Il Congresso dei Consigli

Il Congresso dei Consigli Il Congresso dei Consigli opL'importanza dalla attese deliberazioni Pìetrogratto, 10. Si è riunito a Pietrogrado un grande Congresso dei Consigli dei delegati operai e illlari di tutta la Russia. I giornali socialisti attribuiscono a questo Congresso la più, grande importanza e dicono che le sue deliberazioni potranno decidere dell'avvenire della rivoluzione russa. della rivoluzione russa. Gli argomenti discussi tra la Commissione del "Soviete i deputati italiani p{Nostro servizio telegràfico particolare) Metrofjraflo, 1S, or» 14,40. (consegnato 11 16, notte). L dlio itli di dt C La delegazione italiana dei deputati Cappa, Labriola, Raimondo e Lerda continua attivamente il suo lavoro. Nei giorni scorsi è intervenuta a parecchi meetings e si è incontrata con ministri e uomini politici fra cui il ministro degli esteri Terestchenho e una missione jugoslava. Domani sarà ricevuta dal presidente del Consiglio principe Lvoff. Oggi essa si è incontrata con membri del Comitato esecutivo del Consiglio dei delegati operai e soldati. Il colloquio, del quale il Comitato ha redatto un lungo verbale, è durato più di un'ora e mezza. 1 delegali italiani si sono fatti spiegare i principi àél programma politico del Comitato esecutivo e tono stati a loro volta interrogati su alcuni problemi specifici di politica estera, che riguardano l'Italia. Dopo l'incontro la delegazione italiana ha redatto una breve relazione che vi trasmetto integralmente. Assisteva alia riunione il presidente depurato Tcheidze, che, diresse la discussione, a, cui parteciparono parecchi membri di Comitali. La delegazione italiana, reso omaggio alla rivoluzione, riaffermò le ragioni di giustizia della nostra guerra e, pure inchinandosi alla fede che i rivoluzionari russi dimostrano nella conferenza socialista internazionale, da cui dovrebbe essere determinalo il movimento democratico anche nell'Austria e in Germania, donde la possibilità di tuia pace giusta, si dichiarò convinta che la continuazione della guerra è inevitabile. La Germania e tAu'stria non accetteranno il trionfo del diritto che quando siano sconfitte. I rappresentanti del Comitato esecutivo opposero il dubbio che la sorte dei popoli possa essere decisa dalla vittoria di una delle parti contendenti e dissero che, scomparso lo tsa rismo, la democrazia' diventa possibile in Europa. Tcheidze, riassumendo la discussione, ripetè più volte che una pace separata è impossibile, che la Russia considererebbe causa della propria rovina e rovina dei principi democratici il trionfo dell'imperialismo austro-tedesco. Se i socialisti tedeschi \e austriaci non riusciranno ad ottenere che l'Austria e la Germania accettino una pace giusta, per cui ogni popolo possa decidere di se stesso, a seconda del proprio volere e della propria nazionalità, la Russia de mocratica non escluderebbe l'uso della forza delle armi contro gli imperi centrali. Que alo concetto fu ribadito dal rappresentante dei soldati, che disse-. «L'esercito rtisso, rinnovato dalla libertà, è disposto a battersi per la libertà e la giustizia in Eu ropa ». Si tratta a ogni modo per la continuazione della guerra di una ipotesi affacciata senza troppa energia. Il bisogno di rinnovazione interna della Russia sembra prevalere fra la maggioranza del Co " milato. La formula-, nè annessioni, nò contribuzioni, non venne spiegala in modo con'crelo, ma dal discorso di Tcheidze risultò ■che nessuna pressione è fatta dalla Russia iperchè le democrazie della Francia e dell'Italia debbano rassegnarsi allo statu quo 'ante. La pace dovrebbe esser fatta dai popoli — pensa.no i rivoluzionari russi — ma 'essa non può condurre che ad un'Europa 'diversa da quella che determinò l'imperia■lismo austro-tedesco. Questo testo fu comunicato alla Delegazione italiana. Per informazioni che ho raccolto fra i presenti al colloquio, posso aggiungere qualche particolare c qualche impressione sull'importante incontro. Durante la discussione sostenuta dai membri del Comitato esecutivo, si sono ancora una volta manifestate, sebbene più velatamente, due tendenze alquanto divergenti: una rappresentata dal deputato Tcheidze, che rappresenta la tendenza inedia fra i mensceviki ed i bolscoviki, più moderata e sensibile alle ragioni della Intesa c risolutamente ostile alla pontieri imperialista della Germania e dell'Austria ; l'altra, rappresentala da Martoff del gruppo dei bolsceviki che, in omaggio allo spirito ed alla tattica del partito, mostrò un'assoluta intransigenza teorica, non volte riconoscere alcuna ragione di favore per i paesi dell'Intesa. Questa singolare visuale di Martoff rientra in quella categoria di clementi dell'agitazione dei bolsceviki che ho già analizzalo. Anche per ciò che riguarda il l>rtf{jle}ma dell'attitudine della Russia in guerra il Comitato esecutivo non ha detto una parola precisa. Posta nettamente la domanda: che cosa farà la Russia se la Germania e l'Austria non accettano il principio di pace formulalo dai socialisti russiy Non è stata data alcuna risposta vetta. Per ciò che riguarda le questioni nazionali italiane il Comitato esecutivo non ha manifestato nessuna opposizione o riserva al diritto affermato dagli italiani suf Trentino e Trieste. Alcune domande sono stale invece poste per altre questioniper~ le* quali ha risposto il deputato Labriota. Unayprima domanda fu fatta da Martoff sulla questione della Dalmazia, che eglchiamò slava. Labriola cominciò rettificando tale definizione : « La Dalmazia non èsptCgnpcFdtivgbsdpnscsspaUU ttt» ii^ii...™— • •■ . a e i à l n o a a l i a i o e ni e i, aff li nè milita mista. Bisogna avere piuttosto ri guardo agli interessi italiani adriatici n Nessuna particolare obbiezione fu fatta dai membri del Comitato su tale questione, ed è sembrato che il Comitato esecutivo operaio si disinteressi alquanto della questione dalmata, la quale viene agitata dai propagandisti jugoslavi Un'altra domanda fu fatta sulla questione dell'Asia Minore e il possesso italiano delle isole dell'Egeo. Labriola rispose che per ciò che riguarda l'Asia Minore st tratta di convenzioni ancora segrete, che egli ignora, In ogni modo è certo che la questione non può essere risolta dall'Italia sola, ma deve «ssere risolta, anche per l'Italia, in torrelazione alle docisioni delle altre Potenze europee. Quanto alle itole dell'Egeo, esse erano occupale dall'Italia come pegno per l'adempimento degli obblighi assunti dalla Turchia col trattato di Ouchy e non ancora compiuti. La discussione si è svolta con calma e le ragioni degli italiani non hanno sollevalo speciali critiche da parte del Comitato esecutivo operaio. I colloqui continueranno. VIRGINIO QAYDA. La conferenza di Stoccolma I socialisti bulgari Zurigo, 16, notte. Telegrafano da Stoccolma ai giornali ungheresi che U' scglteHalrao della conferenza socialista Huysmans comunica alla stampa che tra brevi giorni vi sarebbe un avvenimento, il quale muterebbe completamente le prospettive sull'opera di pace iniziata. Si tratterebbe dell'ariiivo di un rappresentante dei Comitato degli « Operai e Soldati » russi incaricato di trattare per la fusione dei Congresso socialista scandinavo con quello'orga>nizzato dai socialisti russi, in tal modo i soct&li'sti tedeschi .'criedono idi attraversare i piani degli anglo-francesi miranti a fare sì che la conferenza russa si convochi a Londra. Frattanto la conferenza di Stoccolma suscita dei malumori Jn gualche circolo viennese, La clericale Reichspost naturalmente non è troppo entusiosta dell'opera dai socialisti. Per il giornale Iniziativa della conferenza è dovuta a Brantlng, che agisce per conto dell'Inghilterra all'unico scopo dà condurre su di un binarlo morto l'agitazione per la pace che si fa in Russia. « Inoltre, in seno ai socialisti delle Potenze Centrali vi sarebbero dissensi perchè si tenta di isolare i socialisti germanici che non approvano la cessone dell'Alsazia e della Lorena alla Francia, e questo — conclude il giornale — è la spiegazione della sciarada di Stoccolma. Anche 11 contegno dei socialisti bulgari non sembra soddisfare completamente colerò che propugnano rinterhazionale ». Il capo della delegazione bulgara a Stoccolma è stato intarvlstaito dal corrispondente di un giornale berlinese, il quale gli chiese se i socialisti bulgari sono veramente Internazionalisti. « I socialista bulgari sono intemazlona tifiti -come gli altri soci olisti. Anche noi combattiamo rimpèrtialismo ed il capitalismo. Noi deviamo dal criterio generale dei socialisti solo in alcune questioni interne, e cioè tediamo conto dei bisogni del nostro paese ». — E quale fu il contegno dei socialisti bulgari <M fronte ella guerra? — Noi socialisti bulgari fummo sempre con trarl alla guerra. Nel periodo della cosidetta neutralità, abbiamo fatto una viva agitazione; abbiamo tenuto adunanze contro l'entrata dal nostro paese -nel conflitto, ma purtroppo non abbiamo potuto impedirlo. — A quali condizioni la Bulgaria farebbe la pace 7 — E' chiaro, che la Macedonia come la Dobrugia ci devono estere restituiti» ma la Guerra nop sarà continuata un solo minuto a causa di una città o di un villaggio. — Crede che i socialisti francesi ed inglesi verranno a Stoccolma? — Credo- che verranno e ritengo che Ribot ha commesso un errore diplomatico negando i passaporti. — Taluni ritengono che i socialisti francesi non vorranno trattare con i tedeschi; che cosa ne pensate? — Quando saranno jn territorio neutrale muteranno idea. Comunque, non creilo che la conferenza di Stoccolma possa fare un'opera positiva per la pace. Essa è servita tuttavia a diffondere l'idea della pace, n problema della pace deve risolverlo la diplomazia. La diplomazia seguirà 11 cammino,- che noi abbiamo già. battuto.'In verità non invidiamo 1 diplomatici per il lavoro che toccherà loro Come è accolto il nuovo Gabinetto ungherese [Servizio speciale della Stampa). Zurigo, 16, notte. Il nuovo Gabinetto ungherese ha prestato tdrazddtanctsvndndnap6lLstCvnvdmapddpupsomTrfnadcocrcpvnu iJ ^ giuramento nelle mani del Re 11 quale si è recato a Budapest precisamente a. questo scopo. Re Carlo è ripartito nella serata e gli fu fatta una dimostrazione. Le grida di Viva 11 Re! si perdevano però in mezzo alle altre di: Viva il suffragio universale! Viva la pace. Scrivono i giornali ungheresi — almeno cosi comunicano le Agenzie ufficiali, — clfe questo è il più forte ministero ungherese che mai si sia avuto. Quésto ottimismo non è per Altro condiviso dai giornale tedeschi. 11 corrispondente da Budapest della « Frankfurter Zeitung u ricorda le difficoltà che si dovettero superare per la sua formazione e continua: «I ministri sono concorda in due soli punti del pTOjrramma; in tutti gli altri sono completamente discordi. Il Gabinetto e favorevole alla riforma elettorale in una misura che il conte Tisza ed il partito del lavoro rifiutarono di adottare. Il Gabinetto lascierà .immutato l'acconto economico concluso tra l'Austria e l'Ungheria e che deve servire di base per la convenzione politica e commerciaile colla Germania. Ma all'infuori delle grandi linee di queste due questioni, il Gabinetto è cosi poco concorde che non si può assolutamente panlare della possbi'htà che esso faccio, un lavoro politico proficuo. « Del Gabinetto — continua 'Il corrispondente, — fanno parte Bathiany in rappresentanza di Karoly o quindi idei magiàrlsti estremi e vicino a lui è il dottor Gra.tz, convinto fautore della Mi Mei Europa. Un olirò portafoglio è stato assunto dal dottor Vasony, che è israelita, ina questi avrà come ministro a suo fianco il rappresentante del partito popolare cattolico che è uno dei più noti antisemiti. E' una vera società variopinta — conclude il corrispondente. — un vero Governo « ad hoc ». L'unica sorpresa nella formazione del G.-'bieie.tto Esterhazy è stato "il fatto che il conte Karoly non volle entrare, «".ontrarianiente a quanto si riteneva, a far parte del Gabinetto. Il suo diii'ego ad accettare un portafoglio è dovuto .il fatto che egli non ha voluto rinunziare alle sue idee sulla politica estera, giacché il nuovo Ministero .assume sotto questo punto di vista, incondizionatamente il programma del conte Tisza». Quanto al conte Tisza, il «Nèpsava» racconta un curioso particolare. L'ultimo suo atto di governo sarebbe siato l'emanazione di una circolare colla «naie aveva comandato alla gendarmeria ed alle truppe di Budapest di procedere colla massima energia contro qualslasS tentativo di dimostrazioni in favore del suffragio universale. Di questo fatto fu avvertito per altro il Ile. il quale fece sospendere subito gli ordini del conte Tisza. che avrebbero potuto provocare le pia grava come