Il proclama di Argirocastro e le polemiche sulla politica della Consulta

Il proclama di Argirocastro e le polemiche sulla politica della Consulta Il proclama di Argirocastro e le polemiche sulla politica della Consulta Roma, 8, notte. Il Giornale d'Italia pubblica' due articoli in difesa dell'on. Sonnino, per 1 provvedimenti del protettorato italiano nell'Albania. Nel pri- mo articolo viene alle seguenti conclusioni: « Dati questi capisaldi della politica italiana per ciò che riguarda l'Albania, npn si com- prendono nè 1 dubbi,, nè le critiche^^ ne le op- posizioni, riè i malumori sorti in qualche cam- po in seguito al recente atto del 1governo ita JS^r^^J^^^^-SS*^ 1 ' to stesso dovrebbe, secondo noi, essere lasciata agli austriaci, i quali naturalmente non desiderano di meglio che occupare tutta la costa orientale dell'Adriatico per soffocarci definitivamente, o al greci, 1 quali vorrebbero, senza alcun diritto, contrastare gli interessi italiani magari impiantando nel Canale di Corta una base navale, con cui controllare ed eventualmente chiudere per conto proprio o di terzi le porte dell'Adriatico; ma che dei patrioti Italiani si dolgano di quanto il Governo ha fattoyin piena coerenza con i precedenti della nostra politica, è-assolutamente inconcepibile. A meno che non si vogliano pescare ^^ « £™ ^ntraste^bbe "con^nn- teresse supremo dell'Italia » Nel secondo articolo il Giornale d'Italia ri¬ badisce la tesi che la politica estera dell Italia, quale risulta dal Libro Verde, conduce logica ^ente a,]a proclamazlone dell'indipendenza albanese, ed aggiunge: «Si dice che le pa Rine del libro Verde furono concepite e scritte sullo spirito della vecchia alleanza. No. quei documenti sono stati concepiti con la visione cniara e preci3a degli interessi italiani, che non sono mutati oggi, come non è mutato l'atteggiamento di coloro che rjuestl nostri in ^^1^Ì^T,%r%t bero combattere anche oggi, benché la Tri plice Alleanza non esista più da un pezzo e benché i nostri soldati versino ora il loro san §}« dell'U&a"1! Qi tutti glj alleati. Non dunque fra di noi, ma fra coloro che avversano la politica este ra dell'attuale momento vi è chi considera li taua COn lo spirito di ieri, vale a dire con lo spirito che poteva essere comprensibile solo fl^chè eravamo legatl da rappórti di alleanza con gU imperi centrali. Che l'Albania fosse un paese compreso nella sfera di influenza ita liana crediamo che tutti lo sapessero, non so 1? dal ttftro Verde, ma.da tutta la, dolorosa storia delle nostre passate relazioni con 1 Au strja Appmito per ciò l'Italia non poteva va aere con indifferenza la formazione di un nuovo Stato o la costituzione di un nuovo re gime più o meno a somiglianza di Coritza, in un territorio sul quale 1 nostri Alleati Hno daUa Conterenza dl Londra avevano ricono- sctuto gli interessi e l'Influenza dell'Italia. In un altro paese crediamo non vi sarebbe un solo giornale disposto ad attaccare il rroprio Governo per aver voluto tutelare gli interessi ^ a pr6St)gio nazi0nale ». n yiessagyero pubblica un articolo in buona parte censurato inutolato: « Chi si è meravi gli aio del protettorato italiano sull'Albania ? » II Messaggero, rilevando come l giornali de voti al ministro degli esteri insistano nell'al fermare che la proclamazione del protettorato itaIiano suu'Albama non deve sorprendere alcuno, osserva: «La proclamazione dell'in dipendenza dell'Albania sotto il protettorato - dell'Italia suscita discussioni importanti. Sae rebbe bene, anzi è indispensabile, chiarire le J0^6 afflncb-e. 11 Paesf Possa, giudicare con per„ fetta cognizione il fatto ed il suo valore. Ma a pUrtropp^ ,n Italia u ministro degli esteri a concepisce la politica come qualche cosa di misterioso, che deve essere ignorato dal pub blico non soltanto nei suoi particolari, ma - "«che nelle sue linee essenziali. I! pubblico deve conoscere solamente i fatti compiuti e nQn solQ n puoblico ma anche il Parlamento... (CenSura). La concezione è. secondo noi, sbao gliata e il metodo con cui qualche volta si - attua è dannoso... (censura), lì Paese dovrebi ce ormai non più ignorare molti dati e cioè n quali rapporti «sistano fra questo fatto e lo svolo giment0 del programma italiano in Adriatico e t nei Balcani; quali sono gl'impegni militari che - l'Italia assume ini conseguenza della procla- mazione; quale estensione si intende dare al - nuovo Stato e quindi quali eventuali difficoltà d ha fl ironìe. Vi è poi una questione di forma ^ ^dimetoda £ ^rmie^tam geenna è rendenza albanese non può aver meravigliato l nessuno Ma vi è qualcuno che si è meravi Riiato? Sembra di si. e si cerca appunto di dimostrare che non è il caso di meravigliarsi Ma allora è lecite chiedere, conclude il Mes saggerò, se la censura se lo permette, chi è o chi sono coloro che sono rimasti sorpresi della Proclamazione e per quali ragioni, se di con - SelWp^deh^ e tutto il mondo, sia per mezzo del Libro Verde i sia per mezzo di numerose manifestazioni dei- l'opinione pubblica, non è men vero che l'atto ; ggom."- ^rtnì erario %no . conosciute per essere valutate a fondo ». - Anche la « Tribuna » dedica un articolo edi - toriale alle polemiche derivate dalla forma e dalla sostanza dell atto compiuto dall'on. Son- nlno coUa proclamazione de] protettorato •ttae nano in Albania. La • Tribuna » oaaerva anzil tutto che le discussioni, di cui l'atto è fatto segno, riguardano due ordini di coneiderazkv - ^rsol quale ll^lnlstro^dSglf^Srì - urto venire nella sua dettrnitnaalpiw involgen.- tedvctcttlspsngqmauctrqtcdcpdepdaidrefiisLadzmga te gli interessi e la volontà di tutta la nazione e sia anche la sostanza stessa ed il meritò del proclama sulla cui portata e opportunità vengono sollevati dubbi di vario genere. Cica la prima parte della discussione involgente tutta una questione di politica generale, che potrà risultare, apprezzabilissima nel me-" todo con cui si attui o debba attuarsi la politica estera del paese nel momento in cui tutta la nazione in piedi fa colla guerra la sua, storia ed ha delegato la direzione della sua politica ad un ministero, che non per nuBa si chiama nazionale, preferiamo rimandare il nostro intervento e la espressione del nostro giudizio a quando seno venuti in proposito quegli augurabili chiarimenti ufficiali^ la cut mancanza appunto ha dato origine ed esca alle attuali discussioni. Per' ora, desideriamo unicamente (limitare la nostra parola alla seconda parte, cioè al merito stesso e alla portata dell'atto compiuto dall'Italia ». Dopo aver riassunto ed esaminato tutti i precedenti della questione e sovràtutto l'affermazione consacra, ta nel « Libro verde » che l'Italia considerava come un impegno d'onore la proclamazione dell'indipendenza dell'Albania, la «Tribuna», cosi conclude: «Al lume del precedenti ti potrebbe concludere che il proclama attuale di Argirocastro non sia che il mantenimento e .l'assoluzione di quell'impegno. Ma questi precedènti, si dirà, sono un po' lontani e in> dubbiamente dal tempo in cui avevano luogo ad òggi, numerosi e gravissimi avvéniménti, internazionali, ultimi quelli importantissimi dela rivoluzione russa e dell'intervento ame.1 rleano, sono interveivuiii e tali' da aver potuto eventualmente alterare o sensibilmente modificare il valore ed il corso di quegli impegni internazionali sino magari a disseccarli e fi»* sllizzarli e renderli unicamente protocollari La questione sarebbe dunque qui: E' questo avvenuto? Non ci soccorrono da alcun lato dati di fatto o informazioni ohe ci. autorizzino a rispondere anche solo parzialmente in maniera affermativa a questa questione. Vo< gU&mo perciò limiitarci obiettivamente a ré< gistrare quanto da alcune parti si afferma, a cioè che se quegli accordi et erano oramai ridotti per la mutata situazione internazionala a qualche cosa di veramente protocollare, essi sleno stati nelle molteplici contrattazioni in. teralleate durante la guerra unilateralmente, vivificati e rinnovati riguardo all'Itela ». i

Persone citate: Sonnino