Qualche episodio, tra i mille...

Qualche episodio, tra i mille... Qualche episodio, tra i mille... ( Da uno dei nostri inviati speciali al fronte ) • :• • )' ' QUARTI IR GENERALE, 29 maggio. I pNdla grande battaglia del Carso si sono suo- ?ceduti, durante le varie fast. Infiniti episodi "oi valore. Raacogflierii tutti' siignincherebbe nvoler citare ad uno ad uno tutti i soldati che ^hanno combattuto, e tutti gli ufficiali. Non è tpossibile, nella vasta e complicata guerra mo- Pdemo, che gli eposddi abbiano quel risalto, sche invece avevano nelle guerre di una voltai se a esi ig- ed ultimamente ebbero nelle guerre coloniali Una battaglia moderna à tutta una serie Ininterrotta di atti di valore, di tenaci sforzi individuali, che si fondono insieme in un unico grande episodio. Tuttavia vi sono certi fatti che rimangono Impressi più degli altri nella memoria di chi ha partecipato ad una azione, che vengono raccontati, passando di bocca m bocca, dall'uno all'altro reparto, e la cui notizia; nella stessa giornata in cui sono accaduti, dalle prime linee giunge alle retrovie. Sono — diremo cosi — gli epostdt-modello. Queste narrazioni venute non si sa da chi, propagate non si sa come, debbono essere raccolte anche dal cronista, il quale pure sa che citando un episodio, ne lascia in disparte alt.rt Infiniti non meno gloriosi, non meno degni di rilievo. Ricordiamo per esemplo qualcuno del mirabili particolari della lotta, che si svolse lunga ed ostinata attorno ai grovigli austriaci di Boscomalo. La dolina dei grilli npveva dare l'assalto ad una delle trincee austriache, che si raccordavano e si appoggiavano al forte sistema difensivo di Htidi Log, una valorosa Brigata, comandata da un generale avvezzo a slanciarsi in prima linea con la pi&tpla in pugno, tra i suoi soldati, come fosse un semplice comandante di compagnia. Il primo giorno dell'offensiva sul Carso,-il generale risiedeva in una baraceli e tt a nascosta entro una dolina detta dolina « Gabriella », la quale si collegava, per mezzo di un breve camminamento sotterraneo, con- una dolina più avanzata, chiamata * dei grilli ». Di la, da quel punto esposto a tutti i fuochi, egli avrebbe dirette l'assalto delle sue truppe, che si sarebbe svolto in quel pomeriggio a pochi metri più in la. L'attacco fu superbo, e si l'uno che l'altro dei due' reggimenti della Brigata non solo sorpassarono la prima linea austriaca, ma occuparono anche la seconda, arrivando oltre le rovinate case di Boscomalo, dalle quali si sferrava violentissima la mitraglia avversaria. La lotta fu terribile: una gragnuola di shrappnels, di schegge e di pietraglia sollevata dalle granate tempestava i valorosi fanti- Il generale non rimase a lungo nella sua baracca, volle partecipare all'attacco, si precipitò In mezzo ai suoi uomini colla pistola in pugno animandoli col gesto e con la voce. H suo ardire gli costò una ferita-ad un braccio che fu spezzato. Ma gli uomini che avevano ricevuto dal loro capo un simile esempio, seppero vendicare il 191-0 generale del colpo ricevuto: non solo, ma respingere, dopo aver inflitto durante il giorno gravi perdite al nemico, i contrattaci^ insistenti che questo lanciò nella notte, tentando di manterene il possesso delle ruine di Boscomalo e di riprendere le prime trincee che i nostri avevano occupato. Quella sera, nella dolina dèi grilli, dopo l'affaticante combattimento, stavano raccolti quaranta zappatori della bri gata, con un ufficiale. L'ardore della battaglia si era andato a poco a poco spegnendo, il cannone tuonava più di rado e sembrava che lin breve respiro di riposo fosse per giungere a.i combattenti. Ma ecco che, d'un tratto nella dolina giunge l'eco di una voce d'allarme. E' un soldato, che si trova sull'orlo occidentale della dolina e annuncia affannosamente ai compagni raccolti nel fondo, l'imminenza di un pericolo. Gli zappatori si raggruppano, pronti a qualsiasi evenienza, ed alla luce di un razzo vedono sporgersi sulla dolina visi minacciosi di austriaci, che tentano prendere la posizione di sorpresa e imprigionare 1 nostri. Si apprende che gli austriaci sono molti. Saranno due o tre compagnie di uomini bene equipaggiati, arrivati sino alle nostre linee silenziosamente, marciando per quattro, con lo zaino sulle spalle. Appena s'accorgono che la sorpresa è fallita e 1 nostri sono all'erta, gli austriaci si danno tutti insieme a gridare rauche parole Incora prensibili: urlando forse, in tedesco, l'intimazione della resa Ma, benché inferiori di numero, i soldati italiani non si perdono d'animo. Qualcuno di essi mette in moto l'unica mitragliatrice che si trovi nella dolina, mentre gli altri si scagliano contro i nemici, che sono già sul punto di scendere e gettano loro addosso una pioggia di bombe a mano. L'im peto, con cui i nostri contrassalgono gli as salitori è tale che lo scompiglio succede nelle ordinate file .austriache. Fi vedono i cadaveri rotolare giù dall'orlo della dotina nel fondo Quelli che non sono colpiti si difendono con una rabbiosa fucileria, ma pochi dei nostri cadono. E del resto, la fucileria avversaria dura poco. La maggior parte dei sopravvenuti si ritirano in disordine cercando la fuga, altri si danno prigipnieri, molti restano feriti lungo il camminamento che avevano percorso. In questa valorosa impresa compiuta cosi audacemente dal quaranta zappatori italiani, furono catturati fucili, uniformi, munizioni e zaini. Gli austriaci, che erano venuti all'attacco — cosa riuova — collo zaino, appartenevano ad una di quelle brigate fatte venire d'urgenra dal fronte russo per essere impie gate nella difesa contro l'avanzata italiana. Narrarono i prigionieri che essi erano arrivati In ferrovia quello etesso giorno dalla frontiera russa, erano stati fatti scendere dal treno in una stazione nei pressi di Lubiana di 11 erano stati fatti salire 6opra gM autocara e trasportati sul Carso. Appena scesi dagl" autocarri • furono lanciati all'assalto, equipaggiati di tutto punto, cosi come avevamo voggiato. Non sapevano dove eA trovavano erano sbalorditi e confusi. Quando furono nel le linee nostre e seppero che erano prigionieri degli italiani, parve loro di sognare, ma f loro occhi brillavano di gioia. Avevano final mente terminato di combattere e di soffrire Tuttavia, del prigionieri fatti in q'.te se to-e ve ne furono alcuni, che ad ogni costo non volevano accettare la loro nuova situazione Erano in gran parte ungheresi. Un triste caso successe -^appunto per onera di uno di costoro. Era questi un ufficiale catturato sulla porta di una caverna e trascinato a viva forza nelle linee italiane mentre si disponeva „ 1 mitragliare una nostra pattuglia con l'aiuto e | d1 ajcunl 8uol U0TTìlnl. Q„aw,0 egii s'accorse i ; cnc norj p^va più lottare, finse una grande n sottomissione e parve rinchiudersi in un, - cupo e sdegnoso dolore. Fu Incolonnato fra a un gruppo di altri prigionieri, che doveva avviarsi verso un campo dì-.concentramento. Alla sera i componenti U gruppo vennero or dlnati In fila due per due. Uno del nostri soldati, che doveva scortare la piccola colonna verso le retrovie, si pose, armato del suo fu olle, di fianco all'ufficiale austriaco. Quando la colonna si mosse, l'ufficiale improvvisamente trasse da una tasca del pantaloni un pitltaclt1dzdbkpqsnedcscgsvgd1czipQdultpaedlcv • : ) pugnale e colpi .nella schiena 11 soldato ita ?,iano- freddandolo. Inutile aggiungere che " prigioniero pugnalatore fu giustamente pu nlto- ^ Per tutta la notte gli eroici soldati della t>?ì^fiUn. che fu mio delie più valorose e 'elle Più 'provate dal fuoco avversario, dovettero sottostare a continui rabbiosi contrattacchi sia condotti di sorpresa, sia preceduti da una e n a a o e e n, a a a o n preparazione di fuoco. Ma rimasero invitti od incrollabili sulle nuove posizioni,- che furono tenute Ano al giorno dopo, in cui avvenne l'occupazione di Boscomalo. Un-eroico bombardiere Mentre infuriava la lotta a Boscomalo, altre truppe, che costituivano il centro della nostra armata attaccante, si battevano fieramente, come sappiamo, nel settore di Lukatic. Qui le bombarde- avevano faticosamente e con fortuna lavorato sino all'Istante che precedette 10 scatto delle fanterie. L'opera di distruzione degli opposti reticolati compiuta in quella zona dalle bombarde fu superiore od. ogni descrizione. Comandante di una batteria di bombarde, postata preetsamente dinanzi a Lukatic, era il capitano Zuccarello. già famoso per le gesta compiute a quota 240 del Podgora, quando da solo con pochi uomini seppe resistere ad un assalto nemico e fare 350 prigionieri. Nemmeno questa volta il suo spirito di eroe poteva venirgli meno. Terminata l'azione delle bemgarde, e cioè alle 16,5, quando incominciò l'assalto, egli avrebbe potuto riposarsi : il suo compito era esaurito. Ma volle combattere. Si mescolò al fanti di un battaglione che si precipitava .contro un munitissimo triceramento nemico'. Il battaglione dovette sottostare ad un infernale fuoco d'artiglieria leggera, ed il maggiore che lo comandava cadde alla testa dei suol soldati. Allora 11 capitano dei bombardieri, vedendo nella colonna un momento di esitazione, prese senz'altro il comando del battaglione e, correndo innanzi ai soldati, Incitandoli col- gesto, li portò di slancio sulla vetta della quota 147. Qui una raffica di shrappnels avvolse gli audaci; l'improvvisato comandante fu. colpito.,Si udì ancora la sua voce gridare altissima, fra l'assordante frastuono : « Coraggio, ragazzi, tenete questa posizione, che è importantissima per voi e per le colonne che devono avanzare ai fianchi. Non oedete a nessun costoI ». Ed i superstiti del battaglione non cedettero, e la quota fu nostra. Ma alla sera, tra i cadaveri che venivano trasportati verso le nostre linee più arretrate, vi era quello dell'eroico capitano del bombardieri. il totale " albero a ventaglio Uno del settori dove la lotta fu specialmente aspra fu — com'è nòto — quello di Castagnavizza. La battaglia colà dovette svolgersi su un terreno difficilissimo, che aveva permesso al nemico la. preparazione di un'infinite di insidie d'ogni genere, con agguati di uomini e di armi. Il segreto della.resistenza-austriaca nel settore di Castàgnavizza fu sopratutto l'impiego veramente abile d'una srande quantità di mitragliatrici, oltre all'accorto sfruttamento del singolare terreno per nascondere e mascherare armi. A nord dell'abitato di Castagnavizza si distende in declivio un'aspra e deserta sassaia: una serie di pietre d'osmi dimensione, mal tagliate e mal disposte, che rendono difficile il passo- T soldati che là si avventurano soffrano continuamente durante la marcia. Ló loro calzature si rovinano ed i Ioto piedi dolorano. Sovente inciampano e cadono, producendosi contusioni che li obbligano ad Interrompere il cammino. Ad occidente-della sassaia vi è una piccola linea sporgente che si eleva di pochi metri sul terreno descritto e porta dei nomi creati dai "'•imi che tennero le posizioni di fronte e tramandati poi di reparto in reparto. Colà il nemico aveva compiuto in precedenza un grande lavoro di trafori sotterranei e mentre tra le ex-case di Castagnavizza aveva ddste so una serie di reticolati e sotto i ruderi, nelle cantine, aveva costrutto un "Intricato sistema di caverne munite di tutte le difese possibili capaci di resistere ai più violenti- bamba.rfia menti, colme di munizioni ed armate d' gran numero di mitiraig'ltotrlci; di fronte alla sassaia accanto al paese, sulle quote a cui abbaino accennato, aveva mascherato le m-'itragllatrici dove meglio poteva, servendosi sopra tutto de! ripari naturali offerti dal terreno. L'altura-più v'cu'tna a Castagnarvlzza venne nominata dalla brigata che ti g-'onno dell'offensiva si trovava Jaasù, 1 la man lagni ola". Accanto a questa sorge un'altura sormontata da un grande albero che era rimasto intatto, senza cadere sotto le fuiràe delle granate, ed era soprannominato l'i albero a ventaglio ». Su quello giti austriaci avevano disposto un osservatorio ed al suol lVedi avevano schierato, bene riparato, un groppo di mitragliatrlici. Non era stato mai possrtoile far saltare quell'ossercaitorio, nè far tacere quelle armi inportune. Tuttavia le truppe ibcan'oaite di attaccare in quel punto, avevamo costituito valorosi reparti di « arditi », i quali continuamente eseguivano ricogn'z'onl in pattuglie verso la piccola altura ed avevano giurato che, un gtorno o l'altro, l'albero a ventaglio avrebbe terminato di molestare la linea toliana. Al momento dell'offensiva, un coloTunello Inviò um soldato a chiedere del tenente capo degli arditi, per inicarlcarlo di perlustrare la salita della col-lina e recargli delle informazioni. Il soldato ritornò sconsolato, annunciando che pochi minuti prèma l'ufficiale era stato ucciso nella sua tana da uno scoppio di granata. Ma gli arditi vollero andare innanzi ugualmente e iniziarono la marcia verso l'albero a ventagiliio, dee si a vendicare la morte del loro valoroso ufficiale. Balzarono d'impeto fin nella prima trincea avversaria. droUtecczgmblscggrcdtvcgqpsuoralgbmrtcgnlCNeteLsIdaBtnepsmdalla quale gli austriaci erano fugg'ti sotto r.inijperversare del bombardamento. E s'arrampicarono verso la cima ove l'albere- triste e fatale sembrava aspettare. Allora venne dato avviso ad un baMe^licne che poteva ccmln ciare l'attacco In forze. E la munita pos'zione austriaca fu assalita con magnìfico slancio. L'osservatorio, coluto dalle raffiche della nostra fucileria e della nostra mitraglia, fu Inutilizzato, l'albero a ventaglio venne ridotto ad uno scheletro senza forma, e, benché a lungo avessero continuato ti loro gracchiare fasti dYoso, anche le mitragfiaitaici protette dall'ai bero tacquero finalmente. Cosi ,10 trincee au striache in quel punto vennero sfondate. In tanto, sulla sinistra, un altro glor'oso batta, gliene, tra gravi sacrifici, avanzava dalla parte dalla casa di 'Plenachi — un rudere isolato tra il pietrame, — un altro «mila destra attac cava l'altura della « montagnola », e repart di un'altra brigata entravano tra le rovine, 'iniziando un violento combattimento contro le pattuglie austriache, che improvvisamente balzavano dalle nascoste caverne e pigliavano di fianco e alle spaile con le mitragliatrici, 1 nostri avanzanti. Malgrado il contrasto, qualche nostro reparto riuscì ad andare oltre nella parte oTien.t-ade del paese e a sorprendere sulrinigreàso dei- sotterranei qualche reparto nemico, che non aveva ancora fatto in tempo ad iniziare il fuoco. Qu\ da alcun' nostri ar diti, venne fatto prigioniero un colonnello con un seguito di alcuni uffic'all, che avevano oL zato le mandi per arrendersi, appena visti apparire gli elmetti dei nostri fanti. Era 'I comandante di un reggimento col suo piccolo stato maggiore. Narrò che la vigilia del- nostro attacco aveva posto la sede "del suo comando pfearsamente nelle cantine d'una delle case più orientali di Castagnavizza, e di qui aVeva epe- ó i e e a e a n a o i ! ù a a ro e o i l n i r e o, , l o a a n ere ne pe a e o a. rato di arrestare l'assalto italiano. Tanto lui come altri ufficiali fotti prigionieri in quel giorno, confessarono che, malgrado la grande preparazione austriaca, furono sorpresi dall'audacia dei nostri fanti, che -in certi momenti avevano compiuto Incredibili gesti d'eroismo. E niell'azlone del nostro centro, tutti i reparti di ogni arma accanto alle fanterie gareggiarono in valore e in abnegazione. Un autocarro tra i reticolati nemici Gli stessi automobilisti si trovarono più volte coi loro grossi autocarri in posizlond critiche, sotto spaventevoli concentramenti di fuoco. Durante la notte gli auto-carri di quella zona avevano trasportato faticosamente, lungo le rotabili tortuose del Carso, materiali e munizioni agli appostamenti avanzati delle bombarde. Un autocarro, terminato il suo lavoro durante 11 furioso bombardamento, prese la via del ritorno ; ma l'automobilista stanco, forse, e stordito per l'insopportabile fragore e per il fumo che tutto avvolgeva, sbagliò strada e si trovò improvvisamente in una regione sconosciuta, dove le ruote della macchina urtarono e si impigliarono tra 1 resti di un reticolato. Guardando dinanzi a sé l'autò'mobiltsta, troppo tardi, comprese che si trovava tra le postz-'oni italiane e quelle austriache, e ohe le Tuote del camion erano -imprigionate tra un reticolato. Di "più il terreno in quel punto era melmoso e lfeutomobile non poteva essere districata. Allora lo chaufleur si allontanò rapidamente, salvandosi pur tra un fuoco di sforarmela, che lo investiva da ogni parte. Ma ritornato nelle nostre linee rimpiangeva la macchina che aveVa dowto abbandonare. E allora, nella"sern.. oltrepassò le trincee avanzate e. solo, cautamente, raggiunse l'automobile che trovò costellata di buchi e di squarci, ma sempre nella medesima posizione. Riuscì, senza essere visto, a riprendersi il carburatore e il magnete ed a trasoortarli con sè. Rientrato incolume nel campo italiano, egli potè dire al suol compagni che lo attendevano ansiosi : « Oramai al nemico non è rimasta che la carcassa, e quell'autocarro non gli servirà ». GIOVANNI CORVETTO, Sui campi di Francia Continua la lotta delle artiglierie Parigi. 30. Il comunicato delle ore 23 di ieri dice: Nulla dà segnalare durante la giornata, eccetto una lotta di artiglieria qualche volta violenta al massiccio di Moronvilliers e specialmente sul Casque e sul Teton. Il comunicato ufficiale delle ore 15 dice: Lotta piuttosto violenta delle artiglierie e scontri di patluglie a sud di Saint-Quentin. In Champagne un attacco del nemico condotto da unità, speciali d'assalto tentò di avvicinarsi alle nostre trincee sul Mont Blond. Il nemico dovette indietreggiare sotto la violenza dei nostri fuochi, abbandonando morti e feriti. Facemmo prigipnieri e prendemmo una mitragliatrice e un apparecchio lancia-fiamme. Sulla riva sinistra della Mosa eseguimmo un colpo di mano sulle linee, tedesche alla quota 304. Importanti distruzioni furono operate e abbiamo ricondotto una diecina di prigionieni. Ovunque altrove notte calma. Due areoplani tedeschi furono abbattuti da un nostro pilota nella giornata del 20. Si conferma che un altro areoplano nemico fu abbattuto il 27 nella regione di Filain. Un comunicato del maresdm.Uo llaig, in data di iersera, dice-. Stamane di buon'ora, ad est di Richebourg-L'Avoué, abbiamo effettuato una riuscita incursione. Ieri i no-, stri aviatori hanno abbattuto due areopla*' ni tedeschi e ne hanjio cpstretti sei altri ad atterrare sbandati. Cinque velivoli bri tannici mancano. Il comunicatq Haig, in data d'oggi, pomeriggio, dice; Nuclei nemici furono re¬ o me o n e o. oud o i i u n , ro c t e, o e o 1 la leo r n L polo ro o ù e- spinti durante la notte nelle vicinanze di Fontaine les Croisilles e ad ovest di Lens. ' Nostre pattuglie penetrarono nelle trincee nemiche a sud di Neuve-Chapelle, recando perdite ai difensori. NulValtro d'importante da annunciare. GthzaMmmlosttcmFpnpnimmGmrccrgvpamnasW«tltrggstGssscarrdddslrvm'Do distaccamento russo sbarcato sulle coste dell'Anatolia' Piotrogrado, 30. Un comunicato del Grande Stato Maggiore dice: Sui fronti occidentale e romenifuoco di fucileria abituale. Sul fronte del Caucaso i turchi hanno tentato di avvicinarsi ad un nostro posto avanzalo a sud di Van, ma sono stati respinti dal nostro fuoco. Uno dei nostri apparecchi aerei fu attaccato durante una ricognizione da tre ìokers nemici e dopo un combattimento di alcuni minuti cadde nelle linee nemiche nella regione del villaggio di Biliesci a noraest di Focsani. L'aviatore, il soit'ufficiale Big nel, e l'osservatore, il sottotenente Tarkov>, sembra che siano periti. Nel Mar Nero nostre navi che incrociavano/ sulla costa dell'Anatolia sbarcarono un distaccamento e demolirono presso Tchiva ad est di Samsoun un posto di gendarmeria turca munita di telefono e telegrafo. Nello stesso luogo il distaccamento incendiò un deposito di grSni e due grandi velieri. Una nave ospedale e un Incrociatore mercantile inglesi silurati Londra. 80 (ufncisie). iVel Mediterraneo il 26 corrente la naveospedale inglese Dovercastlc venne silurata senza preavviso, una prima volta alle 6 del mattino, una seconda alle 8,30. La nave'affondò. Tutti i malati, gli infermieri, le infermiere ed i medici poterono essere trasbordati su altre navi con tutto, l'equipaggio, eccetto sei uomini che si ritengono uccisi dalle esplosioni. Nel Mare del Nord un siluro affondò l'incrocialore mercantile armato Hilary, di cui quattro uomini rimasero uccisi dall'esplosione. Un cacciatorpediniere inglese affon dò in seguito a collisione. (Stefani). Una nave spagnuola affondata IStnttta speciale della Starno») Parigi, 30. sera. .Un telegramma all'/n^ormatiore 'e al MnUn annuncia che è-giunta la notizia che i' piroscafo spagnuolo Eizaguire della Compagnia Transatlantica, è affondato a poca distanza da Capetown. Aveva 106 uomini di equipaggio e 39 passeggeri. Soltanto 2A persone poterono salvarsi. Si Ignora finora se la catastrofe sia dovuta agli scogli disseminati sulla rotta del ■ Capo di Buona Speranza 0 all'urto in una mina galleggiante. d. a.

Persone citate: Blond, Chapelle, Fontaine, Giovanni Corvetto, Haig, Mont, Neuve