito che i tre mi nistri, col colpo di sorpresa, volevano provocare una crisi generale extra-parlamentare, la quale desse a? loro ed .ai loro amici una parte assolutamente preponde rante nel futuro Gabinetto. Ma la leale fermezza dell'on. Boselli ha fatto fallire il piano strategico ed ha messo i ministri dimissionari' nel duro dilemma: o andarsene, o rimanere alle condizioni che l'on. Boselli ha creduto di imporne nell'interesse nazionale. Il presidente del Consiglio sa che per sventare la mossa dei tre ministrigli era sufficiente aprire la Camera ed esporre al Parlamento le sue e le loro ragioni Nel Pai-lamento i ministri Bissolati, Comandini e Bonomii non solo non hanno la maggioranza, ma formano una minima minoranza, che in tempo di pace sarebbe trascurabile. Nel paese poi... E' vero che il loro partito dice e scrive ogni giorno, forse guardandosi nello specchio, che esso ò il migliore, il più intelligente, l'unico patriota, ecc., e che tutti gli altri sono l'opposto; ma evidentemente non. basta ammirarsi l'ombelico per diventare « ipso facto » tutto quello che la fantasia eccitata crea dei nostri meriti e delle nostre qualità. Per cui si può con molta sicurezza di dire il vero, affermare che nel paese il partito di tre ministri forma una minoranza forse più notevole ancora di quella cho ha nel Parlamento. Dimettersi o sottomettersi, quindi. Se fossimo avversari senza quartiere dei tre ministri crisaiuoli e volessimo trarre la conclusione precisa dal loro operato, dovremmo dedurre che; avendo essi assunto la responsabilità di disturbare il paese per dodici giorni anche nei riguardi dell'estero, senza che i risultati abbiano corrisposto allo sforzo ed alle premesse, ne consegue che essi dovrebbero pagare 11 loro. errore nella forma politicamente più corretta, e cioè cedendo il portafoglio. Ma noi poniamo il Paese infinitamente al disopra delle personalità che in questo momento lo amministrano. Qualsiasi italiano, a qualunque gruppo, a qualunque partito appartenga, purché animato dal più elementare senso di carità per la patria, non può astrarre dal fatto terribile che ci troviamo in stato di guerra: ed è dovere anche del giornalismo di non dimenticare che in questo momento le lotte di partito diventano un delitto verso le forze e la coesione nazionale. Quindi noi non solo non chiederemo la testa dei tre ministri, ma facciamo voti perchè il Parlamento si mostri superiore a certe correnti sprigionatesi in questi ultimi tèmpi e perchè gli avversari politici di essi non ne approfittino neppure per sollevare una questione di questo genere nei prossimi giorni alla Camera. Ma se le speciali condizioni :in cui ci troviamo non concedono il tentativo di trarre la conclusione logica dell'errore dei tre ministri, occorre però che quanto è accaduto porti ad una revisione dei valori. Il Paese ha diritto di dire alle correnti che sono impersonate nei tre ministri: rimangano pure a rappresentare il vostro speciale indirizzo in seno al Ministero dell'unità nazionale ; ma però 11 partito interventista deve rientrare nelle file, disciplinato, un po' meno orgoglioso, come semplice soldato, pari .fra i pari, modestamente. Al di fuori il partito interventista credette fino a ieri di essere in una posizione di privilegio di fronte a tutti gli altri partiti e ad una grande parte d*Ua opinione pubblica italiana. Esso, come dicevano i suoi giornali, era il « fior fiore » della politica nazionale. Mentre gli altri si aggiravano nel limbo di antichi errori, mentre non sapevano interpretare 11nvsieIt1 pncsrsuqvsatcm cdmmnpnt salqepcal'alto momento storico, mentre perdevano a e e a e e a o e e 1 ù e o e l e è e e i e rri n a mi oe e aIl e neurimaa oti e o, or li rre 11 diritto di funzionare come àuguri della nuova Italia, esso, il partito interventista, veniva acquistando questi alti privilegi, a si attribuiva la posizione più elevala diepigone della nuova storia della quarta Italia. Quindi, anche in seno al Ministero, 1 suoi rappresentanti non erano dei sera» ptici ministri: erano i flàmini che tenevano accesa la fiaccola del tempio di Giove, che garantivano i partiti dà essi rappre-, sentati che nessun patteggiamento ai sa» rebbe fatto con gli italiani degeneri, nessuna deviazione si sarebbe compiuta da/, quella via diritta e precisa che essi avevano divinato e che oggi scorgevano nitida sino alla mèta. Questa posizione era assurda; e ciò che è) avvenuto in questi giorni ha valso a met-j terne in luce tutta l'assurdità. Perchè an- ' • che il partito interventisa ha commessi numerosi e gravi, errori ........ j (Dieci lineo consurate). , Sono essi che ci assalirono coi loro rimproveri, accusandoci quasi di lesa patria quando, nei primi mesi del 1915 noi negavamo che la Romania sarebbe entrata immediatamente a nostro fianco nella grande impresa; e cho più tardi ripeterono invettive, quando noi negammo l'influenza decisiva dell'intervento romeno v . (Quattordici linee censurate). Sono 1 lord scrittori che su giornali italiani, ed ahimè! anche stranieri hanno scritto contro l'Italia perchè non faceva offensive proprio» quando l'eroismo offensivo francese provo-1 cava il ritiro di Nivelle e l'elevazione .di) Pétain a capo di Stato Maggiore, e quaj ranta deputati presentavano in proposito! interpellanza alla Camera, quando. Ribot) dalla tribuna ammetteva che l'offensiva nonaveva dato tutti i frutti che si aspettavano e quando il ministro della guerra, Painlevé proclamava alla Camera testualmente :« A1 capo dell'esercito vi è un uomo che ha seni* pre sostenuto metodi di economia dt vite umane ». Con questo passato di orrori, ab* biaino il diritto di dire ai rappresentanti del partito interventista: Rientrate nelle file modesti come soldati; dal loro conto, il, paese e la Camera hanno il diritto dì considerarvi non come capitani ma come gregari. Si fa, è vero, da costoro, parallelo allei crisi ministeriali, il tentativo di addossare ai ministri del 1915 tutte le responsabilità-' deigli errori, per scaricare la loro parto di responsabilità. Di qui la campagna contro l'on. Donnino, che non è cessata nemmeno oggi. Proprio ieri su un giornal» democratico massonico romano era riportato il giudizio di un deputato m tra gli! interventisti più autorevoli della prima ora», il quale sostiene che l'on. Sonnino ha sbagliato tutta la sua politica, dal prin-; ciipio alla fine. «La politica dell'on. Sonv mino — si legge — al e mossa con imai visione errata dei problemi internazionali) e del problema della guerra; ie da un primo errore fondamentale ne sono derivati1 altri, che hanno reso sempre più difficile la situazione dell'Italia. La questione di forma, la questione dell'isolamento dell'onorevole Sonnino di fronte ai suoi colleghii del Gabinetto e di fronte al pubblico, Vavversione' in lui per ogni forma di propa-ganda delle ragioni della nostra politica e della nostra guerra, sono cose certamente non prive di valore, ma secondarle di fronte all'altra, che riguarda la sua concezione politica e la sua conseguente azione ». Noi non giudicheremo l'ineleganza e la ingenerosità strana di questo non.nuovissimo tentativo dei partiti interventisti e deli loro rappresentanti alla Camera e al potere, di gettare a -mare il ministro degli esteri. Eleganza e generosità purtroppo non si possono richiedere da tutti neMa quotidiana lotta politica-, che ha delle forma singolarmente poco elevate. Ma dal punto di vista della logica questo sforzo di' separare la responsabilità degli interveintistl, e sopratutto dei rappresentanti politici di- essi, da quella dell'on. Sonnino, è assurda.'^Quando si tratta di fatti decisivi) nella storia di un popolo, non sono ammessi ai partiti che aspirano al potere degli errori di apprezzamento e di giudizio. Se l'on. Sonnino apparve il ministro dell'ora quando questa venne solennemente a scoccare, si deve presumere che coloro che lo sostennero in quell'istante avevano pesato ampiamente e maturamente le due condizioni fondamentali del loro appoggio: il valore dell'impresa e quello dell'uomo che l'aveva preparata e la guidava. Anche quest'ultimo elemento: perchè è ben chiaro che la migliore, la più feconda delle azioni può fallire miseramente, ova l'uomo che ne è alla testa non si trovi all'altezza degli eventi. Ma, dopo avere approvato l'impresa, dopo avere inalzato inni a chi l'aveva meditata e preparata, dopo averne ripetuto ed esaltato le frasi a l'azione, non è lecito neppure politicamente, nel momento forse più grave e decisivo che incombe su tutta l'azione dell'Intesa, tentare di gettare a mare il portabandiera' I partiti interventisti e i ministri che li rappresentano in seno al Gabinetto, hanno il dovere morale di trovarsi oggi più che mai a fianco dell'on. Sonnino. Il loro diritto può essere quello di colla* borazione e di critica nelle linee seconda* no rie: ma delle principali l'onore, l'onere,..!»'

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