Il Consiglio del ministri e la situazione

Il Consiglio del ministri e la situazione Il Consiglio del ministri e la situazione L'assenza di Bissolati, Bonomi e Comandini Ulteriori sviluppi della polemica sul problema albanese Roma. 9. notte. | idtt i ^^^u^ fe.L^S*J!Ì | Il Consiglio dei Ministri era indetto peri oggi alle 17, ma un'ora prima stazionavano ci. li; nzi alla Consulta i reporter» per controllare l'arrivo dei ministri. Alle 16,15 giungo il Commissario generale dei consumi, on. Canepa, il quale è subito ricevuto dall'on Boselli. Il colloquio si protrae per mezz'ora circa. Alle 16,45 l'on. Canepa lascia la Consulta ed è incominciato l'arrivo dei ministri. Primo a giungere è l'on. Sacchi a l n o n e ^ a . a a ò 8 a i l o a o e n r i e i s a i e aa o o e ò a di a e; ti a ise a e e e d he a- Guardasigilli è calmo e sorridente. Vengono poi i ministri Rufflni e Fera, Appaiono entrambi sereni e soddisfatti. Qualche minuto dopo giunge" l'automobile dell'on. Sonnino, alquanto impolverato. Il ministro degli Esteri è tranquillo e sereno ; il suo aspetto appare scevro da ogni preoccupazione. Porta con sè un voluminoso ed ampio portafoglio.. Poco dopo giungono' nella stessa automobile i ministri De Nava e Raineri, provenienti da via XX Settembre. Il ministro del Lavoro e quello dell'Agricoltura discoprono fra loro con cordiale calma e tranquillità.-Giunge a breve distanza il ministro della Guerra, generale Morrone, la cui automobile è immediatamente seguita dalla carrozza ministeriale che porta l'on. Carcano. Arrivano quindi, nelle rispettive automobili; i ministri Corsi, Meda, Scaloja e Bianchi. Sono le 17 ; giungono gli onorevoli Orlando e Colosimo discorrendo tranquillamente nella stessa automobile. Non giungono i tre ministri Bissolati, Bonomi e Comandini. Si sa che i tre ministri suddetti non verranno. Infatti il Consiglio comincia senza: di essi i propri lavori. Il Consiglio dei ministri è continuato fino alle 7 meno 10 minuti, ,'jcioè è durato quasi due ore. Quando 1 ministri sono usciti erano tutti impenetrabili e vani sono stati i tentativi dei repórters per sapere qualche cosa. La Tribuna dice di apprendere all'ulti ma ora che tutti i ministri si sono trovati d'accordo in tutte le questioni che sono state argomento di discussione nel passati giorni. Così pure il Giornale d'Italia dice che a quanto si afferma da varie parti autorevolmente, la giornata è stata proficua e che si "è raggiunto l'accordo sulle questioni (Censura). Infine lo stesso giornale reca : « Nella prima edizione abbiamo pubblicato che i tre ministri Bissolati, Bonomi e Comandini non intervenuti al Consiglio dei ministri erano andati a una riunione del partito riformista. La notizia è assolutamente infondata. I tre ministri non presenti al Consiglio si sono trovati insieme nel pomeriggio e anche stasera, ma non hanno partecipato ad alcuna riunione di partito che in questi delicati momenti sarebbe disdicevole. E' dunque do' verosa questa rettifica». La Tribuna dice che stasera è atteso a Roma l'on. Marcerà, che doveva giungere lunedì. Si intuisce l'importanza di questo Consi glio dèi ministri, che, rinviato due volte, si è adunato oggi con l'assenza di tre membri. Mancano ancora dati positivi per giudicare della situazione. Il Governo, fino a questo momento, non ha fatto ancora alcuna comunicazione. A piccole dosi il pubblico ha potuto- formarsi un'idea gene ti**?**- fatti''chriri>•pé||^i^''5pi%tì]i occupata tjiìtta'fattenzióne degli ambienti politici parlamentari e giornalistici; e- che essenzialmente sonò costituiti da- un grave dissenso che si è andato formando in seno al Gabinetto Boselli. SI può dunque immaginare con quanta ansietà nel mondo politico e parlamentare siano attese le deliberazioni del Ministero tanto più.che mancano appena cinque giorni alla data fissata per la riapertura del Parlamento. E' certo ad ogni modo che le.| discussioni della Camera saranno''dedicate per la massima parte alle questioni così vivamente dibattute in questi giorni Ieri e stamane il numero dei deputati presenti a Roma è già salito ad una cifra inconsueta. La improvvisa affluenza dei deputati a Roma caratterizza la situazione che non è più quella dai passati giorni bensì è venuta in questi ultimi momenti mutarsi per discussioni o dissensi sorti fra gruppi e uomini politici intorno a un delicato problema nazionale La censura consente solamente oggi al « Giornale d'Italia » di- rivelare il retroscena politico che ha condotto alla movimentata situazione-attuale. Si tratta dell'oberato dell'on. Sonnino rispetto alla prodamazio ne del protettorato italiana. sull'Albania. rilievi mossi al ministro degli Esteri sono di doppia natura. Riguardano il metodo la sostanza del provvedimento: riguardano il metodo, perchè, a quanto-dicono i critici dell'on. Sonnino, questi non avrebbe sottoposto ai colleghi del Gabinetto il provve dimento per la sua approvazione preventiva; riguardano la sostanza, perchè gli stessi critici dell'on. Sonnino ritengono che il provvedimento sia discutibile e avrebbe pertanto dovuto, essere discusso^ Premessi i termini della questione, ecco l'articolo editoriale che.il uGiornale d'Italia» pobbHea in difesa dell'on. Sonnino:- - -'- « I giornali : che Investono -, l'on- Sonnino hanno cambiato posizione: la prima trincea, e cioè l'opposizione al proclama di Argirocastro. non poteva essere tenuta, perchè quell'atto di politica veramente nazionale è assolutamente Inattaccabile da chi senta italianamente, ed è stata pertanto precipitosamente sgombrata. La seconda trincea, sulla quale si è sttomlanbenillitocepvvccsdcpnppSpeststinlaGsPqdodlcpdsdacpoitgPdddrSaainusps stanno rafforzando 1 critici dell'on. Sonnino, frmpprclpa l ]i i e e o a e rl e.| e ì ti a è impostata non più sulla questione di sostanza, sulla bontà o meno dell'atto compiuto, ma su una questione di forma, e cioè se 11 ministro degli esteri abbia, o no, provocato la preventiva deliberazione collettiva del Ministero intorno al proclama da emanare. Orbene, neanche questa seconda trincea può tenere; il proclama di Argirocastro non fu che il corollario logico e necessario di tutta la politica ben nota nelle sue linee generali a tutto 11 Gabinetto e da questo ripetutamente accettata e approvata. < E' strana che si sia voluto far tanto rumore per la presunta mancata consultazione preventiva del Ministero su di un atto di Governo perfettamente consenziente a tutti 1 precedenti di una politica rigorosamente diritta, continuativa e precisa. Vi è allora ragione di sospettare che, non la forma, ma la sostanza della questione abbia Irritato; ma in questo caso il Paese non sarebbe certamente dalla parte dei' critici del ministro degli esteri. a Comunque, l'opinione pubblica, quando conoscerà certi episodi che presentemente occupano la scena politica, non potrà non stupirsi di tanto accanimento contro un uomo di Stato come l'on. Sonnino; il Paese non comprenderà certe eccessive suscettibilità e certe esagerati*slme irritazioni, a proposito di questione c«M detta di forma, di metodo, di sistema, della cui effettiva essenza ci permettiamo di dubitare, le quali non involgono o non compromettono affatto la sostanza, e cioè la bontà della politica estera. Ci permettiamo di chiedere r- continua il Giornale d'Italia — sicuri di Interpretare 11 sentimento deìla grandissima maggioranza del Paese, se, in un momento grave e serio come questo sia proprio lecito di scuotere dajle fondamenta il Governo della nazione per que■tionl semi-personali o astraiti*, dottrinarie o di puntiglio; o se. Invece, non sia doveroso da parte di tutti di dar prova di buona volontà, di serietà, di moderazione e di concordia. E se un atto di politica estera è buono conforme all'interesse del Paese, non si capisce perchè debba essere turbato o frustrato da discussioni secondarie. Ma se, sotto la questione di forma, si celassero invece questioni di sostanza, allora i critici dell'on. Sonnino avrebbero il sacrosanto dovere di dirlo, indicando quelle soluzioni che essi riterrebbero piti consone agli interessi nazionali, e cosi la opinione pubblica e il Parlamento avrebbero il modo di giudicare e di scegliere. Qualsiasi tattica subacquea è intollerabile in quest'epoca grave che impone a tutti 1 servitóri della Patria grande abnegazione e non meno grande lealtà >. <Il « Messaggero » - trattando la questione di metodo che viene sollevata a proposito del provvedimento Sonnino per l'Albania, risponde ai giornali che difendono l'on. Sonnino ed. osserva: Nessuno ha messo in dubbio gli impegni d'onore dell'Italia; nessuno ha dimenticato le pagine del libro Verde; nessuno ha mai sognato che il nostro Governo dovesse obliare gli interessi italiani per 11 trionfo delle mone austriache o greche. Andare in bestia contro accuse mai formulate, contro follie inesistenti gioco ridìcolo. Le polemiche suUa questione albanese hanno avuto origine dal dubbio che il proclama di Argirocastro non sia una emanazione concorde di Governo ». Il «Messaggero» accenna ai pericoli di una misteriosa politica estera personale che si sostituisce ad una chiara e ben discussa politica di Gabinetto e insiste nella necessità' che il paese non sia più oltre condannato a prendere atto alla cieca dei soli fatti compiuti. Se il metodo adottato, finora — conclude — dovesse perpetrarsi, noi chiederemmp tran, coniente ai nostri amici che fanno porte del Governo nazionale se ritengono compatibile la loro permanenza in un Gabinetto ove vi è chi crede di poter fare e disfare con una indipendenza che nè la Costituzione, nè la tradizione, nè i vitali interessi del Paese consentono. La questione è tutta qui o almeno principalmente qui ». Il Popolo Romano approva nella sostanza l'operato dell'on. Sonnino scrivendo: : « Sf'W'iin gran parlare di questione albanese': si" sono manifestate due correnti, una delle quali numericamente meno forte, ma più rumorosa, si mostra contrària alla proclamazione dell'indipendenza dell'Albania gotto il. protettorato dell'Italia. Orbene, nessuno pensò di protestare quando l'Austria proclamò recentemente l'annessione dell'Albania, ma tanto meno .nessuno protestò quando fu proclamata dal francesi la Republichetta di Corltza nell'estremo sud albanese, appena vi giunsero truppe francesi per operare il collegamento con le truppe Italiane verso la Maqedania. Perchè dunque la protesta contro l'atto dell'Italia?.; Nel circoli parlamentari erano commentate Ieri le osservazioni di qualche giornate francese. Però non si può finora dubitane che quanto 11 Parlamento dovrà presto udire su questo problema non abbia a con isrondere agli Interessi vitali e alla dignità dell'Italia. Cosa fatta capo ha, specialmente quando è ben fatta ». i Le questione costituzionale Pareri di alcuni parlamentari Roma, 9, notte. ' Viceversa un deputato amico dell'on. Son. nino. ci osservava che iì manifesto era, più che altro, un atto di carattere militare reso necessario dal tatto che regolari albanesi appoggiati «alle nòstre truppe operavano lu di- razione di Berat. Come ha detto anche mv cpv mun.tcato ufficiale, per evitare malintesi: da parte delle popolazioni e per contrastare la propaganda austriaca, era necessario chiarire a tempo, il carattere del nostro interventOj che era diretto soltanto ad aiutare l'opera di liberazione dal nemico ereditario delle nuove popolazioni albanesi . < il: •4 e l e è o Giudizi di fògli francesi (Servizio spellale della Stampa). Parigi, 9, notte.- Le polemiche accese su oerti giornali Ita*, llonl dalla proclamazione den'àutonòmla aW banese trovano larga eco qui. Il Maiin si atw : gura, però, che non riescano a scuotere lai saldezza deUa compagine ministeriale. « li GaJ binetto Boselli — scrive — è stàio in tutta lai sua politica interna e estera il Gabinetto del-: l'unione sacra. Bisogna sperare che questo carattere gli sarà conservata grazie lo spirito comprensivo e patriottico del ministri sociali* sti che vi seggono, dei.quali il- più noto, è Bissolati». VHuman.itè, invece, spera che im Interpellanza Chiesa produca un effetto ana-i logo a quello risultato dalle discussioni ulti-, me sui fini della guerra alla Camere, francese, le quali, in fondo, sono venute a spazzare ogni velleità imperialista.' Importa sovraiuttó sapere se l'Italia era d'accordo coi suol alleati^ In ogni còso il fatto nuovo albanese sembra) al giornale, debba ispirare un'opportuna risoluzione, i > Gli Alleati non hanno ancora tenuto} nessun convegno serio per determinava con. precisione le loro condizioni generali in vistai di una pace duratura. Ognuno tra essi deva avere avuto sogni di grandezza, di egoismo)' sacro più che di preoccupazione di rlservara l'avvenire. Sarebbero stati più sa vii se avessero preso già le "precauzioni necessarie ai prevedere la soluzione dei problemi diffìcili come quello dell'Albania». D. R. Città dell'America centrale distratto ';#da una eruzione vulcanica San Juan del Sur (Nicaragua), 8. Secondo un dispaccio da San ■ Miguel nel Salvador, la capitale di questa repubi blica è stata distrutta da un cataclisma dovuto probabilmente ad un terremoto od aU l'eruzione di un vulcano. La città di San] Salvador contava oltre 60.000 abitanti. Un dispàccio da Tegucigalpa dice che, oltre a San Salvador, le città di yjapa, Suchichoto, Maisnal, Amenios, Mejcdnos a) di Qùezaltipou, sono rimaste distrutte. 1 Un telegrafista, che alle ore 9 di starna* nef- vide la scena della catastrofe, riferiteti che tutto è distrutto sopra un territorio di una trentina di miglia. Gli abitanti di Sani Salvador accampano nelle vie e nei giardU ni. Si crede che la catastrofe si debba alla] eruzione del vulcano, alle cui falde, la città è costruita. Washington, /{ ministro degli Stati Uniti a San SaU vador telegrafa, in data di ieri ore 214 « Il Vulcano di San Salvador- è in eruzio* ' ne. Parte della città è stata- distrutta da un incendio, il quale sembra ora domato »J a ciù n. 8V I ù o - San Salvador è città dell'America centrala' colpitale della Repubblica di Salvador e sorga al piede del vulcano omonimo. Ha grandi officine metallurgiche; Università; sede vescevite* Laboratorio; chimico della Giunta nazionale di agricoltura;, -un Museo nazionale; un Osservatorio astronomico e meteorologico. La città.era bella e ben fabbricata, commeMtenta e industriosa. Fondata da Alvarado nei 13». fu devastata già da un terremoto nel 1864. ; Ci telefonano da Firenze: Interrogato padre Alfanl sul cataclisma dt San Salvador, ha detto che dalla registrazione) dei suoi apparecchi ha potuto stabilire cha la causa principale del disastro deve esami stata l'eruzione vulcanica a che 11 terremòto! è stato solo uh accessorio. Ha aggiunto ancha che il fenomeno eruttivo deve essere stato) estremamente . violento ■ perchè rarissimo il caso- di terremoti dovuti ad origina vulcanica che si siano trasmessi e prolungati ad una distanza cosi grande. Sì è saputo che la linea distrutta si riduce a poche diecine di chilometri e questa ristrettezza di zona cciptt» {j una chiarissima conferma che si tratta pria» cipalmente di un'eruzione a non di «Ito, remoto.