Il voto delia Camera francese che ha concluso le discussioni del Comitato segreto

Il voto delia Camera francese che ha concluso le discussioni del Comitato segreto Il voto delia Camera francese che ha concluso le discussioni del Comitato segreto Per una pace che liberi l'Alsazia-Lorena e le terre invase (Servizio speciale della Stampa) i i a a i i e o o i i 1 o i Parigi, 5, sera. Mezzanotte meno un quarto: tre squilli dei campanelli avvertono che il Comitato segreto e finito. Di tutti quelli che hanno preceduto, nessuno può \nntare l'aspettativa die questo ha suscitato. Malgrado l'ora mattutina il pubblico restato ad attendere all'aria aperti fuori di Palazzo Borbone è sufficiente a guarnire le tribune per l'epilogo della seduta pubblica. Nell'emiciclo, d,el deputati discorrono calmi intorno a Rlbot.I parlamentari ban seduto già per dicci ore di filato, con due soli intermezzi', nei quali i gruppi hanno tenuto riunioni separate. Si sente, affacciandosi nell'aula, che le energie battagliere sono esaurite. L'epilogo precipiterà senza complicazioni. Mezzanotte suona: i banchi scarlatti si- riempiono e la seduta ricomincia. Il presidente Deschanel, rauco, legge gli ordini del giorno che gli sono istati .presentati. Si sperava che non ve ine fosse che un solo e die i socialisti avessero trovato il .modo di fondere la loro voce nel coro patriott'eo di tutti i partiti. Ma i tentativi fatti per persuaderli non sono riusciti. Didatti dopo la lettura del primo ordine del giorno Klotz, recante le firme dei rappresentanti di tutti i partiti, il presidente ne comunica altri tre. Uno icon cui si inv'a alla rivoluzione russa il saluto della Francia e si ripudia «l'opera della diplomaz-'a segreta", e si accetta la formula della Russia « pace senza annasponi, ecc. »; un altro di puro stile kienthaliano ove si saluta « la rivoluzione in Ger mania », cosa che suscita viva ilarità; un altro infine di tenue tinta ministeriale presentato da Renaudel che afferma il doppio principio del Titorno dell'Alsazla-Lorena e delle riparazioni come base di pace. 'Ribot accetta solo l'ordine de) giorno concordato dagili altri gruppi. La discussione che si impegna appare subito rivolta verso un unico obhieH'vo-: spezzare le ultime resistenze dei socialisti ed attrarli nell'orbita dell'unione sacra. Il pr'tmo voratore, Demonzie, un radicale soc:alista che ha messo recentemente fuori il programma di un nuovo partito nazionale progressista destinato a scombussolare le classificazioni antiche, con voce imperativa, viene ad apostrofare i recalcitranti, t Occorre l'unanmità. Per averla occorre che 1 socialisti dimentichino l'incidente di Stoccolma che si trova all'inizio della discussione. Mostrate al mondo come siete in realtà d'accordo con tutti noi sugli scopi della guerra, sulle condizioni di pace irreducibili, e nessuno .più avrà domani ragione di rifiutarvi '1 viaggio a -Stoccolma! Abbiate fiducia in Ribot per il restol ». Finisce magn'flcando la bellezza di una manifestazione dell'unità degli spiriti. Un marchese, Kernier, viene, in mezzo alla impazienza spiegàbilissima dell'assemblea, a leggere una lunga dichiarazione con la quale spiega perchè ì deputati monarchici aderenti all'» Action Francasse» daranno il loro voto al Governo. Hennesey, un moderato che la guerra ha fatto evolvere verso l'estrema si nistra, applaudito dalla montagna, vuoie che Ribot non trascuri! per affrettare la conclusione della pace, il concorso di tutte le forze Inter nazionali, cosi l'internazionale cattolica come quella socialista. I socialisti giubilano ed applaudiscono fragorosamente, ma i cattolici restano silénzios:. Ecco Ribot alla tribuna: « Il Governo, dice lia assunto, senza esMaTe, le sue responsabilità. Non si preoccupa delle divergenze dei gruppi ma dell'interesse delia patria». E Ribot fa una nuova invocazione alla unanimità. « Non vi c più nessuna diplomazia segreta; tutto deve venire alla luce del sole. Non si disprezzerà più la sovranità nazionale. Noi non vogliamo una politica di conquiste e di asservimento : non chiediamo la rivincita dell'oppressione. Cerchamo la giustizia ed il diritto. Vogliamo le Provincie venute a noi e strappateci, un secolo dopo, non la violenza. Non dobbiamo lasciarci Ingannare da formule 1 cui inventori si nascondono e che tendono a fuorviare le democrazie. Cerchiamo la restituzione del nostro bene e cerchiamo di difendere le Provincie che non cessarono mai di essere francese che ci furono strappate dalla violenza. Vogliamo semplicemente ciò che ci appartiene La coscienza universale dà ragione alla Francia. Come ci rifiuterebbe essa una riparazione per atrocità senza esempio nella storia? Come potreste Voi non approvare l'ordine del giorno, che apre alle Nazioni -nuovi orizzonta, fa cerfdo qui eco. nel profondo del vostro cuore a ciò che ha detto cosi nobilmente Wilson? » Ribot fa poi un caloroso appello all'unione di tutti i francesi, unione che per tre annpermise all'esercito di tener fermo, avendo esso compreso che vi era un'unica Francia. E il venerando presidente del Consiglio fa an cora una brillante apostrofe ai socialisti, perchè ricordino il loro dovere patriottico. « Do vete votare l'ondine del giorno comune- Avremo ragiono delle difficoltà perchè abbiamo una volontà tenace e siamo uniti. Pensate all'esercito! La Francia unita non può esservinta. La Francia divisa sarebbe. esposta a tutte le avventure. -Riflettete- signori! ». La Camera prorompe in una acclamazione. I so cialls'o sembrano scossi. Renaudel sostituisce Ribot alla tribuna torna alla ciuestione dei passaporti. Egli d. chiara che il Comitato segreto si è aperto con la questione di Stoccolma a la vide rapida mente sorpassata. Prese un'altra via. La questione più ampia della prospettiva della pacdominò gli animi. Renaudel vanta i risultaiottenuti dai socialisti nelle tre giornate di discussione. L'ordine del giorno che sta per rac cogliere la maggioranza se non l'unanimità della Camera, condanna la diplomazia se greto, riconosce che la guerra non può averscopi di conquiste, con mandato preciso aGoverno di preparare la società delle nazionProprio quello che i socialisti volevano. Quindi egli è pronto a votare la fiducia, malgradche il Governo al momento stesso, rifiutandi passaporti per Stoccolma ai socialisti, mostrla sua sftdura in essi. La perorazione manda in viabilio i suoamici. « Vedremo ancora domani — dice r volto a Ribot — se sarete pronto a eedere aconsigli che vengono da certe narti e sonispirati dalla paura di vedere 11 partito so cialisto prandeggiars ancora di Più nella tom pesta». E raggiunge il suo Dosto acclamato abbracciato dai colleghi più vicini. Si giurerebbe che egli abbia fatto di nuovl'unanimità nel suo gruppo trascinandolo in i e i e e fine a seguire l'invito rivolto da Ribot e da Deinonzie. Errore. Appena lo votazioni cominciano, i battibecchi sui banchi dell'Estrema sono cosi ahi e vivaci che li cogliamo tutti dalla nostra tribuna. Il gruppo è nuovamente scisso in due: ministeriali ed antimihist8ria^Le urne rivelano poco dopo 55 irriducibili. L'ordine del giorno di fiducia Klotz-rfDuraont ylene approvato con 453 voti contro 55. Esso è cosi concepito: « La Camera dei deputati, eapreasinn» diretta della sovranità del popolo francese, invia alla democrazia russa e alle altre democrazie alleate il suo saluto. Riconfermando l'unanime protesta che nel 1871 formularono nell'Assemblea nazionale i rappresentanti dell'Ai/sazia e della Loterta, loro . malgrado sfrappale alla Francia, essa dichiara di attendere dalla gueria, che fu imposta alla Francia e all'Europa dall'aggres- -. sione della Germania imperiali sta, con la liberazione dei territori invasi, il ritorno dell'Alsazia e Loretta alla madre patria e Ingiusta riparazione dei danni. Lungi da qualsiasi pensiero di'conquista e di asservimento di popolazioni straniere, essa fa assegnamento che lo sforzo degli eserciti della Repubblica e degli eserciti alleati permetterà, dopo abbattuto il militarismo prussiano, di ottenere garanzie durature di indipendenza dei popoli grandi e piccoli, nell'organizzazione fin da ora preparata di una società delle Nazioni. Fìdi&iosa nel Governo per assicurare tali risultati con una azione coordinata militare e diplomatica di tutti gli Alleati, essa respinge ogni aggiunta e passa all'ordine del giorno ». Quandp Deschanel proclama le cifre della votazione, una voce dall'ultimo 'banco della montagna urla: «Viva l'Internazionale 1 ». Grida di « Viva la Francia! » rtspcndono. L'agitazione dura alcuni minuti. «L'unione saera trionfa» stampa-a Ietterò lapidarlo il Petit Parisien, e commentando l'ordine del giorno votato dice che esso «oppone alla formula indecisa del rivoluzionari russi l'« Imprescrittibile diritto della Francia;sull'Alsazia e Lorena, sulla necessità di una riparazione dei danni causati dall'aggressione-, ■ ma concorda con la formula rusaa nell'eliml-. nare da parte della democrazia francese ogni i idea di conquista e di asservimento àd una ! popolazione straniera ». Il testo votato è per il Malin un ammonimento per « gli ami'ci di Pietrogrado » ai quali, la Camera rinnova l'espressione della sua. simpatia», avvertendoli però che «sarebbe vano volere trasformare, la grande lotta dei popoli nella lotta criminale e sterile delle classi». Un gruppo, il solo che potrebbe esr' sére scontento della riduzione degli .scopi ! della guerra-, quello del nazionalisti intégrali, si dichiara pago della riaffermazione della necessità « di garimzte ». Maurras nell'itctìon; Francaise chiosa la parola con larga ermeneutica. Troppo larga forse.- Testimone dei dibattiti segreti, Barres assicura che 11 Comitato in fondo ha salvato t deputati socialisti da una spaventosa situazione. «Stavano per andare a Stoccolma, in-, nanzi a gente che avrebbero loro domandato, come si sente dall'appello della Soviet in data3 giugno, di rompere le nostre alleanze e anche all'interno del nostro paese di .rompere l'unione sacra». «La Francia conosce miai- , mente con precisione lo scopo della guerra o piuttosto il suo scopo di pace, dice l'Oeuwe. Sa dove -"a, quello che vuole, quello che esige ». Questo risultato chiarificatore è sicuramente 11 maggiore del nuovo lavoro deli parlamentari francesi. D. R. ]